La Nadef oscura il comparto agricolo. Nessun intervento, nessun obiettivo, nessuna risorsa. In commissione Agricoltura insieme ai colleghi del Gruppo Pd Forattini, Marino e Rossi abbiamo votato contro il parere di maggioranza, con il palese imbarazzo degli estensori che hanno fatto fatica a segnalare riferimenti legati all'agricoltura. Eppure bisognava avere gli occhi chiusi per non vedere cosa è successo negli ultimi mesi ed anche orecchie poco attente visto che dal mondo agricolo sono arrivati segnali di allarme ben precisi che richiedevano attenzione. Abbiamo ricordato alla maggioranza di centrodestra e al governo i quasi 10 eventi estremi al giorno che hanno tagliato le produzioni agricole con una flessione del Pil del settore agricolo dell’1,4% a livello congiunturale e dell’1,3% a livello tendenziale nel secondo trimestre dell’anno. Abbiamo ricordato le conseguenze dei cambiamenti climatici che sconvolgono le campagne dove si registra un taglio del 10% della produzione di grano, mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno ma in difficoltà sono anche i frutteti con la perdita del 60% del raccolto di pere e ciliegie. Abbiamo ricordato che per il 2023 i danni strutturali dovuti a siccità e precipitazioni abbondanti supereranno i 6 miliardi dello scorso anno. Abbiamo ricordato la Contrazione del commercio internazionale e la difficoltà di reperimento di manodopera. Si sono girati irresponsabilmente dall'altra parte anche quando abbiamo segnalato la necessità di fare fronte al rialzo del tasso di interesse con un sostegno agli investimenti che gli imprenditori agricoli hanno fatto, di dare sostegno alle filiere produttive, di prevedere il credito imposta per investimenti in beni strumentali innovativi, di difendere gli agricoltori, il loro lavoro e la qualità del prodotto italiano dando nuovo impulso ai controlli sull’etichettatura e la tracciabilità. Hanno rifiutato qualsiasi proposta. Con la manovra finanziaria torneremo a dare battaglia.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo PD della Commissione Agricoltura e dell'Ufficio di Presidenza della Camera.
“Il blocco di 20 giorni della nave di soccorso Open Arms nel porto di Carrara è l'ennesimo scandalo di questo Governo. La "Legge contro le Ong" voluta dal Governo Meloni-Salvini, che pretende di vietare di fare salvataggi multipli di imbarcazioni in difficoltà, è una legge pericolosa che mette a rischio della vita migliaia di persone. A maggior ragione visto il significativo aumento degli arrivi via mare registrati in questi mesi”. Lo dichiara il deputato democratico Matteo Mauri, ex vice ministro dell’Interno
“La ‘colpa’ della Open Arms sarebbe perciò – continua Mauri - quella di aver salvato vite umane in mezzo al mare. La sua ‘colpa’ sarebbe quella di aver rispettato l’obbligo inderogabile di soccorso stabilito dal diritto internazionale. Un obbligo che dovrebbe essere prima ancora morale che giuridico. Perché su tutto dovrebbe sempre prevalere l'umanità.
È inaccettabile che nel nostro Paese esista il "reato di umanità". È inaccettabile che questo Governo di destra giochi sulla pelle dei più deboli. È inaccettabile che venga criminalizzato chi salva le vite nel Mediterraneo, cioè esattamente quello che dovrebbe fare lo Stato. È per questo – conclude - che continueremo a batterci perché venga cancellata questa Legge disumana, inutile e pericolosissima”.
“La diga sul torrente Vanoi è un’opera dannosa per il territorio e che porta rischi molto più concreti dei supposti benefici dei quali parla il presidente Zaia. Lo hanno ben detto il sindaco di Lamon e il segretario provinciale del Pd di Belluno, Alessandro Del Bianco. La valle del Vanoi ha una classe di pericolosità idraulica molto elevata (cosiddetta P4), il massimo riconosciuto, e con un intervento del genere, una diga di oltre 126 metri, nell’area si rischiano disastri simili a quello del Vajont, che stiamo ricordando proprio in questi giorni. A distanza di 60 anni da quella tragedia sembra si vogliano percorrere gli stessi errori. Una vera e propria ‘offesa alla memoria’, riprendendo le parole dell’ingegnere Dal Paos. È assurdo che un progetto vecchio e superato venga messo tra le priorità che la Regione Veneto ha indicato per contrastare la siccità nella nostra regione”.
Lo dichiara la deputata democratica della commissione Ambiente eletta nel collegio Venezia-Treviso-Belluno, Rachele Scarpa, e da sabato il Pd raccoglierà nei comuni del territorio le firme contro il progetto.
“Voglio unirmi all’appello dei comuni e dalla Provincia di Belluno - ha aggiunto - che, unitamente ai loro vicini trentini, sono stati chiarissimi nel rigettare un’opera che viene portata avanti senza confronto con il territorio e con investimenti pubblici consistenti (un milione di euro già speso per la progettazione e 150 già richiesti dalla Giunta Zaia allo Stato per finanziare l'opera). Insieme alla deputata eletta nella provincia di Trento, Sara Ferrari, - ha concluso - presenteremo un’interrogazione al ministro Pichetto-Fratin affinché si fermi la progettazione dell’opera e si mettano in agenda interventi capaci di risolvere veramente le criticità idriche del Veneto senza comprometterne le parti più fragili”.
Dichiarazione di Mauro Berruto, deputato Pd e segretario della Commissione Cultura della Camera
“Incontrare chi, con coraggio, crede nella scuola e nel suo futuro, non vuole solo sottolineare ciò che non funziona, ma vuole ascoltare, raccogliere idee e, soprattutto, proporre azioni. Questo il senso profondo della mozione del Partito democratico.” Cosi Mauro Berruto, deputato Pd e segretario della Commissione Cultura della Camera nella dichiarazione di voto per il suo gruppo sulla mozione relativa al diritto allo studio. “E allora proprio oggi, giornata mondiale degli insegnanti, pensiamo a loro, alla necessità di restituire loro la centralità di un ruolo fondamentale nella costruzione della comunità – ha proseguito Berruto- , secondo il quale “la riflessione più semplice parlando di scuola è che questo Paese dovrebbe immaginare un grande piano infrastrutturale. Un piano affidato ad architetti capaci di interagire con pedagogisti e avvalersi di consulenti senza pari, i più esperti del settore: i ragazzi.” Per l’esponente del Pd “in una scuola sicura, immaginata dai ragazzi, troverebbero spazio con la stessa dignità, aule, teatri, laboratori scientifici, sale per l’arte e per la musica, palestre.” “Questa nostra mozione – ha proseguito Berruto- ha molti impegni per il Governo, ma tre sono estremamente mirati e riguardano servizi essenziali: tre mosse decisive per poter accedere al diritto all’istruzione. La prima mossa riguarda la necessità, a scuola, di arrivarci. E di arrivarci in un modo democratico, sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Per questo riteniamo fondamentale garantire, in forma graduale e progressiva, la gratuità dei costi legati alla mobilità di studentesse e studenti per il tragitto dall’abitazione alla sede scolastica. La mossa numero 2 – ha aggiunto Berruto- riguarda i libri scolastici, i materiali di cartoleria e cancelleria. Impegniamo il Governo a intervenire, attraverso il tavolo di lavoro sull’editoria scolastica, sull’intera filiera per ridurre i costi che le famiglie devono sostenere e che in questo inizio di anno scolastico sono già emersi in modo così evidente. Infine, la terza mossa riguarda l’estensione del tempo pieno e un suo conseguente corollario che ha direttamente a che fare con la qualità della vita dei nostri studenti: le mense scolastiche. Serve un cambio di paradigma – ha precisato il parlamentare Dem- , serve immaginare la mensa scolastica non come un servizio a richiesta di singoli, ma come vero servizio pubblico, riconosciuto come servizio essenziale garantito ovunque e in modo uniforme. La Costituzione recita che “la scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Non c’è niente da aggiungere – ha concluso Berruto- è nostro esclusivo dovere fare in modo che succeda.”
Il cosiddetto decreto Sud contiene disposizioni estremamente problematiche in relazione al riparto di competenze ed equilibrio istituzionale con le autonomie locali. Per questo, come gruppo PD, abbiamo chiesto che la Commissione bicamerale per le questioni regionali effettui un supplemento di approfondimento con apposite audizioni, per analizzare le evidenti criticità. In particolare, sono problematiche le previsioni sulle risorse FSC, che sembrano ledere il principio di leale collaborazione, in materia di autonomia nella programmazione regionale. Ed appare in contrasto con il dettato dell’articolo 117, terzo comma, che annovera tra le materie oggetto di legislazione concorrente il “governo del territorio”, la disposizione che attribuisce alla “Struttura di missione” per le Zes funzioni di amministrazione procedente ai fini del rilascio dell’autorizzazione unica, vanificando l’intera pianificazione regionale.
Così i componenti del Pd in Commissione bicamerale per le questioni regionali.
Siamo di fronte alla ennesima tragedia sul lavoro che colpisce la nostra città e la nostra Regione. Occorre una necessaria presa di coscienza da parte di tutte le istituzioni preposte. Per questo abbiamo condiviso con la presidente della commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro e sulla tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro Chiara Gribaudo, che presto si possa svolgere proprio in Campania una missione di questo organismo parlamentare per alzare il livello di attenzione su questa drammatica emergenza.
Così i deputati dem Marco Sarracino, responsabile Pd per la Coesione territoriale, e Arturo Scotto capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
“Un governo che non mantiene quel che promette, dal caro voli, dove inizialmente avevano fissato un limite al costo dei biglietti aerei, fino agli extra profitti delle banche, che dovevano servire per finanziare i mutui delle famiglie e le piccole imprese. Invece i provvedimenti sono scomparsi nel testo definitivo e ci preoccupa anche questo metodo assolutamente inusuale”. Così il capogruppo dem in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, che ha svolto la dichiarazione di voto finale sul decreto Asset, intervistato sul sito web dei deputati Pd.
“Non si parla – sottolinea l’esponente Pd - di carovita, costo della spesa e della benzina, delle persone che rimangono senza cure, di inflazione. Sono argomenti dai quali, dal punto di vista parlamentare, il governo Meloni fugge. Si continua invece con questi decreti omnibus. Li ho definiti interventi Netflix, a puntate, dove si interviene sulla stessa materia per due, tre, quattro volte, perché il provvedimento originario poi si dimostra un fallimento. Vale per l'alluvione in Emilia-Romagna come per il superbonus per i crediti incagliati. Insomma un vero disastro”.
“Il ricorso costante al decreto – conclude Barbagallo - è un grande segnale di debolezza, della Meloni e il suo governo. Piuttosto che affidarsi serenamente al confronto con la loro maggioranza e con le opposizioni, preferiscono chiedere, non la fiducia, ma la fedeltà. Inizia a stancarsi anche la stessa maggioranza. Ieri sera la fiducia è stata approvato con soli 202 due voti a favore, insomma, inizia a cambiare il vento”.
“In considerazione dello “sciopero bianco” promosso dai giornalisti della tgr da mercoledi 4 ottobre, chiediamo al presidente della commissione di audire quanto prima l’amministratore delegato della Rai e il direttore della Tgr”. Cosi una nota dei componenti Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai.
“Con la mancata firma dei servizi, a seguito delle dinamiche che hanno portato alla nomina del caporedattore della Tgr Sardegna e la mancanza di qualsiasi confronto, nonché in relazione alle prospettive manageriali ed editoriali che riguardano la Tgr, chiediamo che possa essere calendarizzata al più presto la nostra richiesta”, concludono i parlamentari.
“La destra nega da un anno ai comuni geotermici delle province di Pisa, Grosseto e Siena milioni di euro di royalties già previsti dalla legge. Ancora una vola la maggioranza ha bocciato l’atto che avrebbe permesso ingenti risorse aggiuntive nei confronti di territori marginali ad oggi ancora gravemente penalizzati. Si tratta peraltro di risorse totalmente a carico delle imprese energetiche e non dello Stato”: è quanto dichiarano i parlamentari Pd eletti in Toscana Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Arturo Scotto, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli, sull’ordine del giorno del Partito Democratico al Decreto Asset a prima firma di Rachele Scarpa, respinto oggi, giovedì 5 ottobre, dall’Aula di Montecitorio.
“Non solo da mesi il governo Meloni si sta colpevolmente dimenticando di emanare il decreto attuativo di una norma approvata nella scorsa Legislatura, ma ancora una volta la maggioranza ha addirittura ribadito che questo atto non è necessario, né urgente. Quello che colpisce è il voto contrario anche di tutti i deputati eletti in Toscana nel centrodestra ed in particolare nei comuni geotermici: non sappiamo se siano in malafede o soltanto superficiali. Quello che sappiamo è che i cittadini non sono ingenui e si ricorderanno di questa vergogna alle prossime elezioni amministrative locali del 2024”: concludono.
“La Camera ha approvato oggi un ordine del giorno del Pd, che sollevava la necessità di rinnovare con urgenza il comitato interministeriale che rilascia le certificazioni di eccellenza ambientale Ecolabel ed Emas di prodotti e servizi delle imprese. Il governo si impegna a nominare il nuovo comitato scaduto già nel giugno scorso perché le imprese stanno in una situazione di grande incertezza, ma non riconosce l’urgenza di farlo, eliminando l’avverbio ‘tempestivamente’ dalla nostra richiesta. Quando si parla di ambiente il governo ha sempre il freno tirato! Anche a danno di imprese e consumatori”.
Lo dichiara Sara Ferrari, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, commentando l’approvazione dell’Odg 38 presentato dal Partito Democratico.
“Un voto unanime che accogliamo come impegno, l'ennesimo, per le popolazioni colpite prima dall'alluvione di maggio e a luglio da un terribile tornado che ha colpito 43 Comuni e 7 Province dell'Emilia-Romagna. "Si ritiene pertanto essenziale che gli aiuti arrivino il più rapidamente possibile" , su questo richiamo semplice e netto è stato unanime il voto del Parlamento, così come sulla richiesta, trattandosi in larga parte delle medesime province e comuni già colpiti, che le procedure di richiesta di indennizzo siano semplificate e possano poggiare sulla stessa struttura commissariale già ad oggi operative. 137 giorni sono passati dall'alluvione di maggio, vigileremo affinché alle parole e a questo voto, questa volta, seguano i fatti”. Lo dichiarano i deputati del Pd Ouidad Bakkali, Augusto Curti e Stefano Vaccari.
"E' veramente allucinante che la maggioranza abbia votato compattamente contro l’ordine del giorno a mia prima firma sottoscritto in aula da tutti i membri dei Gruppi Pd M5S e AVS che chiede al Governo maggiori incentivi e fondi per avere finalmente nelle nostre città taxi ed ncc elettrici, colonnine di ricarica e quant'altro necessario a fare sì che le auto che circolano per tutto il giorno possano produrre emissioni zero. A questo punto prendiamo atto che la maggioranza fa di tutto per andare contro i mezzi elettrici, votando contro un sostegno reale alla transizione ecologica anche nel settore del trasporto pubblico non di linea per taxi ed ncc". Lo ha detto intervenendo in Aula il deputato del Pd, Andrea Casu.
"Purtroppo questa volontà contraria del governo evidenzia la loro impostazione contro l'elettrico, ma la cosa ancor più grave e sconcertante è che nessuno del Governo e della maggioranza abbia preso le distanze dalle dichiarazioni del ministro Salvini a proposito della tragedia di Mestre. Chiediamo al ministro di avere rispetto per le vittime, i feriti, le famiglie e la magistratura che accerterà tutte le responsabilità e smetterla con la sua crociata quotidiana contro l'elettrico, che colpisce un settore strategico e tutta la filiera della componentistica e di lasciare almeno le tragedie fuori dalla propaganda politica", ha concluso il dem.
"Un documento del CNEL presieduto da Renato Brunetta che, chi l'avrebbe mai detto, accoglie le obiezioni del governo e sentenzia che il salario minimo, in Italia, non è poi così necessario: il titolo giornalistico di oggi diventa, dunque, “affossato il salario minimo”, e il governo spera così, forse, di aggirare il Parlamento, che gli italiani dimentichino e non se ne parli più. Innanzitutto chiedo, nuovamente, perché deve essere il CNEL a fare ciò che il Ministro del Lavoro e la maggioranza di governo non stanno facendo: prendersi la responsabilità della contrarietà a destra sul salario minimo e affrontare questa battaglia dove va affrontata, in Parlamento. Nel merito del documento presentato ieri dal CNEL stesso, poi, non c’è molto da dire: utilizza, per argomentare la non necessità del salario minimo, dati risalenti al 2019. Prima del Covid, prima della guerra in Ucraina, prima dell’inflazione, ma comunque dopo 30 anni in cui salari si sono ridotti. Dal 2019 a oggi è cambiato tanto, se non tutto: se ne accorgono, se non è in grado di farlo la destra, le italiane e gli italiani che vivono ogni giorno la contrazione del loro potere d’acquisto e che in queste ore continuano a sottoscrivere la nostra raccolta firme per chiedere che la proposta di legge delle opposizioni diventi legge. Questo documento ha il sapore di fuga, di temporeggiamento, di vera e propria presa per il CNEL. La destra smetta di nascondersi e affronti la prossima settimana la discussione sul salario minimo nella sede preposta: il Parlamento". Lo dichiara la deputata del Pd, Rachele Scarpa.
“Nonostante i tragici fatti del crollo del Ponte Morandi a Genova, malgrado i lutti per la vicenda dei guardrail di Avellino e i tanti altri casi drammatici avvenuti nel nostro Paese di cui sono piene le cronache, il governo e la maggioranza di destra hanno deciso di bocciare un nostro ordine del giorno che intendeva ripristinare il passaggio istruttorio posto in capo al comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici sugli indirizzi da compiere per la manutenzione delle opere infrastrutturali. Stiamo parlando delle autostrade su cui transitano centinaia di migliaia di persone. Con questa decisione del governo Meloni torna addirittura in vigore, su un aspetto così delicato, un istituto da sempre rovinoso per l’Italia repubblicana, quello della decorrenza dei termini: cioè, decorsi i termini si rinuncia al passaggio istruttorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Siamo di fronte ad una scelta miope, che impedisce di capire quali siano i bisogni e le necessità di manutenzione successiva di un’opera di interesse nazionale per prefigurarne le criticità realizzative. Si tratta di un grave errore”.
Lo dichiarano il deputato dem, Luciano D’Alfonso, presentatore dell’Odg, e la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, che lo ha sottoscritto.
La Nadef certifica la malafede di una destra che si è accorta dei propri limiti e non sa spiegare agli elettori che le promesse elettorali non verranno realizzate, mentre sanità e servizi saranno tagliati ed il debito pubblico aumentato per fare spazio a risibili mancette elettorali". E’ quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio.
"Mentre alla Camera la maggioranza rallenta le indagini conoscitive sulle detrazioni fiscali edilizie,nascondendo quindi i reali e certificati benefici del bonus 110, la Nadef demonizza il Superbonus come l'unico freno agli investimenti. In questa confusione la destra al Senato approva un atto della stessa maggioranza che proroga proprio il Superbonus per altri tre mesi. È un governo in piena confusione che sta portando il paese verso la crisi economica e sociale", conclude Simiani.