“Al contrario della destra siamo da sempre garantisti, soprattutto con gli avversari politici, ma è del tutto evidente che la permanenza al governo della ministra Santanchè è ad oggi una vera e propria sgrammaticatura istituzionale. Attenderemo l’esito delle indagini. Quanto è però già emerso in questi giorni, in queste ore, obbliga la ministra Santanché ad assumersi le proprie responsabilità anche dinnanzi al rigore del dettato costituzionale e al suo esplicito riferimento al dovere di adempiere le funzioni pubbliche con ‘disciplina e onore’. Le questioni emerse ad oggi come i pagamenti alla sua dipendente tramite rimborsi di spese viaggi nel periodo della pandemia, consulenze ‘a sua insaputa’ con Fdi al Senato e con il senatore La Russa in particolare e attività lavorative svolte in cassa integrazione, disegnano un quadro che poco si addice a chi assume il ruolo di ministra della Repubblica. Non capiamo cosa aspetti Santanché a compiere un passo indietro. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esca dal silenzio e batta un colpo. Ne va della credibilità del Paese”.
Lo dichiara Valentina Ghio, vice presidente del Gruppo Pd alla Camera.
“In attesa che la giustizia faccia il suo corso, non si può non prendere atto come la posizione della ministra Santanchè stia diventando giorno dopo giorno sempre più imbarazzante. Il silenzio della presidente Meloni e il suo evitare con cura ogni rischio di domanda da parte della stampa ne sono la più lampante riprova. Le nuove notizie che riguardano la ministra, in particolare quelle sui pagamenti alla sua dipendente (i rimborsi spese di viaggi ovviamente impossibili durante la pandemia Covid, la consulenza a sua insaputa con Fdi al Senato e in particolare con il senatore La Russa e il lavoro svolto anche in cassa integrazione), rendono la sua permanenza al governo non più tollerabile. Per molto meno, in passato, Meloni chiedeva le dimissioni di esponenti dell’esecutivo. Oggi invece tace. Santanchè ne ha chiaro il perché”.
Lo dichiara Simona Bonafè, vice presidente del Gruppo Pd alla Camera.
“La destra vuole bloccare il salario minimo legale. Si andrà in Parlamento il 28 luglio e temo che la loro intenzione sia rinviare la discussione alle calende greche. Dicono che hanno bisogno di tempo per riflettere. Non si sa su cosa, dopo tre mesi di audizioni in commissione e una proposta unitaria delle opposizioni. Fanno veicolare dubbi rispetto all’efficacia di questo strumento. Addirittura spiegando che impoverirebbe il mondo del lavoro. Lo dicessero a chi viene pagato tre o quattro euro l’ora. Qui parliamo della vita materiale di milioni di persone, non del destino della Santanchè o di La Russa. La verità è che vogliono buttare la palla in calcio d’angolo. Ma tutto si può fare tranne che scappare dalla realtà”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Giornalisti e magistrati svolgono le loro funzioni. Informare ed indagare. Se però sotto osservazione sono Santanché e Delmastro allora destra e governo, con Meloni silente, mettono gli stivali e gridano allo scandalo e al complotto. Pensassero a governare, se ci riescono.
Così il deputato del Pd Silvio Lai.
"I quasi 3 milioni di euro di debito verso i contribuenti della Ministra Santanchè appaiono incompatibili con il principio di disciplina e onore richiesto dalla Costituzione per ricoprire una carica pubblica. Giorgia Meloni non può restare in silenzio, altrimenti sarà complice". Lo scrive su Twitter Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della segreteria nazionale del PD.
Per molto meno delle cose imputate alla Santanchè ministri in passato si sono dimessi. La sua vicenda ed il suo comportamento rappresentano dei colpi micidiali alla credibilità della politica. La presidente del Consiglio non può fare finta di nulla, ritrovi la parola, esca allo scoperto e dica se pensa che la sua ministra possa ancora restare al governo.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
Dichiarazione di Valentina Ghio, vicepresidente dei deputati Pd
Il principale dovere di un parlamentare, ancorchè ministro della Repubblica, è quello di essere trasparente e rispettoso dell’art. 54 della Costituzione secondo il quale “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. La vicenda che coinvolge la ministra Santanchè, indagata per falso in bilancio e bancarotta per le sue attività imprenditoriali, è quanto mai ambigua e torbida e non risponde certamente a quei requisiti. E in virtù di questi principi cardini della nostra democrazia, ci aspettiamo che la presidente Meloni chieda alla sua Ministra di fare un passo indietro affinchè possa chiarire la sua posizione. Ricordo che per molto meno, Josefa Idem si dimise da ministro dello Sport causa un bollettino Ici della sua palestra che era intestata al proprio compagno.
Dichiarazione on. Toni Ricciardi, vicepresidente deputati Pd
La vicenda che coinvolge la ministra Santanchè non può certo esaurirsi con una informativa al Senato senza nessun contraddittorio. Non passa giorno che le notizie che riguardano le sue aziende complichino una situazione di per sé già grave. Per questo pensiamo che sia quanto mai necessario che la ministra chiarisca la propria propria situazione. Riteniamo pertanto opportuno che anche la Camera dei Deputati venga coinvolta da questa vicenda affinchè possiamo trarre tutte le dovute valutazioni.
“Il Partito Democratico ha depositato un’interrogazione per sapere se il ministro Santanchè sia debitrice nei confronti dello Stato italiano di 2 milioni e 700 mila euro. Vi pare possibile che un ministro della Repubblica sia debitrice nei confronti dello Stato che essa stessa rappresenta? Lo dico da garantista ma è giusto e corretto che la ministra chiarisca quanto prima”. Lo scrive su twitter Stefano Graziano, deputato del Pd.
La Santanchè scappa dalla Camera ma intanto maggioranza e Governo la scaricano in tempo zero votando il nostro odg su Visibilia e cassa integrazione. A sfiduciare la Ministra ci hanno già pensato loro.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.
“L’approvazione dell’ordine del giorno Gribaudo è tecnicamente una sfiducia alla ministra Santanché da parte del Parlamento e della sua stessa maggioranza. Qualora le accuse dovessero essere confermate le dimissioni dovrebbero essere istantanee. O si sono sbagliati perché non hanno letto il testo dell’odg oppure si è aperta una crepa vera nella maggioranza. Qualcuno ne tragga le conseguenze”.
Lo dichiara il deputato democratico Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro.
“Abbiamo abbandonato la commissione Lavoro senza che fosse stato dato il mandato al relatore per il decreto Lavoro. La maggioranza ha deciso di non interloquire con nessuno degli emendamenti dell’opposizione e di non dare alcun segnale sulla richiesta di una immediata presenza della ministra Daniela Santanchè in Aula. Ci troviamo di fronte a un governo arrogante che metterà per l’ennesima volta la fiducia su un decreto che taglia il reddito per un milione di poveri, che liberalizza i contratti a termine, che aumenta i voucher. In Aula faremo sentire la nostra voce”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera.
“Abbiamo chiesto in commissione Lavoro che la ministra Daniela Santanchè venga immediatamente in Aula. Votiamo il dl lavoro, che interviene anche nel settore del turismo, facendo un regalo enorme alle imprese attraverso la detassazione degli straordinari e dei turni notturni a carico della fiscalità generale. Quasi una norma ad personam: pertanto chiediamo che venga immediatamente a riferire in Aula”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, durante l’esame del decreto Lavoro, che procede a rilento, senza che si sia ancora votato un emendamento dopo 50 minuti dall’inizio dei lavori.
Non c’è niente da formalizzare per avere in Aula la Ministra Santanché. Le opposizioni glielo chiedono da giorni e ora anche il Governo di cui fa parte. Venga in Aula a spiegare i comportamenti inaccettabili verso i lavoratori delle sue aziende e a rispondere alle domande del Partito Democratico.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.
"Difficoltà nella maggioranza sono sempre più evidenti"
Non bastavano gli scontri nella maggioranza con le insistenze per un chiarimento da parte della Santanchè, oggi emerge come anche all’interno di FdI ci sia gran confusione. La presidente Meloni auspica che la
Ministra venga in Parlamento a chiarire, mentre il suo fido capogruppo alla Camera Foti diceva che non ce n’era bisogno. Insomma il caos aumenta come su Mes e Pnrr e le difficoltà di governo e maggioranza sono sempre più evidenti.
Così Simona Bonafé, vicecapogruppo vicario dei deputati del Pd.