Il deputato Pd: “Si modifica il nome del Ministero, da Sviluppo economico a Made in Italy, ma poi concretamente non si aiutano le imprese e i lavoratori onesti”
“Il fatto che la maggioranza abbia bocciato l'ordine del giorno che chiedeva di introdurre norme e incentivi fiscali finalizzati al contrasto della contraffazione e alla tutela del Made in Italy la dice lunga su quanto questo tema stia poco a cuore al Governo e a questa maggioranza, lesti a fare sport ma immobili di fronte ai problemi veri”.
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della Commissione Lavoro alla Camera, dopo la bocciatura del suo ordine del giorno anti contraffazione.
“Il fenomeno della contraffazione sottrae ben 17 miliardi di euro ogni anno all’economia reale causando una perdita di 4,8 miliardi per le casse statali – aggiunge Fossi -. E la maggioranza che fa? Niente. Si divertono a giocare con i nomi, modificando il Ministero dello Sviluppo economico con la denominazione Ministero del Made in Italy. Peccato che poi, concretamente, non si sostengono le proposte concrete in aiuto delle imprese e dei lavoratori onesti”.
"Nella risposta a una mia interrogazione, il Governo ha confuso la società madre di Facebook, Meta, con una società di Reggio Emilia, la Meta System. Con la...meta questo governo ha dei problemi: non ne raggiunge mai una. Anzi, raggiunge sempre quella sbagliata. Come con la benzina: Meloni voleva ridurne il costo, non mi pare che sia andata così. Hanno fatto confusione, anche stavolta".
Così Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della commissione Lavoro, commenta la gaffe del governo su Facebook.
Dichiarazione di Chiara Gribaudo, deputata Pd
“Sul tema del voto ai fuorisede si è fatto un bel lavoro collettivo tra parlamentari e il comitato “Voto dove vivo”, che ci tengo veramente a ringraziare” ha dichiarato Chiara Gribaudo intervenendo alla conferenza stampa alla Camera dei Deputati per la presentazione della proposta di legge per l’esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza.
“Abbiamo intercettato una forte esigenza che ci aveva portato già nella scorsa legislatura, come PD, a chiedere al governo di intervenire su questa materia. La caduta a luglio del Governo non ci ha permesso di votare su un testo già calendarizzato in aula, ma ci rimettiamo subito al lavoro insieme alle altre forze politiche affinché venga finalmente garantito il diritto di voto di quasi 5 milioni di persone, più del 10% dell’elettorato italiano”, ha aggiunto la deputata dem.
"Sono rimasta molto perplessa che il bonus trasporti, misura di grande aiuto alle famiglie e a tutti i cittadini che utilizzano mezzi pubblici per spostarsi e andare al lavoro, sia stata dichiarata dal Governo una 'misura finanziata una tantum per il solo anno 2022 con possibilità per gli utenti di presentare istanze fino al 31 dicembre 2022'. Proprio ieri è stato accolto in Aula con voto unanime un nostro ordine del giorno in cui si chiedeva il ripristino del bonus trasporti; oggi il Governo rispondendo a una interrogazione in commissione Trasporti, a mia prima firma, dichiara il contrario, contraddicendo se stesso e non prevedendo nessun aiuto alle famiglie. Finora l'unica certezza e' che muoversi da gennaio costa di piu', mentre famiglie e cittadini sono stati abbandonati. Come gruppo del Partito Democratico chiediamo che venga immediatamente rifinanziato il bonus trasporti anche per il 2023.". Lo dichiara Valentina Ghio, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, che ha presentato un question time in commissione Trasporti chiedendo il rifinanziamento del bonus anche per il 2023.
“Quali iniziative intendono adottare i ministri del Lavoro e dell’Interno per favorire il rapido avvio di una seria trattativa tra le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto nazionale delle guardie giurate, scaduto da sette anni, in un settore che coinvolge circa 100mila lavoratori, nonché, in prospettiva, per avviare un percorso di riforma dell’intero comparto?”.
E’ la domanda contenuta nell’interrogazione ai ministri, Marina Calderone e Matteo Piantedosi, presentata dal Partito democratico alla Camera a prima firma Chiara Gribaudo, vicepresidente della commissione Lavoro, e sottoscritta anche da tutti i deputati Pd-Idp della commissione, Arturo Scotto, Marco Sarracino, Mauro Laus ed Emiliano Fossi.
“Il mancato rinnovo del contratto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari - si legge nel testo - sta generando una perdita di salario non indifferente, visto che le retribuzioni sono ferme dal momento in cui lo stesso è scaduto e richiama tutti ad una iniziativa specifica per dare risposte a un settore che riveste un ruolo necessario se non insostituibile per nostra comunità. Complessivamente, appare sempre più necessario un intervento di revisione profonda della normativa che regola il settore della vigilanza privata, al passo con i tempi e con le tante funzioni che negli ultimi anni si sono incrementate. Nonostante la rilevanza e la delicatezza di dette funzioni, una guardia giurata ha uno stipendio che oscilla all'incirca dalle 1.000 euro per il sesto livello alle 1.300 euro per il quarto livello. Il fenomeno del lavoro povero, particolarmente diffuso nel nostro Paese, e di cui il settore della sicurezza privata rappresenta uno degli esempi più negativi, ha riproposto con forza la questione salariale”.
Oggi, 12 gennaio Conferenza stampa di Marianna Madia, prima firmataria, insieme al Comitato “Voto dove Vivo”
Alle ore 12, presso la sala Stampa della Camera sarà presentata la proposta di legge del gruppo PD che disciplina l’esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura. La proposta di legge di voto ai fuori sede, firmata da tutto il gruppo Pd è stata presentata al Senato anche dal collega Andrea Giorgis. Nel corso della conferenza stampa interverranno i rappresentanti del Comitato promotore “Voto dove Vivo” e altri parlamentari.
“Non è possibile che a più di due mesi dall'insediamento il nuovo Governo non sia in grado di prendere alcun impegno sullo smart working. Ho chiesto che l'ordine del giorno che avevo presentato venisse posto in votazione perché ritengo che questo tema debba essere affrontato con serietà dati gli effetti positivi che può avere sulla riduzione dei costi energetici aziendali, delle emissioni di agenti inquinanti, sul miglioramento della vivibilità dei centri urbani, sul ripopolamento dei piccoli borghi e delle aree interne”. Lo afferma Chiara Gribaudo, vicepresidente della XI Commissione Lavoro.
“Non solo il governo sceglie di non prorogare il taglio delle accise, per poi cercare responsabili altrove, ma non ha messo in questo decreto alcuna idea nuova su come le famiglie e le imprese dovrebbero affrontare il caro energia che temiamo andrà ben oltre marzo. Io ho sollevato il tema dello smart working perché è di stretta competenza della mia Commissione, ma ci sono tante altre valide proposte che questo governo finge di non sentire” Conclude la deputata del PD.
“Questo decreto è l’ennesimo inutile segnale di debolezza e incapacità che il Governo e lo Stato stanno dando al Paese e alla comunità di Taranto. Mentre si continua a regalare denaro pubblico ad una gestione fallimentare degli stabilimenti, migliaia di cittadini, l’intero personale dell’azienda e tutti i loro familiari vivono un dramma quotidiano fatto di rassegnazione e paura per il prossimo futuro. Oggi gli operai dell’ex Ilva hanno protestato duramente davanti a Montecitorio e noi eravamo qui con loro e con le organizzazioni sindacali, esattamente come lo siamo stati negli ultimi anni, per dire al Governo che è giunta improrogabile l’ora di decidere. I lavoratori si sono espressi quasi all’unanimità per un avvicendamento della governance, condizione ineludibile per dare agli stabilimenti di Taranto una vera prospettiva di rilancio e di sviluppo sostenibile. Per trasformare la decarbonizzazione dallo stato di promessa a quello di realtà servono risorse e volontà, requisiti che oggi mancano a sufficienza. Per questo, insieme alle rappresentanze sindacali, il Partito Democratico chiede che il Governo, nelle persone del Presidente Meloni e del Ministro Urso, ascoltino attentamente ciò che da mesi un’intera comunità sta chiedendo: più lavoro e sicurezza, in un quadro di sostenibilità ambientale e zero rischi per la salute.”
Lo dichiarano i deputati del Partito Democratico Ubaldo Pagano, Marco Simiani, Marco Lacarra, Claudio Stefanazzi, Chiara Braga, Sara Ferrari, Augusto Curti.
Dichiarazione di Mauro Berruto, deputato Pd
Finalmente (e per la prima volta) il governo ha dato parere favorevole a un ordine del giorno a mia firma che impegna il Governo stesso a valutare il reperimento di risorse per aiutare le associazioni sportive a sostenere l’impatto e a garantire la sostenibilità della riforma del lavoro sportivo che entrerà in vigore dal prossimo 1 luglio. È Un piccolo passo, ma un impegno sul quale manterremo altissima l’attenzione.”
Il deputato dei Democratici: ha proposto un'interrogazione in seguito alla decisione di Facebook di licenziare migliaia di dipendenti
Roma, 11 gennaio 2023. “Sulle conseguenze italiane dei licenziamenti deciso da Facebook chiediamo al governo un impegno in prima linea. La situazione è preoccupante, perché il settore dei social network sta vivendo grandi cambiamenti e ha subito contraccolpi economici soprattutto nell'ultimo anno”.
Lo ha detto il deputato del Pd Emiliano Fossi, a proposito della discussione in Commissione lavoro sull'interrogazione da lui presentata sulla decisione di Facebook di licenziare migliaia di dipendenti.
Secondo il deputato Pd è necessario “un tavolo istituzionale finalizzato a monitorare i livelli occupazionali diretti e indiretti nel settore del big data”.
Nell'interrogazione si fa riferimento ai lavoratori di Reggio Emilia e Milano.
Sul sito di Reggio Emilia il governo ha spiegato che “l’intervento della Cigs è richiesto per un numero massimo di 41 lavoratori dell’unità produttiva di Reggio Emilia. Stante la cessazione di attività produttiva i lavoratori verranno sospesi a zero ore, fatta eccezione per un ridotto numero di dipendenti per i quali verrà richiesta una riduzione di orario. È prevista l’apertura di una procedura collettiva di licenziamento ai sensi della legge 223/1991 con incentivo all’esodo per i dipendenti che si renderanno disponibili ad aderire al piano di gestione degli esuberi, così come disciplinato in apposito verbale di accordo che verrà sottoscritto in sede sindacale, manifestando la propria volontà di non impugnare il licenziamento. L’azienda si impegna a ricollocare su unità produttive site in Reggio Emilia i dipendenti che non si renderanno disponibili ad aderire al piano degli esuberi”.
Non sono state invece riferite “analoghe iniziative su Milano”, aspetto che preoccupa Fossi.
“Su Reggio Emilia possiamo essere abbastanza soddisfatti – ha detto Fossi -. Ma su Milano la preoccupazione rimane forte, mi pare che si sia a un punto morto e questo è un problema. in generale i giganti del web sembrano aver perso quel tocco magico del passato, sia sui big data che nell'ecommerce. Un colosso come Amazon ha preannunciato una serie di licenziamenti sul piano globale impressionante. Per questo servono interventi immediati”.
630 mila famiglie italiane rischiano di finire per strada. E non per colpa loro, ma per morosità incolpevole. Cioè non riescono più a pagare l’affitto perché perdono il lavoro, perché a causa del caro energia, dell’inflazione, la loro pensione, il loro stipendio, non basta più. Parliamo di 135 mila sfratti eseguibili per morosità solo nel 2022, cioè il 90% delle richieste di sfratto. Nonostante il fondo affitti e quello per la morosità incolpevole, che la destra ha deciso di non rifinanziare nell’ultima legge di bilancio. Di fronte a questo disastro sociale, abbiamo chiesto al governo con un ordine del giorno di prendere un impegno nei confronti delle famiglie italiane in difficoltà e di finanziare misure per aiutarle. Governo e maggioranza hanno bocciato la proposta. Perché, in campagna elettorale dicono che “la casa è il bene primario attorno alla quale le persone costruiscono il proprio futuro”, come asseriva Giorgia Meloni il 29 agosto del 2022, ma alla prova dei fatti premiano gli evasori e si accaniscono sui poveri.
Così Marco Furfaro, capogruppo del Pd in commissione Affari sociali della Camera.
“Le mancate risposte del governo su un tema sociale drammatico sono molto gravi. Oggi la ministra del Lavoro si è limitata a fare il notaio. Ma la questione del potere di acquisto dei salari, sotto attacco di una spirale inflazionistica che nel dicembre scorso è arrivata all’11,6%, è purtroppo un’emergenza impellente. Ancor di più dopo le misure parziali e contraddittorie contenute nella recente Legge di bilancio. In assenza di iniziative concrete e urgenti del governo per scongiurare i ritardi nei rinnovi dei contratti nazionali, che oggi interessano oltre 6 milioni di lavoratori, sono solo due le soluzioni possibili ed efficaci: l’introduzione del salario minimo legale, che però il governo ha escluso nascondendosi dietro una direttiva Ue che non risolve il problema, e la legge sulla rappresentanza, per dare validità erga omnes ai contratti sottoscritti dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative. Il rifiuto di governo e maggioranza di destra di intervenire immediatamente su queste due priorità condannano di fatto ad un ulteriore impoverimento milioni di cittadini lavoratori dipendenti. Una condizione già difficile, come evidenzia il Rapporto Inapp 2022, che segnala l’Italia come unico Paese Ocse nel quale, dal 1990 al 2020, il salario medio annuale è diminuito (-2,9%), contro il +33,7% della Germania e il +31,1% della Francia”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Mauro Laus, intervenendo in Aula nel corso del question time con il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone.
“Non tagliare le accise era una vergogna quando stava all’opposizione. Ora che è al governo tagliarle è una speranza legata alle compatibilità economiche. La giravolta di Giorgia Meloni non può sfuggire, ma nessuno si azzardi ad accusarla di incoerenza. I populisti son fatti così”. Così la deputata democratica Chiara Gribaudo, vice presidente della commissione Lavoro.
"È la quinta volta che il Parlamento è chiamato ad esprimersi sulla fiducia a questo Governo, 5 richieste di fiducia. E siamo solo all’inizio. Faccio una profezia facile: già a fine gennaio il contatore delle richieste di fiducia raddoppierà. Ma questa volta non avete scuse, siete la maggioranza e mettete la fiducia invece di fare una discussione in sede legislativa, in Parlamento, dove avete la maggioranza.
La realtà dice che nonostante questa maggioranza politica così ampia sulla carta, l’abuso delle richieste di fiducia mette in dubbio quanto questa sia certa e coesa, o quanto la realtà fosse più complessa.
Poca competenza o poca coesione?
Avete scelto la strada del rinvio delle decisioni per non scegliere, per non turbare la vostra presunta unità.
Promettere l’abbattimento delle accise sulla benzina e diventare protagonisti del loro aumento.
Promettere l’aumento generalizzato delle pensioni e annullare il dovuto adeguamento.
Essere la prima donna premier e intervenire maldestramente peggiorando opzione donna.
Insomma come ci si sente a fare cassa sulle fasce più deboli, su quelle che - lo dicevate - è facile tartassare?
Avete abolito il reddito di cittadinanza senza prevedere alcuna norma che possa sostituirlo. Avete fatto di peggio: le risorse disponibili contro la povertà sono ridotte del 20 per cento. La recessione e le vostre scelte produrranno più disoccupati e più poveri e per voi la strada è quella di un evidente azzardo.
È la destra degli spiriti selvaggi e sregolata a prevalere, altro che destra sociale.
Tagli alla sanità, alla scuola, alla ricerca, nessun sostegno ai comuni, alle politiche del lavoro, rimossa dall’agenda la sfida della riconversione ecologica e della lotta ai mutamenti climatici.
In questo decreto decidete di rilanciare l’attività di estrazione degli idrocarburi in aree vietate, anche sfidando la Costituzione novellata.
Con questo decreto sbattete la porta in faccia a milioni di giovani anche in Italia che chiedono cambiamenti radicali nelle politiche ambientali e che ogni giorno ci ricordano che vogliono appropriarsi del loro futuro". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Silvio Lai, dichiarando il voto contrario di fiducia del Pd al Governo sul dl aiuti quater.
Domani 12 gennaio Conferenza stampa di Marianna Madia, prima firmataria, insieme al Comitato “Voto dove Vivo”
Domani 12 gennaio , alle ore 12, presso la sala Stampa della Camera sarà presentata la proposta di legge del gruppo PD che disciplina l’esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura. La proposta di legge di voto ai fuori sede, firmata da tutto il gruppo Pd è stata presentata al Senato anche dal collega Andrea Giorgis. Nel corso della conferenza stampa interverranno i rappresentanti del Comitato promotore “Voto dove Vivo” e altri parlamentari.