Oggi, giovedì 13, ore 15 – Sala Berlinguer, Via Uffici del Vicario 21, Roma
Oggi, giovedì 13 febbraio alle ore 15, nella Sala Berlinguer della Camera dei Deputati, si terrà una conferenza stampa promossa da Laura Boldrini (PD) e Marco Grimaldi (AVS) a cui parteciperanno: Maysoon Majidi (attivista curdo-iraniana, assolta la scorsa settimana dal Tribunale di Crotone dall’accusa di essere una scafista); Parisa Nazari (attivista iraniana del movimento Donna, Vita e Libertà); Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia).
“Viviamo un tempo al contrario, in cui vengono arrestate le vittime e liberati i carnefici. Questa conferenza stampa sarà un'occasione per denunciare le politiche del governo che trasformano i migranti in bersagli, anziché tutelarli, e per riaffermare la necessità di un approccio equo e umano alla gestione dei flussi migratori” dichiarano in promotori Laura Boldrini e Marco Grimaldi.
Per l’ingresso della stampa da Via Uffici del Vicario 21 è necessario inviare una richiesta di accredito all’indirizzo pd.ufficiostampa@camera.it
Per gli uomini è obbligatoria la giacca.
Siamo in una fase storica decisiva per il futuro dell’Europa. L’Ue nasce in risposta all’orrore della seconda guerra mondiale e ci ha garantito 70 anni di pace ininterrotta nel nostro continente. Oggi la sua mission è a rischio. Siamo ad un bivio. O decidiamo di seguire la scia delle decisioni assunte durante le ultime crisi o rischiamo un’irrilevanza strutturale, se non una vera e propria implosione nei prossimi anni. In questo contesto, il Piano elaborato da Mario Draghi, da leggere insieme a quello di Enrico Letta, traccia un indirizzo a nostro avviso condivisibile per rilanciare l’Europa. Ci dispiace che la maggioranza abbia fatto una scelta gravissima non depositando nessuna mozione al riguardo. Com’è possibile che governo e maggioranza che non abbiano una posizione su un documento così importante per il futuro dell’Europa?
L’idea di fondo del Piano Draghi è di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, aumentare la competitività con una nuova strategia industriale, rafforzare la sicurezza e la difesa comune, ridurre le dipendenze: sono obiettivi decisivi per colmare il divario nei confronti di Stati Uniti e Cina, ma anche per difendere il nostro modello sociale di welfare, ed assumono il carattere di “una sfida esistenziale per l’Unione”. La domanda che vi rivolgiamo da tempo è semplice: in quale parte della storia ha deciso di collocarsi il governo Meloni? Non è più tollerabile l’ambiguità. La premier ha deciso di seguire le azioni politiche di Trump che mirano ad indebolire e disgregare l’Europa o le indicazioni del rapporto Draghi che propongono di rafforzarla e rilanciarla? Questo è il punto centrale. Non ci sono vie di mezzo. Noi non abbiamo dubbi su quale sia la parte giusta della storia. E vi ribadiamo che se avete deciso di stare con gli sfascisti europei, con i sovranisti di Vox e Le Pen, con i nazionalisti austriaci o l’ultradestra neonazista di AFD, ci troverete contro a fare le barricate politiche perché non vi consentiremo di distruggere l’Europa.
Così il capogruppo Pd in commissione Affari Europei della Camera, Piero De Luca, intervenendo in Aula.
Giovedì 13, ore 15 – Sala Berlinguer, Via Uffici del Vicario 21, Roma
Giovedì 13 febbraio alle ore 15, nella Sala Berlinguer della Camera dei Deputati, si terrà una conferenza stampa promossa da Laura Boldrini (PD) e Marco Grimaldi (AVS) a cui parteciperanno: Maysoon Majidi (attivista curdo-iraniana, assolta la scorsa settimana dal Tribunale di Crotone dall’accusa di essere una scafista); Parisa Nazari (attivista iraniana del movimento Donna, Vita e Libertà); Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia).
“Viviamo un tempo al contrario, in cui vengono arrestate le vittime e liberati i carnefici. Questa conferenza stampa sarà un'occasione per denunciare le politiche del governo che trasformano i migranti in bersagli, anziché tutelarli, e per riaffermare la necessità di un approccio equo e umano alla gestione dei flussi migratori” dichiarano in promotori Laura Boldrini e Marco Grimaldi.
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“La Regione Toscana ha approvato un provvedimento di grande importanza, un vero e proprio atto di civiltà. Un risultato che assume un valore ancora più significativo se consideriamo che proprio la Toscana è stata la prima realtà in Italia ad abolire la pena di morte. Ancora una volta, la nostra regione si dimostra all'avanguardia, un motivo di orgoglio ma anche di grande responsabilità. Abbiamo affrontato questo tema delicato con serietà e rispetto, evitando schermaglie politiche e strumentalizzazioni. La discussione si è svolta nel merito, mettendo al centro la coscienza individuale, senza pressioni sui consiglieri e sulle consigliere regionali. È stato un confronto aperto e costruttivo, nel quale si è dialogato con tutti, anche con chi aveva posizioni differenti. Un confronto importante è stato portato avanti anche con il mondo cattolico, che in parte aveva una visione diversa rispetto al provvedimento. Tuttavia, l’obiettivo è sempre stato chiaro: colmare una lacuna che spetterebbe allo Stato e al legislatore nazionale. Il percorso seguito ha avuto un approccio esclusivamente procedimentale, senza incidere sui diritti perché conseguente alla decisione della corte costituzionale, ma mirando a uniformare le procedure e garantire un comportamento omogeneo delle ASL in tutta la regione. Riconoscere un diritto a tutte e tutti è un dovere. Per questo, da toscano, posso dire con orgoglio che la Toscana si conferma ancora una volta terra di diritti, al di sopra di ogni strumentalizzazione”. Così in aula alla Camera, il deputato democratico, segretario regionale del Pd della toscana, Emiliano Fossi.
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Giovedì 13 febbraio alle ore 15, nella Sala Berlinguer della Camera dei Deputati, si terrà una conferenza stampa promossa da Laura Boldrini (PD) e Marco Grimaldi (AVS) a cui parteciperanno: Maysoon Majidi (attivista curdo-iraniana, assolta la scorsa settimana dal Tribunale di Crotone dall’accusa di essere una scafista); Parisa Nazari (attivista iraniana del movimento Donna, Vita e Libertà); Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia).
“Viviamo un tempo al contrario, in cui vengono arrestate le vittime e liberati i carnefici. Questa conferenza stampa sarà un'occasione per denunciare le politiche del governo che trasformano i migranti in bersagli, anziché tutelarli, e per riaffermare la necessità di un approccio equo e umano alla gestione dei flussi migratori” dichiarano in promotori Laura Boldrini e Marco Grimaldi.
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“La riforma dell’ordinamento di Roma Capitale con l’attribuzione e di poteri di rango legislativo è una battaglia condotta dal Pd da sempre. Anche dai tempi dei governi Berlusconi che nulla fecero per favorirla. Ma adesso guardiamo al futuro. Ci sono le condizioni per una riforma costituzionale mirante ad attribuire maggiori poteri e risorse alla Capitale come avviene in tutta Europa. Una riforma che deve essere concordata con il Campidoglio e non può essere legata né al premierato né all’ autonomia differenziata, se si vuole portarla a termine con un largo consenso parlamentare. Una riforma per Roma ma che potrebbe essere estesa anche alle altre due grandi città italiane di vocazione internazionale come Milano e Napoli”.
"Le notizie emerse sull'aggressione ai danni di uno studente da parte di due militanti di Azione Studentesca, organizzazione giovanile legata Fratelli d'Italia, sono gravissime, e quel che è peggio è che non si tratta di un episodio isolato, ma l'ennesima conferma di un clima di violenza che trova copertura e complicità nei vertici di chi oggi governa il Paese”. Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Rachele Scarpa, commentando l'aggressione subita da uno studente a Vicenza nella mattina del 7 febbraio, davanti alla sua scuola, il Liceo Pigafetta, colpito con calci e pugni da due esponenti di Azione Studentesca.
"Non possiamo restare in silenzio di fronte a queste aggressioni che mirano a intimidire e reprimere il dissenso. È inaccettabile che chi si ispira a valori democratici e antifascisti debba subire attacchi violenti da parte di gruppi che si richiamano esplicitamente a un'ideologia di sopraffazione. Ancora più inquietante è il legame evidente tra questi gruppi e il partito di governo, un legame che impone una presa di responsabilità chiara e inequivocabile da parte della Presidente del Consiglio e dei suoi ministri. Questo episodio non può essere derubricato a un semplice fatto di cronaca. È il sintomo di un problema più ampio e strutturale: la presenza di organizzazioni che alimentano l'odio e la violenza nella nostra società. Per questo porterò il caso in Parlamento, chiedendo al Governo di chiarire la propria posizione e di condannare senza ambiguità questi atti squadristi. La democrazia non si difende con il silenzio, ma con una condanna netta e azioni concrete.
Faccio arrivare tutto il mio supporto e sostegno a chi parteciperà oggi alla manifestazione a Vicenza. La vostra voce è fondamentale per difendere la libertà e i diritti di tutti. Sono con voi”.
"Maysoon Majidi è libera, giustizia è fatta!
I giudici di Crotone hanno assolto la giovane attivista curdo-iraniana ingiustamente accusata di essere una scafista. Fin dal primo incontro, nel carcere di Castrovillari, quanto da lei raccontato in merito al suo attivismo civico e politico era apparso credibile e coerente e ho confidato che la magistratura giudicante avrebbe sanato il grande equivoco su cui si basava la sua imputazione.
Sono felice per Maysoon Majidi: la sua storia, con ben 10 mesi di sofferta reclusione, è emblematica di come in Italia oggi il destino di chi scappa da regimi totalitari e cerca sicurezza sia appeso ad un filo, e messo a dura prova nei meandri di una legislazione in cerca di un capro espiatorio.
Oggi, più che mai, diciamo "donna, vita, libertà!". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Il 27 gennaio 1945 l'orrore si presentò davanti agli occhi dei militari dell'Armata Rossa che entrarono per la prima volta, liberandolo, nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau. Un massacro sanguinario perpetrato contro ebrei, rom, sinti ma anche omosessuali, neri e disabili nel nome di una ignobile presunzione di superiorità di razza. Il nazismo poté contare sull'alleanza con il fascismo di Mussolini che assecondò, partecipando attivamente, la tirannia nazista ponendo fine ad ogni forma di libertà e democrazia nel nostro Paese.
Il Italia, il 5 agosto 1938 venne fondata la rivista "La difesa della Razza". Direttore Telesio Interlandi con al fianco il segretario di Redazione, Giorgio Almirante che ebbe a scrivere "Il razzismo ha da essere il cibo di tutti e per tutti" e che "non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue". D'altronde lo stesso Almirante negli anni '70 ribadì: "Non rinneghiamo niente del nostro passato. Io sono stato fascista e se le stesse circostanze potessero riprodursi, io farei certamente le stesse cose". Celebrare il giorno della memoria senza aver fatto i conti con un terribile passato è decisamente ignobile. Rigurgiti fascisti tornano a manifestarsi nel nostro Paese ben tollerati da una destra che mantiene nel suo simbolo la fiamma che evoca il ventennio. Cancellare il nome di Almirante da strade e piazze d'Italia, ben 81, l'ultima a Grosseto, rappresenterebbe la prima, anche se non unica, scelta che politica e istituzioni dovrebbero fare per affermare che c'è una storia condivisa che oggi commemora le vittime dell'Olocausto”. Lo scrive sui social il deputato del PD, Stefano Vaccari, Segretario di Presidenza della Camera.
Conferenza stampa
Dopo la tregua a Gaza, preoccupazione per la Cisgiordania: al lavoro per la Pace
Giovedì 23 gennaio 2025 - ore 14.30
Sala stampa di Montecitorio - via della Missione 4
La tregua a Gaza, raggiunta dopo ben 47mila morti nella Striscia, impegna tutta la comunità internazionale a fare sì che sia solo il primo passo verso una pace duratura. Di ritorno dalla missione in Israele e Palestina del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, la presidente Laura Boldrini e il vicepresidente Emanuele Loperfido fanno il punto sul cessate il fuoco a Gaza, il rilascio degli ostaggi e sulle condizioni drammatiche della popolazione palestinese che vive nei Territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme Est che, dal 7 ottobre in poi sta sperimentando una recrudescenza della violenza dei coloni e sempre più pressanti e preoccupanti strategie e pratiche di occupazione. Riferiranno degli incontri fatti con la società civile, con le istituzioni israeliane e palestinesi, con la cooperazione italiana e le ong, riporteranno le testimonianze dei sopravvissuti all'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e di palestinesi che hanno perso tutta la famiglia sotto le bombe sganciate dall'Idf a Gaza.
La presidente Boldrini e il collega Loperfido sono rimasti in Israele e Cisgiordania dal 12 al 16 gennaio scorsi e si trovavano a Gerusalemme quando è stata annunciata la firma dell'accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi.
Per info e accrediti rispondere a questa email o chiamare Caterina Coppola al 3343801119
Una vicenda surreale e inquietante scuote il rispetto delle norme internazionali e dei diritti umani: il generale libico Najeem Osema Almasri Habish, accusato di torture, violenze sessuali e traffico di esseri umani, viene arrestato a Torino e, nel giro di 24 ore, rimesso in libertà. Non solo: Almasri, su cui grava un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale, viene immediatamente rimpatriato, sottraendolo a ogni possibilità di giustizia. Siamo davanti all’ennesima dimostrazione di un governo forte con i deboli e servile con i forti. Almasri non è un criminale qualsiasi, ma un perno del sistema di gestione dei flussi migratori della Libia, un sistema che il governo italiano sostiene con i nostri soldi e che produce sistematiche violazioni dei diritti umani. La liberazione di questo criminale serve a tenere in piedi la macchina di propaganda del governo: raccontano di aver rallentato i flussi, mentre si girano dall’altra parte davanti a chi quei flussi li alimenta.
Quando si tratta di difendere i diritti umani e rispettare la giustizia internazionale, il governo si dimostra pericolosamente negligente. Meloni e il suo esecutivo preferiscono chiudere entrambi gli occhi sulle violazioni dei diritti umani pur di sostenere una politica fallimentare e disumana. Chi ha deciso di rimandare in libertà Almasri? Come è possibile che un criminale ricercato dalla Corte Penale Internazionale sia stato rilasciato con tanta facilità? Questo governo deve assumersi la responsabilità politica di coprire un pericoloso trafficante. Giorgia Meloni deve riferire immediatamente in Parlamento. L’Italia non può essere complice di chi calpesta i diritti umani e ostacola la giustizia internazionale. Questa battaglia riguarda la dignità del nostro Paese e il rispetto dei Trattati a cui aderiamo.
Giovedì 23 gennaio 2025 - ore 14.30
Sala stampa di Montecitorio - via della Missione 4
La tregua a Gaza, raggiunta dopo ben 47mila morti nella Striscia, impegna tutta la comunità internazionale a fare sì che sia solo il primo passo verso una pace duratura. Di ritorno dalla missione in Israele e Palestina del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, la presidente Laura Boldrini e il vicepresidente Emanuele Loperfido fanno il punto sul cessate il fuoco a Gaza, il rilascio degli ostaggi e sulle condizioni drammatiche della popolazione palestinese che vive nei Territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme Est che, dal 7 ottobre in poi sta sperimentando una recrudescenza della violenza dei coloni e sempre più pressanti e preoccupanti strategie e pratiche di occupazione. Riferiranno degli incontri fatti con la società civile, con le istituzioni israeliane e palestinesi, con la cooperazione italiana e le ong, riporteranno le testimonianze dei sopravvissuti all'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e di palestinesi che hanno perso tutta la famiglia sotto le bombe sganciate dall'Idf a Gaza.
La presidente Boldrini e il collega Loperfido sono rimasti in Israele e Cisgiordania dal 12 al 16 gennaio scorsi e si trovavano a Gerusalemme quando è stata annunciata la firma dell'accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi.
Lettera di 110 parlamentari all’ambasciatore iraniano
“Pakhshan Azizi è detenuta e condannata per punire il suo impegno in favore dei diritti umani. La pena di morte è il contrario della giustizia e viola il diritto alla vita, oltre che a essere usata come crudele strumento di discriminazione e di repressione del dissenso. Questa iniziativa conferma l’impegno dell’Italia per i diritti umani universali”.
Così la deputata democratica e vicepresidente della commissione Esteri della Camera, Lia Quartapelle, commentando la lettera indirizzata all’ambasciatore iraniano in Italia, nella quale si chiede la sospensione della condanna a morte dell’attivista curda, Pakhshan Azizi, e viene espressa grande preoccupazione per le sue condizioni di detenzione. L’iniziativa, promossa dalla stessa Lia Quartapelle, ha avuto l’adesione di 110 fra senatori e deputati. Tra loro, Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Giulio Tremonti, Giangiacomo Calovini, Angelo Bonelli, Chiara Braga, Stefania Craxi, Stefania Ascari. Arrestata nell’agosto 2023, Azizi è stata detenuta in isolamento per mesi e, secondo Amnesty International, sottoposta a torture e privata di un processo equo. I parlamentari denunciano le gravi violazioni dei diritti umani e ribadiscono il rifiuto della pena di morte, definita un ostacolo alla giustizia e alla dignità umana.
“La decisione del Consiglio di Stato sull'intestazione di una via di Grosseto a Giorgio Almirante non cambia di una virgola il problema politico che più volte abbiamo denunciato durante lo svolgersi di questa vicenda: le falsificazioni della storia vanno combatutte senza esitazioni, e noi continuiamo a ritenere vergognosa e inaccettabile, sul piano politico e morale, questa scelta dell'amministrazione comunale di Grosseto. Ricordiamo, a tal proposito, alcune affermazioni e posizioni dell'intitolatario, collaborazionista dei nazisti durante la Repubblica di Salò, perché almeno ci sia risparmiata la bufala che Almirante fu un sincero democratico. Almirante per una grandissima parte della sua vita fu l'opposto di un sincero democratico. E sinceramente lo ammetteva: "Il razzismo -diceva- ha da essere cibo di tutti e per tutti (...) Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all'ebraismo: l’attestato del sangue" (maggio 1942). Nella primavera del 1944 firmò un manifesto dove minacciava di fucilazione i partigiani del grossetano che non si fossero arresi consegnando le armi. Nei decenni del dopoguerra non si smentì. In un'intervista televisiva del 29 aprile 1987 con Giovanni Minoli rivendicò due sue frasi che qualche tempo prima avevano suscitato scalpore (una era: "A chi mi chiede: tu sei fascista? Rispondo per ora e per sempre: la parola fascista io ce l’ho scritta in fronte”; l'altra era "Democratico è un aggettivo che non mi convince") e affermò di essere sostanzialmente d'accordo con Rauti quando questi asseriva: "noi non siamo d'accordo con la democrazia parlamentare in via di principio perché non crediamo all'uguaglianza tra gli uomini ma alla differenza tra gli uomini". Notorio fu l'apprezzamento di Almirante per il golpe dei colonnelli in Grecia, per quello di Pinochet in Cile, per la dittatura militare argentina, per i regimi autoritari di Franco e Salazar. Si potrebbero fare molti altri esempi ma sono sufficienti questi. Due sono i doveri civili a cui non possiamo sottrarci: sul piano culturale, portare avanti l'impegno contro il revisionismo storico tossico e pieno di malafede continuando a raccontare senza menzogne la storia del nostro Paese. Sul piano legislativo, dar seguito alle proposte già depositate in Parlamento dal Pd e approvare una legge che vieti l'intitolazione di spazi pubblici a esponenti di un regime agli antipodi della nostra Costituzione antifascista” . Così in una nota congiunta i senatori e deputati del Pd eletti in Toscana.
“Ormai siamo alla truffa organizzata. Il governo alza i requisiti per andare in pensione. Dal 2027 serviranno tre mesi in più. Esattamente 43 anni e un mese: uno scandalo. Dovevano abolire la legge Fornero e invece la peggiorano. La ministra del Lavoro venga a spiegare in Parlamento cosa succederà”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.