“Il dl Sicurezza è il manifesto del cinismo, del sadismo e dello strabismo della destra. Un passo verso Orban. Sono giustizialisti con i giustiziati dalla vita e garantisti con i garantiti da una vita grazie al cognome che portano e dal conto in banca che hanno. Tant’è che la loro linea politica è condoni agli evasori e manette ai poveracci. Il reato di blocco stradale porta l’Italia a un passo da Orban. Si criminalizza il dissenso degli studenti e dei lavoratori. Per 48 ore li abbiamo bloccati in Parlamento. Continueremo a farlo oggi e nel Paese nelle prossime settimane. Stanno trasformando l’Italia in una democrazia autoritaria”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il dl Sicurezza è il manifesto del cinismo, del sadismo e dello strabismo della destra. Un passo verso Orban. Sono giustizialisti con i giustiziati dalla vita e garantisti con i garantiti da una vita grazie al cognome che portano e dal conto in banca che hanno. Tant’è che la loro linea politica è condoni agli evasori e manette ai poveracci. Il reato di blocco stradale porta l’Italia a un passo da Orban. Si criminalizza il dissenso degli studenti e dei lavoratori. Per 48 ore li abbiamo bloccati in Parlamento. Continueremo a farlo oggi e nel Paese nelle prossime settimane. Stanno trasformando l’Italia in una democrazia autoritaria”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Vogliamo vedere chiaro su nomina voluta da Calderone
“Dalle inchieste giornalistiche di questi giorni emergerebbe in maniera più inquietante la commistione tra la nomina voluta dalla ministra Calderone di Mario Pepe alla guida della Covip e gli interessi privati di grandi gruppi privati della sanità. Vogliamo vederci chiaro. Sono mesi che stiamo chiedendo al governo chiarezza sul curriculum di Pepe e le risposte sono state più che approssimative. Non si gioca con i fondi pensione di milioni di lavoratori. Presenteremo interrogazione e chiederemo immediata audizione del presidente della Covip”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“L’inchiesta del quotidiano Il Domani sulla nomina di Mario Pepe alla Covip ci parla di una rete potenziale conflitti di interessi sconvolgente. Parliamo dell’organismo di vigilanza dei fondi pensione, un giro di soldi di 338 miliardi di euro, e non ci possono ancora essere ombre sul curriculum del Presidente. Chiederemo di poterlo audire immediatamente in Commissione Lavoro: il Parlamento non può essere trattato come una pezza da piedi di accordi lottizzatori all’interno della maggioranza e del governo che espellono qualsiasi criterio di competenza in settori così delicati”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
“Unioncamere svela l’imbroglio dei dati del governo Meloni sui contratti a tempo indeterminato. Solo il 16,7 per cento sono contratti stabili nel mese di aprile di quest’anno. Il resto sono contratti precari in settori come servizi, turismo, agricoltura. Declina il lavoro nel settore manifatturiero. Significa che in questo Paese i giovani e le donne sono condannati a un futuro di precarietà e sottosalario. Per questo la destra insiste per astenersi sui referendum dell’8 e 9 giugno. Hanno paura di fare i conti con la realtà”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, durante una manifestazione referendaria a Campi Bisenzio.
“Mancano 15 giorni al voto dei referendum dell’8 e 9 giugno. Si vota sulla precarietà e sulla cittadinanza. L’unica che finora non si e ancora espressa su cosa farà si chiama Giorgia Meloni. Un silenzio imbarazzante. Chiediamo che la Presidente del Consiglio si esprima. È un fatto igiene democratica e di credibilità istituzionale”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, a Milano per una iniziativa referendaria.
Mentre un ministro pretende deroghe a norme antimafia
“Ma che Paese è quello dove un giovane precario deve elemosinare un lavoro stabile per poter sbarcare il lunario e un ministro della Repubblica pretende di derogare alle norme sulla legislazione antimafia per costruire un’opera inutile e costosa come il Ponte sullo Stretto? Ed è lo stesso signore che invita le persone ad astenersi? Il referendum fa paura perché rimette le cose a posto, finalmente fa sentire un po’ la voce di chi sta in fondo alla fila e non sempre quella di chi pensa che leggi possono essere aggirate per fare un po’ di soldi in più. La nuova questione morale consiste nel fatto che ministri come Salvini pensano che chi produce la ricchezza sono gli speculatori, non i lavoratori che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, a margine di una manifestazione a La Spezia.
“L’ultimo rapporto ISTAT è un pugno nello stomaco: l’Italia è un Paese sempre più vecchio, più povero e in fuga. Oltre due terzi dei giovani tra i 18 e i 34 anni vivono ancora con i genitori, mentre in dieci anni più di 100mila ragazze e ragazzi sono emigrati all’estero. È la fotografia di una nazione che sta male e che ha bisogno di una terapia d’urto, non di rassicurazioni propagandistiche”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervistato sui social dei deputati dem.
“Il governo Meloni – prosegue l’esponente Pd – racconta un Paese da Mulino Bianco, ma la realtà è ben diversa: precarietà dilagante, salari fermi al di sotto del potere d’acquisto pre-Covid, part-time involontario, rischio crescente di licenziamenti senza giusta causa. La nostra manifattura è in calo da 26 mesi consecutivi. Il PIL è fermo. È chiaro che le scelte economiche attuali non stanno funzionando. Occorrono misure radicali a sostegno del lavoro stabile e ben retribuito, investimenti veri nell’industria, nella transizione digitale e ambientale, e una seria riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Solo così possiamo liberare il tempo di vita, creare occupazione di qualità e dare una prospettiva alle nuove generazioni”.
“Siamo davanti a un bivio – conclude Scotto – e il referendum rappresenta un’occasione storica per invertire la rotta. Parla ai precari, a chi rischia di morire sul lavoro, a chi è ricattabile. Votare è un diritto conquistato con il sacrificio di chi ci ha preceduto. Ora tocca a noi usarlo per cambiare davvero il Paese”.
“Giorgia Meloni ha mentito all’Italia il primo maggio pur di negare l’evidenza. Non è vero che i salari italiani crescono più del resto dell’Europa. Non siamo usciti ancora dall’incubo della povertà lavorativa. Tant’è che sono milioni i lavoratori a rischio povertà, oltre il 20 per cento. Lo dice l’Istat, non l’ufficio studi della Cgil. Serve una svolta. Serve il salario minimo la cui calendarizzazione chiediamo sia immediata. E serve un segnale sulla precarietà che è la madre dei bassi salari. C’è il referendum dell’8 e 9 giugno: è un’arma che va usata per cambiare le cose”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Non resta niente nella striscia di Gaza, in un lembo di terra sette volte più piccolo della città di Roma, dove vivono più di 2 milioni di persone; un assedio di carattere medievale, dove la fame e le malattie sono usate come un’arma per una guerra atroce, ingiustificabile e senza obiettivi se non uno, l’annessione di tutta Gaza e la deportazione di un intero popolo, un disegno criminale che viene portato avanti con la complicità di larghi strati della comunità internazionale che hanno certificato tutta la loro impotenza e tutta la loro ambiguità.
Abbiamo visto con i nostri occhi le migliaia di camion spiaggiati a pochi chilometri dal valico, aiuti bloccati da 70 giorni, non entra uno spillo, persino i palloni di calcio sono considerati dall’esercito israeliano, superflui e pericolosi e non possono entrare.
La domanda è quanto per noi conta una vita umana, quanto conta per questo governo, quanto è grande l’abisso di civiltà che siamo disposti a tollerare? Oggi il ministro della difesa italiano intima a Netanyahu di fermarsi, peccato che non ci spieghi come.
Siamo stanchi di interviste che sono utili solo per lavarsi la coscienza. Serve una pressione politica che il governo italiano ha scelto razionalmente di non esercitare; al contrario si sottrae alla dichiarazione di 17 paesi europei per sospendere il trattato di cooperazione e addirittura sceglie di acquistare tecnologie di cybersecurity da un governo sotto accusa dalla corte di giustizia internazionale e dalla corte penale internazionale.
Avete il dovere di rispondere alle opposizioni che unite chiedono una svolta: riconoscete lo stato di Palestina, date una risposta ad un popolo a cui è stata conculcata ogni prospettiva di esistenza. Se non vogliamo che la formula “due popoli due Stati” sia solo astratta retorica questo è il passo da fare subito senza esitazioni.
Continuate a ripetere come un mantra “food for Gaza” ma non spiegate perché quella formula non ha funzionato.
Avete tradito una storia di dialogo, di mediazione che per decenni l’Italia ha sempre svolto. Avete scelto invece un altro campo, quello della guerra, fuori dalla costituzione repubblicana e ci avete portato anche fuori dal diritto internazionale. Ci avete fatto precipitare nella spirale dell’odio e della morte ma noi non ve lo consentiremo”. Lo ha detto in Aula intervenendo sulle mozioni su Gaza Arturo Scotto, deputato Pd, che ha partecipato alla missione delle opposizioni a Gaza.
“Calderone e Salvini ascoltino le parole del Presidente dell’Anac Busia: sono 1448 le violazioni da parte delle imprese delle norme su salute e sicurezza sul lavoro nel 2024 fino ad oggi riscontrate dall’Inl. Numeri spaventosi. Anche perché in crescita dell’87 per cento rispetto al 2022. Significa che le politiche di deregulation, a partire dalla liberalizzazione dei subappalti a cascata come spiega anche Anac, ha contribuito a far crescere il rischio degli incidenti. Serve una risposta immediata, non qualche annuncio. Vanno responsabilizzate le imprese committenti lungo tutta la catena degli appalti. L’occasione dei referendum dell’8 e 9 giugno non va sprecata”.
Così la deputata democratica e responsabile Lavoro del Pd, Cecilia Guerra, e il capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Durante la nostra missione verso il valico di Rafah, abbiamo effettuato una doppia visita nei principali centri logistici di stoccaggio del materiale umanitario destinato alla popolazione di Gaza, gestiti dalla Mezzaluna Rossa”. Lo dicono in un video pubblicato sui social dei deputatiol Pd, i deputati dem Arturo Scotto e Nico Stumpo, al seguito della carovana verso il valico di Rafah.
Nel primo centro, Arturo Scotto ha potuto constatare di persona una situazione drammatica: “Qui ci sono camion fermi da mesi, carichi di beni di prima necessità, cibo, medicinali, tende, destinati alla popolazione civile, ma bloccati. Da due mesi non entra nulla attraverso il valico di Rafah. Le merci rischiano di deperire sotto un caldo di oltre 40 gradi. È urgente un intervento della comunità internazionale per sbloccare questi aiuti: la fame non può essere utilizzata come arma di guerra”.
Nel secondo centro di oltre 30.000 mq, Nico Stumpo ha evidenziato un ulteriore scenario di inaccettabile stallo: “Abbiamo attraversato file interminabili di TIR carichi di aiuti umanitari che non raggiungono Gaza. All’interno c’è materiale fondamentale per alleviare le sofferenze della popolazione civile. Ma tutto resta bloccato a causa di un governo criminale che impedisce l’accesso degli aiuti, continua a colpire e a uccidere. Durante la nostra visita abbiamo udito le esplosioni di bombe che cadevano su civili.”
“Chiediamo con forza - concludono Scotto e Stumpo - che si attivi immediatamente un canale umanitario permanente: non si può utilizzare la fame come arma di guerra”.
“Ieri la trasmissione Piazza Pulita ha dedicato dieci minuti di servizio alla ministra Calderone e ai suoi potenziali conflitti di interesse. Come al solito la ministra ha evitato di rispondere alle domande dei giornalisti. Come già accaduto in Parlamento due mesi fa in merito al suo percorso universitario e agli esami sostenuti la domenica nell’Università privata Link. Addirittura la sua scorta ha allontanato in malo modo l’inviato de La 7 che chiedeva di poter porre delle semplici domande a Calderone in merito al suo percorso universitario. La scorta si è poi difesa dicendo che stava rispettando semplicemente il protocollo. Non ci risulta che queste siano le regole di ingaggio delle forze dell’ordine quando un cronista prova a fare il suo mestiere. Torniamo a chiedere alla ministra Calderone di confrontarsi con la stampa e con il Parlamento”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Non è accettabile che, in Commissione Lavoro, il Ministero del Lavoro anche la prossima settimana non venga a rispondere alle interrogazioni dei parlamentari. Sono giorni e giorni di latitanza rispetto a questioni enormi che riguardano vertenze di lavoro impegnative aperte. I lavoratori aspettano risposte e dal Governo solo silenzio. Chiediamo al Presidente della Commissione Lavoro, Walter Rizzetto, di farsi sentire, non siamo una dependance dell’esecutivo". Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro a Montecitorio.
“Sessanta ore settimanali, stipendi mensili di 700-800 euro, 1,6 euro l’ora di retribuzione. Questo accade in Italia, in una catena di supermercati a Biancavilla in provincia di Catania. I due titolari sono stati arrestati per caporalato. Siamo stanchi di dover commentare queste notizie e di aspettare che intervenga la magistratura. E’ sempre più urgente una legge sul salario minimo che il governo continua a negare in maniera sempre più incomprensibile”.
Così i deputati democratici Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro, e Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd.