Libero: Ferranti, istigare violenza non è metafora è reato
Il quotidiano ‘Libero’ oggi “ha superato ogni limite, il titolo contro Matteo Renzi è pura irresponsabilità. Istigare all’odio e alla violenza non è una metafora, è un illecito penale”.
Il quotidiano ‘Libero’ oggi “ha superato ogni limite, il titolo contro Matteo Renzi è pura irresponsabilità. Istigare all’odio e alla violenza non è una metafora, è un illecito penale”.
"L’edizione odierna di Libero sarebbe da prendere e gettare in un camino acceso: ce lo consentono sia le temperature piuttosto rigide che il ribrezzo per un quotidiano che si permette di utilizzare toni così ripugnanti e violenti. Oltre all’indegna prima pagina di oggi, ciò che lascia ancor più basiti è l’ostinata difesa promossa online dal quotidiano che tenta di spostare l’attenzione sulla sconfitta elettorale maturata dal PD in Sicilia.
La vice presidente della Camera su Twitter: titolo 'Libero' inaccettabile e pericoloso
“Ma che titolo è? Linguaggio violento istiga alla violenza! Inaccettabile e pericoloso: propongo di togliere da tutte le rassegne stampa i giornali che usano espressioni di odio e volgarità”.
La vice presidente della Camera, Marina Sereni, dopo il titolo di 'Libero' sul segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, lancia in su Twitter una proposta.
“Prima chiede un confronto televisivo a Matteo Renzi, poi si nega smascherando un bluff imbarazzante. Di Maio si conferma un leader improvvisato, sempre pronto a provocare e poi a fuggire di fronte ad un confronto pubblico che lui stesso aveva chiesto.
La paura di trovarsi impreparato perché incapace di argomentare i contenuti dei tanti e improbabili annunci a 5 stelle appare evidente. Gli elettori meritano esponenti di ben altro spessore a rappresentarli. Il populismo che siamo chiamati ad arginare passa anche e soprattutto da qui.” Lo afferma Federico Gelli, deputato del Pd.
"Sembra una telenovela. E visto che il tema è un confronto TV il paragone ci sta tutto. Ora Di Maio ha di nuovo cambiato idea e pare che, fuggito da un confronto con Renzi che lui stesso aveva sfidato, abbia optato per la più rassicurante poltrona di Fabio Fazio. Sulla Rai, in prima serata. Insomma aveva ragione un amico che mi aveva detto "scommettiamo che gli spiegheranno che Renzi lo asfalta e alla fine annulla?"
Aveva ragione… #dimaioscappa"
Post su Fb di Ettore Rosato , presidente deputati Pd
"Vorrei tranquillizzare Luigi Di Maio, che dopo aver saputo del nuovo avviso di garanzia notificato a Chiara Appendino, ha deciso di annullare il faccia a faccia televisivo con Matteo Renzi. Il Pd resta un partito garantista, a differenza del M5S che, nonostante i numerosi esponenti sotto indagine ed un codice etico incoerente, costringe alle dimissioni soltanto i collaboratori".
È quanto dichiara Silvia Fregolent, vice presidente dei deputati Pd.
“Spero che il confronto televisivo tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio avvenga sulla Rai”. Lo dichiara Sergio Boccadutri, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Vigilanza Rai.
“Si tratta di un evento la cui assoluta rilevanza sul piano politico rende importante un contesto il più possibile istituzionale. In questo senso il servizio pubblico rappresenta la sede più appropriata per lo svolgimento del confronto”, conclude.
È stata una giornata ricca di contenuti e di scambi di idee. Una occasione di democrazia, per parlare del nostro futuro, del futuro del Paese.
" Prendo Renzi in parola perché condivido quello che ha affermato oggi: allarghiamo le maglie dell'APE sociale e mettiamo degli incentivi 'tosti' per le nuove assunzioni. Con alcune precisazioni: per quanto riguarda gli incentivi va bene che siano 'tosti', ma a condizione che siano strutturali. Superiamo il modello Jobs Act dell'incentivo-spot che ha dimostrato di essere solo parzialmente efficace". Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
“La giornata tutta marchigiana di Matteo Renzi, con la fermata del treno di #destinazioneitalia in più citta della nostra regione, è una proficua occasione per ascoltare le Marche vere, quelle della solidarietà, dell’impresa, della cultura, del lavoro, quelle che vogliono ripartire dopo il terremoto”. Lo dichiara Emanuele Lodolini, deputato del Partito democratico.