24/11/2022 - 13:58

“Sul tema della modifica del reato d’abuso d’ufficio e dell'attuale regime di responsabilità penale per i sindaci, la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, metta a frutto il lavoro e le riflessioni già svolte in Parlamento. Anche in questa legislatura, abbiamo presentato una proposta di riforma complessiva. Si parta da qui. Se così sarà, troverà il Partito Democratico disponibile a rendere più ragionevole e preciso il quadro normativo esistente che grava sui sindaci nel nostro Paese. A fronte del loro ruolo difficile e complesso, i primi cittadini sono oggi soggetti a un regime di responsabilità penale troppo ampio e dalle sfumature indefinite, che molto spesso si estendono molto oltre le loro prerogative dirette. Questa situazione ha creato ormai da anni un vero e proprio terrore della firma e un clima di burocrazia difensiva che paralizza in tanti settori lo sviluppo delle comunità. Si tratta di criticità condivise pressoché da tutte le forze politiche. E’ necessario porvi rimedio proprio in questa fase molto delicata per l’Italia, in cui ci troviamo alle prese con la piena attuazione del Pnrr. I sindaci e più in generale tutti gli amministratori locali dovranno infatti dare il loro massimo contributo per attuare e realizzare migliaia di progetti decisivi per il futuro dei territori”.

Così Piero De Luca, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.

24/11/2022 - 12:45

“Un ragazzo in difficoltà prima lo giudicano inadatto per il merito, poi lo espellono dal sistema, gli tolgono il reddito, così finisce nel giro della criminalità, lo umiliano perché ‘aiuta a crescere’. Questa è la scuola immaginata dal ministro Valditara? Una scuola punitiva e repressiva che umilia, soprattutto, i più indifesi? Per noi l’istruzione deve essere inclusiva, democratica, combattere le disuguaglianze e sostenere i più fragili. La scuola prevista dalla Costituzione. Sono davvero sconcertanti le parole del ministro. La scuola non è un carcere che deve riabilitare, ma un luogo dove consentire a tutti di crescere e formarsi”.

 

Così la capogruppo in VII commissione alla Camera e responsabile Scuola del Pd, Irene Manzi.

24/11/2022 - 12:25

"L’Avviso prot. n. 137 del 4 ottobre 2022 della Direzione Generale Incentivi Energia del Ministero relativo alla concessione di contributi a fondo perduto per la realizzazione di interventi di efficienza energetica anche tramite interventi per la produzione di energia rinnovabile negli edifici delle Amministrazioni comunali penalizza fortemente la Capitale e le città più grandi del paese che devono essere la locomotiva della transizione ecologica.  All’art. 3.2 di detto Avviso si stabilisce che ogni Amministrazione Comunale può presentare al massimo cinque istanze di contributo; in questo modo la Capitale pesa come il comune più piccolo d'Italia, una limitazione del tutto irragionevole poiché non tiene conto della diversità strutturale del patrimonio edilizio dei Comuni che possono presentare istanza per accesso al contributo. Ed infatti si finisce per assoggettare al medesimo trattamento Comuni dalle dimensioni molto ridotte e quelli più grandi (come ad esempio le città metropolitane) in cui vi sono migliaia di edifici che necessitano di interventi di riqualificazione energetica. Particolarmente grave è l’impatto di detta limitazione nel caso di Roma Capitale che si trova a dover ripartire le cinque istanze tra i suoi quindici municipi; si pensi solamente agli edifici scolastici dove vi sono 1490 scuole dell’infanzia, 891 elementari, 389 medie e 528 superiori. Mettere tutti i Comuni sullo stesso piano va sicuramente a penalizzare la grandi città e le Città Metropolitane. Per questo chiediamo che il ministro Pichetto Fratin intervenga affinché l’accesso ai contributi suddetti avvenga in base a criteri che considerino la dimensione del patrimonio edilizio sui cui intervenire, evitando le lamentate distorsioni al fine di rendere effettive le politiche di efficientamento e riqualificazione energetica che i Comuni sono chiamati a perseguire". Lo dichiara Andrea Casu, deputato e segretario romano del Pd, primo firmatario dell'interrogazione depositata insieme al capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani e a tutti i deputati e le deputate romani del gruppo Pd Italia Democratica e progressista Zingaretti, Ciani, Di Biase, Madia, Mancini, Morassut e Orfini.

24/11/2022 - 12:16

“Hanno gettato la maschera: vogliono colpire la sanità pubblica. Nel loro programma elettorale, il Sistema Sanitario Nazionale non era nemmeno citato e con la Legge di bilancio si inizia a capire perché. Da quello che emerge, siamo di fronte all'ennesimo attacco della destra alla sanità pubblica. Liste di attesa, costi straordinari delle regioni per emergenza Covid, medicina di base, sovraccarico dei pronto soccorso. Delle criticità che vivono gli italiani sulla propria pelle, nella Legge di bilancio non c'è traccia. Inoltre, gli sbandierati due miliardi in più erano già previsti dalla precedente manovra, e 1,4 sono vincolati per il caro bollette, Quindi, nessun stanziamento aggiuntivo è stato fatto. Come se la pandemia non avesse insegnato niente. Come se l’emergenza di questi due anni non ci avesse insegnato che avere un sistema sanitario forte ed efficiente è l’unica arma per poter affrontare in futuro ulteriori crisi. Mancano medici di base, pediatri, le regioni sono in grande sofferenza a causa della pandemia e del peso di questi anni. In tutto ciò, la destra si pone l'obiettivo di svilire il sistema sanitario nazionale, con la conseguenza che solo chi potrà permetterselo ricorrerà ai privati per curarsi. L'Italia è sotto la media Ue di 12,7 miliardi di euro, ci batteremo per aumentare i finanziamenti alla sanità pubblica e garantire il diritto alla salute a tutti gli italiani che la destra vuole colpire”.

 

Così il capogruppo dem in commissione Affari sociali, Marco Furfaro.

24/11/2022 - 10:50

“Il governo gira le spalle alla sanità pubblica. Meno fondi nella Legge di bilancio che non coprono nemmeno il buco Covid e il caro energia. Ci rimetteranno i servizi. Si allungheranno le liste d'attesa. A rischio Case e Ospedali di Comunità. Corsie senza i sanitari necessari”.

Così il deputato dem della commissione Bilancio, Silvio Lai, su Twitter.

23/11/2022 - 20:24

“Costruire una nuova agenda di opposizione in raccordo con le federazioni provinciali, con il territorio, i dipartimenti regionali per fare emergere le evidenti contraddizioni di questo governo regionale”. Lo ha detto il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, aprendo i lavori della nuova segreteria regionale riunitasi questo pomeriggio in modalità ibrida.

Ai lavori ha partecipato anche il neo capogruppo del PD all’Ars, Michele Catanzaro, che ha ribadito l’importanza del raccordo col la segreteria manifestando “piena disponibilità a collaborare”.

Presenti tutti i componenti della segreteria a partire dal coordinatore Alfredo Rizzo.

L’agenda di opposizione è stata la parola d’ordine dei lavori della segreteria regionale per cui in raccordo con i dipartimenti del partito, le federazioni, i parlamentari, i sindaci e gli amministratori, verrà definito un documento quanto più incisivo e dettagliato possibile e coerente con i valori e i principi dello statuto del Partito Democratico.

23/11/2022 - 18:50

"La boutade del Ministro dell’Istruzione sul reddito di cittadinanza da togliere a chi non ha il diploma è assurda ma è anche sintomo di un atteggiamento punitivo verso chi ha più difficoltà. Alla guida di un dicastero che dovrebbe avere l’assillo di includere, di aiutare chi non riesce, di rimuovere le difficoltà che lasciano indietro, c'è chi sceglie -invece- di proporre di escludere. È un modello che ci preoccupa e che combatteremo". Lo dichiara in una nota la capogruppo Pd in commissione Cultura, Irene Manzi

23/11/2022 - 17:26

“Mentre celebriamo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il nostro pensiero va alle donne iraniane che con coraggio stanno rischiando la vita e ci ricordano che la lotta per i diritti delle donne corrisponde alla lotta per la libertà di tutti gli esseri umani.

Nonostante i molti sforzi messi in atto, non possiamo però ancora oggi apprezzare una riduzione dei casi di violenza sulle donne. Alla base di questi, come ci dimostra la cronaca quotidiana, c’è il permanere di un fondamento culturale che vede l’uomo in posizione dominante.

Guardando al passato, dobbiamo ricordare, per esempio, i casi di ragazze come Simonetta Cesaroni, Emanuela Orlandi, Mirella Gregori. Casi su cui abbiamo chiesto una commissione di inchiesta perché legate a risvolti profondi e oscuri nella storia della nostra Repubblica.

Il tema di questa Giornata ci chiama alla compattezza. Per questo abbiamo lavorato per giungere all’approvazione di una mozione unitaria e siamo dispiaciuti per il fatto che, nonostante i nostri sforzi, non è stato possibile giungere ad approvare un testo di tutta la Camera per la irremovibile distinzione di un Gruppo. La lotta contro la violenza sulle donne non deve conoscere divisione.

Nell’ultimo decennio abbiamo compiuto un ampio sforzo per togliere il brodo di cultura della violenza che prospera anche grazie al gender gap: un passo avanti si può ottenere grazie alla parità salariale e anche il Pnrr è una grande occasione per intervenire sulle diseguaglianze che colpiscono le donne.

Come Pd siamo stati protagonisti delle battaglie contro la violenza sulle donne e intendiamo rafforzare il nostro impegno richiamando le parole di una grande personaggio come Ghandi che diceva: ‘Se la non violenza è il futuro della nostra esistenza e la via della salvezza dell’umanità, allora il nostro futuro è con la donna”.

Lo ha detto, fra le altre cose, nella sua dichiarazione di voto in Aula alla Camera il deputato democratico Roberto Morassut.

23/11/2022 - 16:12

Riattivare Comitato Tecnico faunistico venatorio

“L’allarme per i fatti di cronaca e gli accadimenti drammatici che hanno riguardato persone e territori a causa dell’abnorme presenza di cinghiali devono meritare l’assunzione da parte del governo di attenzione e decisioni rapide e risolutive, anche attraverso atti normativi immediati, poiché solo nell’ultimo anno si sono contate 13 vittime e 261 feriti gravi. In dieci anni il numero degli incidenti gravi con morti e feriti causati da cinghiali e altri animali selvatici è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali”.

Così il capogruppo dem in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari, nel corso del Question time alla Camera replicando al ministro Francesco Lollobrigida.

“Un allarme aggravato dal fatto - ha aggiunto il deputato del Pd - che i cinghiali in diverse regioni sono stati colpiti dalla peste suina, altamente contagiosa. Dunque, occorre agire con immediatezza. Tutti gli assessori regionali all’Agricoltura hanno chiesto lo sblocco del decreto interministeriale di competenza di Mite e ministeri della Salute e dell'Agricoltura, approvato due mesi fa in conferenza delle regioni, del quale però non si è più saputo nulla. Prevedeva l’ampliamento del periodo di prelievo del cinghiale e la possibilità da parte delle regioni di effettuare piani di controllo e selezione. Se vogliamo parlare di transizione ecologica non possiamo non considerare biodiversità e tutela e gestione della fauna selvatica. Per questo è importante riattivare il Comitato Tecnico faunistico venatorio, luogo di incontro tra portatori di interesse, ricerca scientifica e istituzioni a tutti i livelli. In quella sede si possono esaminare criticità, risultati e proposte per il Legislatore. E’ in quella sede - ha concluso Stefano Vaccari - che la legge 394 su fauna e parchi e 157 sulla caccia debbono trovare un anello di congiunzione e di verifica”.

23/11/2022 - 16:12

“Il Reddito di Cittadinanza è una misura di politica attiva e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale. Gli attacchi a questa misura da parte del governo di centrodestra sono sempre più aggressivi e insistenti ed a farne le spese per primi sono migliaia di giovani tra cui i cosiddetti “care leavers” ovvero i ragazzi e le ragazze che, divenuti maggiorenni, escono dalle strutture che li hanno presi in carico e provano un faticoso percorso di autonomia.

In un messaggio dell'Inps, del 14 ottobre 2022, si legge che “in esito alle verifiche centralizzate svolte dalla Direzione Centrale Antifrode d’intesa con la Direzione scrivente, è emerso uno specifico rischio di frode in relazione alle dichiarazioni contenute in DSU da parte di soggetti maggiorenni, di età inferiore ai 26 anni, ai fini del riconoscimento del Rdc come nuclei monocomponenti”. In più in base alla legge 26/2019, “il figlio maggiorenne non convivente con i genitori fa parte del nucleo familiare dei genitori quando è di età inferiore a 26 anni, è nella condizione di essere a loro carico a fini IRPEF, non è coniugato e non ha figli”. Sulla base di questa norma, afferma l'Inps, “in presenza delle condizioni indicate” è impossibile, per il richiedente del Rdc, costituire un nucleo familiare a sé. Eppure, “è stato individuato un insieme di percettori RdC che hanno dichiarato un nucleo familiare monocomponente e di trovarsi quindi nelle seguenti condizioni: essere maggiorenni, di età inferiore ai 26 anni; non essere conviventi con i propri genitori; non essere coniugati; non avere figli”. Ma sulla base delle informazioni fornite al sistema ISEE da Agenzia delle Entrate, “risulta che i medesimi percettori non dispongono di un reddito familiare superiore ai 4.000 euro (per i soggetti maggiorenni di età inferiore ai 24 anni), o superiore ai 2.840,51 euro (per i soggetti tra i 24 e i 26 anni)”.

Di fatto, in presenza di queste condizioni, non si ha diritto al dispositivo di Reddito di cittadinanza. Tanto che l'Inps ha ordinato che “si procederà a partire dalla rata del mese corrente a sospendere a livello centrale l’erogazione della prestazione. Questo è inaccettabile per ragazzi che hanno vissuto anche per molti anni in casa famiglia. Parliamo di ragazzi di 18 anni, che per legge devono uscire dalle strutture e si ritrovano soli e senza un supporto. Sono giovani che andrebbero sostenuti e accompagnati in questo percorso e invece sono proprio loro, ingiustamente, i primi colpiti da questo provvedimento. Abbiamo presentato un’interrogazione al governo affinché metta da parte il livore classista contro il reddito di cittadinanza e intervenga subito per restituire a questi ragazzi quello che è semplicemente un loro diritto. Il diritto ad un futuro senza condizioni”.

Lo dichiarano in una nota Paolo Ciani, segretario di commissione in Affari sociali e Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione Affari sociali.
 

23/11/2022 - 13:35

“Ci avviciniamo alla giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne in un quadro che è desolante, in Italia e nel mondo e rispetto al quale dobbiamo irrobustire la nostra azione in modo unitario e trasversale, affermando che il raggiungimento della parità di genere è un obiettivo ineludibile e che ogni volta in qualunque luogo, nelle nostre città, nel mondo, si verifica un'azione di discriminazione, la politica, le istituzione e l’opinione pubblica devono reagire con forza e con coraggio. Passi in avanti sono stati fatti. Ma se da un lato dobbiamo difendere i diritti che faticosamente anche il legislatore ha affermato e che abbiamo conquistato da istinti retrogradi e conservatori, che ci sono e che ci saranno, dall’altro dobbiamo continuare a percorrere la strada che è stata intrapresa per dare piena attuazione ai principi su cui si fonda la parità di genere e al contrasto della discriminazione della violenza e di genere”. Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia, intervenendo durante la discussione generale sulle mozioni per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“Se noi vogliamo combattere davvero – ha concluso Gianassi - in modo trasparente, unitario, trasversale, la battaglia per affermare la parità di genere, dobbiamo avere il coraggio, come forze politiche, di affermare che il contributo che i partiti, i leader politici danno può e deve essere decisivo. E senza un contributo forte nessuna vittoria può essere definitivamente conquistata. Per questo pensiamo che questo tema sia un tema che il Parlamento deve assumere fin dall'inizio della legislatura, che il governo si debba impegnare ad assumere degli impegni precisi e puntuali su questo tema. In particolare, con la nostra mozione abbiamo chiesto di difendere i diritti conquistati e di dare piena attuazione alla legislazione in materia di prevenzione delle discriminazioni di genere, di protezione delle vittime, in particolare investendo robuste risorse per sostenere il lavoro importante dei centri antiviolenza che in collaborazione con i Comuni e con le Regioni, ogni giorno aiutano le vittime di reato e offrono strumenti anche per prevenire comportamenti scorretti. Occorre combattere anche fuori dai confini nazionali perché l’italia sia sempre protagonista in Europa e nel mondo per l'affermazione ineludibile del principio della parità di genere”.

23/11/2022 - 13:34

“Dal 1° gennaio al 20 novembre di quest’anno sono state 104 le donne uccise, di cui 88 in ambito familiare o affettivo, e 52 sono state uccise dal partner o dall'ex. La metà delle donne uccise quest’anno sono state uccise con un’arma letale: il presupposto malato di un diritto al possesso del corpo della donna. Non, come spesso leggiamo in un’inaccettabile narrazione mediatica che assume il punto di vista del carnefice, da un raptus, non da folle gelosia o amore disperato, no: dal patriarcato. E’ un dato incontrovertibile: la violenza sulle donne nella società patriarcale non è episodica, è strutturale. Per contrastarla è necessario agire in modo sistemico su più fronti, quello normativo, preventivo, culturale, economico, a partire dal sostegno ai centri antiviolenza e le case rifugio e da un impegno che inizi prima che sia troppo tardi per sradicare il pregiudizio sessista: già sui banchi di scuola, con un grande investimento sull’educazione alle differenze. L’emancipazione economica delle donne è un tassello fondamentale della lotta contro la violenza di genere e cancellando il reddito di cittadinanza si tolgono strumenti di emancipazione”.

 

Così Elly Schlein, deputata del Gruppo Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista, intervenendo in Aula nella discussione generale sulle mozioni contro la violenza di genere.

“Alle donne che fuoriescono dalla violenza - ha detto Elly Schlein - bisogna garantire la casa, bene il reddito di libertà, ma troppo pochi i fondi stanziati finora. E poi un lavoro dignitoso e non povero e precario, chiudere divari salariali e occupazionali di genere, investire nelle infrastrutture sociali ed educative per liberare le donne dal carico di cura che grava sproporzionatamente sulle loro spalle e le frena nel lavoro. Proprio le donne, insieme ai giovani, hanno pagato il prezzo occupazionale più alto durante la pandemia, perché avevano già ereditato i contratti e le condizioni di lavoro più precari dalla crisi precedente. A questa precarietà - ha concluso la deputata del Pd-Idp - si lega il destino violento che hanno subito troppe lavoratrici uscite di casa per andare al lavoro e mai più rientrate, come dimostra quanto accaduto a Luana D’Orazio e Nicoletta Palladini”.

23/11/2022 - 13:34

“Impotenti, stordite, interdette. È così che certamente si sono sentite e continuano a sentirsi moltissime donne. Ad alcune, va anche peggio. Tra loro, una parte è sopravvissuta, un’altra non è più con noi. Tra le vittime ci sono donne, cisgender, transessuali, lesbiche, eterosessuali, nere, bianche, asiatiche, ispaniche. Alcune di loro, come Saman Abbas, sono state uccise a causa dell’estremismo religioso. Altre, come Vanessa Scialfa, per l’ossessione del partner. Altre ancora perché si concedevano, o perché non lo facevano. Era stato detto loro che non potevano ribellarsi, che erano la parte debole che erano ininfluenti. Purtroppo avevano ragione. Erano così perché non gli era consentito di essere altro”. Lo ha detto in Aula alla Camera, la deputata dem Stefania Marino, intervenendo durante la discussione generale sulle mozioni per l’eliminazione della violenza contro le donne.

 

“Durante l’anno corrente – ha concluso Marino - in Italia, sono state 95 le donne vittime di omicidio volontario. Se vogliamo migliorare i nostri piani di intervento dobbiamo ascoltare le vittime lì fuori. Il Pnrr rappresenta una grande occasione per intervenire sulle disuguaglianze e sul gender gap. Per la legislatura in corso proponiamo l’istituzione di una Commissione di inchiesta sul femminicidio, stavolta bicamerale, proprio per evidenziare l’importanza e la trasversalità dell’azione che ha svolto, e che ancora deve svolgere, il Parlamento. Rivolgo un particolare invito a tutti gli uomini, a non dimenticare da dove proveniamo. A non dimenticare le nostre madri, le nostre sorelle, le nostre figlie. Voltarsi dall’altra parte, ci farebbe diventare complici”.

23/11/2022 - 13:33

“Ottantadue donne uccise quest’anno e altrettante lo scorso ci dicono che la violenza contro le donne è fenomeno esteso e radicato.
Viviamo in un Paese in cui le donne che lavorano sono meno del 50% e quando lavorano guadagnano la metà dei propri compagni, fratelli, padri, anche se magari hanno studiato di più, e se decidono di avere un figlio quel lavoro lo perdono o ottengono un part-time che renderà più povere loro e le loro famiglie, comprometterà la carriera e regalerà loro una pensione da povere (oggi 50%). In un Paese in cui queste palesi discriminazioni sono all’ordine del giorno, dovremmo stupirci della violenza sulle donne? Ogni volta che mestamente con la sconfitta nel cuore partecipiamo alle fiaccolate per Giulia Carla Eleonora Francesca Stefania uccise da chi avevano amato solo perché avevano scelto di terminare una storia, di essere libere, ci diciamo che c’è un problema culturale. E' esattamente così.

E allora il Partito democratico, nella sua mozione, chiede che il nostro sforzo maggiore sia quello sull’educazione scolastica, sensibilizzando e finanziando progetti specifici contro gli stereotipi di genere, di educazione a relazioni corrette e rispettose, sull’uso consapevole del linguaggio e dei social network, estendendo però tali progetti alla comunità educante in senso largo, quindi anche alle associazioni sportive, culturali, religiose dove bambini e bambine e ragazzi e ragazze possano imparare il rispetto e il riconoscimento del valore delle reciproche differenze.

Chiediamo inoltre che alle donne sia garantita la possibilità di scegliere davvero di uscire in sicurezza dalla violenza, non solo attraverso strumenti di accoglienza, ma di presa in carico complessiva ed integrata insieme ai loro figli, sostenendo protocolli di rete tra istituzioni e associazionismo e valorizzando le Best Practices introdotte anche a livello regionale e dobbiamo assicurare loro la possibilità di costruirsi una nuova vita e quindi assicurare alle donne in qualsiasi luogo del paese vivano, aiuti speciali per l’inserimento nel mondo del lavoro. 

La battaglia contro la violenza sulle donne deve diventare la battaglia di tutti, in primis degli uomini. Chiediamo allora di predisporre attraverso la comunicazione istituzionale una vasta campagna di sensibilizzazione rivolta agli uomini per la crescita della consapevolezza maschile della violenza contro le donne. Perchè il problema della violenza maschile contro le donne diventa un problema delle donne ma nasce come problema degli uomini, incapaci di vedersi e riconoscersi maltrattanti e di accettare che le relazioni affettive possono anche finire”. Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Sara Ferrari, illustrando la mozione del Partito Democratico sulla violenza contro le donne.

22/11/2022 - 18:52

“Abbiamo depositato un’interpellanza urgente al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per sapere se e quando intenda attivare un tavolo con Whirlpool e le Organizzazioni Sindacali per analizzare il Piano Industriale del Gruppo ed ottenere ampia informativa sulla procedura di cessione. Una eventuale cessione che -sia chiaro- dovrà essere vincolata a specifiche garanzie circa il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi”. Lo dichiarano in una nota i deputati del Pd, Irene Manzi, Augusto Curti, Stefano Graziano, Vinicio Peluffo, Piero De Luca, Marco Sarracino, Arturo Scotto, Toni Ricciardi, Marco Simiani, Federico Gianassi, Emiliano Fossi, Matteo Mauri e Chiara Braga 

“Sono anni che Whirlpool attua un significativo ridimensionamento della forza lavoro, nonché la dismissione di unità produttive sul territorio nazionale, con una progressiva esautorazione della piattaforma produttiva italiana. E oggi -proseguono i deputati del Pd- con una trattativa di cessione in corso, la multinazionale ha disertato qualsiasi tavolo di confronto istituzionale, dimostrando grave mancanza di rispetto verso i lavoratori, le Istituzioni e le parti sociali. 

“Nel nostro Paese la multinazionale ha 7 siti -molti dei quali collocati in aree interne- e impiega 5000 lavoratori, per non parlare di quelli dell'indotto e con le decisioni che sta prendendo rischia seriamente di non assicurare il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e la continuità produttiva degli stabilimenti.
Siamo nel pieno -scrivono i deputati dem nell’interpellanza- di una grave crisi economica ed è necessario che una cessione così impattante per il tessuto economico e sociale dei territori sia gestita attraverso adeguati criteri di governance e che il Ministero e le Organizzazioni Sindacali siano costantemente informati e coinvolti nelle diverse fasi della trattativa”.

“Ci aspettiamo dal governo una risposta chiara e iniziative immediate anche rispetto alle azioni che vorrà mettere in campo per sostenere il comparto della produzione di elettrodomestici in Italia, dichiarando il settore strategico, con politiche industriali mirate a tutelare e rilanciare il tessuto produttivo dei nostri territori”. Così concludono i deputati dem.

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