Elezioni: Carnevali, destre a caccia del voto No Vax
Svenduto il ‘miracolo civile’ della vaccinazione di massa
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"Finalmente è stata calendarizzata in commissione Affari costituzionali della Camera la proposta di legge presentata due anni fa dal PD per consentire il diritto di voto ai fuori sede nelle elezioni nazionali, europee e referendum". Lo affermano i deputati del Pd firmatari della pdl Madia, Ceccanti, Giorgis, Pini, Piccoli Nardelli, Pezzopane, Pagano, Critelli, De Filippo, Fiano, Bruno Bossio, Sensi, Quartapelle, Verini, Lotti, Bonomo, Serracchiani, Braga, Ciampi, Gribaudo, Navarra e Incerti.
"Dal voto la conferma della centralità del Partito democratico che guida la vittoria del centrosinistra in Toscana, Campania e Puglia, dove i Democratici si affermano anche come primo partito. Fallito il tentativo di sfondamento del centrodestra, la maggioranza di governo può adesso mettere in campo le scelte economiche e sociali necessarie a rilanciare la crescita, creare lavoro e restituire certezze agli italiani"
Così Piero Fassino ha espresso la sua soddisfazione per l'esito delle elezioni regionali.
<Una bella pagina oggi al Senato con il voto che ha equiparato l’elettorato attivo delle due Camere. E’ un voto di grande valore perché, consentendo anche ai diciottenni di eleggere i senatori, cancella una disparità ingiustificata e elimina l’eventualità di due maggioranze diverse nei due rami del Parlamento.
"Il risultato del voto in Umbria descrive una incontestabile sconfitta per la nostra coalizione che si era formata con altre forze. Dobbiamo ora riflettere sulle ragioni con lucidità e calma. Per il Pd al centro deve esserci sempre l'ambizione di essere al fianco dei nostri cittadini con proposte chiare e forti, dando valore ai territori. Le alleanze servono se si vuole dare un governo stabile che affronti i problemi della gente.
“Il provvedimento è largamente condivisibile ed è il frutto del lavoro paziente della scorsa legislatura, dove si era affrontato con rigore il tema della razionalizzazione delle norme sulle procedure elettorali, per la trasparenza del voto nelle urne e per l’individuazione degli scrutatori e dei presidenti di seggio. Il Partito democratico si astiene a causa dell’introduzione di un principio che crea un vulnus di incostituzionalità, poiché viene messa a rischio la certificazione stessa del voto.
“A pochi mesi dal prossimo appuntamento elettorale, molti Italiani all’estero rischiano di non essere ammessi al voto per corrispondenza semplicemente perché la loro iscrizione all’A.i.r.e. non è stata ancora perfezionata”. Lo dichiara Alessio Tacconi, deputato del Partito democratico, annunciando un’interrogazione al ministro degli Esteri sul tema.