n. 64 - 5 aprile 2024

 

SANTANCHÈ HA MENTITO AL PARLAMENTO, DEVE LASCIARE

La ministra non si è nemmeno presentata in Aula

Una tesi di laurea copiata, una vacanza nel bel mezzo di un'alluvione, l'assunzione di una colf in nero, un comportamento aggressivo nei confronti dei propri collaboratori: questo è un elenco sommario delle ragioni che hanno spinto ministri di governi europei a rassegnare le proprie dimissioni. Ovunque, chi commetta una leggerezza, lascia. Ovunque, tranne qui, tranne qualcuno, meglio se si è del giro stretto di amici e sodali della Premier, anche se le accuse sono ben più gravi.

Nel luglio scorso, in Parlamento la ministra Santanchè tentò di dimostrare di essere vittima di una persecuzione politica. Sono passati 8 mesi, quelle accuse sono ancora tutte lì, e dove la magistratura ha già indagato le accuse si sono fatte più circostanziate e precise, come sull'utilizzo della cassa COVID, sul mancato pagamento del TFR ai lavoratori e alle lavoratrici, e sui contenziosi con il fisco.

Qualcuno approfittava di finanziamenti pubblici e, al tempo stesso, sfruttava lavoratrici e lavoratori. Cosa può esserci di più grave e di più deprecabile da parte di una donna che oggi ricopre un incarico pubblico dentro il governo? Negare questa evidenza significa non guardare in faccia la realtà, ammettere che in queste Aule si può dire il falso senza timore, che si può continuare a ricoprire un incarico pubblico anche avendo mentito al Paese. Quando una ministra mente in maniera spudorata al Parlamento e al Paese ed è motivatamente accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato, non è più solo una questione di opportunità. È urgente che lasci il suo incarico.

TEMI DELLA SETTIMANA

SALVINI MEGAFONO DI PROPAGANDA DELLA RUSSIA DI PUTIN

Il voto non cancella l'alone dei rapporti oscuri tra Lega e Russia Unita

Noi chiediamo di togliere la fiducia al ministro Salvini e di allontanarlo dal governo in virtù dei rapporti opachi che ha tenuto e continua a tenere con la Russia. Giorgia Meloni è stata la prima a pensare che la Lega mantenesse quei rapporti e la sua scelta è stata ovvia: nessun esponente della Lega occupa nel governo posizioni chiave in tema di difesa, esteri, affari europei e sicurezza nazionale.

Per queste ragioni abbiamo votato a favore della mozione di sfiducia nei confronti del vicepremier Matteo Salvini per i rapporti con il partito di Vladimir Putin, Russia Unita.

C'è un accordo tra Lega e Russia Unita di Putin, firmato nel 2017 e rinnovato tacitamente dopo l'invasione dell'Ucraina. La Lega ora sconfessa politicamente quell'accordo ma non c'è nessun atto formale che lo ritiri. Tra Lega e Putin ci sono molti atti che dicono che il ministro Salvini in questi anni si è fatto megafono per diffondere la propaganda di un regime totalitario.

 

TEATRI STORICI: OCCASIONE SPRECATA, LEGGE PASTICCIATA

Mancano criteri certi e fondi a sostegno

L’idea di definire i teatri storici monumenti nazionali è una buona idea ma la legge per ottenere questo risultato è pessima e pasticciata. Una legge seria avrebbe definito criteri chiari e certi, fondi economici a sostegno del teatro e una commissione ad hoc per conferire il titolo. Questa legge è invece solo un’imbarazzante lista di centinaia di nomi.

Questa legge non definisce criteri chiari per l’individuazione dei teatri storici e soprattutto non interviene minimamente sul finanziamento dei teatri e delle produzioni, e non ne impedisce la chiusura. Questo dovrebbe essere il primo obiettivo della legge, e purtroppo lo manca. Non c’è alcun vantaggio economico per i teatri che saranno definiti monumenti nazionali.

 
 

IL GOVERNO TAGLIA I FONDI ALLA SANITÀ PUBBLICA

Già diversi mesi fa il Partito Democratico aveva lanciato un vero e proprio allarme sulla situazione del sistema sanitario nazionale. Oggi persino i presidenti di Regione di destra, ammettono che c'è un grande problema che riguarda le risorse. La realtà dice che ci sono oltre 4 milioni di persone che non riescono a curarsi perché le liste d’attese sono troppo lunghe. La tendenza a definanziare il Sistema sanitario nazionale era stata invertita durante il periodo del Covid e pre-Covid con il ministro Speranza ma il governo Meloni ha ripreso a tagliare.

Oggi le risorse destinate alla sanità pubblica sono sotto la media europea, e i soldi che sono stati messi dal governo Meloni basteranno a malapena per coprire l'inflazione e l'aumento dei costi energetici.

Mancano infermieri, mancano dottori, le liste d'attesa sono troppo lunghe. Inoltre viene tagliato oltre un miliardo nel Pnrr per la messa in sicurezza degli ospedali. È uno scandalo denunciato anche da intellettuali, scienziati e oggi persino dalla Conferenza delle Regioni.

È urgente fare tre cose: abbattere le liste d'attesa; sbloccare il vincolo assunzionale che impedisce alle Regioni di immettere nel il sistema sanitario dottori e infermieri; portare la spesa per il sistema sanitario al 7,5 per cento del Pil, il minimo anche rispetto alla media europea.

QUESTION TIME

SULLA DIGA DI GENOVA RISCHIO DI NON RISPETTARE LE PREVISIONI DI SPESA

 

Durante il question time abbiamo posto al ministro dei Trasporti Matteo Salvini il tema della diga di Genova, ma le sue risposte non ci hanno soddisfatto.

Il punto non è se si farà la nuova Diga di Genova, che noi vogliamo tanto quanto il ministro, bensì se le procedure di emergenza che sono state seguite porteranno a ulteriori complicazioni. C'è stata già una pronuncia di fronte al TAR che ha dato ragione parzialmente, pur non bloccando l'opera, agli altri soggetti che avevano partecipato a questa gara. In più c'è la delibera dell'ANAC.

In assenza di risposte rischiamo che il soggetto aggiudicatario farà l'opera, magari rispettando anche i tempi, ma quelli che hanno partecipato e sono stati esclusi senza sufficienti ragioni prenderanno dei soldi senza fare l'opera. Chi paga è Pantalone, sono i contribuenti.

 

 

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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Terzo settore
Da martedì, esame e votazioni
sul provvedimento in materia di disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del Terzo settore.

Prodotti agroalimentari
Da martedì, esame e votazioni
sul provvedimento riguardante i contratti di cessione dei prodotti agroalimentari, e delega al governo per la disciplina delle filiere di qualità.

Società sportive
Da martedì, all'esame dell'Aula anche la proposta di legge sulle disposizioni in materia di azioni e quote delle società sportive.

Mozioni
Nel corso della settimana, esame con votazioni delle seguenti mozioni: revisione tassazione emissioni di carbonio; politiche del lavoro e lotta al precariato.