"L'annuncio del Ministro Giorgetti sul parziale definanziamento delle risorse per il Ponte sullo Stretto al fine di tamponare il buco di bilancio causato dalla 'catastrofica' gestione di Industria 4.0, è la confessione di un doppio fallimento da parte di questo Governo. Da mesi, come Partito Democratico, chiediamo chiarezza e trasparenza su un'opera bloccata dalle criticità sollevate persino dalla Corte dei Conti. Oggi scopriamo che non solo non esiste un progetto credibile e finanziabile, ma che i fondi previsti per il Ponte vengono usati come bancomat per coprire gli errori su altre partite. Siamo di fronte a un'operazione di maquillage contabile che non ingannerà i cittadini: il Ponte si sgonfia, ma il Sud resta a mani vuote". Così Anthony Barbagallo, capogruppo PD in Commissione Trasporti della Camera e segretario regionale del Pd Sicilia.
"Il Partito Democratico chiede con forza che - prosegue - si faccia chiarezza sulla reale entità del definanziamento e, soprattutto, sulla sua destinazione. Abbiamo presentato un emendamento che è un atto di giustizia politica: le risorse tolte al Ponte non possono restare in una generica disponibilità, ma devono essere immediatamente riassegnate in favore delle infrastrutture e dello sviluppo di Sicilia e Calabria. È inaccettabile che - conclude - il Governo Meloni abbia già sottratto a queste regioni i vitali fondi FSC. Rimettere ora quei soldi sul piatto per finanziare opere strategiche e la mobilità dei cittadini, anziché lasciarli evaporare in capitoli di spesa generici, è l’unica mossa seria e istituzionale rimasta”.
Così l’on. Laura Boldrini, intervenendo all’Assemblea del Pd:
A tre anni dall'elezione di Elly Schlein a segretaria del Pd, voluta da chi ci chiese un cambiamento profondo, possiamo dire che quel cambiamento è in atto.
Lo abbiamo visto con le elezioni regionali e amministrative in cui abbiamo vinto con coalizioni ampie , grazie alla linea testardamente unitaria della segretaria.
E Lo abbiamo visto con le politiche sul lavoro e il salario minimo, anche in questo caso portate avanti con gli alleati dell'opposizione.” Così la deputata Dem Laura Boldrini nel corso del suo intervento oggi all’assemblea del Pd.
“ E lo abbiamo visto in politica estera - ha proseguito Boldrini - perché senza un cambio di linea politica non sarebbero state possibili le iniziative che abbiamo organizzato, dalla manifestazione per Gaza a Roma il giugno scorso con le altre opposizioni, alle due missioni al valico di Rafah e quella all’Aja alla Corte penale internazionale che abbiamo fatto insieme a colleghe e colleghi del Pd e di altri partiti dell'opposizione. Così come non sarebbe stata possibile la presenza sulla Flotilla di Arturo Scotto, Annalisa Corrado e Paolo Romano.
Tutto questo - continua Boldrini - ci ha permesso di essere parte di quel grande movimento che ha riempito le piazze di ragazze e ragazzi per settimane. Siamo stati insieme alla "Generazione Gaza" in molte di quelle piazze e non per "sterile attivismo", come sostiene qualcuno anche qui dentro. Ma perché abbiamo scelto di stare dalla parte del diritto internazionale e della pace, dell'autodeterminazione di un popolo e contro il genocidio.
Nonostante il piano Trump e la tregua, a Gaza centinaia di persone continuano ad essere uccise e a vivere in condizioni disumane, da giorni sotto una pioggia incessante che distrugge ogni riparo: migliaia di tende sono disponibili e anche centinaia di container ma Netanyahu non li fa entrare, tiene i valichi chiusi, un altro volto del genocidio. Vorrei lasciare a questa Assemblea quanto riscontrato dalla nostra recente missione in Cisgiordania dove siamo stati insieme a Mauro Berruto, Valentina Ghio, Sara Ferrari, Ouidad Bakkali e Andrea Orlando. Abbiamo trovato una situazione senza precedenti: la Palestina è strangolata da un regime del terrore messo in atto dal governo Netanyahu che mira a scacciare i palestinesi per appropriarsi delle proprie terre. Una pulizia etnica che purtroppo viene ignorata da gran parte del mondo e dei media. Continuiamo ad occuparcene, a mettere Gaza e la Cisgiordania al centro della nostra azione politica, a richiedere giustizia per le vittime, facciamolo sia in Parlamento che fuori, coerentemente a quanto fatto finora. Questa è una battaglia campale, una battaglia di civiltà di cui noi dobbiamo essere portabandiera.
La linea che abbiamo tenuto finora è quella giusta, va mantenuta e rinsaldata.
“Le recenti dichiarazioni del Ministro Calderoli sulla nuova classificazione dei comuni montani confermano pienamente le nostre preoccupazioni e l’allarme già sollevato dai territori. Con i criteri proposti dal ministro, circa 1.200 comuni verrebbero esclusi dal riparto delle risorse destinate alla montagna e dalle misure di sostegno previste dalla legge come hanno denunciato molti sindaci.
Una scelta che, di fatto, utilizza uno strumento tecnico per realizzare una redistribuzione delle risorse a danno di intere aree del Paese, già colpite da difficoltà strutturali e demografiche. Si tratta dell’ennesima ingiustizia provocata dal ministro Calderoli, che evidentemente ha a cuore solo gli interessi di una piccola parte e non di tutta la montagna italiana.
Il Partito Democratico continuerà a denunciare con forza questa impostazione ingiusta e a sostenere le comunità locali penalizzate, chiedendo al Governo di rivedere immediatamente i criteri adottati e di aprire un confronto serio con amministratori e territori.
Così i democratici Sarracino, Ferrari, Ghio, Marino, Vaccari, Girelli, Roggiani, Curti, Niccolai (Resp forum aree interne)
“Nei giorni scorsi ho promosso, insieme al Console d’Italia a Perth Federico Nicolaci, la presentazione del docu-film “Italian Way. Storie e futuro degli italiani in Australia Occidentale” alla Camera dei Deputati. Si tratta di un’iniziativa centrale del Festival Italian Way, pensata per celebrare Perth Capitale della Creatività Italiana nel Mondo 2025 e, soprattutto, per rendere giustizia alle storie, ai volti e al futuro della nostra comunità italiana in Western Australia”, Così Nicola Carè deputato italiano eletto all’estero in questa circoscrizione. “Tra i partecipanti – ricorda Carè- anche l'Ambasciatrice del Commonwealth d'Australia in Italia, Julianne Cowley, l'Ambasciatore designato d'Italia in Australia, Nicola Lener, l'Ambasciatore Pier Francesco Zazo, già Ambasciatore a Canberra, la Vice Direttrice Asia Pacifico alla Farnesina, Valentina Muiesan, l'Ambasciatore Stefano Stefanini, già Console d'Italia a Perth. All'incontro hanno preso parte rappresentanti della comunità italo-australiana del Western Australia, tra cui l'imprenditore Sam Castelli, il presidente della Dante Alighieri, Alessandro Vero, e il professor Mario Siervo della Curtin University. Il docu-film, realizzato da un gruppo di giovani italiani residenti in Australia, tra cui Livio Koné e Nicola Onnis e con la partecipazione del noto storyteller Stefano Tiozzo restituisce l'eredità di una presenza italiana che ha plasmato interi settori della società locale e l'energia delle nuove generazioni che ne proiettano il lascito nel futuro. Molto emozionante anche la partecipazione di Sam Castelli, tra i protagonisti del docu-film, volto e voce di una generazione di imprenditori italo-australiani che ha saputo trasformare il coraggio dei nonni e dei genitori in nuove opportunità, senza mai perdere il legame con l’Italia. Le sue parole e le immagini del film hanno restituito al pubblico l’orgoglio di chi ce l’ha fatta lontano da casa, ma continua a sentirsi parte di una stessa famiglia nazionale. Nel mio intervento ho voluto sottolineare che Italian Way non è soltanto un progetto culturale, ma un ponte di affetti e responsabilità tra l’Italia e una delle sue comunità più dinamiche nel mondo. Dietro ogni storia raccontata nel docu-film ci sono valigie piene di speranze, sacrifici silenziosi, figli cresciuti tra due lingue e due culture. Il film mette al centro Perth e l’Australia Occidentale come laboratorio di creatività e innovazione, dove la presenza italiana – dalle prime migrazioni del dopoguerra fino alle nuove mobilità di giovani professionisti, ricercatori e imprenditori – continua a generare valore economico, sociale e culturale. L’iniziativa alla Camera si è conclusa con un lungo applauso, come a voler trattenere ancora per qualche istante le immagini e le voci arrivate dall’altro lato del mondo. Un applauso rivolto non solo agli autori e ai protagonisti del docu-film, ma a tutti gli italiani che, in Western Australia, continuano ogni giorno a scrivere una pagina di storia italiana fuori dai confini nazionali."L'evento testimonia il contributo straordinario delle nostre comunità all'estero, che in Australia- come nel resto del mondo - sono state, spesso inconsapevolmente, i migliori ambasciatori che l'Italia potesse desiderare", ha commentato il Console Nicolaci, esprimendo un sentito ringraziamento all'Ambasciatore Paolo Crudele per la sua guida al termine della sua missione in Australia.
“Il Ddl Concorrenza è un provvedimento povero, privo di contenuti riformatori e incapace di incidere sugli ostacoli regolatori e amministrativi che frenano la concorrenza in Italia. Non solo ignora le raccomandazioni europee, le segnalazioni dell’Autorità garante della concorrenza e gli impegni del Pnrr, ma trascura anche le esigenze concrete di famiglie e imprese. La verità è che il governo Meloni ha paura di decidere, non vuole aprire, non vuole modernizzare. Preferisce la rendita alla competizione, l’attesa al cambiamento, la propaganda alle riforme. Il nostro giudizio è dunque severo. La concorrenza non è una parola astratta: è un diritto dei cittadini, è uno strumento di giustizia sociale ed economica, è un fattore di crescita e di innovazione”.
Così in una nota il deputato dem, Alberto Pandolfo, in cui spiega le ragioni del voto contrario del Gruppo Pd al Ddl Concorrenza.
“Le nostre proposte - aggiunge - avevano un tratto comune semplice ma essenziale: considerare la concorrenza come un impegno concreto di sviluppo, una promessa di libertà e progresso. Il nostro voto è contrario perché questa non è la legge che l’Italia merita, che le famiglie si aspettano, non è che le imprese chiedono e che servirebbe per attuare il Pnrr e per competere in Europa. Continueremo a proporre riforme vere, a difendere i consumatori, a batterci per mercati più aperti, trasparenti e giusti”.
“Ho inviato alla ministra Calderone una lettera formale per chiedere, ancora una volta, di intervenire su una delle ingiustizie più pesanti che gravano su centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori: la vicenda dei silenti Enasarco. Persone che per anni hanno versato contributi obbligatori e oggi si ritrovano senza pensione perché non hanno raggiunto i vent’anni di contribuzione richiesti dalla Fondazione”. Lo dichiara Marco Furfaro, deputato Pd in Commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale del Pd.
“Più di un anno fa la Camera ha approvato un ordine del giorno, a mia prima firma, che impegnava il Governo a risolvere questo problema. Da allora, silenzio assoluto: nessun confronto, nessun percorso normativo, nessuna risposta. È un fatto grave, che mina la fiducia nel sistema previdenziale e lascia senza prospettiva chi ha fatto la propria parte. Per questo ho sollecitato e chiesto alla ministra un incontro, nonché di aprire subito un tavolo con Enasarco e le rappresentanze dei silenti, definire una soluzione normativa e prevedere risorse per risolvere la questione. Non è più il tempo dei rinvii: qui è in gioco una questione di giustizia sociale e di rispetto verso le persone”
“Tutelare il comparto agroalimentare e quello della pesca significa intervenire con misure strutturali ed al contempo affrontare con sollecitudine le criticità. Su questa linea di orizzonte si muove l'Emilia Romagna che oggi ha annunciato, con l'assessore Alessio Mammi, azioni e strategie per 56 milioni di euro nel 2026. Uno sforzo straordinario che consentirà alle imprese emiliane di rafforzare la competitività nei mercati anche in una logica di innovazione e tenendo a riferimento la lotta ai mutamenti climatici. Così tra l'altro si mantiene un presidio sociale ed economico nelle aree interne, si sostengono le giovani generazioni che manifestano le loro volontà rurali, si favorisce la crescita nel segno della qualità e della giustizia sociale”.
Così Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e componente della commissione Agricoltura.
“Queste buone pratiche - aggiunge - dovrebbero appartenere a tutti coloro che hanno funzioni di governo ma purtroppo dobbiamo registrare che sul fronte nazionale ci si limita ad affrontare le emergenze, e non sempre con l'immediatezza richiesta, e poco e male si fa sul fronte della risposte strutturali di cui il settore avrebbe bisogno. Per questo ci permettiamo di dare un consiglio al ministro Lollobrigida: studi le carte e proposte dell’Emilia Romagna ed incontri i suoi amministratori. Se avrà l'accortezza di ascoltare senza pregiudizi politici - conclude - potrà ricavarne indicazioni utili per tutto il Paese e potrà trarne la forza necessaria per sostenere in Europa la modifica indispensabile della Pac su cui tutti concordiamo”.
“Esprimiamo piena solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti dell’agenzia Dire, in sciopero per rivendicare il diritto a ricevere regolarmente il proprio stipendio. Il costo della mala gestione non può ricadere sulle spalle di professionisti che garantiscono ogni giorno un’informazione di qualità e che oggi sono costretti a vivere con compensi pagati parzialmente e a intermittenza, in violazione delle norme contrattuali e per di più da un editore che beneficia di finanziamenti pubblici. Le difficoltà amministrative o i tempi della giustizia non possono essere scaricati sui lavoratori, che con professionalità permettono all’agenzia di svolgere il proprio ruolo e di rispettare gli impegni assunti anche con la Presidenza del Consiglio. I giornalisti chiedono certezze, rispetto e trasparenza: la garanzia di essere pagati per il lavoro svolto e di poter contare su condizioni dignitose e stabili. Chiediamo al Governo un intervento immediato per tutelare i diritti dei dipendenti, garantire la continuità delle attività e vigilare affinché chi riceve fondi pubblici assicuri stipendi regolari e nel rispetto delle regole. È necessario inoltre che nei bandi pubblici siano incluse clausole stringenti: chi non paga i propri dipendenti non può beneficiare di risorse dello Stato”. Così una nota del Gruppo parlamentare del Partito Democratico della Camera dei deputati.
"La legittima, e doverosa, condanna del regime del terrore e dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi dal governo israeliano a Gaza e in Cisgiordania non può in alcun modo essere confusa con l'antisemitismo. L'odio contro gli ebrei è un male che va combattuto senza tentennamenti e ovunque si manifesti, ma confonderlo con la critica e la condanna alle politiche di Netanyahu e dei suoi ministri, per altro sotto indagine da parte della Corte penale internazionale e della Corte internazionale di giustizia, sarebbe un grave errore. Un errore che rischierebbe anche di minare la difesa del diritto internazionale, dei diritti umani e l'autorevolezza degli organismi multilaterali.
Per questo non sono favorevole a leggi che rischiano di equiparare antisemitismo a critica aspra al governo Netanyahu. Bene ha fatto il Pd a chiarire che al Senato si è trattato di un'iniziativa di singoli senatori e che non è questa la linea del partito". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Leggiamo che le valutazioni della delegazione di Fratelli d'Italia - ECR al Parlamento europeo sulla revoca delle immunità parlamentari risponderanno solo a valutazioni politiche. E noi che credevamo che in questi casi le valutazioni dovessero essere solo giuridiche. Per buona pace del ministro Nordio che è riuscito a liberare un criminale libico proprio perché ha studiato gli atti e ha fatto solo valutazioni giuridiche, arrivando addirittura a dire che la richiesta di arresto della Corte penale internazionale fosse scritta in inglese ma pure male. Che ne pensa il ministro Nordio di questa posizione del suo partito? Proprio lui che sulla riforma costituzionale chiede di non politicizzare il referendum e di guardare solo al merito. Attendiamo che si dissoci, da se stesso o dal suo partito” così la responsabile giustizia Pd, Debora Serracchiani.
“Il Partito Democratico riconosce i miglioramenti alla legge di Delegazione europea introdotti durante l’esame parlamentare, inclusa la delega sulla direttiva anti-Slapp, che però resta limitata alle sole controversie transfrontaliere, rischiando di produrre una disparità di tutela tra chi opera in Italia e chi è coinvolto in procedimenti in più Stati Ue. Accanto ai passi avanti, restano tuttavia elementi significativi di preoccupazione. Il nostro Paese conta oggi 68 procedure di infrazione aperte, 22 riguardano l’ambiente: qualità dell’aria, gestione dei rifiuti, tutela delle acque, biodiversità, emissioni industriali. In questo quadro, la mancata presentazione per il secondo anno consecutivo della Legge europea rappresenta un punto critico. Le mancanze in materia ambientale, i ritardi nella gestione delle infrazioni e l’assenza di una strategia europea realmente efficace non consentono l’espressione di un nostro voto favorevole. Dal Pd giungerà un’astensione responsabile per evidenziare le insufficienze del provvedimento, ma per affermare anche la nostra volontà di continuare a lavorare per un’Italia più credibile, più europea, più moderna, capace di trasformare la transizione ambientale e la tutela dei diritti democratici non in un peso, ma nella più grande occasione di sviluppo e giustizia sociale del nostro tempo”.
Così la deputata dem, Rosanna Filippin, intervenendo in Aula per annunciare il voto di astensione del Gruppo Pd sulla legge di Delegazione europea.
“Sono tre anni che non fate niente per il sovraffollamento delle carceri italiane. Anzi lavorate per peggiorarne le condizioni come sta accadendo per esempio negli istituti minorili. Sono tre anni che promettete interventi, avete fatto decreti carceri urgenti e ancora non avete fatto niente. A proposito che fine hanno fatto i provvedimenti per consentire l’accesso alle cure in comunità per i detenuti che hanno dipendenze? E anche stavolta il problema sono i giudici, quelli di sorveglianza. Ma lo sa il sottosegretario che i magistrati di sorveglianza sono solo 233 per 64 mila detenuti e circa 190 istituti penitenziari? Chieda al ministro Nordio se sta facendo qualcosa. La risposta è semplice: niente.
Del resto il ministro ritiene che il sovraffollamento serva come deterrente per i suicidi in carcere. Fra l’altro il sottosegretario Mantovano smentisce a sua insaputa il presidente del Senato La Russa che propone un mini indulto. Il solito gioco delle parti all’interno del Governo sulla pelle delle persone”. Lo dichiara la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, rispondendo al sottosegretario Mantovano.
Ricordo alla Camera dei Deputati
“Enea Piccinelli è stata una figura centrale della storia politica toscana e un esempio autentico di dedizione al bene comune”: è quanto dichiara il deputato Dem Marco Simiani, intervenuto nell’Aula di Montecitorio per ricordare l’ex parlamentare originario di Piancastagnaio (provincia di Siena) recentemente scomparso, che per cinque Legislature – dal 1963 al 1983 – ha saputo rappresentare con competenza e passione le comunità della Maremma e dell’Amiata.
“Piccinelli ha dedicato ogni fase della sua vita pubblica alla difesa della dignità delle persone e allo sviluppo dei territori spesso marginali. Tra le numerose iniziative da lui promosse rimane centrale la Legge 780 del 1975 sulla silicosi e l’asbestosi, un provvedimento fondamentale che ha garantito tutela e giustizia a migliaia di lavoratori, in particolare nelle aree minerarie e industriali del paese. La sua azione politica, inoltre, fu sempre orientata al rafforzamento delle infrastrutture essenziali, all’elettrificazione, all’accesso all’acqua potabile e alla salvaguardia delle condizioni di lavoro.”
“Enea Piccinelli rappresenta un modello di politica intesa come servizio, radicata nel rispetto dei valori comunitari e nella capacità di trasformare le parole in azioni concrete. Ricordarlo significa raccoglierne l’eredità e impegnarsi affinché il Parlamento continui a mantenere alta l’attenzione verso i territori più fragili, dando risposte reali a chi ogni giorno cerca dignità, sviluppo e speranza”: conclude.
Serve scelta condivisa nell’interesse del Paese
“Il Partito Democratico nel sostenere in Aula al Senato le ragioni dell’approvazione del disegno di legge sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani aveva dato seguito agli auspici del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida per una scelta condivisa nell’interesse del Paese. Oggi alla Camera chiediamo però che il governo introduca le parti mancanti generate dalla riforma Caselli. Ci riferiamo, ad esempio, alla riduzione del delitto di agropirateria a semplice aggravante della frode e all’esclusione delle prove sperimentali tra quelle direttamente ammissibili. A differenza del decreto Terra dei Fuochi, inoltre, si registra una sostanziale riduzione. La violazione del Made in Italy (vendita di prodotti con segni mendaci), infatti, è punita con la multa fino a 20mila euro e la reclusione da tre a 18 mesi e non si applicano le intercettazioni telefoniche almeno alle ipotesi citate di agropirateria. Possiamo risolvere velocemente queste integrazioni con una corsia preferenziale concordata tra tutti i gruppi e concludere dopo l’approvazione della legge di bilancio con la votazione definitiva del provvedimento. Chiediamo a Lollobrigida quell’atto di responsabilità che aveva chiesto a tutti i parlamentari e che sostanzialmente ha ricevuto vista l’assenza di voti contrari al Senato. Ci vuole solo un po’ di coraggio, ci auguriamo che il ministro e la maggioranza possano trovarlo qui alla Camera”.
Così i capigruppo Pd alla Camera, Stefano Vaccari (commissione Ecomafie), Antonella Forattini (commissione Agricoltura) e Federico Gianassi (commissione Giustizia), in una lettera aperta inviata al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
“Oggi in Aula ho replicato alla risposta del viceministro Sisto sul disegno di legge 978, dichiarandomi insoddisfatto. Il provvedimento, come denunciano la Consulta Nazionale Antiusura, il Centro Studi SoloAffitti, le associazioni dei debitori e perfino la Federazione Europea della Giustizia, rischia di accelerare sfratti ed esecuzioni, non di semplificare la giustizia. Togliere il controllo del giudice sull’ingiunzione di pagamento significa colpire soprattutto chi è più fragile. Già oggi il 20% delle esecuzioni delle prime case nasce da debiti condominiali, aggravati dall’aumento delle bollette e degli affitti: il Ddl 978 renderebbe questi processi ancora più rapidi e incontrollati. Con il pretesto della semplificazione, il governo arriva a cancellare garanzie fondamentali di difesa e giustizia sociale. Non a caso in Senato sono già stati presentati emendamenti (da una senatrice della stessa maggioranza) per correggere un impianto che rischia di trasformare la giustizia civile in un terreno di caccia per chi ha maggiore potere economico. Continueremo a opporci con forza a questo disegno di legge, chiedendo soluzioni che tutelino davvero cittadini e famiglie in difficoltà, che sono sempre di più, come i dati ogni giorno ci confermano”.
Così il deputato dem, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e capogruppo in commissione Ecoreati.