"Un'informativa farsa, quella di oggi a Montecitorio sul caso Almasri. La presidente Meloni, la patriota in fuga, ha mandato i ministri Nordio e Piantedosi che si sono anche contraddetti tra loro. Abbiamo dovuto ascoltare il ministro della Giustizia delegittimare la Corte penale internazionale e fare l'avvocato difensore di un uomo accusato di torture, violenze di ogni genere e stupri perfino su bambini. Uno spettacolo deprimente a cui non poteva mancare anche il consueto attacco alla magistratura di cui ormai la maggioranza non riesce più a fare a meno. In una informativa imbarazzante i due ministri hanno rivendicato la decisione politica di rilasciare un ricercato internazionale, una scelta che ha screditato il paese in tutto il "globo terracqueo"." Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Un dialogo, partendo dalla parola incontro, per riflettere sul tema della giustizia riparativa. E’ il tema del convegno “Parole della giustizia” organizzato presso la sala del Refettorio della Camera dei Deputati dall’ associazione F.A.R.E. (Femminista, Ambientalista, Radicale ed Europeista). All’iniziativa – che si terrà giovedì 6 febbraio prossimo alle ore 18 – porteranno il proprio saluto introduttivo il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, e la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase. Un dialogo tra Agnese Moro e Adriana Faranda, introdotto e moderato dal prof. Adolfo Ceretti.
«Il dialogo tra Agnese Moro e Adriana Faranda ci condurrà, attraverso le loro parole, ad approfondire il cammino percorso e la riconciliazione possibile grazie alla giustizia riparativa - ha spiegato la deputata Michela Di Biase -. Cogliere la portata innovativa dei percorsi di riparazione, il loro contributo per ricomporre storie e vissuti. Continueremo ad organizzare momenti di approfondimento. E’ necessario – ha aggiunto la deputata- arricchire il vocabolario delle parole della giustizia. “Incontro” indica il cammino che si è percorso, la volontà di andare una incontro all’altra verso il reciproco riconoscimento».
“C’è un’operazione di comunicazione di distrazione di massa, cioè si vuole parlare della vicenda della giustizia per non dare spiegazioni su che cosa è accaduto sulla vicenda Almasri, un torturatore, un seviziatore di bambini e di donne che è stato liberato e nessuno sa per quali ragioni. Non era la presidente Meloni che voleva perseguitare in tutto il globo terracqueo i torturatori e trafficanti di esseri umani? Allora spieghi perché ha ricondotto il torturatore Almasri in Libia con aereo di stato e non si sottragga al confronto”. Lo ha detto Stefano Graziano capogruppo PD in commissione di difesa di Montecitorio ospite di agorà Rai3.
“Si vuole spiegare che in realtà è la magistratura, ma la verità è che il governo, con il ministro Nordio, poteva e doveva confermare il fermo e invece sostanzialmente scappa via dal confronto”, ha aggiunto Graziano.
“Se davanti ad una cosa così grave e così seria non si viene in Parlamento a spiegare quali sono le ragioni per cui è accaduta una cosa del genere penso che siamo in un momento davvero grave della storia della Repubblica.
E non si venga oggi a dire che si può mettere il segreto di Stato perché se si mette il segreto di Stato è evidente che cosa è accaduto a tutto il mondo”, ha concluso Graziano.
Dichiarazione di Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd
“Le dichiarazioni dei capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato, Bignami e Malan, confermano in modo esplicito che la modifica della procedura sulla competenza giurisdizionale aveva un unico scopo: rimuovere i giudici considerati un ostacolo alla gestione dei migranti in Albania.
Si tratta di un fatto gravissimo, sia nel merito che nel metodo. Non solo si interviene con una norma per aggirare il principio del giudice naturale, ma addirittura si arriva a un fatto senza precedenti: un invito implicito a individuare online i nomi dei giudici che, come ha fatto filtrare ieri sera Meloni, il governo considera “un ostacolo”. Un atteggiamento inaccettabile, che solleva interrogativi inquietanti: cosa ha in mente Fratelli d’Italia?”. Così la responsabile nazionale giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani che conclude dicendo: “è molto grave che la presidente del consiglio e il suo partito utilizzino la giustizia e lo scontro con la magistratura come arma per distrarre dai fallimenti economici del governo”.
“Per la terza volta, il governo ha trasferito migranti in Albania senza rispettare le norme, e per la terza volta questi dovranno essere rimpatriati. Il cosiddetto ‘modello Albania’ si conferma un fallimento totale: una violazione dei diritti umani che spreca milioni di euro degli italiani solo per alimentare la propaganda ideologica della destra. Tornano tutti in Italia. Di nuovo.”
“Appena due giorni fa ho potuto parlare con uno di loro. Ho trovato una persona spaventata e disorientata, che si commuoveva ricordando la detenzione e le violenze subite in Libia, che mi chiedeva: ‘ma è vero che forse andrò in Italia?’ Oggi, è avendo in testa quel ragazzo, non troppo più grande di me, che accolgo con sollievo la decisione della Corte d’Appello di sospendere il trattenimento delle 43 persone portate a Gjader, in attesa della pronuncia della Corte Europea di Giustizia sui paesi sicuri. Ma anche con sdegno.”
“Sdegno per la deportazione che hanno subito queste persone, tra cui quattro minori e due vulnerabili. Sdegno per i soldi dei contribuenti buttati. Un’operazione disumana, inutile e costosissima, orchestrata solo per alimentare la propaganda del governo.”
"Oggi registriamo l'ennesimo fallimento del protocollo Albania. I giudici della Corte d'Appello di Roma hanno sospeso il trattenimento dei 43 migranti ancora reclusi nel centro di Djader. E in attesa della decisione della Corte di giustizia europea, devono essere liberati. Domani torneranno in Italia.
Per la terza volta su tre tentativi, questo barbaro, dispendioso e inutile progetto del governo Meloni non ottiene alcun risultato se non sperperare fondi pubblici e trattare in modo disumano qualche decina di persone colpevoli solo di volere provare a costruire in Europa un futuro sicuro.
Non è cambiato niente, rispetto a ottobre e novembre scorso quando già i giudici non avevano confermato i trattenimenti, se non la decisione del governo di spostare la competenza alla Corte d'appello.
Ma siccome i giudici applicano la legge, non poteva che andare in questo modo.
Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Anzi, è Meloni". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
La sentenza conferma che i centri sono inutili e i migranti non possono essere rimpatriati forzatamente. La visita di oggi ci ha mostrato che la legge e il sistema che ne è generato produce una oggettiva e grave compressione del diritto di asilo: nessuna delle persone con cui abbiamo parlato ha interloquito direttamentein in questi giorni con un avvocato. Ci sono persone che hanno subito violenze inaudite in Libia mentre il torturatore Almasri è stato liberato dal Governo italiano e rimpatriato con un aereo di Stato.
Non esiste nessun Modello Albania, Meloni se ne faccia una ragione: è solo uno spreco insostenibile di risorse che deve finire al più presto.
Così in una nota congiunta Chiara Braga, Andrea Casu, Matteo Orfini e Marco Simiani, ultima delegazione dei deputati del Partito Democratico che in questi giorni hanno visitato i centri in Albania.
"L'interesse dello Stato è che la legge sia applicata con imparzialità, sempre. Il vicepresidente del Consiglio dovrebbe essere il primo a pretenderlo e invece traccia solchi che allontanano il potere legislativo da quello esecutivo: questo è il vero passo azzardato che sta compiendo il Governo. La richiesta di Tajani è talmente abnorme da essere in se stessa un problema che va oltre il quotidiano attacco alla magistratura". Lo afferma la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, in merito alle parole del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il quale a proposito del procuratore Lo Voi ha detto che dovrebbe "pensare se fa l'interesse dell'Italia".
“Fare piena luce sulle circostanze che hanno portato al suicidio di Salvatore Rosano nel carcere di Vigevano e intervenire per rafforzare le misure di tutela e sorveglianza per i detenuti in condizioni di fragilità psichica, evitando che tragedie come questa possano ripetersi”.
E’ quanto chiedono, in una interrogazione rivolta al Ministro Nordio, i deputati Pd Roggiani, Braga, Cuperlo, Girelli, Guerini, Mauri, Peluffo, Quartapelle e Serracchiani, dopo il drammatico caso di suicidio in carcere che riaccende i riflettori sulla condizione dei detenuti più fragili e sulle gravi carenze del sistema penitenziario italiano.
“Salvatore Rosano – si legge nel testo dell’interrogazione presentata -, ex dipendente Atm di Milano arrestato per una rapina di appena 55 euro, si è tolto la vita nel carcere di Vigevano, nonostante fosse noto il suo stato depressivo ei suoi precedenti tentativi di suicidio”.
“La richiesta di affidamento provvisorio ai servizi sociali avanzati dal suo legale è stata respinta senza che apparentemente vi sia stato un adeguato approfondimento sulle condizioni psichiche del detenuto. Un episodio gravissimo, che solleva interrogativi sulle procedure di tutela per i detenuti con fragilità psicologica” - dichiarano i parlamentari dem, che chiedono di “rafforzare le misure di prevenzione, garantire un monitoraggio costante e assicurare che chi si trova in stato di grave vulnerabilità riceva il supporto adeguato”.
“Non si liberano assassini, stupratori, torturatori. Non si violano obblighi internazionali. Non si libera una persona nei confronti della quale la corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto, ma la si consegna alla corte. Questo doveva essere fatto. E invece assistiamo ad attacchi vergognosi e inaccettabili della destra italiana contro la magistratura, che è autonoma e indipendente. Così come è vergognoso che a distanza di due settimane da fatti così gravi, il governo non sia venuto in parlamento e continui a scappare. Le teorie del complotto e il vittimismo sono solo l’estremo tentativo di auto-difesa da parte di un governo che scappa dinanzi alle proprie responsabilità”. Lo dichiara Federico Gianassi capogruppo PD in commissione giustizia di Montecitorio.
“O ci troviamo di fronte al ministro più sciatto che la storia della Repubblica abbia mai conosciuto, un ministro che non risponde al telefono e non risponde alle richieste che la Corte d’Appello fa, con la giustificazione che essendo un week-end non poteva rispondere, oppure c’è qualcosa di più serio, di più opaco, che però il governo ha il dovere di chiarire in parlamento. Se l’avesse fatto subito, probabilmente non sarebbe successo il can-can che poi si è verificato”. Così il deputato dem Marco Lacarra, componente della commissione Giustizia, intervistato sui canali social dei deputati Pd, in merito alla vicenda Almasri.
“Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano stanno cercando di eludere le proprie responsabilità, cercando rifugio dietro la linea dell'avvocato e presidente della commissione giustizia del Senato, Bongiorno, che ha imposto loro il silenzio. Accettare questo bavaglio è un chiaro segno di mancanza di rispetto per il ruolo e la funzione del Parlamento e per l’obbligo di chiarezza davanti ai cittadini. E oggi, è ancora più grave che la questione Almastri venga derubricata a un semplice punto tra i numerosi temi previsti per la prossima audizione del Ministro Tajani alle Camere”. Così il vicepresidente del gruppo del Pd della Camera, Toni Ricciardi.
“Al netto della discussione giuridica sulla iscrizione al registro degli indagati con il rinvio al Tribunale dei ministri, che è atto molto diverso comunque dall’avviso di garanzia, noi condanniamo la vicenda della scarcerazione del torturatore libico da un punto vista politico. Qui si tratta di un mandato d'arresto emesso dalla Corte penale Internazionale nei confronti di un criminale, un torturatore, un assassino, un trafficante di uomini. Almasri dopo essere stato arrestato dalla polizia, è stato scarcerato per l'inerzia del ministro della Giustizia che ha violato lo Statuto della Corte Penale Internazionale, facendo decorrere i termini per la conferma dell'arresto. Ma come se non bastasse il governo oltre a liberare questo criminale, addirittura lo messo su un volo di Stato pagato dai contribuenti. E lo ha fatto tornare nell'unico posto, la Libia, dove godrà ovviamente dell'impunità per i crimini commessi. Andava inviato all'Aja e non in Libia. Dal nostro punto di vista non c'è nessuna ragione di Stato, nessuna questione di interesse pubblico o di sicurezza nazionale che giustifichi questo atteggiamento. Il governo e la presidente del Consiglio Meloni hanno il dovere di intervenire in Parlamento e di chiarire le ragioni di questa vicenda grave e inquietante. Noi crediamo sia stata gravemente minata la credibilità internazionale del nostro Paese. Meloni doveva cercare i trafficanti lungo il globo terraqueo e invece li rimanda a casa con i voli di stato a proseguire il loro lavoro”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione politiche europee, a Restart su Rai3.
"È gravissimo che due ministri della Repubblica abbiano deciso di disertare le Aule parlamentari sottraendosi a chiarire i fatti legati alla vicenda della scarcerazione e del rimpatrio del criminale Almasri. Ed è altrettanto stupefacente che la presidente Meloni, raccontando grossolane bugie, abbia utilizzato un atto dovuto, qual è una comunicazione di iscrizione a fronte di una denuncia in forza dell'art. 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89, e non un avviso di garanzia, come erroneamente detto, per fare bieca propaganda contro la magistratura.
Non si confondano i piani: quello giudiziario farà il suo corso, ove mai sia avviato, ma per quello politico ed istituzionale esigiamo che venga affrontato ora, senza attendere nessun ritardo e nessuna fuga da parte degli esponenti della destra. Ricordiamo alla premier Meloni che la denuncia per favoreggiamento e peculato è stata presentata da un avvocato che è stato un vecchio esponente del Movimento Sociale e di Alleanza nazionale, gli stessi partiti che la Presidente del Consiglio dovrebbe conoscere bene. In realtà alla Meloni e al governo, latitanza e bagarre servono per accelerare i tempi per far passare una riforma, quella sulla Giustizia, iniqua, inutile e pericolosa per il Paese". Lo dichiara il deputato dem, Stefano Vaccari segretario di presidenza della Camera
“Al di là dell'aspetto giudiziario a noi sembra evidente la responsabilità politica della ministra Santanchè. Siamo in un Paese dove nonostante tre indagini, di cui un rinvio a giudizio per fatti gravi, un ministro non si dimette e resta ancora in carica. La presidente del consiglio Meloni, che ha chiesto dimissioni anche per molto meno, deve fare i conti con questa vicenda". Lo ha detto Debora Serracchiani, deputata Pd e responsabile nazionale Giustizia, intervistata a Montecitorio.
“Noi dobbiamo essere un paese democratico credibile in Europa. Ci sono paesi nei quali un ministro va a casa se ha copiato una tesi di laurea. Francamente dopo tre indagini, bancarotta, falso in bilancio e truffa aggravata nei confronti dell'Inps, rimanere al proprio posto sembra veramente inopportuno oltre che sbagliato”, ha aggiunto Serracchiani.