“Questa è una manovra inutile e dannosa, perché non tocca assolutamente il problema dell’inflazione, che è gravissima. Parliamo di un’inflazione all’1,7 per cento e di un aumento del carrello della spesa del 3,4 per cento su base annua, addirittura al doppio dell’inflazione”. Lo afferma Silvio Lai, deputato del Partito Democratico e componente della commissione Bilancio, commentando i contenuti della Manovra del governo Meloni.
“La manovra – spiega l’esponente dem - non affronta nemmeno il tema dei consumi, mentre l’energia sta aumentando e il governo non fa nulla. E poi prova a scavare in fondo in luoghi dove non dovrebbe cercare: l’aumento del contante a 10 mila euro significa favorire l’evasione fiscale. L’ipotesi di liberalizzare la pubblicità delle scommesse sulle maglie delle squadre di calcio è un segnale grave, perché mostra che questo governo non si preoccupa delle conseguenze e dei rischi per gli italiani”.
“Questa manovra – conclude Lai - colpisce soprattutto le categorie più deboli e rischia di fare un danno enorme, che dobbiamo evitare in tutti i modi. Il Partito Democratico chiede una legge di bilancio che faccia davvero ripartire il Paese. Nella manovra non ci sono politiche industriali, non ci sono interventi per aiutare le persone più fragili. Ci sono invece i conflitti interni alla maggioranza, con ogni forza politica che parla a piccole parti della popolazione. Il governo nel suo insieme non riesce a parlare al Paese”.
Desta forte preoccupazione la recente prassi adottata dalla Direzione regionale sarda dell’INPS in materia di sgravi contributivi per le cooperative sociali di tipo B. Nonostante la normativa sia chiara la Direzione INPS della Sardegna, nel corso di recenti attività ispettive, ha adottato un’interpretazione restrittiva e arbitraria della legge 8 novembre 1991, n. 381, che disciplina le cooperative sociali di inserimento lavorativo. La legge stabilisce senza equivoci che le persone svantaggiate debbano rappresentare almeno il 30% della forza lavoro e riconosce l’esenzione delle aliquote contributive sulle loro retribuzioni, senza distinzione tra settore agricolo e altri comparti, né alcun vincolo relativo allo status di socio.
Eppure l’INPS sarda avrebbe sostenuto che il beneficio spetti soltanto ai lavoratori che siano contemporaneamente svantaggiati e soci, restringendone ulteriormente l’applicazione nel settore agricolo. Un’interpretazione che non trova fondamento nella normativa vigente e che rischia di compromettere l’operato di realtà sociali fondamentali per l’inclusione lavorativa. Per questo ho presentato un’interrogazione alla Ministra Calderone. È indispensabile che il Ministero intervenga per garantire un’applicazione corretta e uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. Le cooperative sociali svolgono un ruolo essenziale nell’includere e offrire opportunità lavorative alle persone svantaggiate: lo Stato ha il dovere di sostenerle e non di ostacolarle.
Così il deputato del Pd Silvio Lai.
«Quello che è avvenuto ieri al Consiglio dell’Unione Europea va spiegato bene, perché non coincide affatto con la narrazione trionfalistica del ministro Piantedosi.
Il Consiglio UE ha approvato due proposte: una definizione aggiornata di ‘Paese terzo sicuro’ e una lista europea di ‘Paesi di origine sicuri’. Lo ha fatto con il voto contrario di Francia, Spagna, Grecia e Portogallo, cioè quattro dei Paesi più esposti ai flussi migratori. E il testo approvato non è definitivo: si apre ora il negoziato con il Parlamento europeo.
In nessun passaggio l’Europa ha sdoganato, autorizzato o richiamato l’accordo Italia–Albania. Lo ha ricordato oggi anche Monsignor Perego, presidente della Commissione CEI per le migrazioni, definendo i centri in Albania “costosi, scandalosi e finora inutilizzati”. Le sue parole confermano che non c’è alcuna base giuridica per considerare l’intesa un modello europeo. La propaganda non può sostituire le norme.
Inoltre, la lista europea dei Paesi sicuri non conferma quella italiana: la restringe. La CEI ha parlato di un elenco “più che dimezzato” rispetto alle scelte del governo. E resta fermo un principio fondamentale: il diritto d’asilo riguarda sempre la persona e la sua situazione concreta, non la semplice provenienza da un Paese inserito in un elenco.
Il ministro parla di ‘svolta voluta dall’Italia’, ma i fatti dicono altro: l’UE non ha adottato il modello Meloni–Piantedosi, non ha avallato i centri in Albania, non ha modificato il Patto Asilo e Migrazione, e non ha cancellato la valutazione individuale delle domande.
Siamo di fronte all’ennesima operazione propagandistica del governo, che usa il tema della migrazione per rivendicare successi inesistenti invece di cercare soluzioni serie e condivise». Lo dichiara il deputato del Pd, Silvio Lai.
L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali vive una situazione di gravi criticità gestionali e strutturali. Dalla carenza di personale tecnico a sedi non completamente idonei o insufficienti (Catania, Bari, Firenze, Venezia e Napoli etc) fino all’assenza di corpo ispettivo e alla sovrapposizione di funzioni dirigenziali senza trasparenza nelle nomine. Il ministro Salvini però fa orecchie da mercante e fugge di fronte alle interrogazioni presentate dal gruppo Pd e dalle opposizioni. Per questo insieme ai colleghi deputati Barbagallo, Vaccari, Forattini, Morassut e Ghirra abbiamo depositato alla Camera una nuova interrogazione non solo per svegliare il Ministro Salvini dal suo torpore “interessato”, ma per segnalare la necessità che venga attivato dal governo un tavolo di confronto e per segnalare un emendamento della Lega alla manovra finanziaria che da una parte riduce l’organico dell’Agenzia ma al tempo stesso aumenta le posizioni dirigenziali e proroga incarichi apicali per altri due anni unitamente alla possibilità che verrebbe assegnata al direttore generale nel gestire fondi derivanti da tariffe e sanzione.
Una situazione assurda che mal si concilia con il compito dell’Agenzia di promuovere la sicurezza e vigilare sulle infrastrutture ferroviarie, stradali e autostradali e sugli impianti fissi. Quanto sta avvenendo anche attraverso l’emendamento alla legge di bilancio, sul quale il governo dovrebbe esprimere un parere contrario, a salvaguardia di merito e trasparenza per Agenzie a controllo pubblico, rischia di far implodere definitivamente l’ANSFISA che non può e non deve trasformarsi in un poltronificio ad uso e consumo del potere politico e a danno del personale che avverte, come si registra da un questionario interno senso di abbandono da parte della direzione e del ministero Vigilante. Appare altresì assurdo che nonostante le richieste il ministro Salvini abbia fino ad ora ritenuto di non incontrare le organizzazioni sindacali”. Così il deputato dem Silvio Lai.
«La scomparsa di Loris Rispoli è una perdita che colpisce profondamente non solo i familiari delle vittime del Moby Prince, ma chiunque lo abbia conosciuto. Loris è stato il fondatore dell’associazione “141 – Vittime del Moby Prince” e per oltre trent’anni ha rappresentato con forza, dignità e determinazione la richiesta di verità e giustizia sul più grave disastro della marineria italiana dal dopoguerra».
Lo dichiara il deputato del Pd, Silvio Lai, che ha conosciuto Rispoli durante il suo ruolo di presidente della prima Commissione parlamentare d’inchiesta sul Moby Prince.
«Loris – prosegue Lai – non ha mai smesso di difendere la memoria delle 140 vittime e il diritto dei familiari a non essere dimenticati. La nascita della Commissione d’inchiesta fu anche frutto della sua infaticabile determinazione, così come di quella di un altro protagonista di questa lunga battaglia civile, Angelo Chessa, figlio del comandante del traghetto, scomparso nel 2022, a 56 anni. Le loro voci, la loro costanza, il loro coraggio hanno permesso al Parlamento e al Paese di non distogliere lo sguardo».
«Loris e Angelo, con Luchino Chessa il figlio minore del comandante che continua ancora oggi la sua battaglia, hanno portato avanti un impegno raro: mai sopra le righe, mai per sé stessi, sempre con il rispetto e la fermezza di chi chiede solo ciò che è giusto. Cittadini esemplari e punto di riferimento per tutti noi che abbiamo avuto il dovere di lavorare istituzionalmente sulla vicenda».
«Alla sua famiglia, ai suoi cari e all’associazione 141 esprimo la mia vicinanza più sincera. La sua battaglia non si ferma: continueremo con lo stesso senso di responsabilità che ha guidato la sua vita pubblica. Perché la verità – conclude Lai – è un dovere verso chi non c’è più e verso il Paese intero».
«La decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge sul fine vita approvata dal Consiglio regionale della Sardegna è un atto grave, che va oltre il conflitto istituzionale. È come se il Governo Meloni pretendesse di decidere come ciascuno di noi debba vivere e morire, negando alle persone il diritto fondamentale all’autodeterminazione e alla dignità negli ultimi momenti della propria vita.
La legge sarda nasce da un percorso serio, condiviso, rispettoso delle sentenze della Corte costituzionale e delle linee già tracciate in diverse regioni. Non si sostituisce allo Stato, non crea nuovi diritti, ma garantisce procedure e tutele per evitare che cittadini e famiglie soffrano nell’abbandono istituzionale.
Il Governo sceglie invece la strada dello scontro ideologico, trasformando una questione di umanità in un terreno di propaganda. È un errore politico e morale.
Come Partito Democratico della Sardegna difenderemo in ogni sede il principio che la vita e la morte non possono essere oggetto di imposizione da parte di un esecutivo che rifiuta di affrontare il tema a livello nazionale. Difenderemo la Sardegna, la sua autonomia legislativa e, soprattutto, la libertà delle persone.
La dignità non si impugna. Si tutela.»
“La realtà smentisce la propaganda del governo Meloni: mentre loro festeggiano il ‘calo dell’inflazione’, nei supermercati le famiglie tagliano la spesa alimentare, nei bar e nei ristoranti calano i consumi, nei negozi di abbigliamento si compra sempre meno. L’inflazione reale è quella che svuota il carrello, non quella dei comunicati del Governo”.
Così il deputato dem e segretario del Pd Sardegna, Silvio Lai.
“Bravo sindaco Lo Russo. Brava segretaria Schlein. È così che si affronta il tema della sicurezza in Italia, di tutti e per tutti. È questo il tono che serve alle città. Qui a Torino non c’è alcuna campagna elettorale in corso e se più forze politiche vanno finalmente nella stessa direzione, si dovrebbe festeggiare, non preoccuparsi”. Lo scrive sui suoi canali social il deputato Pd Mauro Laus.
“E invece – continua il parlamentare dem - paradossalmente, vedo che alcuni politici si agitano. Strano davvero, non sono preoccupati per i cittadini, ma perché rischia di venir meno quello spazio politico che per anni è stato una gallina dalle uova d’oro, alimentato più dalla paura che dalle soluzioni”.
“Ma la sicurezza non è una bandiera di partito. È un diritto delle persone e chi la affronta con serietà fa il bene della comunità, non di una parte. Per quanto mi riguarda, continuerò a scegliere la responsabilità al tifo da stadio. Perché i cittadini meritano soluzioni, non paure a noleggio”, conclude Lai.
"Gli insulti e le parole di odio rivolti alla Presidente della Regione Alessandra Todde sono qualcosa di inaccettabile, che va ben oltre il confronto politico.
Sono frasi violente, sessiste, degradanti, che offendono non solo una donna ma la dignità delle istituzioni e di tutta la nostra comunità democratica.
Chi pensa di poter ridurre una donna al bersaglio dell’odio e del disprezzo, solo perché ricopre un ruolo pubblico, mostra quanto ancora sia lunga la strada verso una vera parità e un vero rispetto reciproco.
La politica deve essere confronto, passione, idee, anche durezza nei toni se serve, ma mai violenza, mai insulto.
Chi usa il linguaggio dell’odio non fa male solo a chi colpisce: ferisce la credibilità della politica e la qualità della nostra democrazia.
Alla Presidente Todde va la mia piena solidarietà personale e quella del Partito Democratico.
Siamo al suo fianco, contro ogni forma di violenza e contro chi pensa che l’offesa e la misoginia possano far parte del dibattito pubblico.
Difendere il rispetto non è una questione di parte: è una questione di civiltà".
Lo dichiara l'on.Silvio Lai, segretario regionale PD della Sardegna
“L’Italia è ormai in una fase di stagnazione tecnica, con il Pil fermo per il terzo trimestre consecutivo e i consumi in frenata. La legge di bilancio 2026, secondo le stime del Mef, non produrrà alcun effetto positivo sulla crescita”. Lo dichiara Silvio Lai, deputato del Partito Democratico e componente della commissione Bilancio.
L’esponente dem sottolinea come “perfino il Centro Studi di Confindustria riconosce che l’attuale, debole crescita è soltanto l’ultima coda degli investimenti del Pnrr. Senza quei fondi, l’Italia sarebbe già in recessione. La manovra del governo Meloni è la prima in molti anni a non avere alcun impatto sulla crescita: se si facesse o non si facesse, sarebbe esattamente la stessa cosa. Il Pnrr è stato usato per coprire spese ordinarie, sottraendo risorse a scuola, sanità, transizione digitale ed ecologica. Così si condanna il Paese a un futuro di bassa crescita e scarse opportunità”.
“Il Partito Democratico – conclude Lai - presenterà una contromanovra che punti davvero sullo sviluppo industriale, sulla ripartenza e sulle infrastrutture sociali. In Italia la povertà cresce, la disoccupazione aumenta e i giovani restano senza prospettive. Questo è un governo di pura propaganda, incapace di gestire l’economia di un Paese e di costruire una visione per il futuro. Serve un piano alternativo che rimetta al centro il lavoro, gli investimenti e la coesione sociale”.
“Coltivare, detenere e commercializzare la Canapa Sativa è lecito. Lo ha stabilito il tribunale di Sassari che ha annullato il sequestro e ha deciso la restituzione di 200 kg di Canapa industriale e 6.000 piante a due imprenditori costretti ad interrompere la loro attività per l'ennesima interpretazione estensiva delle norme introdotte dal decreto Sicurezza voluto dal governo. Ancora una volta è la giustizia ordinaria, in punta di diritto, a sconfessare il raptus propagandistico del governo che ha voluto fare credere di contrastare la diffusione delle droghe vietando, senza avere nessun riscontro scientifico e tantomeno di tutela della salute, la produzione della canapa anche sotto la soglia legale di Thc. Una figuraccia che si sarebbe potuta evitare se il governo avesse ascoltato la comunità scientifica e le organizzazioni degli agricoltori. Ora di fronte ad una norma che i Tribunali stanno valutando illegittima sarebbe opportuno da parte del governo fare marcia indietro precisando i limiti di applicazione della normativa. Si riuscirebbe così a salvare una filiera produttiva, fatta da giovani imprenditori, che fino a qualche mese fa era considerata una eccellenza nel mondo”.
Lo dichiarano i deputati del PD, Silvio Lai e Stefano Vaccari.
“Dall'abolizione della legge Fornero all'aumento di tre mesi dell'età pensionabile il passo è breve. C’è riuscita la destra che presa dal furore propagandistico aveva dato i numeri sulle pensioni, inservibili anche per il gioco del lotto. Via la Fornero avevano gridato ai quattro venti insieme alla proposta di fissare il tetto a quota 100 che poi è stata archiviata, con il silenzio di Salvini, che ha fatto ammenda, perché risultata troppo costosa. E poi proposte su proposte per tentare di catturare consenso. Ed ora si apprende che ci si appresta ad alzare l'età pensionabile di altri tre mesi. Servono soldi ed il bidone è stato già raschiato. Se non ci fossero le risorse del Pnrr, ormai prossimo alla scadenza, saremmo già in recessione. Ecco spiegata la manovra finanziaria 2026 improntata alla stagnazione e senza nessuna misura per favorire ripresa e sviluppo e tutelare famiglie ed imprese”.
Lo dichiara il deputato PD della commissione Bilancio, Silvio Lai.
"La Corte Costituzionale con la sentenza di oggi ha fatto definitiva chiarezza sciogliendo qualsiasi dubbio sull'ipotesi di decadenza da Presidente della Regione Sardegna di Alessandra Todde. Insieme alla sentenza vengono archiviate anche le speranze di quei partiti che, a destra, avevano utilizzato la vicenda come un tentativo di rivincita nei tribunali, dopo aver perso la partita in campo. Ora la sfida per tutti diventa quella del confronto di merito, sulle scelte da fare, in qualche caso dopo anni di vuoto". Lo dichiara il deputato sardo del Pd, Silvio Lai, che esprime "da parte dei democratici della Sardegna le congratulazioni alla Presidente per l’esito del ricorso, con la certezza di poter proseguire serenamente nel lavoro di rilancio nella nostra Regione affrontando con decisione quelle criticità che pesano su famiglie e imprese in Sardegna".
«Le nuove Province della Sardegna – Sulcis Iglesiente, Gallura, Medio Campidano e Ogliastra – sono pienamente operative, con organi eletti e personale, ma per lo Stato non esistono ancora».
Lo denuncia Silvio Lai (Partito Democratico) dopo aver presentato un’interrogazione ai Ministri dell’Interno, dell’Economia, delle Infrastrutture e degli Affari Regionali.
Secondo il deputato dem, «la Regione ha completato ogni adempimento, inviando tra luglio e agosto tutte le comunicazioni ufficiali ai Ministeri competenti (protocolli RAS 32764, 32765, 7035 e 7037). Nonostante ciò, il Governo non ha ancora attribuito i codici ISTAT, fiscali e automobilistici, né aggiornato i database nazionali».
Il ritardo – aggiunge Lai – «blocca bilanci e trasferimenti, impedisce la riscossione dei tributi provinciali e provoca un danno stimato in oltre 12 milioni di euro annui per le quattro Province».
“È una situazione paradossale – aggiunge Lai – abbiamo Province operative, riconosciute dalla Regione e dai cittadini, ma inesistenti per lo Stato.
Non è accettabile che una Regione autonoma debba chiedere il permesso a Roma per essere considerata viva.
È il simbolo dell’immobilismo di questo Governo verso la Sardegna.”
«La Regione ha fatto il suo dovere, ora è lo Stato ad essere inadempiente. È una violazione del principio di leale collaborazione e un colpo all’autonomia sarda», conclude Lai.
“Il Documento programmatico di finanza pubblica 2025 non è un piano economico: è una dichiarazione di sopravvivenza. Un bilancio costruito sull’inflazione e non sulla crescita, dove i conti tornano solo perché i prezzi restano alti, mentre il potere d’acquisto delle famiglie continua a cadere”. Lo dichiara il deputato del Partito Democratico Silvio Lai nel suo intervento in Aula sul Dpfp 2025.
“Oggi - continua il parlamentare dem - il Governo si vanta dei conti in ordine, dello spread in discesa e del giudizio positivo delle agenzie di rating, come se fossero loro a dover certificare la giustizia sociale di un Paese. Ma non era questo il tono delle promesse elettorali quando si gridava contro l’austerità e oggi si rifugia nella prudenza. Una prudenza che non è responsabilità, ma assenza di coraggio, paura di scegliere, paura di cambiare. Quella che il governo definisce stabilità è solo conservazione di interessi consolidati, difesa di chi ha già vinto. Non si toccano le rendite, non si tocca chi ha di più senza merito, non si tocca chi si è arricchito nelle crisi, durante la pandemia e con la guerra". "Il governo che si è presentato come quello della discontinuità è diventato il governo dell’immobilismo che rinvia e si limita a galleggiare mentre il Paese arretra", conclude Lai.