“La situazione relativa al polo petrolchimico Isab di Priolo e alle zone marine prospicienti desta molta preoccupazione, poiché sono al centro di gravi e complesse situazioni dal punto di vista dell’ambiente e della sicurezza nazionale. I rifiuti reflui sono trattati dal depuratore Ias, sotto inchiesta per disastro ambientale perché non sarebbe in grado di ottemperare ai requisiti di legge. Secondo l’ultima puntata di Report il governo gli avrebbe anche conferito lo status di impianto di interesse strategico concedendogli deroghe alle emissioni. Un decreto impugnato dallo stesso tribunale di Siracusa che ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale, la quale lo scorso giugno ha concesso al governo 36 mesi per valutare il miglioramento del depuratore. Tutto ciò mentre anche l’impianto per il trattamento delle acque di scarico (Tas), che tratta i reflui industriali di Isab, finiva al centro di un’indagine della procura di Siracusa sempre per inquinamento ambientale. Se a terra la situazione è grigia, diventa addirittura buia al largo della costa. Sulla base di un dettagliato dossier di Greenpeace, infatti, si può affermare che la zona antistante al Polo di Priolo sia diventata l’hub della ‘flotta ombra’ russa, e non solo, che effettua i suoi traffici oltre le 12 miglia, al di là delle acque territoriali italiane. In una delle aree più martoriate dal punto di vista ambientale, quindi, si svolgono pericolose attività di trasbordo da nave a nave, con petroliere obsolete e prive di assicurazione. Di fronte a tutto ciò il governo non può più nascondersi, sia sugli aspetti tecnici inerenti gli impianti di depurazione, che riguardo le operazioni della ‘flotta ombra’ russa, per non rendere il nostro Paese complice di operazioni che violano il regime sanzionatorio assunto in sede internazionale”.
Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, che insieme al collega Stefano Graziano, capogruppo in commissione Difesa, ha presentato un’interpellanza
Il governo e la maggioranza non hanno dimostrato la necessaria autorevolezza né l’indispensabile indipendenza dai soggetti privati interessati alle attività spaziali. In teoria era un provvedimento semplice, si trattava di colmare un vuoto normativo come hanno già fatto altri undici Paesi europei. Non è questo provvedimento a far nascere l’economia dello spazio. Abbiamo da tempo un comparto spaziale nazionale composto da oltre 200 imprese; nel 2020 l’industria spaziale italiana ha generato entrate di circa 2 miliardi di euro, impiegando oltre 7.000 lavoratori nei principali poli industriali e, per quanto riguarda i brevetti, l’Italia è stata tra i primi dieci Paesi al mondo nel periodo 2016-2020.
Il tema era offrire un quadro normativo chiaro ed efficace, nella tutela dell’interesse nazionale. Il gruppo del Pd si è concentrato esattamente su questo con proposte emendative per scoraggiare l'ottenimento di certificazioni di attività spaziali in altri Stati a danno della space economy italiana. Abbiamo incalzato il governo a prendere atto che, nello scenario geopolitico che stiamo vivendo, è prioritario mettere in sicurezza l’autonomia e la sovranità digitale del nostro paese, prevedendo la priorità alle imprese e alle strategie nazionali ed europee e, solo in caso di comprovata impossibilità, attraverso il coinvolgimento di soggetti istituzionali di paesi appartenenti alla Nato. E qui si è appalesato il convitato di pietra, si è vista l’ombra lunga e nera di Musk. Sull’art 25 ha tuonato il suo portavoce in Italia, scagliandosi sulla piattaforma X contro le opposizioni e contro il Parlamento intero. Il Parlamento che tutti dovremmo difendere. Abbiamo atteso una parola chiara dal governo o dalla maggioranza, ma non è mai arrivata. Volete andare nello spazio e non sapete neanche perché siete qui.
Lo ha detto in Aula alla Camera Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività Produttive.
Dichiarazione on. Emiliano Fossi, deputato Pd
“I ritardi del Ministro Giuli sulla nomina del rappresentante del dicastero della Cultura nel Cda di Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia stanno di fatto impedendo tutte la attività di un ente prestigioso e che rappresenta da sempre un vanto del territorio ed un simbolo del Made in Italy”. E’ quanto dichiara il segretario Dem della Toscana e deputato Pd Emiliano Fossi sull’impasse che sta coinvolgendo la struttura di Sesto Fiorentino.
“La situazione è divenuta insostenibile e paradossale: gli spazi aperti al pubblico sono infatti chiusi, le collaborazioni con le altre istituzioni bloccate, le iniziative didattiche interrotte. L’allestimento poi del nuovo museo rischia quindi ulteriori ritardi. Sono quasi 5 mesi che attendiamo il nominativo dal Ministero che temporeggia senza una motivazione esplicita. La collega di Avs Elisabetta Piccolotti ha presentato una interrogazione parlamentare su questa vicenda ed in particolare per chiarire le cause sui ritardi: si tratta di un atto che condivido pienamente e che ho sottoscritto”: conclude Emiliano Fossi.
Quello che chiediamo con questo emendamento è quello che dovrebbe chiedere il governo al Parlamento: di normare. Oltretutto in linea con lo spirito della legge che, nell'indicazione delle finalità, pone alcune questioni che questo emendamento mette in evidenza. La prima, sicuramente, è quella di restituire alla politica il ruolo che deve avere in assetti strategici come lo spazio e impedire che dei privati, in maniera del tutto autonoma, possano diventare i controllori del nostro futuro, senza che la politica ponga alcuna questione al riguardo. Il secondo è il rilancio di un'iniziativa italiana ed europea proprio su questo, perché se c'è una responsabilità e c'è, è di essere stati disattenti e poco capaci di investire rispetto a settori strategici. Noi qui siamo chiamati a decidere due cose: se abbiamo la dignità di rappresentare un popolo e garantire allo stesso la sicurezza nazionale e il suo futuro oppure, tranquillamente, consegnare ad un futuro tecnocratico, dove sono la finanza, l'economia e il privato a controllare le decisioni della politica stessa. Mi auguro che non avvenga in Italia quello che sta avvenendo, purtroppo, negli Stati Uniti.
Così il deputato dem Gian Antonio Girelli.
“La quantità di materiali nocivi presente in tutti i dispositivi utilizzati dai Vigili del Fuoco nello svolgimento delle loro mansioni deve essere accertata in tempi brevi e con assoluta chiarezza. La tragica vicenda dei tre agenti deceduti ad Arezzo, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro per lo stesso tumore raro, non può essere sottovalutata e approfondita immediatamente. Studi medici hanno già appurato che le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (Pfas), dannose per il nostro organismo, sono presenti sia in alcune tipologie di schiumogeni antincendio, sia nei dispositivi di protezione individuale utilizzati proprio dei Vigili del Fuoco. Per questi motivi va assolutamente chiarito senza ulteriori ritardi se sussista una causa effetto tra i decessi di Arezzo ed il contatto prolungato con tali sostanze e quali percentuali di Pfas possono essere tollerabili da corpo umano. Si tratta di una indagine indispensabile per dare risposte alle famiglie degli agenti e per prevenire ulteriori situazioni drammatiche”.
Lo chiedono i deputati Pd, Marco Simiani, Emiliano Fossi e Simona Bonafè, in una interrogazione al governo.
“Il fatto che il governo e la maggioranza non vogliano accettare questo emendamento è davvero la prova che non stanno lavorando per rafforzare l’Europa, nonostante le dichiarazioni, perché non essere d’accordo a mettere al centro l’Unione Europea su scelte così rilevanti e strategiche per la sicurezza nazionale è un segnale chiaro. State decidendo di consegnare la sicurezza del nostro paese ad altre logiche. Siete stati richiamati pubblicamente via tweet da chi vede questo emendamento come un intralcio alla rete di Starlink e, con obbedienza, avete messo da parte il vostro patriottismo e il vostro sovranismo ad ogni pie sospinto invocato. Ma noi ci chiediamo chi decide: il Parlamento italiano o Starlink? Dimostrate una buona volta di non essere ricattabili e di dare serie garanzie per la sicurezza naizonale”. Lo ha detto la vicepresidente del gruppo PD alla Camera Valentina Ghio intervenendo in aula sul ddl spazio.
“Il W20 a New York è un appuntamento che quest’anno acquisisce un’importanza ancora maggiore soprattutto per le conseguenze sulle donne delle guerre e dei conflitti in corso, ma anche perché in molte parti del mondo inclusi diversi paesi occidentali, i diritti delle donne subiscono continuamente profondi attacchi da chi non riconosce il ruolo paritario delle donne e di chi nega i diritti conquistati dalle donne e continua a mettere ostacoli per limitarne la partecipazione in ruoli chiave nei processi decisionali nazionali e internazionali.
Quindi più che mai è importante a New York far sentire la voce delle donne al CSW e in ogni altra sede dove si formano i processi decisionali, dove si decidono le regole oltreche' pretendere piu' donne nei processi di mediazione alla pace, dove purtroppo le donne sono troppo spesso assenti, ma dove invece la loro voce è una garanzia alla sostenibilità nel tempo e nella durata dei percorsi di pace”. Lo ha detto Valentina Ghio vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera presentando la conferenza stampa a Montecitorio di presentazione del Parallel Event Women 20 Italia promosso dall'Associazione W20 alla 69^ Commission on the Status of Women (CSW) di New York.
Assistere a questo dibattito, con la maggioranza così silenziosa, ci pone molti interrogativi, soprattutto perché ci chiediamo veramente se questa maggioranza sia libera di decidere, se possa argomentare le scelte, se le possa sostenere in un dibattito in Parlamento. Viene effettivamente il dubbio legittimo di chiedersi se veramente questo governo decida, sia libero di farlo, o se sia teleguidato da qualche altra persona o da qualche strumento social. In effetti, questo è un emendamento che non è rivoluzionario; non chiediamo di mettere dazi contro Musk, ma semplicemente chiediamo di garantire e di tutelare l'interesse nazionale. È un tema serio, che riguarda il futuro del nostro Paese, ed è un emendamento di buonsenso, che chiede di avere una visione comune con l'Unione europea nell'unico interesse della tutela del nostro Paese. Ci chiediamo, dunque, dove siano finiti i patrioti in questo momento e se davvero abbiano perso tutti il coraggio di discutere con noi.
Così Ilenia Malavasi, deputata del Pd.
“Noi non stiamo chiedendo dazi contro Musk, ma non possiamo ignorare l’equilibrio che è necessario oggi tra l’innovazione e l’etica della responsabilità, perché questa questione coinvolge aspetti etici e di sicurezza nazionale, vi è chiaro sicurezza nazionale? Ma dove è finita la vostra etica? Chi decide per il paese, il Parlamento o Starlink? Siete così facilmente ricattabili via social?
Mi verrebbe da dire con il sommo poeta Ahi serva Italia”. Lo ha detto in aula la deputata del PD Patrizia Prestipino intervenendo sul Ddl spazio.
“È sconcertante che la maggioranza non risponda rispetto ad un emendamento importante del collega Casu che voglio sottoscrivere, perché è chiaro che la maggioranza andando contro questo emendamento sta andando anche contro la sicurezza nazionale e contro l’Europa.
Invece di costruire una logica di sicurezza europea e di andare nella direzione di costruire un’autonomia strategica sulla sicurezza state di fatto consegnando il paese a Trump, facendo passare l’Italia dai confini nazionali ai confini delle multinazionali.
E quello che ha detto Stroppa nel suo tweet a Fdi ‘siete contro starlink, non chiamateci più’ dà proprio il segno che l’Italia e il governo italiano è sotto ricatto. E questo non lo permetteremo”. Lo ha detto in aula Stefano Graziano, capogruppo pd in commissione difesa di Montecitorio, intervenuto sul ddl Spazio.
“Sentendo questo dibattito, io non ho capito ed è quello che vorrei capire da che parte sta la maggioranza, chi decide oggi in questo paese, se questo Parlamento o qualche altro imprenditore con un nome e cognome chiaro a tutti e che tutti conosciamo.
Oggi qui in quest’Aula parliamo di un provvedimento importantissimo che riguarda il futuro della tecnologia, il futuro del mondo e soprattutto del nostro paese e riguarda i sistemi di sicurezza del nostro paese. Ecco perché noi dobbiamo dire NO e dobbiamo anche capire da parte vostra se decidete voi su questo tema o decide qualcuno oltreoceano. Se decidete voi, allora parlate ora e in quest’Aula, in un dibattito vero e sano, facendo decidere il Parlamento e non qualcuno in America”. Lo ha detto intervenendo in aula Marco Siamiani, capogruppo pd in commissione Ambiente di Montecitorio a proposito del ddl spazio.
"E' un momento storico molto importante che dobbiamo far diventare un'opportunità per l'Europa. Dobbiamo pensare europeo. L’Europa deve agire unita sia nella difesa che nell’economia per contrastare i sovranismi e i protezionismi ed essere più forti”. Lo ha detto il capogruppo Pd in Commissione Difesa di Montecitorio, Stefano Graziano, ospite di Tv2000.
Si creano, di fatto, le condizioni per orientare la scelta verso Elon Musk e Starlink.
“Non ripeterò quanto già detto sui rischi di affidare di fatto il monopolio delle telecomunicazioni a un operatore straniero. C’è però un altro tema che la maggioranza continua a ignorare: scegliere questa strada significa non affrontare il vero problema che segna oggi il divario tra Stati Uniti ed Europa, ovvero l’accessibilità allo spazio”. Lo ha dichiarato in Aula il deputato del Partito Democratico Claudio Michele Stefanazzi durante la discussione sul ddl Spazio.
“Lo scorso anno – ha sottolineato l’esponente dem - gli Stati Uniti hanno lanciato 100 satelliti in orbita, mentre le due aziende di punta europee, Ariane e Avio, ne hanno lanciati appena due. Questo dato dimostra quanto sia fondamentale sostenere con forza la tecnologia italiana ed europea, che rappresenta un’avanguardia strategica nel settore. Purtroppo, il provvedimento in discussione è un’occasione persa: invece di promuovere lo sviluppo e il lancio di satelliti con tecnologie alternative al monopolio americano, si sceglie una strada che penalizza la nostra industria e riduce le opportunità di crescita del settore”.
“Con questo provvedimento – ha concluso Stefanazzi - l’Italia e l’Europa non vengono valorizzate come dovrebbero e si creano, di fatto, le condizioni per orientare la scelta verso Elon Musk e Starlink, invece di investire in un comparto industriale strategico per la nostra autonomia tecnologica e competitività globale”.
“L’articolo 25 del ddl Spazio prevede la costituzione di una riserva di capacità trasmissiva nazionale attraverso le comunicazioni satellitari. Con l’introduzione del comma 25.1, si apre a un’alternativa tecnologica aggiuntiva, quella dei cavi sottomarini. Questo non rappresenta una sostituzione, ma un’opportunità in più per garantire la sicurezza nazionale.” Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività Produttive, sottolineando come questa sia l’occasione per applicare concretamente il principio della neutralità tecnologica, spesso evocato, anche a sproposito, dalla maggioranza.
“L’importante – ha concluso Peluffo - è garantire una riserva di capacità trasmissiva nazionale. Che ciò avvenga via satellite o attraverso i cavi sottomarini dovrebbe essere una questione secondaria. Aggiungere questa possibilità, come prevede il nostro emendamento, non toglie nulla, ma rafforza le garanzie per la sicurezza del Paese. Se davvero la maggioranza crede nella neutralità tecnologica, allora dimostri di applicarla nei fatti e non solo a parole.”
“Preoccupante la decisione della maggioranza di non sostenere l’emendamento del PD, che chiedeva di adottare tutte le azioni necessarie per rafforzare la sicurezza nazionale attraverso investimenti strategici e strutturali anzitutto europei. Un'occasione mancata per consolidare la sovranità e l'autonomia strategica dell’UE. Dire no al rafforzamento dell’integrazione politica, di sicurezza e di difesa comune europea è un errore”. Così il capogruppo democratico in commissione affari europei della camera, Piero De Luca che aggiunge “la discussione alla Camera sta confermando l'assenza di una linea politica comune e seria della maggioranza, che è stata influenzata invece in modo preoccupante ed inquietante dal rappresentante italiano di SpaceX su un punto cruciale del DDL Spazio. Per il PD, invece, sono imprescindibili dei princìpi fondamentali: la creazione di una riserva di capacità trasmissiva nazionale, utilizzando in particolare satelliti gestiti da soggetti istituzionali italiani ed europei, limitando solo in caso di comprovata impossibilità il ricorso ad altri appartenenti all'Alleanza atlantica. Princìpi che dovrebbero essere scontati, ma che il governo ha ignorato, con il rischio concreto di consegnarsi ad attori stranieri non istituzionali proprio come SpaceX, compromettendo così sicurezza, autonomia e opportunità industriali strategiche”.