• 11/05/2022

Intervista a Radio Immagina del presidente della commissione Esteri della Camera Piero Fassino, deputato del Pd

“L’Italia ha da sempre un rapporto di solida alleanza  con gli Stati Uniti e Draghi e una personalità che per la sua storia e i rapporti che ha avuto con la società americana, a partire dalle istituzioni finanziarie,  e per il ruolo svolto nella Bce e per quello che svolge oggi  come presidente del Consiglio è interlocutore credibile  e affidabile e credo che tutto questo sia un riconoscimento importante che consente al nostro Paese di svolgere un ruolo attivo nella soluzione di questa crisi”.
Così Piero Fassino, deputato del Partito Democratico e presidente della commissione Esteri della Camera ai microfoni di Radio Immagina, commentando l’incontro di ieri tra il nostro premier e il presidente americano.
“In questo incontro – ha proseguito Fassino- Draghi ha trasmesso un messaggio molto chiaro  e coerente: piena solidarietà all’Ucraina, che deve continuare ad essere aiutata nel resistere all’aggressione russa e contemporaneamente forte iniziativa politica per il cessate il fuoco e per una tregua che costituisca un primo passo per avviare la ricerca di una soluzione politica. Le due cose stanno insieme - ha continuato Fassino- per il quale “solo se gli ucraini resistono  e non vengono travolti, Putin può essere indotto finalmente a fermarsi e si può aprire la strada a una soluzione politica .”
Per Fassino, ci dobbiamo chiedere “in quale Europa questa guerra si sta svolgendo. La guerra russo-ucraina, come quella dei Balcani degli anni ’90,  come le guerre che abbiamo conosciuto in questo trentennio  nel Caucaso, si sono svolte tutte in regioni esterne all’unione Europea e  questo - per il presidente della commissione Esteri-   significa “che l’Ue si conferma come lo spazio e il contesto che è stato in grado di garantire pace all’Europa e dentro il quale le nazioni operano per la realizzazione di una integrazione, cooperazione e convivenza. Al tempo stesso – ha concluso Fassino- questo significa che le aree a rischio per la stabilità e la sicurezza del continente sono le aree esterne all’Unione e  noi abbiamo bisogno di portarle dentro, perché l’Unione è l’unico contesto in cui queste aree a rischio possono consentire di superare il rischio stesso . E su questo  l’Europa deve fare di più”.