"Nei primi 6 giorni di novembre sono arrivati a Lampedusa quasi 2000 migranti. Sulla nave Libra, che in questo momento pare sia al largo del porto di Shengjin, ci sono appena 8 persone. Il governo dovrebbe essere in imbarazzo per questa situazione inverosimile: una nave militare di 80 metri, con almeno 64 membri dell'equipaggio a bordo, che vaga per il Mediterraneo alla disperata ricerca di migranti da portare nei centri in Albania, mentre le barchine arrivano indisturbate a Lampedusa, nel cui centro questa mattina c'erano circa 700 persone. Ma la Libra non trova abbastanza migranti che soddisfino i requisiti, stabiliti dal governo stesso, per essere portati nei centri di Shengjin e Gjader. E come fanno a trovarne, se uno dei criteri è, giustamente, la non vulnerabilità? Stiamo parlando di persone che spesso arrivano dai paesi subsahariani, hanno attraversato il deserto, sono state detenute in Libia subendo stupri, torture e violenze di ogni genere. E' ovvio che sono vulnerabili e quindi non possono essere trasferite in Albania. Anche lo screening fatto a bordo della stessa nave è del tutto inappropriato. Ma davvero pensiamo che una persona ancora sotto shock per il viaggio che per di più ha subito torture e violenze lo racconti a uno sconosciuto ufficiale della Marina che non è neanche formato per valutare il livello di vulnerabilità o a chiunque altro sia presente?
Un sistema che non può funzionare, che costa tantissimi soldi, che viola i diritti dei richiedenti asilo e non contribuisce in alcun modo alla gestione del fenomeno migratorio. Propaganda allo stato puro a spese delle italiane e degli italiani". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Le elettrici e gli elettori statunitensi hanno scelto Trump in maniera netta, nonostante abbia istigato alla rivolta contro le istituzioni democratiche del suo Paese e nonostante il forte impegno di Kamala Harris, subentrata nella corsa presidenziale solo a pochi mesi dal voto, mentre l'avversario preparava la sua corsa da anni.
Hanno vinto Trump e la sua narrazione feroce contro migranti, donne, persone LGBTQIA+ perché, probabilmente, dall'altra parte non ci sono state proposte, oltre che narrazione, altrettanto convincenti ma di segno diametralmente opposto. Trump ha parlato alla pancia delle persone, alle loro paure, ponendosi come l'uomo forte in grado di risolvere ogni problema come per magia.
Negli Usa, come già accaduto in diversi Paesi europei, l'ultradestra raccoglie strumentalmente il consenso dei ceti popolari e del mondo del lavoro, mentre i progressisti non appaiono più come un punto di riferimento per la tutela dei diritti sociali. Battaglie come il salario minimo, la sanità davvero accessibile per tutte e tutti, la scuola pubblica diventano quindi cruciali e ineludibili ovunque.
Ma Trump ha vinto anche per le sue posizioni sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, alimentando l'illusione che lui porterà la pace. In realtà, i suoi stretti rapporti con Putin e con Netanyahu ci dicono chiaramente l’esatto contrario.
Questo risultato ci preoccupa. Ci preoccupa anche sul piano economico. Trump ha indicato l'Europa come un nemico e la sua politica sui dazi rischia di essere una catastrofe per l'economia europea che non è abbastanza coesa e forte per contrastarlo. Bisogna lavorare perché, di fronte a questo nuovo scenario, l'Ue trovi gli strumenti per rafforzarsi". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Dichiarazione di Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo
Tagli, tagli e solo tagli. Una mannaia si sta abbattendo sulla cooperazione internazionale e sulla presenza dell’Italia nel mondo. Questo prevede la nuova legge di bilancio che abbiamo esaminato oggi in Commissione esteri. Da una parte il governo Meloni racconta di questo fantasmagorico "Piano Mattei" che dovrebbe portare investimenti in alcuni paesi africani per favorirne lo sviluppo, dall'altra è proprio con la nuova manovra che si tagliano drasticamente i finanziamenti alla Cooperazione allo sviluppo che vede decurtati i fondi di ben 32,2 milioni per il 2025 e di 34,6 miliardi sia per il 2026 sia per il 2027. Un danno enorme per le politiche di cooperazione e per la politica estera del nostro Paese.
E non è tutto. Il governo dei patrioti taglia anche i fondi per i servizi destinati agli italiani all'estero togliendo alle strutture diplomatiche ben 8,2 miliardi nel 2025, 7,2 nel 2026 e 7,3 nel 2027.
E anche il settore della internazionalizzazione e promozione del made in Italy all'estero, quindi delle imprese italiane che operano sui mercai stranieri, non gode di buona salute. I tagli previsti sono di 15,8 milioni per il 2025, 15,9 miliardi nel 2026 e 8,4 nel 2027.
L'ennesima contraddizione e l'ennesimo tradimento delle promesse di un governo inadeguato.
"A quanto apprendiamo dalla stampa, in questo momento la nave Libra della Marina Militare è in acque internazionali, ma a poche miglia da Lampedusa, con otto migranti a bordo. Sarebbe in attesa di intercettare altre imbarcazioni per selezionare persone da portare in Albania.
Siamo al paradosso più assoluto: il governo spera che arrivino delle barche (le stesse che vorrebbe non fare partire dalle coste nordafricane) pur di fare i trasferimenti e dirigersi verso l'Albania solo per assecondare un'operazione di becera propaganda che nulla ha a che fare con la gestione dei flussi migratori.
Nel frattempo, da più di 15 giorni, gli ormai famigerati centri sono vuoti. In Albania ci sono solo gli agenti della polizia penitenziaria e della polizia di Stato: un altro spreco di risorse pubbliche.
Diritti violati, leggi scritte male e soldi, tanti soldi, buttati solo perché Meloni possa dire che lei aveva trovato la soluzione, che i migranti non sarebbero più arrivati in Italia, ma che i giudici cattivi le mettono i bastoni tra le ruote. Una storiella a cui non crede più nessuno". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"La mia solidarietà e il mio sostegno alla ragazza di Modena aggredita da alcune coetanee per aver scelto di non indossare il velo. Portare o non portare l'hijab o qualsiasi altra variante del velo deve essere una scelta personale libera e insindacabile. La violenza, il bullismo, la derisione non sono mai accettabili men che meno tra giovanissime e per questo condanno fermamente quanto accaduto. La convivenza tra culture e idee diverse passa da una seria e profonda educazione al rispetto delle scelte altrui, della loro libertà e della loro autodeterminazione". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Boldrini e Evi presentano interrogazione, da Fdi deprecabili strumentalizzazioni sul caso
“Agli esponenti di Fdi, che oggi hanno cercato di strumentalizzare in modo deprecabile il caso della giovane ragazza iraniana vittima della repressione del regime di Teheran, segnaliamo che non solo non siamo in silenzio ma che abbiamo già depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Tajani per sapere cosa intende fare il governo, anche per il tramite delle rappresentanze diplomatiche, per garantire l’incolumità, la sicurezza e la protezione legale alla studentessa Ahou Daryaei”. Così in una nota le deputate democratiche Laura Boldrini e Eleonora Evi. Nel testo dell’interrogazione vengono citate le forti preoccupazioni delle Ong che scrivono espressamente «Temiamo per la sua incolumità: se va bene la riempiranno di farmaci, se va male la potrebbero picchiare e torturare», denunciando che non si tratta di un primo caso e ricordando altre donne, Mahsa Amini, Nika Shakarami, Armita Garawand e tutte le altre ragazze che negli ultimi due anni sono state torturate, violentate e poi uccise perché hanno rifiutato le leggi della teocrazia, mettendo contro le ingiustizie degli ayatollah i loro corpi disarmati. Anche AMNESTY International – ribadiscono le democratiche Boldrini e Evi - ha chiesto che la giovane venga rilasciata "immediatamente e senza condizioni", esortando le autorità a "proteggerla dalla tortura e da altri maltrattamenti e a garantire l'accesso alla famiglia e all'avvocato". L'organizzazione per i diritti umani ha inoltre evocato "accuse di percosse e violenza sessuale contro di lei durante l'arresto", sollecitando "indagini indipendenti e imparziali". Si teme che Ahou Daryaei possa essere stata destinata a uno dei cosiddetti “corsi di rieducazione” come quello cui venne destinata Mahsa Jina Amini nel settembre 2022. Il governo e la maggioranza – concludono le democratiche - la smettano di strumentalizzare e fare polemiche e intervenga con urgenza perché anche in questo caso il tempo è prezioso”.
"Israele ha il diritto e il dovere di difendersi, ma quello che si sta facendo a Gaza non è salvare gli ostaggi: è contro i civili ed è davvero troppo. Lo riferiscono i militari israeliani che tornano dalla Striscia e scelgono di raccontare ciò che hanno visto. A Gaza prima arrivano i volantini con l'ordine di evacuare: chi resta viene considerato un terrorista e può quindi essere ucciso anche se non rappresenta una minaccia immediata e anche se non ci sono indizi che sia un terrorista. Poi l'attacco con l'artiglieria, i bombardamenti, l'esercito che entra sparando casa per casa e, infine, i bulldozer che distruggono tutto.
Uno degli obiettivi dell'IDF è causare quanti più danni possibili anche alle infrastrutture civili perché a Gaza non ci deve essere più speranza e le persone possono solo andare via.
Sono questi i racconti che ci hanno fatto oggi in audizione del Comitato diritti umani della Camera che presiedo, i rappresentanti di "Breaking the silence" (BTS), ong israeliana composta da ex militari che vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica, sia israeliana sia internazionale, su quanto sia ingiusta l’occupazione e su quanto alimenti il risentimento dei palestinesi su cui si fonda il terrorismo.
Cancellare l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, come sta tentando di fare la Knesset con le leggi appena approvate, secondo BTS mira a cancellare lo status di rifugiati ai palestinesi. In questo modo le persone possono essere portate via dalla Striscia e si possono ricreare insediamenti israeliani a Gaza e in Cisgiordania: così, del resto, prevede fin dall'inizio il programma del governo di Netanyahu che crede nella supremazia ebraica mentre ritiene che i palestinesi non abbiano diritti.
Gli ex militari, che hanno chiesto l'anonimato per questioni di sicurezza, hanno raccontato di come a Gaza tutto sia amplificato in termini di arbitrio. Ogni codice di comportamento viene regolarmente infranto, così come le leggi e il diritto umanitario internazionale. Tra i soldati regna un forte senso di impunità perché le inchieste per queste violazioni si trascinano per anni quando ormai non ci sono più né le prove né i testimoni.
Alcuni soldati si sono rivolti a BTS per denunciare uccisioni di massa e bombardamenti a tappeto. Ma parlare significa mettersi in pericolo. Un militare che ha scelto di raccontare ai media internazionali come l'IDF, nei tunnel, usi i civili palestinesi come scudi umani, ci è stato riferito durante l'audizione, è dovuto scappare in un altro paese perché in pericolo. La stragrande maggioranza dell'opinione pubblica israeliana non vede Gaza e quello che sta accadendo lì, ma conosce solo la versione del governo e del portavoce dell'esercito perché tranne poche eccezioni, i media sono fortemente controllati. In alcune città, come Haifa, le proteste per la pace vengono represse violentemente e si può essere arrestati per molto poco.
L'appello di "Breaking the silence", infine, è lo stesso che già ci aveva rivolto la rappresentante di un'altra ong israeliana: B'Tselem. I paesi amici di Israele facciano di tutto per fermare Netanyahu: il cessate il fuoco deve essere immediato anche per salvare gli ostaggi ancora vivi. Continuare a bombardare indiscriminatamente non li farà tornare a casa". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Far diventare il decreto sui paesi sicuri un emendamento del decreto flussi è un'operazione meschina del governo che ha l'unico scopo di annullare il dibattito su questo argomento. Sul decreto flussi, infatti, è scaduto il termine per presentare gli emendamenti ed è chiuso il calendario delle audizioni.
Non solo vorrebbero che la magistratura non facesse il proprio lavoro, non solo si infastidiscono per le pronunce della Corte di giustizia europea, ma fanno di tutto anche per impedire il dibattito in Parlamento. Una forzatura, l'ennesima, che dimostra come il governo Meloni sopporti con fastidio il confronto e, quindi, anche i meccanismi della democrazia parlamentare": Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Oggi alla Camera un delegazione del Partito Democratico guidata dai capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia, con i parlamentari Laura Boldrini, Pierferdinando Casini, Fabio Porta, Peppe Provenzano, Lia Quartapelle, ha incontrato Edmundo González Urrutia, leader dell’opposizione venezuelana e vincitore del premio Sacharov 2024 per la libertà di pensiero e la difesa dei diritti umani.
Il Pd ha ribadito la vicinanza della comunità democratica alla lotta per la libertà e la democrazia in Venezuela, contro l’autoritarismo di Maduro che reprime il dissenso con arresti, violenze e violazione sistematiche dei diritti umani.
"Il voto con cui la Knesset, il parlamento israeliano, mette al bando le attività dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi e taglia ogni rapporto tra l'agenzia e lo Stato di Israele è di una gravità inaudita.
Una decisione scellerata che va contro la Carta dell'Onu, indebolisce pericolosamente il sistema multilaterale e, non ultimo, toglie a milioni di palestinesi il più importante sostegno in grado di fornire aiuti vitali e i servizi essenziali ai civili.
E mentre a Gerusalemme si consuma questo voto senza precedenti, a Gaza l'Idf fa un'altra strage di civili con almeno 65 vittime.
L'Italia condanni fermamente quanto accaduto alla Knesset come hanno immediatamente fatto ieri sera i governi di Irlanda, Spagna, Norvegia e Slovenia. Anche il Regno Unito attraverso il ministero degli Esteri David Lammy ha definito le norme approvate alla Knesset “totalmente sbagliate”.
Serve una reazione unitaria della comunità internazionale per salvare l'Onu e le sue agenzie da questi attacchi inaccettabili. E la voce dell’Italia non può mancare". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Siamo alla fine di ottobre e ancora non c'è traccia del rapporto sullo stato di attuazione della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza che il governo deve presentare ogni anno entro febbraio". Lo dichiarano le deputate dell'Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità, coordinato da Laura Boldrini.
"Il rapporto è di fondamentale importanza per capire lo stato di attuazione di una legge fondamentale per il diritto all'autodeterminazione delle donne che rischia di essere messa in discussione non tanto nella sua esistenza ma proprio nella sua applicazione - prosegue la nota -. I dati che il rapporto deve contenere servono sia all'opinione pubblica, sia alle operatrici e anche alle donne che vogliono ricorrere all'IVG. E bisognerebbe che i dati fossero distinti per regione e, magari, per struttura ospedaliera per avere il quadro esatto di quali siano i territori e i centri dove la presenza massiccia di obiettori rende difficile fruire del diritto all'aborto".
"Per questa ragione abbiamo presentato un'interrogazione al governo per conoscere le ragioni di questo enorme ritardo e chiedere che la nuova versione del rapporto sia la più completa possibile" conclude la nota.
“Saremo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per la difesa dei loro diritti, per il rispetto degli accordi sottoscritti e della loro dignità.
È inaccettabile che dopo più di un anno di lotta e mobilitazione centinaia di lavoratrici e lavoratori siano costretti ancora a scioperare per difendere i propri posti di lavoro, le retribuzioni, la loro dignità.
Hanno perfettamente ragione a richiedere il rispetto del documento sottoscritto a loro tutela lo scorso dicembre dall'ex direttore Eike Schmidt, oggi consigliere comunale fiorentino, smentito dal suo successore Simone Verde. È inaccettabile che si neghino diritti acquisiti con questa disinvoltura.
Saremo al fianco di queste centinaia di lavoratrici e lavoratori, come lo siamo stati fin dall’inizio di questa vicenda paradossale.
Stiamo parlando di retribuzioni sulla soglia del salario minimo che rischiano di essere sensibilmente ridotte.
Il lavoro deve essere rispettato. E deve essere rispettata la città di Firenze, che può trovare giovamento da flussi turistici più controllati, mentre un mercato al ribasso sugli operatori del settore può solo preludere ad un aggravamento di questo pesante e incontrollato overtourism. Stiamo parlando di decine di lavoratrici e lavoratori dei servizi museali
( biglietterie, sorveglianza, accoglienza) di Uffizi, Palazzo Pitti, Polo museale regione Toscana e Opificio Pietre Dure.
Sulla vicenda abbiamo depositato in Parlamento numerose interrogazioni cui il ministro Giuli non si degna di rispondere. La gestione del patrimonio culturale statale risulta ogni giorno sempre più allo sbando”. Così in una nota i parlamentari della Toscana del Partito democratico Emiliano Fossi e Arturo Scotto (primi firmatari), Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Silvio Franceschelli e Ylenia Zambito.
"Hanno tra i 19 e i 28 anni, sono israeliani e palestinesi e hanno una cosa in comune: rifiutano la guerra. E per questo pagano un prezzo altissimo.
Sofia Orr, israeliana di 19 anni, ha subito 85 giorni di carcere per essersi rifiutata, sono le sue parole, "di prendere parte all'occupazione e ora al genocidio" del popolo palestinese. Daniel usa un nome di fantasia e parla protetto da una mascherina perché teme ritorsioni come l'arresto e il licenziamento perché ha scelto di non arruolarsi nell'Idf. "In Israele ci sono manifestazioni contro la guerra che vengono represse con arresti - ha raccontato -. Le persone vengono sorvegliate e la polizia interviene anche solo per un post che esprime empatia per i bambini uccisi a Gaza". Sono rappresentanti di Masarvot, rete di attivisti israeliani nata nel 2015 contro l’occupazione della Palestina che sostiene gli obiettori di coscienza. E poi c'è Tarteel Yasser Al Junaidi, giovane donna palestinese di Hebron, in Cisgiordania, e attivista di "Community Peacemaker Teams - Palestina" che ha sottolineato il clima pesante in cui i palestinesi trascorrono la loro esistenza. "Cresciamo nella violenza sapendo che le nostre voci non saranno mai ascoltate e che le nostre vite non hanno valore. Per questo che noi palestinesi nasciamo naturalmente attivisti". "A Hebron la vita è durissima: ai checkpoint vengono controllati fisicamente anche i bambini che vanno a scuola e le nostre manifestazioni pacifiche sono soffocate con la violenza. Chiediamo ai governi europei di fare pressione perché questo cessi," è stato il suo appello.
Le loro voci di attivisti pacifisti e non violenti sono state ascoltate questa mattina al Comitato diritti umani della Camera, che presiedo, e oggi pomeriggio in una conferenza stampa voluta dalla Rete italiana pace e disarmo e dal Movimento nonviolento che li sta accompagnando in un tour in tutta Italia nell'ambito della campagna di obiezione alla guerra.
Storie di grande coraggio e forza di giovanissimi che si ribellano con strumenti non violenti e che vogliono costruire la pace tra israeliani e palestinesi. "Senza giustizia non ci sarà pace" hanno detto. E per avere giustizia chiedono che la comunità internazionale fermi Netanyahu e la sua guerra. E chiedono che i loro diritti di obiettori vengano tutelati. Sono loro "la meglio gioventù" che può davvero porre le basi per un futuro migliore fondato sul rispetto reciproco e la convivenza civile e è a loro che andrebbe passato il testimone.
Presenteremo un'interrogazione per chiedere al governo cosa intenda fare affinché il governo israeliano riconosca l'obiezione di coscienza e garantisca il diritto di espressione a chi invoca la pace. Inoltre chiederemo che a chi come queste ragazze e a questi ragazzi si rifiuta di prestare il servizio militare di ottenere lo status di rifugiato nel nostro Paese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"In tanti anni di lavoro nelle agenzie dell'Onu non mi era mai capitato di partecipare ad un'iniziativa intitolata "Salviamo l'Onu". Un'iniziativa necessaria perché mai come oggi l'Onu rischia di naufragare e è proprio in Medio Oriente che questo potrebbe accadere. Lì, dove l'esercito israeliano spara sul contingente Unifil, dove il capo del governo israeliano Netanyahu definisce l'Onu una "palude antisemita" e il suo segretario generale "persona non grata" e dove il parlamento israeliano sta per approvare un pacchetto di leggi che dichiarerà "organizzazione terroristica" l'Unrwa, la spina dorsale del sostegno di milioni di rifugiati palestinesi. Mai nessuno Stato si era spinto così oltre.
Davanti a fatti così gravi il mondo tace o balbetta, e neanche questo era mai accaduto.
In medio Oriente l'Onu rischia di morire. E questo potrebbe accadere a causa del disimpegno degli Stati che la compongono. E' un veleno che si insinua nella politica mondiale, il veleno del sovranismo che combatte tutto ciò che è multilaterale e sovranazionale. Abbattere l’Onu è la nuova crociata del sovranismo per il quale bastano le “singole nazioni” a risolvere i problemi.
Conosciamo i limiti dell'Onu i suoi problemi interni ma sappiamo anche che buona parte della sua inefficacia dipende dai governi che non vogliono cedere sovranità e che danno la precedenza agli interessi economici legati alla guerra.
Nonostante i suoi limiti, l'Onu è l'unica sede dove i popoli possono confrontarsi, dove c'è una prospettiva aperta di pace, di promozione dei diritti umani e di sviluppo sociale. Per questo è indispensabile rinnovarla e difenderla. Salviamo l'Onu immaginando un sistema migliore per non cedere alla barbarie.
Grazie alla fondazione Perugiassisi, al Centro di Ateneo per i diritti umani "Antonio Papisca" e all'Università di Padova per avere voluto questo appuntamento nel giorno in cui celebriamo la nascita della Nazioni Unite, un giorno in cui è giusto testimoniare la nostra solidarietà e rilanciare l’impegno per l’affermazione della pace". Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, intervenendo alla conferenza "Salviamo l'Onu" che si è svolta oggi a Roma, organizzata dalla fondazione Perugiassisi, dal Centro di Ateneo per i diritti umani "Antonio Papisca" e dall'Università di Padova.
“Chiediamo al ministro Tajani come intenda fare pressione sul governo israeliano affinché consenta alle persone che hanno già ricevuto il nulla osta per il ricongiungimento familiare di uscire da Gaza e recarsi presso l’Ambasciata italiana al Cairo per ottenere il visto per motivi familiari”. Così la deputata del Pd Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, in un’interrogazione al ministro degli Affari Esteri firmata da tutti i componenti del gruppo PD in commissione Esteri.
“Nel mese di febbraio 2024 diverse famiglie palestinesi provenienti da Gaza, con numerosi bambini malati e feriti dai bombardamenti israeliani, sono giunte in Italia attraverso il corridoio sanitario organizzato dal Governo italiano. A molte di queste persone è stato riconosciuto lo status di rifugiato e sono state inserite nel sistema di accoglienza SAI. Alcune Prefetture, ad esempio di quella di Firenze, hanno rilasciato il nulla osta al ricongiungimento familiare per i parenti che sono ancora a Gaza, ma non possono recarsi presso l’Ambasciata italiana al Cairo per richiedere il visto di cui hanno diritto perché non viene consentito loro di uscire dalla Striscia. Il 9 ottobre 2024 alcuni genitori delle bambine e dei bambini giunti in Italia da Gaza con il corridoio sanitario, hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprimendo tutta l’angoscia che provano nel temere che i loro cari ancora a Gaza possano cadere vittime dei bombardamenti che stanno incessantemente distruggendo le loro città e i loro villaggi e uccidendo ancora migliaia di persone innocenti e chiedendo aiuto per consentire ai loro congiunti di raggiungere l’Italia in sicurezza. Il governo si attivi per togliere queste famiglie separate dalla guerra da una condizione ingiusta e dolorosa.