"Dopo che la Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sulla strage di Ustica per la mancata collaborazione di stati esteri, condizione fondamentale per fare giustizia sulla strage, il Governo assuma urgentemente una iniziativa verso paesi amici dell' Italia, come Francia e Stati Uniti. Come ho già fatto in precedenti occasioni ho presentato una interrogazione parlamentare per chiedere una iniziativa del Ministro degli Esteri. Le nostre Istituzioni democratiche lo devono a 81 vittime innocenti, ai loro familiari, alla dignità dell' Italia".
Così Andrea De Maria, deputato PD
"La notizia della richiesta di archiviazione per l'inchiesta sulla strage di Ustica, riportata da un importante quotidiano, mi amareggia. Una richiesta motivata alla mancata collaborazione di Stati esteri. In questi anni ho assunto numerose iniziative parlamentari perché si mettessero in atto le azioni utili ad acquisire notizie da paesi amici dell' Italia, come Stati Uniti e Francia. Non dobbiamo rinunciare, come Paese, a fare giustizia su Ustica. È un dovere morale verso le 81 vittime innocenti ed i loro familiari. Ed è una priorità per difendere ed affermare la nostra sovranità nazionale".
Così Andrea De Maria, deputato PD
“Il governo ha completamente espropriato il Parlamento sul tema della riforma fiscale avocando a sé la discussione con una delega, mentre aumenta l'iniquità e l'ingiustizia fiscale. Noi siamo per l'uguaglianza sociale, per l'equità tra i contribuenti. Pensiamo che bisogna rispettare il principio costituzionale della progressività fiscale anche nella discussione sul questo provvedimento. Non è più possibile ignorare che il 40 per cento delle imposte pagate risponde a criteri di progressività fiscale e il 60 per cento è fatto da imposte sostitutive e da tassazioni proporzionali che nulla hanno a che fare con la progressività fiscale, dove l'85 per cento dell'Irpef è pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Alla luce di questi dati, che senso ha parlare di rottamazioni? Demolite la progressività fiscale e continuate a fare parti uguali fra diseguali. Sarebbe importante distinguere tra il contribuente onesto e veramente in difficoltà e gli altri, ma questo non è nelle intenzioni di questo governo”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato Virginio Merola, capogruppo dem in commissione Finanze, esprimendo il voto contrario del Pd al ddl riordino del sistema sanzionatorio in materia finanziaria.
“Il governo – ha concluso Merola - invece di preoccuparsi, accelerando i tempi di una riforma del testo unico della finanza e di introdurre regole che rispondono e che indicano ai mercati il rispetto delle regole alle grandi società con i loro azionisti rilevanti che chieda un'effettiva trasparenza, rinvia le decisioni senza indicare qual è la strada che vuole percorrere, e in modo anomalo si fa parte in causa della sfida finanziaria e appoggia una cordata di imprenditori bancari rispetto agli altri. Servirebbero regole meno invadenti con maggiore spazio alle Authority. Da un mercato unico europeo dei capitali vi tenete ben lontani, proponendo riforme e deleghe in bianco, fuori dai tempi e dal contesto effettivo che sta vivendo il nostro Paese, riproponendo rinvii e deleghe in bianco perché più che una necessità per voi è una scelta, quella di non intervenire per salvaguardare interessi di parte”.
“Apprendiamo dagli organi di stampa che vi sarebbe da parte del ministro Nordio l’intenzione di sottrarre il coordinamento della polizia giudiziaria al pubblico ministero, in violazione della costituzione. Ad ora dal governo nessuno ha smentito la notizia. Si avvalora quindi l’ipotesi che la separazione delle carriere abbia come obiettivi prioritari colpire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, politicizzare le indagini e sottoporre il pm all’esecutivo. Non proprio l’esito auspicato anche da chi si è detto favorevole alla riforma” Così la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
Sciopero avvocati per paralisi tribunale civile di Tempio, presentata interrogazione Pd
“La situazione al tribunale di Tempio è ormai incandescente se gli avvocati sono costretti a scioperare, come avevano già fatto nel 2019 a causa dei ritardi delle cause civili che vengono rinviate, con sedute fissate ordinariamente al 2028 e alcune anche al 2030, secondo le notizie che arrivano dall’Ordine territoriale”. Così il deputato dem Silvio Lai interviene sulla decisione degli avvocati appartenenti all’Ordine di Tempio-Olbia di astenersi per due giorni dall’attività per protestare contro le condizioni della giustizia civile nel territorio.
“Nonostante gli interventi del PNRR per ridurre i tempi processuali - conclude Lai - laddove la sezione penale ha ridotto da 2800 a 500 i giorni di attesa per una sentenza, la sezione civile non riesce a recuperare il pregresso a causa del fatto che sono presenti solo 3 magistrati che hanno un carico individuale di oltre 1100 cause contro le 250 ordinarie. Per questo motivo e per chiedere le ragioni di questa situazione, insieme a Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, e Federico Gianassi, capogruppo dem in commissione Giustizia alla Camera, abbiamo depositato una interrogazione urgente al ministro Carlo Nordio per chiedere quali siano le azioni poste in essere per recuperare le carenze di organico del tribunale di Tempio-Olbia e per conoscere la sistemazione nel resto dell’Isola. Ma soprattutto per chiedere come è possibile che membri della maggioranza e addirittura esponenti del governo si spingano a promettere riaperture di piccoli tribunali chiusi ormai da 12 anni quando le sedi principali, per carenza di organico, non sono in grado di garantire l’attività ordinaria nei tempi necessari”.
“Nordio chiarisca in Parlamento”
“Chiediamo al ministro Nordio se non ritenga urgente e necessario rendere conto al Parlamento dei programmi di costruzione di nuove carceri per fronteggiare l’emergenza del sovraffollamento e se le notizie in merito all’acquisto da parte del governo di moduli prefabbricati siano fondate, nonché quali siano stati i criteri individuati e i costi di questa operazione”. Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito democratico e tutti i componenti Pd della commissione Giustizia della Camera in un’interrogazione al ministro della Giustizia.
“Apprendiamo infatti, anche da dichiarazioni recenti dello stesso ministro, che il governo, anche per tramite del Commissario straordinario per l’edilizia carceraria Marco Doglio, nominato mesi fa per affrontare la drammatica emergenza del sistema dell’esecuzione penale e del quale ancora si attendono notizie ufficiali, avrebbe intenzione di fronteggiare il sovraffollamento carcerario utilizzando dei moduli prefabbricati, che avrebbe già acquistato, destinati ad essere “stipati” nelle carceri in funzione dove ci sarebbe spazio, oppure in caserme dismesse rifunzionalizzate a carceri. Il governo farebbe, dunque, ricorso ad una sorta di modello “Albania”, rivelatosi fallimentare, incostituzionale oltre che costosissimo e dannoso dunque per la finanza pubblica. Inoltre, la necessità avvertita dall’esecutivo di istituire un Commissario straordinario ha certificato l’inadeguatezza dell’efficacia dell’azione della struttura amministrativa a ciò deputata e della guida politica attuale. Il governo lo ha nominato l'estate scorsa, ma da allora nessun aspetto della gravissima crisi del sistema carcerario è stata affrontato, anzi tutto il sistema della giustizia tra il 2025 e il 2027 ha subito un ulteriore taglio di 500 milioni, a danno principalmente dei programmi di amministrazione penitenziaria, edilizia penitenziaria, giustizia minorile e di comunità con le pene alternative, giustizia riparativa ed esecuzione penale esterna”.
Pd ha incontrato vertice dei socialisti catalani
“Le scelte progressiste della Spagna stanno dimostrando come politiche economiche e sociali lungimiranti possano generare crescita e rilancio sociale. Mentre in Italia i salari e le tutele sociali restano bloccati e l’economia soffre un preoccupante stallo, con la produzione industriale ferma ormai da due anni, il modello spagnolo si conferma una strada vincente per lo sviluppo equo e sostenibile”. Lo ha detto la capogruppo democratica alla camera, Chiara Braga che ha incontrato oggi a Montecitorio Ferran Pedret i Santos, Capogruppo del Partito Socialista Catalano, e Jordi Riba Colom, Deputato al Parlamento della Catalogna e Viceportavoce del gruppo parlamentare Socialisti e Units per Avançar, accompagnati dal Segretario del PD di Spagna e Portogallo. All’incontro erano presenti la vice presidente della camera, Anna Ascani, il capigruppo del Pd in commissione affari europei della Camera, Piero De Luca, il responsabile nazionale welfare del Pd, Marco Sarracino e il vicepresidente del gruppo della Camera, Toni Ricciardi.
“La Spagna - ha detto Braga - sta portando avanti politiche economiche e sociali che dimostrano come un’alternativa alle destre sia possibile e vincente. E i dati lo confermano inequivocabilmente: la crescita spagnola è sostenuta da riforme progressiste che mettono al centro il lavoro, i diritti e la giustizia sociale.
“Il Partito Democratico - ha concluso Braga - intende rafforzare il dialogo con i socialisti catalani e spagnoli per costruire una posizione comune su molti dei temi chiave dell’agenda europea. Un'alleanza strategica che può contribuire a delineare un’Europa più equa, inclusiva e solidale”.
“Una scena paradossale si è consumata alla Casa Bianca. Trump aggredisce il presidente di uno Stato invaso dalla Russia di Putin. La ragione? Motivi economici che avvicinano Trump e Putin pronti a spartirsi il bottino di guerra a danno dell'Ucraina. Solo questo? No, c'è pure una idea diversa di democrazia, dove a capo c'è un padrone e non certo aneliti di libertà e giustizia sociale. Trump può contare su una Europa incerta, incapace di recitare un ruolo da protagonista e il suo obiettivo di annientarla sta prendendo campo. Poi c'è l'Italia con i silenzi imbarazzanti e le mezze parole della presidente Meloni che vorrebbe un vertice senza citare l'Europa, ma solo gli Stati Europei e con il tifo a petto scoperto di Salvini verso Trump. C'è molto da fare e da lavorare anche in un contesto di debolezza dei partiti socialisti e riformisti. Ma una cosa è certa. Devono tornare a parlare le piazze e le coscienze democratiche”.
Lo dichiara il deputato PD, Silvio Lai.
“Alla Casa Bianca quello che avrebbe dovuto essere un vertice di pace si è trasformato in una vile aggressione verso un popolo che ha subito l'invasione delle truppe di Putin. Per non dispiacere al suo mentore, Giorgia Meloni, dopo la vigliacca aggressione di Trump e Vance a Zelensky, propone un vertice tra Stati Uniti, Stati Europei e alleati. Nessun richiamo all'Europa, nessuna presa di distanza, a differenza di quanto dichiarato dai leader degli altri Paesi occidentali, dalle modalità con le quali Trump, mosso da intendimenti egemonici e commerciali, vorrebbe imporre la pace addossando le responsabilità al Paese aggredito e non certo al Paese aggressore”.
Così il deputato democratico e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Addirittura - aggiunge - il vice premier Salvini si spinge oltre ed esulta per il comportamento di Trump. Per i democratici, i liberali e i progressisti europei è il momento dell'unità, perché non c'è solo da combattere per giungere all'obiettivo di una pace giusta, ma anche per rafforzare il valore universale della democrazia, basato su libertà, diritti e giustizia, che Trump e i suoi accoliti vorrebbero scardinare in ragione di una ottica devastante legata alla affermazione del sovranismo e degli interessi del grande capitale. È il momento - conclude - di tornare nelle piazze per far avanzare l'Europa unita, nel segno delle indicazioni di Altiero Spinelli e David Sassoli”.
Serracchiani, Bazoli, Gianassi e Verini: riforma animata da furore ideologico e intenti punitivi
“Oggi i magistrati italiani scioperano contro la riforma del Governo Meloni sulla separazione delle carriere. Lo fanno organizzando iniziative aperte alla partecipazione dei cittadini ed esponendo la Costituzione. Il Partito democratico ha espresso la propria contrarietà alla riforma denunciando l’obiettivo che la stessa ha di indebolire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Continueremo la battaglia in sede parlamentare e nel paese contro una riforma animata da furore ideologico e intento punitivo. Gli attacchi violenti ed aggressivi contro singoli magistrati ci preoccupano enormemente e ci persuadono ancora di più a contrastare questa deriva pericolosa e a batterci per far funzionare davvero la giustizia: più organici di magistrati e cancellieri, stabilizzazione ufficio del processo, risposte serie ai magistrati onorari, investimenti per tecnologie e uffici giudiziari, durata ragionevole dei processi” così una nota di Debora Serracchiani, responsabile giustizia Pd, Alfredo Bazoli, capogruppo commissione giustizia Senato, Federico Gianassi, capogruppo Pd commissione giustizia Camera e Walter Verini, capogruppo Pd commissione antimafia.
Importante ok governo a Odg del Pd
“Mai più, si disse dopo la Liberazione di fronte agli orrori della dittatura nazifascista. Un impegno civico e morale però che deve continuare a vivere rinnovando la memoria di ciò che è stato in particolare verso le giovani generazioni che quella fase storica la vedono lontana nel tempo. Per questo è importante che nell’Aula della Camera, in occasione della discussione sul progetto di legge di modifica della norma che ha istituito il ‘giorno della Memoria’, il governo abbia accolto un ordine del giorno del gruppo Pd, a nostra prima firma, che impegna il governo stesso a sostenere e finanziare i viaggi della memoria anche nei luoghi collocati nel territorio italiano. Dal Museo nazionale dell’Ebraismo di Ferrara al campo di Fossoli a Modena, dalla Riviera di San Sabba a Trieste al Memoriale della Shoah di Milano, dal luogo della memoria davanti a Villa Emma di Nonantola al Sacrario di Marzabotto, dal Parco Nazionale della Pace a S. Anna di Stazzema al Memoriale delle Deportazioni, a Gavinana di Firenze e a tanti altri ancora. Una estensione necessaria, coerente con l’impostazione della legge di istituzione della ‘Giornata della Memoria’ visto che la proposta di modifica prevedeva solo promozione ed incentivazione dei viaggi ai campi di concentramento nazisti per gli studenti degli ultimi anni delle scuole secondarie. Guardare con i propri occhi le tragiche immagini dello sterminio, della discriminazione e della persecuzione verso milioni di donne e uomini significa dare più forza ai valori della libertà e della democrazia, cardine della nostra Costituzione insieme ai principi dell’eguaglianza e della giustizia sociale”.
Lo dichiarano i deputati Pd Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera, e Irene Manzi, capogruppo in commissione Cultura.
“Due anni fa la strage di Cutro: il rovesciamento dell’imbarcazione portò alla morte di 94 migranti a pochi metri dalle coste italiane. Tra di loro 30 bambini. Un numero parziale perché, ancora oggi, non si sa quanti siano i dispersi mai ritrovati.
“Ancora oggi chiediamo verità e giustizia. Lo ha fatto anche la Segretaria @EllySchlein, presente a Cutro per la commemorazione della strage. Perché i soccorsi non sono partiti subito? Cosa o chi l’ha impedito? Com’è stato possibile far annegare tutte queste persone a pochi metri dalla costa? Ci sono processi in corso, ma le domande non sono giudiziarie ma politiche. Ricordiamo bene la conferenza stampa del Governo lì, le parole che furono usate, la freddezza.
“In 2 anni nel Mediterraneo sono morte altre 5400 persone secondo i dati OIM, UNICEF e UNHCR. Una strage figlia, anche, della continua criminalizzazione delle ONG, di chi viene accusato di salvare vite umane o addirittura spiato dagli spyware.
“L’esempio sono i pescatori di Cutro, di Lampedusa, di ogni luogo di mare e di frontiera. Donne e uomini che, con coraggio e senza pensare alla nazionalità o alla provenienza di chi sta naufragando, ha un principio saldissimo: in mare le vite si salvano, sempre. Ad ogni costo” lo scrive in un post sui social Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del PD.
“Ambasciatore di pace”, con queste parole in tanti descrivono la personalità di Luca Attanasio e i valori che animavano il suo impegno che non era solo quello di un eccellente diplomatico.
In una recente intervista, Zakia Seddiki Attanasio, moglie dell’ambasciatore ucciso, ricordava ad esempio che nel 2017 a Kinshasa lei e suo marito diedero vita alla Fondazione Mama Sofia, con l’obiettivo di sostenere la scolarizzazione, l’accesso alla sanità e alla formazione professionale di giovani africani.
Io stessa, quando nel maggio 2017 da Presidente della Camera mi recai in Nigeria dove Luca Attanasio era vicecapo missione, ho conosciuto un uomo e un diplomatico che amava il suo lavoro, lo svolgeva con estrema competenza e con un profondo interesse per il futuro del continente africano.
Per questo, come ha ricordato la moglie, diceva: “Se l’Africa sta bene, il mondo sta bene”.
A quattro anni dal suo assassinio, assistiamo alla violenta invasione di truppe ruandesi nel territorio della Repubblica Democratica del Congo esattamente nella regione dove il 22 febbraio del 2021 un gruppo armato uccise l’Ambasciatore Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista del Programma Alimentare Mondiale Mustapha Milambo.
E allora, il primo impegno che tutte e tutti dobbiamo assumere, nel ricordare Luca Attanasio, è fare in modo che la guerra in Congo finisca, che il governo insieme al Parlamento italiano faccia pressione perché la comunità internazionale la smetta di voltare la testa altrove e agisca per imporre la pace.
L’altro impegno che dobbiamo alla memoria di Luca Attanasio è quello per la verità e la giustizia. Dopo quattro anni ancora non si conosce cosa sia esattamente avvenuto quel giorno e soprattutto chi sono i mandanti, chi e per quale scopo ha ordinato l’omicidio di Luca Attanasio e delle persone che erano con lui. Chi e per nascondere che cosa, ha manomesso indizi, organizzato depistaggi?
Vogliamo finalmente la verità. Ancora una volta il gruppo del Partito Democratico si stringe attorno ai famigliari, agli amici e ai colleghi di Luca Attanasio, di Vittorio Iacovacci e di
Mustapha Milambo. Ancora una volta, perché noi non dimentichiamo chi ha servito il nostro Paese con dignità e onore". Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, ricordando nell'aula di Montecitorio l'ambasciatore Luca Attanasio a quattro anni dal suo assassinio.
Con le sue azioni ha umiliato le istituzioni del nostro Paese
“La liberazione dell'assassino, torturatore e stupratore libico Almasri ha gettato discredito sul nostro Paese, imbarazzo profondo per l'umiliazione delle istituzioni. È bastato così poco per dimostrare come false le dichiarazioni di un pessimo governo che dichiara di non essere ricattabile. Il ministro Nordio è il principale responsabile e per questo poniamo la questione di sfiducia nei suoi confronti. I fatti sono incontrovertibili e la difesa del governo è stata la fiera delle reticenze e delle omissioni con un maldestro tentativo di auto-assoluzione”. Lo afferma in Aula il deputato dem Federico Gianassi intervenendo sulla mozione di sfiduci al ministro Nordio.
“Dopo molti giorni di silenzio – continua il capogruppo Pd in Commissione Giustizia - abbiamo ottenuto nuove dichiarazioni da parte di Meloni che affermava come la scarcerazione fosse stata presa dalla Corte d'Appello senza che la decisione della Corte penale internazionale fosse stata trasferita al ministero: bugie smentite dallo stesso Nordio perché tali informazioni erano state ricevute per il tramite dell’ambasciata dell’Aia. Nordio ha parlato prima di testo lungo, complesso, incomprensibile anche perché scritto in inglese e poi ha detto di averlo analizzato così bene da trovarne lacune e incongruenze: una contraddizione clamorosa per uscire dal grande imbarazzo e trovare una giustificazione in un errore di date”. “L'Italia ha bisogno di un ministro della Giustizia non di un pessimo avvocato difensore di uno stupratore. Nordio ora in Aula ride ma sa bene che rideranno meno i cittadini libici sottoposti alle torture di Almasri e non ride certo l'Italia con la Giustizia al collasso e davanti ad una riforma solo punitiva guidata solo dal furore ideologico contro l'autonomia della magistratura. Nordio disse che avrebbe approvato il codice dei crimini internazionali, è scomparso il codice e ora scompaiono con lui anche i criminali internazionali”, conclude Gianassi.
"Gravissima la decisione di chiudere l'istituto a custodia attenuata per le detenuti madri di Lauro in Campania. La notizia, resa nota dal Garante dei diritti dei detenuti per la Campania, Samuele Ciambriello, è gravissima perché si tratta dell'unico Icam del sud Italia. In che modo sarà possibile garantire la continuità territoriale ed affettiva senza istituti?". Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia. "Questo Governo - prosegue la deputata Pd - prima manda i bambini in carcere, con il ddl sicurezza, e poi chiude gli Icam. È un attacco al principio dell'interesse superiore dei minori. C'è preoccupazione per un sistema della giustizia minorile sempre più fragile e penalizzato. È per questo - annuncia Di Biase - che depositerò un'interrogazione urgente al Ministro Nordio. Dal Garante Ciambriello abbiamo appreso che la decisione di chiudere l'Icam di Lauro avrà conseguenze sul percorso scolastico dei tre minori che oggi vivono nella struttura, oltre alle conseguenze sul reinserimento sociale delle madri. Una decisione che non comprendiamo - conclude la deputata Di Biase - e su cui serve fare immediata chiarezza".