"Le dichiarazioni rilasciate oggi a Roma dal premier ungherese Viktor Orbán sono sbagliate e non condivisibili. Mentre l’Ucraina continua a difendere la propria libertà, Orbán afferma che ‘sulla guerra in Ucraina c’è ben poco da fare’, che ‘l’Europa è fuori dai giochi’ e annuncia un viaggio a Washington per ‘aggirare le sanzioni’ contro la Russia, colpendo così direttamente la credibilità dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
È una posizione che mina i principi di solidarietà europea, indebolisce il fronte comune contro l’aggressione di Putin e rischia di compromettere la sicurezza e l’autonomia economica, industriale ed energetica del nostro continente. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni prenda le distanze pubblicamente dalla linea del suo alleato sovranista. Perché non è più tollerabile che il Governo italiano si mostri indulgente e ambiguo verso chi lavora per distruggere l’Europa dall’interno". Lo dice Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee.
“Il Governo deve rivedere subito il provvedimento che riduce del 10% le risorse destinate ai progetti sui beni confiscati alla criminalità organizzata. È un taglio miope e ingiusto, che colpisce soprattutto i piccoli Comuni, già impegnati con lavori appaltati e interventi avviati grazie ai fondi PNRR.
Queste risorse non sono solo numeri di bilancio, ma strumenti di riscatto civile e di rigenerazione sociale. Ogni bene confiscato che torna alla collettività è un simbolo concreto di legalità, e bloccare o ridurre questi progetti significa indebolire la risposta dello Stato contro le mafie.
Penso al caso di Cesa e a tanti altri Comuni del Mezzogiorno che rischiano di fermare cantieri già avviati per mancanza di copertura finanziaria. È inaccettabile. Il Governo Meloni garantisca la piena copertura dei fondi originari e introduca norme di salvaguardia per i progetti in corso. La lotta alla criminalità non può subire tagli: servono coerenza, visione e rispetto per il lavoro dei sindaci e delle comunità locali”. Lo dichiara Stefano Graziano, deputato del Partito Democratico, in seguito all’appello del sindaco di Cesa, Enzo Guidi, ai parlamentari casertani, alla presidente del consiglio Meloni e all’Anci sul no al taglio del 10% dei fondi per i beni confiscati per progetti già appaltati.
“Sabato sera un gruppo di persone, a volto coperto, ha fatto irruzione all'interno del liceo Da Vinci di Genova che in quei giorni era in autogestione. Diversi studenti si sono trovati davanti a un vero e proprio assalto: arredi devastati, muri imbrattati con svastiche, cori inneggianti il duce e ragazzi inseguiti con spranghe e terrorizzati con violenza. Vedere svastiche sui muri del luogo educativo per eccellenza unite ad atti di grande e pianificata violenza è inaccettabile”. Lo dichiara la deputata e vicepresidente del Gruppo Pd, Valentina Ghio per chiedere un'informativa urgente del ministro Piantedosi su quanto accaduto a Genova nel liceo scientifico Leonardo Da Vinci.
“A rendere più grave la vicenda – sottolinea la parlamentare - sono le testimonianze secondo cui l'intervento delle forze dell'ordine sarebbe avvenuto solo dopo un'ora e mezza dalla tempestiva richiesta d'aiuto. Un ritardo che ha consentito agli aggressori di proseguire l'opera di devastazione e di allontanarsi indisturbati. È necessario che il ministro dell'Interno venga in Aula a chiarire le dinamiche dell’accaduto e, soprattutto, a dire cosa il governo intenda fare per contrastare la diffusione di comportamenti violenti, spesso con connotazioni di violenza politica. che continuano a trovare terreno fertile”, conclude Ghio.
“Con il ddl Valditara questo Governo continua a trattare la scuola come una voce di spesa da tagliare, non come una comunità da valorizzare. Ancora una volta si interviene a colpi di decreti legge, senza confronto e senza visione. Cambiare nome all’esame di Stato e ridurre i commissari non è una riforma pedagogica, ma un taglio mascherato da semplificazione, che vale quasi trenta milioni di euro in meno per l’istruzione.
Dietro la retorica del merito si nasconde un modello di scuola sempre più verticistica e dove la partecipazione democratica degli organismi collegiali perde valore.
Il Partito Democratico dice no a un modello che accentra poteri e taglia risorse, che ignora la voce di studenti e docenti. La scuola non ha bisogno di maquillage o propaganda, ma di investimenti veri, stabilità e fiducia.
Il Governo non può continuare a trattare l’istruzione come un costo o un adempimento burocratico: la scuola è il cuore della Repubblica e come tale merita dignità ”. Lo ha detto in Aula Valentina Ghio, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, in discussione generale sul ddl Valditara.
“Il Governo deve rivedere subito il provvedimento che riduce del 10% le risorse destinate ai progetti sui beni confiscati alla criminalità organizzata. È un taglio miope e ingiusto, che colpisce soprattutto i piccoli Comuni, già impegnati con lavori appaltati e interventi avviati grazie ai fondi PNRR.
Queste risorse non sono solo numeri di bilancio, ma strumenti di riscatto civile e di rigenerazione sociale. Ogni bene confiscato che torna alla collettività è un simbolo concreto di legalità, e bloccare o ridurre questi progetti significa indebolire la risposta dello Stato contro le mafie.
Penso al caso di Cesa e a tanti altri Comuni del Mezzogiorno che rischiano di fermare cantieri già avviati per mancanza di copertura finanziaria. È inaccettabile. Il Governo Meloni garantisca la piena copertura dei fondi originari e introduca norme di salvaguardia per i progetti in corso. La lotta alla criminalità non può subire tagli: servono coerenza, visione e rispetto per il lavoro dei sindaci e delle comunità locali”. Lo dichiara Stefano Graziano, deputato del Partito Democratico, in seguito all’appello del sindaco di Cesa, Enzo Guidi, ai parlamentari casertani, alla presidente del consiglio Meloni e all’Anci sul no al taglio del 10% dei fondi per i beni confiscati per progetti già appaltati.
Da governo disattenzione e poche risorse
“Al terzo summit della ristorazione collettiva presso Cirfood District a Reggio Emilia sono emersi dati importanti sull’evoluzione delle abitudini alimentari In Italia in relazione all’età, al sesso e alla nazionalità del campione studiato. La ristorazione collettiva è sempre più riconosciuta come elemento essenziale dal grande valore sociale ed economico, pietra angolare nell’educazione alimentare delle giovani generazioni, soprattutto in un’epoca in cui i pasti in casa sono sempre più veloci e frugali. Il Governo si limita a convocare tavoli tra i diversi ministeri, a scaricare sui comuni i costi delle politiche su questi temi e stanzia appena 800mila euro per tutto il 2026 sul tema dell’obesità infantile, che pure è stata riconosciuta nei Lea come malattia cronica soprattutto nelle nuove generazioni. Le risorse stanziate sono assolutamente insufficienti”.
Così i deputati Pd della commissione Agricoltura, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera, e Andrea Rossi, primo firmatario della Pdl sull’educazione alimentare.
“Per aggredire nelle scuole dell’obbligo questo flagello che coinvolge migliaia di giovani in tutto il Paese, penalizzando il loro sviluppo psicofisico - aggiungono - è necessario investire molto di più sulle politiche dell’alimentazione e dell’educazione alimentare, cosa che si può fare proprio partendo dalle mense scolastiche. La tradizione della cucina italiana è basata sulla filiera corta con i prodotti che arrivano dalle nostre coltivazioni direttamente sulle nostre tavole e questa deve essere la via maestra per formare i nostri giovani nel rapporto con il cibo. Ben altre risorse servono anche per migliorare gli standard di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale, aspetti che incidono sulle scelte alimentari delle famiglie italiane sempre di più, come emerso dai dati presentati durante il summit. Il Pd - concludono - ha formulato anche una proposta di legge sull’educazione alimentare che è a disposizione per discutere nel merito delle scelte da fare su questo tema”.
“Quanto avvenuto oggi a Torino e nel fine settimana a Genova è molto grave. Viene fatto, da questo Governo, un evidente distinguo sulle violenze: quando vengono spaccate due vetrine durante una manifestazione si condanna senza se e senza ma, quando viene devastata una scuola o vengono caricati degli studenti per una contestazione e, da quanto apprendiamo, portati in Questura sedicenni senza motivazioni tutti tacciono”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, su quanto avvenuto questa mattina al Liceo Einstein di Torino.
“La differenza è evidentemente la matrice politica, trattandosi a Genova di azioni neofasciste e oggi della difesa di Gioventù Nazionale, la giovanile di Fratelli d’Italia - prosegue la deputata dem - Provvederò con un’interrogazione parlamentare per avere chiarimenti da parte del ministro dell’Interno, perché vogliamo che si faccia luce su quanto avvenuto”.
“Le dichiarazioni del presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, contro la trasmissione Report e il suo conduttore Sigfrido Ranucci, rappresentano un ulteriore episodio grave e preoccupante. Parlare di “giornalismo militante” e invocare “un intervento della Rai” dopo la messa in onda di un’inchiesta giornalistica costituisce una forma evidente di ingerenza e pressione politica su un servizio pubblico che deve restare autonomo, libero e indipendente da qualsiasi condizionamento del potere. Invece di confrontarsi nel merito dei fatti riportati — che riguardano la gestione dei fondi pubblici da parte di esponenti di FdI e le modalità di nomine nel settore culturale — Mollicone sceglie di attaccare chi fa informazione, tentando di delegittimare il lavoro dei giornalisti. Un atteggiamento che stride con le parole di solidarietà espresse appena pochi giorni fa da Giovanni Donzelli e dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei confronti di Ranucci e della libertà di stampa. Ci chiediamo: quelle dichiarazioni valgono ancora, o oggi condividono la posizione di Mollicone?
La libertà di stampa e il diritto dei cittadini a essere informati non possono essere messi in discussione ogni volta che un servizio televisivo tocca nervi scoperti del potere politico. Il servizio pubblico non deve essere compiacente verso il governo di turno, ma deve rispondere unicamente al mandato costituzionale di garantire pluralismo, trasparenza e informazione indipendente” così una nota del capogruppo del Pd nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.
“Il ritorno del cinipide galligeno del castagno è un segnale preoccupante: serve un piano nazionale di contrasto e prevenzione per difendere un patrimonio ambientale ed economico fondamentale per il paese”: è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Marco Simiani, Antonella Forattini, Ubaldo Pagano, Stefano Vaccari, Maria Stefania Marino, Toni Ricciardi, Piero De Luca, Nadia Romeo, Federico Fornaro, Sara Ferrari, Andrea Rossi, Laura Boldrini, Stefano Graziano, Marco Furfaro, Ilenia Malavasi, Andrea Casu, Ouidad Bakkali, Claudio Michele Stefanazzi, Augusto Curti, Chiara Gribaudo, Marco Lacarra, Eleonora Evi, Mauro Berruto, Simona Bonafè, Debora Serracchiani, Irene Manzi, Rosanna Filippin, Federico Gianassi, Nicola Stumpo, Emiliano Fossi.
Il gruppo di parlamentari Dem ha depositato una interrogazione chiedendo al governo di intervenire con urgenza contro la nuova diffusione del Dryocosmus kuriphilus, l’insetto parassita originario della Cina che colpisce i castagneti italiani causando perdita di produttività e deperimento degli alberi.
“Nonostante la presenza dell’antagonista naturale Torymus sinensis, in molte regioni – tra cui Toscana, Campania, Piemonte ed Emilia-Romagna – si registrano nuovi focolai. È necessario coordinare le azioni di monitoraggio, rafforzare la ricerca scientifica e sostenere economicamente le aziende colpite. La castanicoltura rappresenta un settore strategico per l’economia delle aree interne e montane; l’interrogazione chiede al Ministero anche di attivare un tavolo permanente sulla castanicoltura italiana, che coinvolga Regioni, enti di ricerca e produttori per elaborare strategie comuni di tutela e valorizzazione. Difendere i castagneti significa salvaguardare il territorio, contrastare l’abbandono dei boschi e proteggere le comunità che vivono di questa filiera storica e sostenibile": conclude la nota.
“In un vibrante post sui social Giorgia Meloni ha ringraziato Jacopo e Gaia, due agenti di Polizia del commissariato di Sant’Ippolito, che a Roma nei giorni scorsi a Via di Portonaccio hanno salvato una bambina che stava soffocando. Ha fatto bene perché sono effettivamente due eroi, che meritano di essere ringraziati da tutte le istituzioni, ed è importante che tutti riconoscano il prezioso lavoro quotidiano che portano avanti ogni giorno insieme a tutti i loro colleghi. Con l’occasione però, la Presidente Meloni apra finalmente gli occhi sull’assurda situazione che vive proprio il Commissariato di Sant’Ippolito, dove lavorano questi eroici agenti, che come ha denunciato più volte il Presidente del IV Municipio Massimiliano Umberti è stato definanziato dal suo stesso Governo. Un esempio concreto di come la destra sostenga la sicurezza solo con le chiacchiere: in Via Achille Tedeschi è già stata identificata da tempo la nuova sede del commissariato che è uno degli unici due in un territorio di circa 170 mila abitanti nel cuore del quadrante est della Capitale. Senza questa nuova sede, se succede qualcosa nell’area della stazione Tiburtina, gli agenti devono partire da San Basilio o da San Lorenzo. Prima che arrivasse la Presidente Meloni il nuovo commissariato era stato finanziato con 9 milioni di fondi CIPE e 4 del Ministero dell’interno. Adesso che la destra è al Governo questi fondi non ci sono più, il nuovo commissariato resta chiuso, i cittadini sono più insicuri e gli agenti fanno i salti mortali per garantire comunque la sicurezza: la Presidente Meloni con quale faccia si ricorda di loro solo per ringraziarli pubblicamente ma dimentica le donne e gli uomini in divisa quando scrive una manovra che non mette le risorse per sostenerli e tenere aperti i commissariati sul territorio? Perché il Ministro dell’interno Piantedosi non ha ancora mai risposto a nessuna delle interrogazioni parlamentari che abbiamo depositato a partire dal maggio 2023 per chiedere conto di questo ennesimo voltafaccia? Ma come si fa a essere dalla parte delle forze dell’ordine solo per alimentare la retorica sui social e poi voltargli le spalle nelle scelte concrete quando si governa?”. Lo scrive sulle sue pagine social Andrea Casu, della presidenza del gruppo Pd alla Camera.
"Anche quest'anno a Predappio abbiamo assistito ad una manifestazione che esalta la marcia su Roma, con tanto di saluti romani. Scene che indignano e amareggiano. La nostra democrazia è nata dall' antifascismo, grazie all'altissimo prezzo di sangue pagato dal popolo italiano per sconfiggere la dittatura di Mussolini. In Italia l' apologia di fascismo è un crimine, proprio perché il fascismo ha rappresentato l'oppressione violenta della libertà e della democrazia. Manifestazioni come questa vanno contrastate da tutte le forze politiche, con le ragioni della democrazia e della libertà. Ogni forma di apologia di fascismo deve essere perseguita, applicando la normativa vigente". Così Andrea De Maria, deputato del PD.
“Siamo profondamente preoccupati e condanniamo fermamente l’attacco al Liceo Leonardo Da Vinci. Atti come questi non si devono più ripetere. Vedere porte divelte e svastiche sui muri di una scuola fa male: è un attacco alla democrazia e alla libertà in un luogo che invece dovrebbe essere di dialogo e incontro, dove si formano i giovani. Chiediamo che venga fatta chiarezza al più presto”, cos’ i parlamentari liguri del Pd Lorenzo Basso, Valentina Ghio, Alberto Pandolfo, Luca Pastorino.
“Dopo la solidarietà di facciata, è ripartito l’attacco contro Report e Sigfrido Ranucci. Le belle parole e le testimonianze di circostanza di Fratelli d’Italia si sono rapidamente trasformate nell’ennesima ondata della macchina del fango e della disinformazione, tornata all’attacco con forza.
È inaudito che, poche ore prima dell’avvio dell’esposto del Garante della Privacy contro Ranucci, alcuni componenti di un’istituzione che dovrebbe garantire terzietà e indipendenza siano stati visti entrare nella sede del partito di Giorgia Meloni. Arriveranno forse le smentite di rito, ma, se confermato, la coincidenza e la tempistica dell’incontro tra Ghiglia e Arianna Meloni non possono passare inosservate.
Chiediamo innanzitutto alla Rai di attivarsi e di farsi promotrice di un’azione di difesa nei confronti di Report, a tutela di Ranucci e a salvaguardia dell’indipendenza del servizio pubblico.” Così i componenti del Partito Democratico nella Commissione di Vigilanza Rai.
“Mentre la sottosegretaria Borgonzoni si fa bella con i numeri del Piano Cinema e Immagini per la Scuola, la realtà è che la manovra del governo Meloni mette in discussione l’intero sistema del cinema e dell’audiovisivo italiano. Altro che festa: con tagli complessivi superiori al mezzo miliardo di euro, il Governo rende incerti perfino i progetti per le scuole di cui oggi la stessa Borgonzoni si vanta. Progetti che, a causa di un comma inserito nella Legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei ministri e trasmessa alle Camere, non avranno più garanzia di finanziamento stabile”, lo dice Matteo Orfini, deputato democratico e componente della Commissione Cultura della Camera.
“Ai tagli al Fondo per il Cinema — spiega Orfini — che perderà 150 milioni nel 2026 e altri 200 milioni dal 2027, si aggiungono i tagli lineari e la decisione drammatica annunciata ieri dalla sottosegretaria di ridurre il tax credit dal 40% al 30%.
Scelte che colpiranno duramente le produzioni italiane e allontaneranno quelle internazionali, con effetti pesanti sull’occupazione e sull’intera filiera.”
“Borgonzoni prenda atto della realtà — conclude Orfini —: non c’è nulla da festeggiare. Il governo di cui fa parte sta affossando il cinema italiano.”
Zone già sfruttate non devono ospitare nuovi impianti
“Il governo adotti subito il nuovo decreto sulle aree idonee, recependo i rilievi del Tar Lazio e definendo criteri tecnici chiari, omogenei e vincolanti. Occorre garantire una pianificazione condivisa e sostenibile, rafforzando il ruolo delle Regioni e degli enti locali e prevedendo adeguate misure di compensazione per i territori interessati. Ogni ulteriore ritardo rallenta la transizione energetica, crea tensioni con i territori interessati e mette a rischio investimenti fondamentali per lo sviluppo delle energie rinnovabili": è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Ambiente, depositando una interrogazione parlamentare.
“E' comunque evidente come alcune zone, dove sono già presenti da anni centrali energetiche per lo sfruttamento di energie rinnovabili come appunto la provincia di Grosseto o l'Amiata per la geotermia, dovrebbero essere escluse a priori dalle aree idonee. In ogni caso servono regole certe e tempi rapidi per favorire la diffusione delle rinnovabili e assicurare coerenza nella pianificazione energetica nazionale. La transizione ecologica non può più attendere".
“Per questo invito i colleghi parlamentari di Fratelli d'Italia Simona Petrucci e Fabrizio Rossi a condividere questa impostazione e sollecitare il governo ad adeguare velocemente le norme per il bene dello sviluppo del nostro territorio“: conclude.