“La maggioranza ha bocciato l’emendamento del PD che escludeva il reato di omicidio dal limite temporale dei 45 giorni per le intercettazioni, il più grave previsto dal nostro ordinamento. Siamo di fronte a una decisione gravissima. Come è noto, le intercettazioni per i reati di omicidio richiedono tempi lunghi, poiché chi li commette, se non individuato nelle prime ore, tenta in ogni modo di cancellare le tracce della propria responsabilità. Gli autori di omicidi vengono spesso identificati dopo mesi, se non anni. Questa scelta è assurda e contraddittoria: arriva da una maggioranza che ogni giorno dichiara di voler combattere la criminalità, ma nei fatti toglie strumenti essenziali alle forze di polizia e alla magistratura. La decisione avrà conseguenze gravi anche sugli omicidi di poliziotti uccisi durante il servizio perché anche in questo caso scatta la mannaia sulle intercettazioni dopo 45 giorni. Con questo voto Fratelli d’Italia e Lega perdono definitivamente la faccia quando parlando di sicurezza e di vicinanza alle forze dell’ordine: la loro è solo insopportabile ipocrisia” così il capogruppo democratico nella commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi, dopo la bocciatura dell’emendamento del PD alla proposta di legge sulle intercettazioni.
"Grave che FdI sottovaluti una situazione che sta destando grande preoccupazione"
"Dopo quanto accaduto questa notte, con una scossa di terremoto di magnitudo 4.4, la situazione nei Campi Flegrei si fa estremamente seria e preoccupante. Oggi più che mai è fondamentale affermare il principio della presenza dello Stato. Ringraziamo i Vigili del Fuoco, le Forze dell'Ordine, la Protezione Civile e i sindaci per il loro impegno, ma queste persone, i cittadini della provincia di Napoli, non possono essere lasciati soli. Lanciamo un appello affinché si prenda atto dell'elevato livello di preoccupazione e della paura, ormai tangibile tra la popolazione.
Chiediamo al Governo di chiarire se i Campi Flegrei rappresentino o meno un’emergenza nazionale. Servono risorse, organizzazione e protocolli di intervento chiari e codificati. Il ministro Musumeci deve riferire con urgenza in Parlamento".
Così il deputato democratico Marco Sarracino è intervenuto in aula alla Camera per chiedere un’informativa del ministro Musumeci. "Spiace constatare", ha aggiunto Sarracino, "che per i partiti di maggioranza non si tratti di un’emergenza, come ha sostenuto il gruppo di Fratelli d’Italia che si è addirittura dissociato dalla richiesta di informativa. Siamo davanti a un’ingiustificata sottovalutazione delle paure e delle preoccupazioni di un intero territorio".
“In una fase tanto delicata come quella attuale, in cui alle forti tensioni internazionali si aggiunge un preoccupante riposizionamento dello storico alleato americano, l’Europa deve saper rispondere unita alle proprie esigenze di sicurezza, tanto a tutela dei suoi cittadini, che a difesa dei suoi valori. Ecco perché non basta un piano purchessia!”.
Così Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico e Capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“L’attuale congiuntura - aggiunge - drammatica per molti versi, è un’opportunità per costruire un’Unione più forte e più coesa sotto ogni punto di vista. La risposta data durante il question time odierno non ci fa ben sperare in tal senso perché, più che una spinta verso un rafforzamento dell’UE, il Ministro Giorgetti ha lasciato trasparire insofferenza verso quella stessa proposta Von der Leyen fortemente caldeggiata dal Ministro Crosetto. Insomma, se nemmeno il nostro Governo si presenta compatto rispetto alle iniziative da proporre e sostenere in Europa, è difficile immaginare che l’Italia possa svolgere un ruolo decisivo in quello che auspichiamo essere un nuovo inizio per l’Unione Europea. E tutta questa vicenda - conclude - rischia di lasciarci in eredità solo la somma di singole debolezze, sebbene con un po’ più di armi”.
“Incomprensibile e irrazionale: la maggioranza chiede al governo, con un ordine del giorno, di superare un problema che essa stessa ha creato. Un tentativo ipocrita di ripulirsi la coscienza dopo aver preso una decisione gravissima, bocciando gli emendamenti che escludevano i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni. Una scelta che metterà a rischio moltissime indagini e penalizzerà le vittime di questi reati odiosi, rendendo ancora più difficile ottenere giustizia” Così la deputata democratica, Maria Cecilia Guerra.
“Dopo aver bocciato gli emendamenti che chiedevano di escludere i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni, la maggioranza tenta di ripulirsi la coscienza con un ordine del giorno che impegna il governo a intervenire con una futura legge.
Una scelta incomprensibile e irresponsabile, che penalizza gravemente le vittime. Se davvero si voleva correggere questo limite assurdo, bisognava farlo subito con un intervento legislativo chiaro. La maggioranza rifletta seriamente sulle proprie azioni e sulle conseguenze che questa decisione avrà su chi ha subito violenza.” Così la responsabile Giustizia del PD, la deputata democratica Debora Serracchiani.
“La decisione della maggioranza di bocciare gli emendamenti che escludevano i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni è incomprensibile e dannosa.
Riteniamo ipocrita il tentativo di ripulirsi la coscienza con la probabile approvazione di un ordine del giorno che rimanda a future iniziative legislative per estendere questo limite. Se davvero si voleva garantire strumenti adeguati contro la violenza di genere, bisognava intervenire subito, senza rinvii. La maggioranza si assuma la responsabilità politica di una scelta illogica che colpisce le vittime e ostacola la ricerca della verità e della giustizia”. Così la capogruppo democratica nella commissione bicamerale
contro i femminicidi, Sara Ferrari.
“La Camera respinge gli emendamenti che chiedono di escludere i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni. Questo atteggiamento irresponsabile della maggioranza infligge un duro colpo a molte indagini che non potranno più avvalersi di uno strumento fondamentale per contrastare la violenza di genere. I numerosi casi di cronaca confermano quanto le intercettazioni siano essenziali per perseguire i responsabili e proteggere le vittime.
Su un tema così cruciale, il Parlamento non dovrebbe essere diviso. La scelta della maggioranza, che boccia oggi gli emendamenti e però non esclude di esaminare la questione in futuro, è solo una foglia di fico per nascondere l’imbarazzo che serpeggia anche tra i suoi stessi banchi.” Così il capogruppo democratico nella commissione giustizia della camera, Federico Gianassi.
“Governo e maggioranza infliggono un colpo gravissimo alla lotta contro la violenza di genere. Aver respinto gli emendamenti che chiedevano di escludere i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni è una scelta irresponsabile, che mina le indagini e favorisce l’impunità.
Questa decisione colpisce profondamente il nostro Paese, negando giustizia a chi ha subito violenze e ostacolando la ricerca della verità. Di fronte a un dramma così grave, non ci possono essere ambiguità né scelte politiche che tradiscano le vittime” così la deputata democratica, Michela Di Biase.
"Elly Schlein ha portato avanti una linea giusta, coerente fino in fondo con la sua storia di europeista e federalista. Favorevole alla difesa comune, contraria all’inutile corsa al riarmo portata avanti da Ursula Von Der Leyen. La sosterrò con tutte le mie forze. I fatti si incaricheranno di confermare quanto sia sbagliato battere la strada dell’economia di guerra di fronte alle sfide esistenziali che attendono l’Europa”.
Così sui canali social il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Manca un meccanismo efficace per la revisione dei prezzi per gli appalti dei servizi, così come mancano le risorse per gli enti locali per assicurare gli aumenti contrattuali così come stabili dal rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro delle cooperative sociali. Il governo finora ha guardato da un'altra parte ma è necessario che intervenga subito per risolvere questa situazione”. Lo dice il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in Commissione Bilancio, intervenendo durante il Question Time al ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.
“Lo scorso anno – dichiara il parlamentare Pd - è stato rinnovato il contratto collettivo delle cooperative sociali che garantisce un aumento salariale mediamente del 15% per il triennio 2023/25. Ma questo incremento viene interamente scaricato sulle stazioni appaltanti, che molto spesso sono enti locali, e in diverso modo: per i nuovi affidamenti i costi vanno ad ingrossare gli importi a base di gara, mentre per gli appalti in corso, legati a doppio filo alla data dell'affidamento, il caos regna sovrano”. “Le recenti modifiche del codice degli appalti hanno comportato l'abbassamento della soglia di attivazione della revisione prezzi limitata agli appalti di lavori e non a quelli di servizi.
Quindi da una parte abbiamo appaltatori impossibilitati di garantire i servizi e dall'altra, lavoratrici e lavoratori del settore che non si vedono riconoscere l'aumento che gli spetterebbe”, conclude Pagano.
"Il Comune di Budrio, in stretto coordinamento con la Città Metropolitana di Bologna e la Regione Emilia-Romagna, ha avanzato a Inail la proposta di un'area che ha tutte le caratteristiche per corrispondere ad eventuali esigenze di una ricollocazione della sua sede a seguito degli episodi alluvionali. Si garantirebbero così i posti di lavoro, la filiera produttiva ed un presidio fondamentale per il territorio. Priorità che erano state oggetto anche di mie iniziative parlamentari. Ora Inail risponda positivamente al Comune di Budrio, che ha messo in campo una proposta davvero forte e credibile".
Così Andrea De Maria, deputato PD.
“Il libro di Follini rappresenta la foto di un mondo rovesciato rispetto al presente, un’America rovesciata, ieri prevaleva il senso della misura e il ragionamento, oggi prevale il populismo”. Lo ha detto Stefano Graziano presentando in conferenza stampa a Montecitorio il libro di Marco Follini “Beneficio d’inventario”.
“Centrale è la parte che racconta della vita politica all’epoca del padre di Marco Follini, Vittorio, e dei leader politici del tempo da Francesco Cossiga, ad Aldo Moro, passando per Marco Pannella. Non tutti avevano la stessa idea politica ma erano tutti uniti nella forza di voler difendere la democrazia, una democrazia ottenuta con lotte, sangue, catastrofi e quindi seppur lontani politicamente, erano uniti dal dialogo. Una differenza abissale con l’Italia di oggi pericolosamente in mano ai sovranisti, dove tutto è concepito fuorché il dialogo. Forse questo abisso non è solo italiano ma sta prevalendo in tutto l’Occidente e la cosa è abbastanza preoccupante”, ha aggiunto Graziano.
"Il piano ReArm Europe non è la difesa europea: armare i 27 stati con sistemi che non si parlano e facendo debito a scapito del welfare per le cittadine e i cittadini non è la strada giusta. Su questo Elly Schlein si è espressa con grande chiarezza, in più occasioni anche nella relazione presentata nella direzione di 10 giorni fa e che è stata approvata all’unanimità dopo un confronto durato ore. E, sebbene non ci fosse ancora il piano di Von der Leyen, la strada intrapresa era già delineata.
Per questo mi sarei aspettata che il gruppo del Pd al Parlamento europeo votasse compatto sull'astensione che è la strada trovata dalla segretaria Schlein per tenere nella giusta considerazione le diverse posizioni del partito.
Non è il momento di alimentare divisioni, ma di sanarle scegliendo la via dell'unità". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo
"Siamo arrivati al punto di dover chiedere con sempre maggiore forza al governo di indicare le date per il voto del referendum sulla cittadinanza e delle elezioni amministrative. Lo abbiamo ribadito ieri, durante il presidio in Piazza Capranica, ma continuiamo a chiedere anche lo sblocco di questioni fondamentali come il ‘voto dove vivo’. Se questo principio non viene garantito, quasi 5 milioni di persone saranno di fatto escluse dalla possibilità di esprimere il proprio voto. Sul referendum si stanno mobilitando tantissime forze, a partire dal nostro Partito, insieme a oltre 120 realtà tra associazioni, organizzazioni e movimenti. Questo impegno collettivo è fondamentale perché la vittoria del referendum sulla cittadinanza significherebbe un passo avanti nella coesione sociale del nostro Paese e nella lotta contro discriminazioni e marginalizzazioni che questa legge del 1992 continua a produrre da oltre trent’anni". Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Ouidad Bakkali, intervistata per i canali social dei deputati dem.
Quanto alla mancata comunicazione del governo sulle date del voto, Bakkali non si dice sorpresa: "Non è una dimenticanza, ma una strategia precisa per evitare che le persone partecipino ed esercitino il loro diritto di esprimersi attraverso il referendum, uno strumento essenziale di democrazia diretta e partecipata. Il silenzio del governo mira a informare meno, per portare meno persone alle urne".
L’esponente dem richiama quindi l’attenzione su due temi cruciali che i referendum mettono al centro: cittadinanza e lavoro: "Entrambi questi aspetti incidono profondamente sulla qualità della vita di milioni di persone. La precarietà esistenziale che la legge 91 del 92 continua a riprodurre colpisce tanti ragazzi e ragazze nati e cresciuti in Italia, che si trovano a dover affrontare ostacoli burocratici insensati, dal rinnovo dei permessi di soggiorno, all’attesa di tre o più anni per ottenere una risposta sulla cittadinanza". “Per questo - conclude Bakkali - "dobbiamo reagire con determinazione, continuando a chiedere le date del voto e, soprattutto, mobilitandoci per informare e coinvolgere quante più persone possibile. Partecipare e far partecipare è la nostra risposta a chi vorrebbe spegnere questa battaglia di civiltà".
“Spiace constatare come il Ministro Giorgetti si sia auto dichiarato non competente rispetto a un tema fondamentale, che riguarda lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali che hanno ottenuto il rinnovo contrattuale che aspettavano da tempo e che avrebbero tutto il diritto di vederselo riconosciuto. Senza un efficace meccanismo di revisione dei prezzi per gli appalti di servizi e senza un sostegno agli enti locali che sono stati affamati da questo Governo, il rischio concreto è che molte imprese non siano più in grado di garantire l’esecuzione dei servizi, con conseguenze gravissime per i lavoratori e per i cittadini”. Così la deputata del Partito Democratico Silvia Roggiani, intervenendo in replica al Question Time rivolto al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
“Nel Question Time – ha aggiunto Roggiani – abbiamo proposto due soluzioni: una legislativa e l’altra attraverso la creazione di un fondo, per poter permettere ai comuni di affrontare - nonostante i continui tagli - questo tema che coinvolge non solo i lavoratori delle cooperative sociali ma anche le famiglie che ricevono i servizi. Ci auguriamo quindi che arrivino presto le risposte che il Ministro Giorgetti, nell’ultima parte del suo intervento ha troppo timidamente annunciato”.