Oggi, accompagnata dalla consigliera provinciale Anna Spinnato, segretaria del PD di Valdobbiadene, ho visitato i territori di Valdobbiadene, di Vidor e di Pieve di Soligo, colpiti dal violento maltempo dei giorni scorsi. Ho potuto vedere di persona i danni che hanno subito le coltivazioni, sia di vite che di altre colture: così ingenti al punto che in alcune zone più esposte la grandine non ha più lasciato nemmeno una foglia. Ringrazio l'azienda vitivinicola Miotto per averci mostrato i danni che hanno subito. Ho avuto poi modo di incontrare e confrontarmi con il sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan, con cui ho condiviso la necessità che il Parlamento e il Governo diano risposte urgenti ai cittadini e alle Amministrazioni, relativamente ai ristori, in particolar modo per i danni subiti dalle auto e dalle case. Regione e Stato devono muoversi in fretta.
A Pieve di Soligo abbiamo visto i danni che la grandine ha fatto ad un liceo, l'Istituto Marco Casagrande, dove cinquanta finestre sono andate in frantumi. Per fortuna è successo in un periodo dell'anno in cui studenti e lavoratori non sono a scuola, perché altrimenti sarebbe stata una tragedia.
Ci tengo a dire, pur col massimo rispetto per ciò che è successo in altre zone del Paese, che non ci si può dimenticare del Veneto, che ha subito un durissimo colpo dalla grandine e dal vento, in ogni sua provincia. Per cui chiedo che le richieste del territorio vengano ascoltate, che qualsiasi richiesta venga dai sindaci, anche relativamente a specifici provvedimenti, venga ascoltata. Noi ci poniamo in pieno sostegno e daremo il nostro contributo in Parlamento perché la situazione della realtà del territorio della provincia di Treviso, e non solo, non venga trascurata.
Così la deputata del Partito Democratico Rachele Scarpa.
"Il fallimento del Governo nell'attuazione del Pnrr è accertato dalle notizie di oggi. Per rimediare agli errori si rinuncerebbe ai fondi per il dissesto idrogeologico. Dopo le tragedie di questi mesi e davanti agli effetti della crisi climatica sarebbe una scelta scellerata."
Lo scrive in un tweet la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“Grazie agli emendamenti del Partito Democratico al nuovo Decreto Pa alcuni importanti passi avanti per rafforzare e rinnovare la Pubblica Amministrazione attraverso lo scorrimento graduatorie, ma non ancora l’abolizione per tutti i prossimi concorsi dell’assurdo limite del 20% e del corso di validità di appena 6 mesi. Continueremo a batterci in Parlamento e nel Paese per consentire a una nuova generazione costretta ormai da troppo tempo in panchina di entrare in campo al più presto.”
Così su Twitter il deputato Pd Andrea Casu a seguito della votazione in Commissione sugli emendamenti al Decreto PA II presentati insieme a Simona Bonafè, Arturo Scotto, Piero De Luca e Augusto Curti.
"Solo due settimane fa il sottosegretario Delmastro aveva dichiarato nella risposta ad un question time in commissione che il governo era disponibile alla stabilizzazione, almeno di una parte significativa dei dipendenti dell’ufficio del processo. Ma oggi in commissione il nostro emendamento al DL PA2 per la stabilizzazione ha avuto parere contrario dello stesso governo che aveva promesso di lavorare alla stabilizzazione ed è stato bocciato dalla maggioranza. Presenteremo nuovamente questo testo e confidiamo che il governo faccia chiarezza con sé stesso e voti a favore della nostra proposta": è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Federico Gianassi, capogruppo in Commissione Giustizia di Montecitorio e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico.
"Da inizio Legislatura sosteniamo la necessità di valorizzare migliaia di dipendenti molto qualificati che ogni giorno lavorano, a supporto dei magistrati, per aiutare il sistema della giustizia a velocizzare i processi. Governo e maggioranza hanno sempre respinto le nostre proposte ma a parole si dichiarano pronti a lavorare per la stabilizzazione. Passino allora dalle parole ai fatti": concludono.
"Con un tempismo perfetto, con il paese in ginocchio a causa dei cambiamenti climatici e smentendo clamorosamente gli annunci della Premier Meloni su un nuovo piano idrogeologico, il Ministro Fitto ammette che sono uscite dal Pnrr misure per 16 miliardi di euro, dall'efficientamento energetico dei comuni fino al dissesto idrogeologico, dall'idrogeno alla gestione del rischio alluvione. Magari non sono negazionisti ma sicuramente irresponsabili ed incapaci": è quanto dichiara Simona Bonafè, vice presidente vicaria dei Deputati Pd.
“Gravi danni al Paese e soprattutto al Sud"
“Il Governo cala la maschera. Nell'ennesima cabina di regia certifica il fallimento di questi mesi, annunciando un taglio di progetti di investimenti pari a quasi 16 miliardi di euro del Pnrr. Questo dato già di per sé drammatico è aggravato dal fatto che gli interventi destinati a saltare riguardano in particolare la lotta al dissesto idrogeologico, la valorizzazione del territorio e la rigenerazione urbana. Progetti rivolti ai piccoli comuni, soprattutto nel Mezzoggiorno. Proprio il Sud rischia poi di essere ulteriormente penalizzato qualora il Governo provasse a recuperare alcuni investimenti in tutto il Paese attingendo alle risorse dei fondi strutturali o degli FSC che sono invece destinate prevalentemente allo sviluppo del meridione per progetti supplementari rispetto a quelli del Pnrr. Noi abbiamo dato disponibilità ad un confronto, ma il Governo rifiuta il dialogo e con la sua incompetenza sta portando il Paese nel baratro”. Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche UE.
"Le operazioni di smantellamento di alcuni settori della fabbrica eseguite senza alcun rispetto per l'ambiente e per la comunità cittadina sono l'ennesima conferma della incapacità di Jsw di poter garantire il rilancio del sito produttivo di Piombino ed il mantenimento degli attuali livelli occupazionali": è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera.
"All'azienda è stato concesso tutto da un governo superficiale che ha favorito una multinazionale attenta solo al profitto e che non ha rispettato i patti: proroga delle concessioni demaniali e 1,4 miliardi euro di commesse pubbliche senza aver mantenuto gli accordi assunti con gli enti territoriali e senza aver presentato un piano industriale credibile. Tutto questo nell'assoluto immobilismo dell'amministrazione comunale che ancora pochi giorni fa parlava di nuovi accordi con Jsw e che è stata completamente sorda agli allarmi sulle demolizioni lanciati dalle organizzazioni sindacali. Un’amministrazione assolutamente non in grado di indirizzare i processi produttivi territoriali. Ribadirò questi concetti lunedì prossimo al tavolo di crisi che si terrà al ministero delle Imprese e del Made in Italy": conclude Marco Simiani.
“La transizione ecologica sarà un bagno di sangue”, ha ripetuto la destra in questi anni. Ecco, Ministro, il bagno di sangue c’è già, ed è il frutto della mancata e tardiva transizione e lotta alla crisi climatica. Abbiamo apprezzato le sue parole contro il negazionismo, sulla “tropicalizzazione”. Meglio tardi che mai. Ma non deve dirlo a noi, lo dica ai suoi colleghi di partito e di governo. Alla Premier che solo qualche settimana fa diceva che la sua priorità era “fermare il fanatismo ultraecologista”. Oggi è lo stesso Ministro dell’Ambiente Pichetto a metterne in dubbio l’origine antropica dei cambiamenti climatici. Siete semplicemente imbarazzanti. Dovremmo riconoscerci tutti nelle parole del Presidente Mattarella, che ieri ha lanciato l’allarme all’Europa sull’emergenza climatica con la Presidente della Grecia perché il Mediterraneo è l’hot spot della crisi climatica. Non una volta la Presidente Meloni ha posto la questione. Ma cosa parlate a fare di Mediterraneo se non parlate di questo? È questa la minaccia alla nostra vita quotidiana.
Cosa ha fatto fin qui per aiutare la Sicilia, i comuni colpiti? Lo stato di emergenza lo abbiamo chiesto noi, ma non basta. Perché si tratta di far fronte a fenomeni sempre più violenti ma sempre più ordinari: si tratta di predisporre un grande piano strutturale di prevenzione e di messa in sicurezza del territorio, di mitigazione e di adattamento al mutamento climatico. Servono investimenti, nuove infrastrutture sostenibili. E proprio mentre lei in quest’Aula ci chiede unità, in un’altra stanza del governo stanno saltando tra i 16 e i 19 miliardi del PNRR destinati proprio alla gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico. Una scelta non solo dannosa, ma pericolosa. Avete capito, non tutti, che il problema del cambiamento climatico esiste. Ma quando capirete che siete in ritardo? Siete il governo e dovete dare risposte ora.
Così Peppe Provenzano, della segreteria nazionale del Pd, intervenendo alla Camera durante l’informativa del ministro Musumeci.
Ci vuole davvero coraggio a eliminare dal PNRR più della metà dei fondi destinati alla lotta al dissesto idrogeologico e tagliare progetti per le infrastrutture ferroviarie. È un insulto a un Paese sconvolto dagli eventi di questi giorni, dalla Lombardia alla Sicilia, all’Emilia Romagna e a territori colpiti dalle ultime alluvioni. L’esatto opposto di quello che servirebbe per accelerare la messa in sicurezza del territorio e contrastare il cambiamento climatico che è sotto gli occhi di tutti e colpisce soprattutto i più fragili. È un insulto al Mezzogiorno del nostro Paese che si vede tagliare progetti che servivano a ridurre i divari del nostro territorio. Siamo di fronte ad un governo davvero senza vergogna, che continua a negare l’urgenza della crisi climatica e le disparità tra Nord e Sud. Meloni fermi la scelta scellerata del suo Ministro, che contraddice le sue stesse promesse. Perché cancellare queste risorse significa voltare le spalle a un Paese che ha invece bisogno di risposte concrete e rapide.
Lo dichiarano i capigruppo del Pd di Camera e Senato Chiara Braga e Francesco Boccia.
“Sulle emergenze legate ai recenti eventi calamitosi, pure dal ministro Musumeci, ascoltiamo parole di circostanza che mal si conciliano con l'esigenza di operare subito e rimettere in moto la vita di famiglie ed imprese. Passano i giorni e i mesi e si continua ad ascoltare che sono in corso ricognizioni e quantificazioni delle esigenze. In realtà Regioni, Comuni e portatori di interesse, hanno fin dai primi istanti, a cominciare dalla Romagna, presentato un piano delle opere e degli interventi, con relative richieste di ristori. Il governo perciò esca dalla fase dell'ipocrisia e della politicizzazione delle tragedie, e dica se ritiene le previsioni di spesa plausibili oppure ritiene esagerate quelle cifre. E per rispetto di quei territori Musumeci vada in aula quando si discutono i decreti per rispondere ai territori colpiti non solo per fare da scudo ad improbabili ministre”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari.
SALARIO MEDIO UNDER 35 DI 850 EURO, COME SI PROGRAMMA FUTURO?
"Abbiamo assistito a uno scontro politico vero, che ha visto finalmente in campo un'operazione di verità. Sono emerse con forza e con chiarezza due idee differenti di Paese, due idee legittime, ma differenti. Qualcuno ritiene che avere portato la destra ad affrontare finalmente un tema serio, e non le sole operazioni di propaganda cui siamo abituati in questi mesi, aver portato la destra ad affrontare questa discussione, sia già una grande vittoria politica, e, in parte, è vero. Ma per noi, per il Partito Democratico, il tema è molto più grande. Il tema è, innanzitutto, risolvere e migliorare le condizioni di vita di oltre 3 milioni di italiani, che non sono bandierine, come qualcuno da destra ha detto stamattina, ma lavoratori, spesso sfruttati; sono persone che hanno difficoltà ad affrontare il presente e immaginare un futuro; lavoratori che, però, come abbiamo detto, sono poveri. Voi avete scelto di non vederli, di classificarli come invisibili". Lo ha detto il deputato e membro della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino, nel suo intervento alla Camera nel corso della discussione generale sulla proposta di legge per il salario minimo.
"Noi, come Partito Democratico, il primo giorno di questa legislatura, abbiamo presentato una proposta di legge sul salario minimo, provando a dar loro una voce. E oggi siamo qui, con un lavoro e una proposta unitaria di tutte le opposizioni. Un lavoro - ha spiegato l'esponente dem - contro il quale la maggioranza si è scagliata, prima dicendo che salario minimo non serviva, poi definendolo una misura assistenzialista; successivamente, è stato presentato un emendamento soppressivo di tutta la nostra proposta di legge (quell'emendamento non è stato mai ritirato), poi ci si è avventurati con questa strampalata storia dell'Unione Sovietica, salvo poi scoprire che il salario minimo esiste nei principali Paesi europei; infine, vi presentate qui, oggi, ribadendo la vostra contrarietà. Ma, nonostante la vostra contrarietà, non potete eludere la questione. Una questione che esiste, perchè il lavoro povero, in questo Paese, esiste, e voi, su questo, fino ad ora, non avete fatto nulla. Non ci si rende conto che al Sud il 25 per cento dei lavoratori, com'è emerso nelle anticipazioni del rapporto Svimez, guadagna meno di 9 euro l'ora, che, in Italia, il salario medio di un under 35 è di 850 euro al mese. Come può un ragazzo, con 850 euro al mese, pensare di programmare il futuro e di organizzare il presente? È impossibile. In pochi mesi, sono diminuite le risorse per combattere la povertà, sono aumentati i voucher, sono aumentati i contratti a termine e, quindi, anche la precarietà - ha ricordato Sarracino - e non si ha uno straccio di proposta sulla vera emergenza del Paese: quella salariale. Parlate di salario ricco. E come lo fate? Come si fa? Con il taglio del cuneo fiscale, che, fra qualche mese, sparirà? Per noi il momento di di affrontare questo tema non è domani, non è settembre, ma oggi".
“Ogni evento calamitoso si porta dietro un’alluvione di parole, di piani, di commissari, di programmi. Sempre più spesso, purtroppo. Il ministro Musumeci ha ben rispettato questa tradizione con un intervento che si può definire ‘Fiumi di parole’, per ricordare una bella canzone di qualche anno fa. Purtroppo, però, i fiumi veri che esondano non si fermano con le parole. La fragilità italiana si affronta spendendo i tanti soldi non spesi applicando le procedure accelerate che esistono ma non sono applicate perché non ci sono le necessarie competenze nei Comuni, nelle Province e nelle Autorità di distretto: geologi, ingegneri idraulici, geografi. Competenze che oggi si contano con il lumicino”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Servono unità operative decentrate - continua l’ex Sottosegretario all’Ambiente - che agiscano per la prevenzione e l’adattamento in modo ordinario e non in concomitanza con gli eventi. Purtroppo il sistema degli enti locali italiani è estremamente frammentato e non può reggere la potenza degli eventi naturali. Se questo Paese vuole sopravvivere nel confronto implacabile con la natura, occorre accorpare comuni, province e regioni. E si deve iniziare a farlo nelle politiche sul dissesto idrogeologico. Ma la politica preferisce ancora ‘Fiumi di parole’ che travolgono tutto”.
"Caro Roberto Saviano, la Rai ha deciso di cancellare la tua trasmissione. Così facendo, ha voluto punire te - reo di aver usato nei confronti di Salvini delle espressioni ritenute non in linea con il codice etico dell'azienda - e al contempo ha anche oscurato il tema della mafia. A rimetterci saranno coloro che hanno interesse a informarsi. Ma è la stessa Rai a perderci la faccia, avendo scelto non di stare dalla parte del proprio pubblico, bensì di dare soddisfazione al potente di turno". Lo scrive su Twitter Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e Presidente del Comitato Permanente della Camera sui Diritti umani nel mondo.
"Secondo fonti di stampa più della metà dei fondi Pnrr destinati alla lotta al dissesto idrogeologico e per l’efficienza energetica dei comuni saranno eliminati perché non si riescono a spendere. Il Ministro Fitto deve chiarire immediatamente se è vero che di fronte ad alluvioni, frane e nubifragi violentissimi il Governo rinunci a 1,3 miliardi di risorse per mettere in sicurezza il territorio. Sarebbe una scelta inaccettabile per i cittadini e per tutto il Paese".
Così la deputata Pd Silvia Roggiani.
"Oggi in discussione generale e con votazioni mercoledì 2 agosto la Camera dei Deputati sarà chiamata a pronunciarsi sulla Mozione a mia prima firma sulle motivazioni della sentenza di primo grado del cosiddetto processo ai mandanti della strage dell 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna. Una sentenza di grande valore che mette in rilievo il ruolo della loggia massonica P2 e di settori deviati dei servizi segreti nel finanziamento e nell’organizzazione della strage e nelle azioni di despitaggio.
Nella Mozione chiediamo al Governo, fermo restando il diritto sancito dalla Costituzione alla presunzione di innocenza nei confronti delle singole persone coinvolte fino ad eventuale condanna definitiva e al pieno rispetto delle garanzie per gli imputati, di adottare tutte le iniziative volte a garantire, per quanto di competenza, lo svolgimento sereno e senza interferenze dei processi, ancora non conclusi, riguardanti la stagione stragista che ha insanguinato l'Italia e ha visto collaborare insieme neofascisti, logge massoniche segrete ed agenti infedeli degli apparati di sicurezza.
Chiediamo inoltre che il Governo ponga in essere tutte le iniziative opportune affinché prosegua proficuamente, in collaborazione fattiva e trasparente con i rappresentati delle associazioni, l'attività di desecretazione degli atti delle stragi che hanno segnato la storia recente del nostro Paese, superando le criticità riscontrate in passato, anche attraverso una semplificazione normativa, il finanziamento degli interventi necessari per consentire la gestione, la ricerca e la consultazione corretta ed efficace dei documenti digilizzati".
Così Andrea De Maria, deputato PD