“Il ministro Salvini invece di assumersi le sue responsabilità sui disservizi nei trasporti pubblici preferisce occuparsi del reato di tortura, proponendo di rivederlo e circoscriverlo. Un’uscita grave, inaccettabile, che getta un’ombra inquietante sulla volontà della destra di depotenziare una norma di civiltà, introdotta per tutelare la dignità delle persone nei luoghi di detenzione.”
Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, commentando le parole del vicepremier al convegno della Lega sul sistema penitenziario.
“Il reato di tortura è stato introdotto dopo anni di pressioni internazionali e non è un attacco alle forze dell’ordine, ma uno strumento per isolare chi, tradendo il proprio ruolo, compie abusi – prosegue la deputata Pd -. La grande maggioranza degli agenti penitenziari lavora ogni giorno con serietà e fatica, ma la tutela dei diritti umani non è negoziabile e non può essere sacrificata sull’altare della propaganda. Se davvero Salvini vuole occuparsi della sicurezza dei cittadini – conclude Di Biase - cominci a far funzionare i treni, invece di cercare titoli sui giornali a scapito dello Stato di diritto.”
Il deputato democratico Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti e relatore di minoranza sul provvedimento sull’intelligenza artificiale in discussione alla Camera ha letto nell’aula di Montecitorio l’appello, scritto dall’intelligenza artificiale, per “fermare l’immane saccheggio di materiale tutelato che stanno effettuando sistematicamente i fornitori di modelli e sistemi di ai in palese violazione della normativa europea e nazionale in materia di diritto d’autore”.
Ecco l’appello letto da Casu: “APPELLO PER LA DIFESA DEL DIRITTO D’AUTORE NELL’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Chiediamo al Governo italiano di agire con urgenza per fermare il sistematico saccheggio di opere protette da parte dei fornitori di intelligenza artificiale. Migliaia di libri, articoli, immagini, musiche e opere creative sono stati utilizzati per addestrare modelli senza il consenso degli autori, in violazione delle normative italiane ed europee sul diritto d’autore. Questo abuso mina le basi della nostra cultura, danneggia il lavoro di milioni di creativi e mette a rischio l’intero ecosistema editoriale, artistico e professionale. Chiediamo: che siano applicate sanzioni chiare e tempestive contro chi viola i diritti d’autore; che venga imposto l’obbligo di trasparenza sui dataset utilizzati per addestrare i modelli IA; che il principio del consenso esplicito degli autori diventi irrinunciabile in ogni fase dell’uso delle loro opere. L’Italia difenda la dignità del lavoro culturale. L’intelligenza artificiale non può crescere sull’espropriazione del sapere umano”.
“L’articolo 14 del disegno di legge in discussione è, sulla carta, uno dei più significativi: ambisce a migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione, ridurre i tempi dei procedimenti e aumentare la qualità dei servizi, in linea con quanto sancito dalla nostra Costituzione. Tuttavia, manca il coraggio e, soprattutto, mancano i mezzi per farlo davvero.” Lo ha detto il deputato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti, in merito al ddl IA in discussione alla Camera.
“La situazione nei territori meridionali – ha sottolineato l’esponente Pd - in particolare in Campania, Sicilia e Calabria, è drammatica: quasi un terzo dei comuni è in dissesto o predissesto, e si tratta spesso dei comuni più popolosi. In certe aree metà della popolazione vive in municipi che non riescono nemmeno a garantire i servizi essenziali”.
“L’emendamento presentato a mia prima firma, respinto dalla maggioranza - ha concluso Barbagallo - mirava a rendere il testo più incisivo, ponendo al centro i procedimenti e i provvedimenti amministrativi. Ma in questo provvedimento resta un vulnus evidentissimo: la totale assenza di risorse, strumenti e nuovo personale. Il comma 4 dell’articolo 14 è chiarissimo: non è previsto neppure l’acquisto di un nuovo computer. Come si può pensare di modernizzare la pubblica amministrazione, di introdurre l’intelligenza artificiale e di migliorare i servizi senza investire nulla? È un paradosso, una vera e propria presa in giro nei confronti di amministratori e cittadini”.
"Oggi l'ennesima violenza sui convogli ferroviari. E' accaduta a Genova nei confronti di un capotreno e due addetti alla sicurezza nel treno regionale diretto a Savona.
Alle persone colpite tutta la mia vicinanza e solidarietà. Ma nello stesso tempo non posso non evidenziare che la gestione del traffico ferroviario continua a sfuggire di mano al Ministro Salvini.
Non solo per il cumulo di ritardi che rende sempre piu' complicato spostarsi, ma per i continui episodi di aggressione nei confronti del personale.
Chiediamo al Ministro dei Trasporti a che punto sono le misure promesse e piu volte annunciate.
Il Ministro non può continuare ad accampare scuse o ipotesi future, ci dica se e' stato fatto abbastanza per garantire la sicurezza dei lavoratori.
È inaccettabile che a chi lavora non vengano garantite le tutele necessarie alla propria incolumità", così la vicepresidente del gruppo PD alla Camera e componente Commissione trasporti Valentina Ghio in merito all'ennesima aggressione del personale ferroviario
Testo migliorato ma mancano ancora aspetti fondamentali a partire dalla tutela del lavoro
“Grazie alle pressanti richieste delle opposizioni il Ddl Intelligenza artificiale in discussione oggi in Aula è un testo che presenta miglioramenti e margini di intervento: il governo su nostra insistenza ha soppresso il comma 2 dell’articolo 6, che conteneva un generico obbligo di collocazione su server italiani senza però accogliere la nostra richiesta di qualificare e garantire adeguatamente la sicurezza dei dati strategici. Durante l’esame nelle Commissioni X e XI alla Camera sono stati inoltre approvati importanti emendamenti come quello a firma Ascani che prevede che per le azioni che l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale deve necessariamente portare avanti per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale sia data priorità a soggetti italiani ed europei. Una scelta strategica se vogliamo costruire un'effettiva sovranità digitale ed essere protagonisti di questa partita. Soddisfazione anche per l’approvazione degli emendamenti Casu e Peluffo: il primo richiama il ruolo dello Stato a sostegno del tessuto produttivo nazionale, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese che non possono essere lasciate sole a fronteggiare una sfida epocale; mentre il secondo stabilisce che non devono essere previsti obblighi ulteriori rispetto a quanto già stabilito a livello europeo, un principio questo indispensabile per evitare di appesantire la corsa allo sviluppo. Restano ancora aperti nodi cruciali come quello relativo alla sicurezza dei dati strategici, alla necessità di un'autorità unica e indipendente per l'intelligenza artificiale, al diritto d'autore. E soprattutto la questione della tutela del lavoro e dei lavoratori, assente nel provvedimento su cui dovremmo ancora confrontarci per governare questa rivoluzione e garantire che nessuno la subisca", così la vicepresidente della Camera, la democratica Anna Ascani insieme ai deputati del Pd delle commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera Ouidad Bakkali, Anthony Barbagallo, Andrea Casu, Paola De Micheli, Christian Di Sanzo, Valentina Ghio, Andrea Gnassi, Roberto Morassut, Alberto Pandolfo e Vinicio Peluffo.
“Vorremmo sapere a quale giustificazione vogliano appellarsi la presidente Meloni e il ministro Urso sull'andamento del prezzo del carburante cresciuto in modo esponenziale solo negli ultimi giorni. Al netto della situazione pericolosa della guerra in Medio Oriente e soprattutto nell'Iran, la benzina ha già sfondato la soglia psicologica dei 2,3 euro al litro in autostrada e si avvicina ai 2 euro nei self service. Non era forse Giorgia Meloni che annunciava l'abolizione delle accise? Che fine hanno fatto i cartelli obbligatori dei prezzi medi di riferimento nelle stazioni di servizio, volute dal ministro Urso? Il governo è assente ingiustificato”. Lo dicono in una nota i deputati Alberto Pandolfo e Anthony Barbagallo, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Attività Produttive e in Commissione Trasporti alla Camera.
“Alla vigilia delle vacanze estive di molti italiani – continuano i parlamentari - sarebbe necessario che il governo intervenisse seriamente e senza la solita propaganda che non porta a nulla. Oltre ad un pronto intervento sui prezzi, il governo deve dare un segnale forte per interrompere i fenomeni speculativi che sfruttano il conflitto e la possibile chiusura dello stretto di Hormuz che alimentano le variazioni al rialzo del prezzo dei carburanti. Se Meloni 'valuta', gli italiani pagano”, concludono Pandolfo e Barbagallo.
"Tra gli emendamenti segnalati dal gruppo del Partito Democratico al Decreto Infrastrutture, attualmente all’esame della Camera dei Deputati, c’è anche l’emendamento che prevede la gratuità del tratto urbano dell’A24. Un’iniziativa importante, sottoscritta da tutti i parlamentari romani e da tutti i componenti dem della Commissione Trasporti, a testimonianza di una volontà condivisa e trasversale di rispondere concretamente a un’esigenza sentita da migliaia di cittadini ogni giorno."
Lo dichiara in una nota Andrea Casu, deputato del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera primo firmatario dell’emendamento insieme ai parlamentari Pd Morassut, Barbagallo, Bakkali, Ghio, Ciani, Di Biase, Madia,
Mancini, Orfini, Prestipino e Manzi.
"Con questo emendamento – prosegue Casu – vogliamo dare un segnale forte e chiaro: la mobilità urbana deve essere accessibile, sostenibile ed equa. Garantire la gratuità del tratto urbano dell’A24 significa migliorare la qualità della vita di chi ogni giorno si sposta per lavoro, studio o esigenze familiari, alleggerendo il peso economico e incentivando un uso più efficiente delle infrastrutture già esistenti.
La presidente del consiglio Meloni, che quando era all’opposizione prometteva la gratuità, sia coerente e faccia approvare il nostro emendamento”.
“Stasera saranno chiusi contemporaneamente il traforo del Monte Bianco, il traforo del San Bernardo e il Fréjus. Altro che Ponte sullo Stretto, questo governo sta chiudendo le Alpi”. È quanto denuncia il Partito Democratico in un’interrogazione urgente promossa dal vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, Andrea Casu, e sottoscritta dalla capogruppo PD alla Camera, Chiara Braga, dai componenti dem della Commissione Trasporti Anthony Barbagallo, Ouidad Bakkali, Valentina Ghio e Roberto Morassut e dai democratici Toni Ricciardi e Silvia Roggiani.
“Notizie di stampa riferiscono che, a causa di concomitanti lavori di intervento programmati, tutti i collegamenti stradali attraverso i trafori di Italia, Francia e Svizzera saranno sospesi nella notte tra martedì 17 e mercoledì 18 giugno e in quella tra mercoledì 18 e giovedì 19 giugno” si legge nel testo dell’interrogazione.
“Si tratta di decisioni prese dai gestori dei vari tunnel, ma che, a parere dei deputati democratici avrebbero richiesto un coordinamento e un intervento anche da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”, si prosegue, sottolineando come la chiusura simultanea dei principali valichi “causi l’interruzione della continuità dei trasporti internazionali e danneggi pesantemente gli operatori del settore del trasporto passeggeri, oltre agli stessi utenti”.
Il Partito Democratico chiede quindi al Ministro Salvini “quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per scongiurare la chiusura contemporanea dei valichi alpini sopra indicati e quali iniziative intenda anche intraprendere per favorire una migliore programmazione, con una comunicazione chiara e tempestiva, affinché situazioni come quella sopra esposta non si ripetano”.
“Anche oggi guasti sulla rete e adesso a Termini caos totale con ritardi anche di 160 minuti e file interminabili dei passeggeri in attesa di avere informazioni e assistenza. Il fallimento di Meloni e di Salvini continua”. Lo scrive Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera sui canali social dei deputati Pd, pubblicando una foto che fa vedere l'attuale situazione di enorme disagio per i passeggeri alla Stazione Termini di Roma.

“Questi giorni di grande caldo stanno facendo ancor più male al ministro dei Trasporti. Salvini parla di tutto e lo fa a sproposito. È poco chiaro, anzi surreale accostare la sicurezza nazionale con il Ponte sullo Stretto. Qual è la connessione tra un'opera che sicuramente non rispetta i parametri della sicurezza ambientale e sismica, con la sicurezza nazionale?”. Così in una nota il deputato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti.
“Il peggior ministro d'Europa, per dire no a Bruxelles sul 5% del Pil per la difesa, usa la solita propaganda per la sua chimera di grandezza: il ponte sullo Stretto. Chiaramente i problemi dei siciliani che hanno un Tpl ridotto all'osso e grandi difficoltà nei trasporti e nelle infrastrutture verranno rimandati alla prossima campagna elettorale. Solo allora si ricorderà di loro, nel frattempo preferisce a vagheggiare su un ponte come opera militare”, conclude Barbagallo.
"Davide Gariglio è una figura di comprovata esperienza nel campo delle infrastrutture e dei trasporti, che saprà rilanciare la competitività del sistema portuale toscano, promuovendo investimenti strategici, innovazione e sostenibilità dei porti coinvolti a partire da Livorno e Piombino": è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani sul decreto di nomina del neo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale.
"I porti del Mar Tirreno Settentrionale rappresentano già un asset fondamentale per l’economia italiana; Davide Gariglio garantirà uno sviluppo integrato tra trasporto marittimo, ferrovia e logistica, con l’obiettivo di rendere il sistema portuale motore di crescita economica, occupazionale e ambientale per l’intera area del Mediterraneo": conclude.
“L'Italia naviga senza rotta, senza una visione dello sviluppo infrastrutturale in un'epoca di grandi cambiamenti. E’ ferma sulle sue gracilità e sulle sue debolezze. Si investe soprattutto grazie a quel Pnrr prima boicottato dalla destra e poi stravolto e rallentato. Ma, soprattutto, per il dopo Pnrr il governo non ha messo in campo alcuna strategia. Non c’è alcuna idea di futuro del Paese. Il sistema ferroviario e stradale si regge su una colonna vertebrale e sulle braccia, ma senza costole e senza gambe, per usare un'immagine tratta dalla fisiologia umana. Una colonna peraltro già sovraccarica che sta andando incontro al collasso. Il governo si è buttato sull'avventura Ponte sullo Stretto, un inghiottitoio di denaro pubblico a difesa del quale è stato approvato il decreto Sicurezza per vietare ogni protesta pacifica, cancellando tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione degli investimenti”.
Così il deputato democratico della commissione Trasporti, Roberto Morassut, intervenendo in Aula nella discussione delle mozioni sulle Infrastrutture.
“Cosa sta facendo il governo - ha aggiunto - per recuperare il gap di innovazione e modernizzazione tecnologica della rete ferroviaria? Prima si sono affacciati scenari di privatizzazione, poi immediatamente ritirati. Poi si annuncia una riforma sui porti, che però sparisce nel dimenticatoio, ma abbiamo capito che la vera intenzione era sintetizzata dalla parola magica della privatizzazione delle autorità portuali trasformate in Spa, con il seguito delle zuffe sulle nomine. Nel frattempo si è dato il via alla privatizzazione degli interporti, compromettendo la sovranità stessa del nostro Paese. Nessuna programmazione anche sul trasporto pubblico locale e sulla continuità territoriale. Due settori fondamentali il cui unico annuncio è stato l’aumento delle tariffe. Chiediamo - ha concluso - che il governo cambi rotta o, meglio, ne assuma una e coinvolga il Parlamento nelle scelte”.
“Lo stato di emergenza siccità è sempre più evidente nel Sud d'Italia ma, ciononostante, l'azione del governo per farvi fronte era e resta del tutto insufficiente. Sono necessarie misure urgenti e strutturali per dare soluzioni ora e per il futuro delle regioni meridionali, la Sicilia e la Sardegna. Non bastano le solite parole di circostanza o lo scaricabarile delle responsabilità. La trita narrazione che 'tutto va bene' o che la 'crisi climatica non esiste' è la risposta peggiore che si possa dare alle persone”. Così il deputato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti, durante il question time al ministro Musumeci sullo stato di siccità nel Sud d'Italia.
“Con l'estate alle porte - continua l'esponente dem - le copiose piogge invernali sono un vago ricordo perché la situazione degli invasi è addirittura peggiore dello scorso anno. Solo in Sicilia, le reti colabrodo dovute alle carenze infrastrutturali e ai pasticci amministrativi da parte della Regione e del Ministero dei trasporti, perdono milioni di litri d'acqua al giorno, creando forti preoccupazioni nella popolazione. Il Lago Arancio nell'agrigentino ha metà dell'acqua rispetto lo scorso anno. E il governo resta assente e continua a non dare risposte”, conclude Barbagallo.
“PNRR a rischio, lavoratori penalizzati e spazi di bilancio prosciugati. Il quadro tracciato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio demolisce pezzo dopo pezzo la narrazione di un’economia in salute, come cercano di raccontarci da tempo la Presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti. La realtà, purtroppo, è molto diversa. Le risorse dell’ultima manovra per abbassare l’IRPEF ai lavoratori dipendenti sono già state neutralizzate dall’inflazione dell’ultimo biennio, le speranze di crescita del Paese sono sempre più aggrappate alla piena attuazione di un PNRR che sembra irrealizzabile ogni giorno di più e per rispettare gli impegni internazionali sulla difesa o le promesse agli italiani sulla sanità, il governo Meloni, che ha già aumentato la pressione fiscale da quando si è insediato, sarà costretto ad aumentare ancora le tasse e a tagliare ulteriormente i servizi pubblici tra cui sanità e trasporti pubblico. È questa l’Italia di Giorgia Meloni, dopo appena due anni e mezzo di governo. Un Paese fragile che usa la carota con i ricchi e il bastone con gli ultimi”.
Così il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, in merito al rapporto dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio presentato oggi.
“Il tema delle infrastrutture e centrale per il futuro del nostro Paese. Ecco perché va garantito l’impegno di investire il 40% delle risorse al Sud, territorio sottoposto ad un pericoloso e ormai cronico ritardo. E’ necessario ribadire che non va assolutamente privatizzata Fs, anzi va mantenuta la centralità del controllo pubblico anche sulla gestione dei porti e degli interporti ed è fondamentale monitorare i cantieri del Pnrr ferroviario. Ritardi e negligenze non possono più essere tollerate. Con la nostra mozione chiediamo al governo di porre il trasporto pubblico locale al centro dell’azione di riorganizzazione dell’intero sistema. Ci sono regioni, come la Sicilia ad esempio, dove la causa principale della dispersione scolastica è dovuta ad un servizio che non è in grado neanche di far arrivare a scuola gli studenti. Sul Tpl non si scherza. Il governo deve impegnarsi con un investimento vero, solido, lungimirante, in grado di dare le risposte che i cittadini si attendono. Si tratta di uno snodo cruciale che restituirebbe valore alla nostra stessa democrazia”.
Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, intervenendo in Aula nella discussione generale sulla mozione Infrastrutture presentata dal Pd, con primo firmatario Roberto Morassut.