Giustizia: Serracchiani, equo compenso anche a chi patrocina a spese Stato
“La forma di discriminazione che colpisce gli avvocati che, con competenza e passione, difendono le persone meno abbienti con il patrocinio a spese dello Stato, deve cessare.
“La forma di discriminazione che colpisce gli avvocati che, con competenza e passione, difendono le persone meno abbienti con il patrocinio a spese dello Stato, deve cessare.
Per il Pd la giusta retribuzione per i lavoratori è un principio sacrosanto. E’ questo il motivo per cui, come puntiamo all’introduzione del salario minimo, così ci siamo battuti anche per l’approvazione dell’equo compenso per i liberi professionisti. Ma un governo ed una maggioranza sordi alle nostre proposte ed evidentemente interessati solo a piantare l’ennesima bandierina hanno impedito che questa giusta misura fosse estesa ad una platea molto più ampia di liberi professionisti determinando così la nostra astensione.
Dichiarazione di Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera
"Nella Legge di Bilancio non c'è assolutamente niente a favore dei lavoratori. Le uniche misure presenti, a partire dall'innalzamento dei voucher, rischiano di promuovere addirittura il precariato in numerosi settori".
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della Commissione Lavoro della Camera, commentando la manovra finanziaria del governo.
“La legge sull’equo compenso è stata affossata dalla destra quando, ignorando le richieste degli stessi professionisti, ha preferito portare avanti per ragioni esclusivamente elettorali un testo che non avrebbe assicurato alcun compenso equo ai professionisti”. Lo dichiara la deputata del Pd, Chiara Gribaudo, in replica alle dichiarazioni del deputato di Fdi Francesco Lollobrigida.
“La proposta di Giorgia Meloni sull’equo compenso in esame al Senato va profondamente corretta. Il testo attuale prevede che in caso di mancata applicazione dell’equo compenso a essere sanzionato non sia il committente che offre una remunerazione inadeguata ma il professionista sottopagato, è un paradosso. Inoltre si affida agli ordini professionali competenze non loro come quella di individuazione dell’equo compenso, lasciando fuori tutti gli autonomi non ordinistici”.
Così la deputata dem Chiara Gribaudo, componente della Commissione Lavoro alla Camera.
"Mi auguro che il disegno di legge in materia di equo compenso, approvato alla Camera, venga rivisto al Senato nell'ottica di una maggiore inclusività delle associazioni dei professionisti. Soprattutto, deve essere escluso che gli ordini assumano un ruolo, che non è il loro, di limitazione della concorrenza con possibili ingerenze anche sul rapporto fra i professionisti e i loro committenti. Ciò che conta e che ancora non si vede, è l'emanazione dei decreti parametri”.
"La legge approvata questa sera alla Camera riguarda un argomento molto importante per milioni di professionisti, quello dell'equo compenso, ma la fretta è cattiva consigliera. L'ansia da prestazione del centrodestra ha prodotto un testo che crea nuove discriminazioni fra lavoratori e affida agli ordini un ruolo che non è il loro. Le leggi per i lavoratori autonomi, per funzionare, devono avere una condivisione larga che oggi manca.
“Sul disegno di legge sull'equo compenso in discussione alla Camera ci sono forti preoccupazioni da parte di tanti professionisti, da un lato perché affida agli ordini un ruolo che travalica le loro competenze, dall'altro perché comprende soltanto i rapporti convenzionali lasciando di fatto scoperti la maggior parte degli incarichi che i professionisti ricevono da pubbliche amministrazioni e dai grandi committenti. Con il paradosso di prevedere, nei casi di violazione della legge, sanzioni a carico del professionista sottopagato invece che del committente disonesto.
“La legge sull'equo compenso va attuata subito. Dopo la scandalosa vicenda del bonus 600 euro, indebitamente sottratto ai giovani professionisti dai grandi studi, è ancora più urgente procedere alla sua attuazione. Oggi in occasione dell'audizione della ministra Catalfo in commissione Lavoro ho chiesto, di nuovo, la convocazione del tavolo previsto all'art.17 della legge 81/20017”.
Lo dichiara la vice capogruppo del Pd alla Camera Chiara Gribaudo.