Al Senato, la maggioranza respinge la mozione PD sull'autonomia differenziata, evitando di assumere impegni seri sui Lep, e approva un odg in cui lega in sostanza l'autonomia al presidenzialismo. La destra mette a rischio la coesione e la tenuta istituzionale del Paese.
Lo scrive su Twitter il deputato democratico Piero De Luca.
“Quella del ministro Calderoli è una propaganda offensiva nei confronti dei cittadini del Mezzogiorno. A parlare sono i numeri oggettivi, forniti da ultimo dalla Svimez, che fotografano un Sud in estrema difficoltà. In questo contesto, il Governo non mette in campo nessuna politica economica per il Mezzogiorno, rallenta il Pnrr, continua a tenere bloccate gli oltre 20 miliardi di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione (Fsc) 2021/2027, e addirittura porta avanti con ostinazione la riforma dell’Autonomia “spacca-Italia” di stampo leghista. Abbiamo di fronte il governo più antimeridionalista mai visto nella storia del Paese, che non farà andare più veloce il Sud, ma creerà solo un'Italia a due velocità. Calderoli eviti almeno le prese in giro”. Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
“Quadro preoccupante e pericoloso per l’Italia”
“La notizia appena appresa ci lascia senza parole. Consideriamo assolutamente sconvolgente che fino a ieri pomeriggio in Audizione in Parlamento, espressamente sollecitato al riguardo, il Ministro Fitto non abbia detto nulla su questa ipotesi di modifica e perdita di risorse sulla terza rata del Pnrr, continuando a nascondere la realtà al Paese. Nel merito, emerge la verità di un governo incapace, per nulla in grado di attuare nella sua integrità il Piano rispettando gli impegni previsti. Per questo ha deciso di definire una revisione al ribasso della rata rinviando alcuni progetti, con uno slittamento del pagamento di 500 milioni, che rischia però soltanto di aggravare ulteriormente il carico di impegni legati alla quarta rata, che in realtà dovevano essere raggiunti già entro lo scorso 30 giugno. Insomma, il quadro è estremamente preoccupante e pericoloso per il Paese”. Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue e con delega al Pnrr per la presidenza del Gruppo.
“Dal ministro Fitto solo buio fitto. Continuiamo ad ascoltare da mesi solo buone intenzioni, senza dati e risposte concrete. La misura è colma. C'è bisogno di chiarezza e serietà. Da quando la destra è al governo l’attuazione del Pnrr è in clamoroso ritardo e il paragone con la tempistica degli altri Paesi Ue non ha senso: l’Italia è il maggior beneficiario e abbiamo 10 step con 10 rate; la Spagna 8 e ha già chiesto il pagamento della terza e inviato le modifiche al suo piano; la Germania 5. Il governo non ha più giustificazioni. Quando verrà erogata la terza rata da 19 miliardi? Quale problema Fitto non ha riferito al Parlamento che sta privando l’Italia di queste risorse? E quando sarà richiesta la quarta rata da 16 miliardi, riferita agli obiettivi già bucati del 30 giugno? Entro il 31 agosto il governo riuscirà ad inviare le modifiche al Pnrr e chiedere le risorse del RepowerEu? Su questo chiediamo ancora una volta di inviare subito al Parlamento le schede progetto sui programmi che si intendono modificare. Perché il prossimo primo agosto non potrà svolgersi solo una semplice informativa, ma dovrà realizzarsi un momento di pieno confronto e coinvolgimento con il Parlamento, che deve poter dare linee di indirizzo chiare e specifiche al governo come avvenuto nella precedente legislatura. La realtà è che la destra è inadeguata e sta rischiando di far saltare il Pnrr ai danni del Paese”.
Così Alessandro Alfieri, responsabile Pnrr della Segreteria nazionale Pd, e Piero De Luca, della Presidenza del gruppo Pd Camera con delega al Pnrr, intervenendo all’audizione alla Camera del ministro Fitto.
Incredibile il voto contrario della destra, in Commissione Politiche UE alla Camera, rispetto alla proposta di direttiva europea sulla lotta contro la corruzione. Nel giorno della commemorazione di Paolo Borsellino, vittima della strage di Via D'Amelio insieme agli agenti della scorta, la destra vota un parere motivato in cui contesta la necessità, l'opportunità, il valore aggiunto e le scelte di merito elaborate dalla Commissione, lanciando un segnale devastante di lassismo e indebolimento degli strumenti di contrasto alla criminalità in Italia e in Europa.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
“I dati Svimez fotografano un Mezzogiorno in difficoltà anche sul fronte del lavoro. Tanto che i dati relativi al numero dei dipendenti al Sud vengono definiti a livelli “patologici” se confrontati con il resto del Paese e con il resto d’Europa. Non solo, quel poco lavoro che c’è viene pagato in media meno di 9 euro l’ora. Una vergogna non più sopportabile per un Paese civile che deve fare il possibile per aiutare tutti i suoi cittadini ad avere una vita dignitosa. Per questo, come Pd, continueremo a batterci per una legge sul salario minimo che la destra cerca di bloccare. E anche per la piena attuazione del Pnrr contro cui questa destra ha ingaggiato una sorta di conflitto ideologico. Così come non smettiamo di chiedere la distribuzione immediata alle regioni del Mezzogiorno degli oltre 20 miliardi FSC bloccati da Fitto. Sempre Svimez infatti ci dice che, con un uso prudenziale delle risorse del Piano, l’economia meridionale terrebbe il passo con il resto d’Italia. E allora perché non usarle tutte? Perché buttare al vento un’occasione storica e irripetibile che è quella di dare risposte concrete ai cittadini che stanno pagando un prezzo troppo alto per la totale incapacità di questa maggioranza? Il Governo si concentri su questo anziché perdere tempo con riforme dannose, che aggravano solo i divari e le diseguaglianze, come quella dell’autonomia “spacca - Italia” voluta da Calderoli. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze.
Dopo mesi in cui lavora contro il Sud, dalla legge di bilancio alla proposta di autonomia differenziata, oggi la destra si ricorda del Mezzogiorno parlando delle Zes. Ricordiamo al Governo che si tratta di uno strumento voluto dal PD e creato dal governo Gentiloni nel 2017. Come Partito Democratico abbiamo proposto un emendamento a mia prima firma, approvato nella legge delega fiscale per recuperare un'amnesia del Governo e proprio nell'ultima direzione nazionale abbiamo discusso dell'ipotesi di rafforzare questo strumento di sostegno agli investimenti, lavorando per estendere le Zes a tutto il Mezzogiorno. A breve depositeremo un apposito testo di legge per ampliare i benefici amministrativi, fiscali e burocratici a tutto il Sud, e inviteremo tutte le forze politiche a pronunciarsi sulle politiche di sviluppo del Mezzogiorno senza infingimenti o prese in giro, per evitare che la proposta di Fitto si riduca solo ad un tentativo di ulteriore accentramento della governance di programmi di investimenti. Nel frattempo, chiediamo però al Governo e in particolare al ministro Fitto di essere coerenti e non bloccare nessuno degli interventi ZES già finanziati per 630 milioni nel Pnrr, su cui non si hanno più certezze.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
“Governo e maggioranza hanno tagliato gli stanziamenti contro la povertà togliendo il Rdc a circa 500 000 famiglie. Hanno azzerato il fondo affitti, eliminando un sostegno decisivo per oltre 600 000 famiglie più fragili. Non danno cenni sul salario minimo per legge, lasciando privi di tutele oltre 3 milioni di lavoratori. Hanno smantellato in altri termini il sistema di welfare e non forniscono risposte strutturali alle fragilità economiche e sociali che toccano peraltro soprattutto il Sud, i cui dati forniti oggi in particolare sull'istruzione sono allarmanti. Inventano una card una tantum da poco più di un euro al giorno e pensano che sia sufficiente? Non lo è. È solo un vuoto slogan propagandistico. Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue.
“L'irresponsabile approssimazione del governo è tale che la Premier Meloni ha il dovere di chiarire quanto prima in Parlamento sullo stato dell'arte del Pnrr. Basta ripercorrere gli ultimi giorni per avere una cartina tornasole preoccupante per il Paese. Al 30 giugno infatti il Governo 'buca' il raggiungimento dei 27 obiettivi previsti per avere la quarta rata da 16 miliardi: ben 17 risultano incompleti. Oggi, 11 luglio, viene convocata una cabina di regia 'urgente' che approva una proposta di modifica postuma della quarta rata da inviare alla Commissione. E in tutto questo il Parlamento resta all'oscuro del lavoro in corso: non sa nulla su quali progetti siano stati modificati ma soprattutto nulla sui 7 interventi che comunque resterebbero inattuati. Non contento, il Ministro Fitto aggiunge che nessuno può dare garanzie su tempi della quarta rata. Una sola parola può descrivere questa situazione: caos. E a rischio è il futuro dell’Italia”.
Lo afferma Piero De Luca, capogruppo PD in commissione Politiche Ue della Camera.
Il governo si scioglie completamente sul PNRR, complice anche il caldo estivo, mostrando tutta la sua inadeguatezza. Dopo i continui rinvii della terza rata da 19 miliardi ancora non erogata dalla Commissione, anche i 27 obiettivi di giugno sono un miraggio e il pagamento della quarta rata da 16 miliardi slitterà quasi sicuramente al 2024. Le azioni del governo sul PNRR sono da 'bollino rosso' e rischiano di farci perdere risorse europee indispensabili per il rilancio dell’Italia e soprattutto del Mezzogiorno. E questi sarebbero i patrioti?
Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue
“Sulla riforma del Mes, il Governo e la maggioranza sono imbarazzanti. Decidono ancora una volta di non decidere, sospendendo l'esame del disegno di legge di ratifica a nostra prima firma. Non si era mai vista una maggioranza in fuga dalle proprie responsabilità, divisa e confusa su scelte strategiche di politica estera ed europea. La riforma del Fondo salva Stati presenta solo effetti positivi per la stabilità finanziaria dell'eurozona, per la tutela dei risparmiatori in caso di crisi bancarie e per la credibilità e solidità del nostro Paese. Purtroppo la destra continua a preferire la propaganda, con melina e false argomentazioni, invece di pensare alla difesa degli interessi degli italiani”.
Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue.
Le dimissioni dal comitato per l'individuazione dei Lep di quattro autorevoli componenti, Giuliano Amato, Franco Gallo, Alessandro Pajno e Franco Bassanini sono una sonora bocciatura della riforma Calderoli. Le motivazioni articolate pongono l'accento sul tema della corretta definizione e dell'adeguato finanziamento preliminare dei Livelli essenziali delle prestazioni, che è indispensabile per evitare di aumentare i divari tra Nord e Sud del Paese, e minano pertanto le fondamenta stesse dell’impianto dell’Autonomia differenziata targata Lega. Una riforma che come denunciamo da mesi calpesta il dettato costituzionale e rischia di spaccare l’Italia sui grandi servizi di civiltà, su quei diritti sociali e civili fondamentali da assicurare in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Il governo si fermi e deponga le bandierine ideologiche per un confronto serio e costruttivo con le istituzioni locali e con il Parlamento.
Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
“Illuminante intervista della Premier Meloni al Corriere. Sul Pnrr nessun allarmismo, che sarà mai il ritardo di mesi rispetto al pagamento di 19 e 16 miliardi della terza e quarta rata. Sulle migrazioni se ne riparlerà, c'è solo un piccolo veto dei suoi amici sovranisti, che peraltro avrebbero anche in parte ragione. Sul Mes se ne riparla tra 4 mesi, dopo l'estate, non si continua a capire il perché. Di sciogliere i nodi sulle alleanze europee con l'estrema destra non è tempo. Insomma caos e stallo su tutti i fronti. E il Governo purtroppo naviga a vista”. Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue.
“Sul Mes, che esiste già da undici anni, si è attivata una delle più grandi campagne di disinformazione mai messa in campo nella storia del nostro Paese. È falso, infatti, che la sua revisione: autorizza un prelievo forzoso sui conti correnti di famiglie e imprese; istituisce un meccanismo automatico di ristrutturazione del debito degli Stati; attiva una sorveglianza macroeconomica permanente; toglie poteri in materia di governance economica alla Commissione; prevede un meccanismo in grado di aiutare solo le banche tedesche; obbliga l’Italia a versare 125 miliardi di euro, ma tale cifra rappresenta il capitale sottoscritto dal nostro Paese, di cui sono stati versati finora poco più di 14 miliardi, e la modifica del Mes non cambierà nulla al riguardo. Quindi, tutte fake news. D’altro canto, di insussistenza di effetti negativi ma, anzi, a segnalare i suoi effetti positivi per l’Italia è lo stesso capo di gabinetto del ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti. E’ il Ministero da voi presieduto a chiedere che la riforma sia ratificata. Non farlo significherebbe solo tenerci il Mes che già è in vigore. Basta inquinare il dibattito e a nuovi rinvii dell'approvazione. Ogni giorno che passa è un mattoncino in meno di credibilità dell'Italia sui tavoli europei”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee alla Camera, Piero De Luca, intervenendo in Aula.
“Avete formalmente affidato - ha aggiunto - le linee e le scelte di indirizzo politico europeo all’opposizione. Abbiamo presentato al posto vostro una proposta di legge di autorizzazione alla ratifica dell’accordo di riforma che migliora le difese per imprese e cittadini. Dovete solo votare il testo di legge oggi in discussione. Invece state buttando da mesi la palla in Tribuna, con argomenti incomprensibili e spesso surreali. Da ultimo, abbiamo sentito rievocare formule particolari per dilatare ulteriormente i tempi come la ‘logica di pacchetto’, che certo non ci spaventa. Ci preoccupa, invece, la ‘logica del pacco’ che l’Italia potrebbe ricevere a livello europeo. Non ci rafforza, infatti, questo tira e molla nelle trattative sulla nuova governance europea, non ci rafforza nei negoziati per la revisione del Pnrr. Ci rende al contrario molto più deboli e poco affidabili. State mettendo a serio rischio la credibilità del nostro Paese - ha concluso - che è l’unico ancora a non aver concluso l’iter di revisione del Mes già avviato e condiviso da tutti gli altri Stati dell’Unione europea. Togliamo all’Italia questo stigma”.
“Ancora una volta i gruppi parlamentari di maggioranza non si presentano in Commissione e si dissolvono. Il Governo, questa volta presente, ammette di non avere le idee chiare e si rimette al voto della Commissione in attesa di definire una propria posizione in Aula nei prossimi giorni. È un'anomalia assoluta rispetto ad una ratifica, che fa emergere un vero e proprio psicodramma in atto. Sono confusi e divisi politicamente. Il nostro Paese però non può permettersi ulteriori ritardi. Ne va della sua credibilità. Ci auguriamo che prevalga il buon senso e la propaganda strumentale di questi mesi al Governo e degli anni passati all'opposizione venga messa definitivamente da parte. Solo ratificando quanto prima la riforma del Mes difenderemo davvero gli interessi degli italiani e dell'intera Europa”. Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue