Il Gruppo parlamentare del Partito Democratico della Camera dei Deputati esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa di Pasquale Laurito, decano della stampa parlamentare e testimone instancabile della storia politica del nostro Paese.
Con la sua Velina Rossa, Laurito è stato per decenni un punto di riferimento del giornalismo parlamentare, raccontando con rigore, passione e indipendenza i fatti della politica italiana. La sua carriera, che ha attraversato l’intera storia repubblicana, sin dalla Costituente, è stata segnata da un impegno straordinario e dalla capacità di intrecciare le vicende politiche con quelle sociali e culturali.
Grande appassionato di arte, opera e cultura classica, i suoi commenti sapevano parlare a tutte le generazioni, coinvolgendo le più giovani. Maestro di giornalismo fino agli ultimi giorni del suo impegno professionale, ha lasciato un’eredità preziosa per chiunque creda in un’informazione libera e consapevole.
Alla sua famiglia, ai colleghi giornalisti e a tutti coloro che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene vanno le nostre più sentite condoglianze. Buon vento Pasqualino.
“Il ministro Salvini dovrebbe fornirci chiarezza e rassicurazione circa l’autenticità del suo impegno per la nuova assegnazione della gestione dell'autostrada A22, Modena-Brennero, un collegamento fondamentale per il trasporto di persone e merci tra il nostro Paese e il centro Europa. Ma con la risposta affidata oggi in Aula al sottosegretario agli Esteri Silli, scarica pilatescamente responsabilità alla società 'Autostrada del Brennero' per i ritardi con cui ha fornito la documentazione di concessione e omette di dire che è necessario attendere la sentenza della Corte di giustizia europea prima avere il parere dei servizi”. Così la deputata trentina Sara Ferrari, Segretaria del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula in un'interpellanza urgente, firmata anche dai colleghi Forattini, Vaccari, Malavasi, Rossi, Casu.
“L'86% della proprietà dell'autostrada- continua la parlamentare dem - è stata finora sempre in mano agli enti pubblici del territorio, per gestire un’arteria che ha impatti importanti, ambientali ma anche finanziari e progettare investimenti fondamentali in nuove infrastrutture e ammodernamento tecnologico, attesi da tempo. Il bando di nuova concessione è partito solo il 3 gennaio 2025 e, prima ancora della scadenza, posticipata alla fine del mese di marzo, della presentazione delle domande di partecipazione, è già gravato da due ricorsi che mettono a rischio il progetto di partenariato pubblico-privato che il Ministro ha sempre detto di sostenere nelle sue manifestazioni pubbliche, in occasione delle varie campagne elettorali. Nei fatti invece, sembra “lasciare per strada“ i suoi stessi governatori del Veneto, della Lombardia, della Provincia di Trento e l’alleato dell’Alto Adige. Ci auguriamo, per la salvaguardia dell’interesse dei quasi 3 milioni e mezzo di cittadini dei territori interessati e delle rispettive casse pubbliche, che il ministro adempia invece con serietà anche nell’interlocuzione europea, agli impegni che ha assunto", conclude la deputata Ferrari.
“Ormai Matteo Salvini non sa più come giustificare il suo affannoso rincorrere il favore di Elon Musk. Ieri ha tuonato ed evitato il confronto con tutti gli operatori satellitari diversi da Starlink e oggi attacca le opposizioni definendole anti italiane solo perché si oppongono ad un regalo incondizionato e avventato al magnate americano”. Così in una nota il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.
“Il sovranista Salvini – continua l'esponente democratico - ha perso l'ennesima occasione di difendere, sul serio, l’interesse nazionale nelle votazioni sul ddl economia dello spazio. Bastava far votare gli emendamenti delle opposizioni all’articolo 25 o anche far presentare una riformulazione al 'suo' relatore al provvedimento, il leghista Gusmeroli. Invece c’è stato solo silenzio e imbarazzo”. “I sedicenti patrioti sono finiti a fare il megafono del miliardario Musk per ottenerne le grazie. Tutto il resto sono chiacchiere, quelle di Matteo Salvini”, conclude Peluffo.
“Il ministro Salvini evidentemente è male informato: non è da questo lato dell’oceano che si vogliono mettere dazi per colpire l’economia e l’occupazione e anche sul dl spazio tutti i nostri emendamenti non erano contro Space X ma per garantire la difesa dell’interesse e della sicurezza nazionale. Tema a cui lui non è assolutamente interessato come dimostra ogni giorno sulla terraferma occupandosi di tutto tranne che della crisi dei trasporti che sta vivendo il nostro Paese. Invece di fare spot per Starlink spieghi perché dopo aver annunciato a mezzo stampa oltre due mesi e mezzo fa il rinnovo dei contratti di oltre 110 mila autoferrotranvieri non ha ancora trovato nemmeno un centesimo per onorare l’impegno che il Ministero aveva sottoscritto ufficialmente con Sindacati e Imprese”. Così in una nota il deputato dem Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera. “Evidentemente – continua il parlamentare Pd - il peggior ministro dei trasporti di sempre è troppo impegnato a cercare soldi pubblici per Starlink per occuparsi anche dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno sono in prima linea per garantire il diritto alla mobilità di tutti noi e che dovrebbero essere ringraziati non presi in giro”. “Chi è l’antitaliano?”, conclude Casu rovesciando alle ultime dichiarazioni di Salvini.
“Il Ministro Zangrillo rilascia interviste su interviste per bacchettare un giorno si’ e l’altro pure il sindacato, descrivendo una svolta nella Pubblica Amministrazione che non c’è. Nel frattempo sono tre settimane che il Consiglio dei ministri ha varato un decreto sulla Pa, ma a oggi non c’è ancora la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Evidentemente dal Mef sarà arrivato qualche stop alle già pallide ambizioni del Ministro. Sta succedendo qualcosa nel Governo? Lo spieghino. Qui parliamo della vita di migliaia di lavoratori a cui questo governo continua a dare solo risposte in termini di precarietà e bassi salari”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"In Italia, la povertà assoluta coinvolge oggi circa 2,2 milioni di famiglie, pari a 5,6 milioni di persone, che non hanno risorse sufficienti per beni e servizi essenziali. Un fenomeno che colpisce tanti giovani, anziani e famiglie numerose. Le misure adottate in passato, pur con dei limiti, hanno sostenuto molte persone, mentre il governo attuale ha operato tagli significativi, lasciando senza aiuti chi, pur avendo una casa di proprietà, vive con una pensione minima e resta comunque in condizioni di povertà." Così il deputato Paolo Ciani, vicepresidente del Gruppo Pd-Idp alla Camera, intervenuto sui canali social dei deputati democratici.
"È necessario invertire questa rotta – ha concluso Ciani – e tornare a misure universalistiche che tengano conto della reale condizione delle persone. La povertà non si combatte con criteri rigidi ed esclusivi, ma con strumenti che garantiscano dignità e sostegno a chi è in difficoltà. Secondo l'ISTAT, 4,7 milioni di famiglie hanno ridotto le visite mediche, specialistiche e di prevenzione. Tra queste, 700.000 vivono in povertà assoluta, ma molte altre sono famiglie che, pur non essendo formalmente povere, hanno rinunciato a curarsi per mancanza di mezzi. In un Paese con un sistema sanitario pubblico universalistico, questo è un segnale allarmante e inaccettabile. Chiediamo un cambio di passo immediato: misure strutturali di contrasto alla povertà e un sistema sanitario accessibile a tutti. Non possiamo lasciare indietro nessuno".
“Solo pochi giorni fa durante la partita di calcio Roma-Monza è stato esposto un lungo striscione la cui matrice era di chiara ideologia fascista e neo-nazista. Questo non è un caso isolato ma il perdurare di gravi situazioni che ogni settimana si vedono dentro gli stadi in Italia. Come è possibile che, nonostante i controlli agli ingressi allo stadio, questi striscioni possano entrare sugli spalti? Il sottosegretario Prisco non fornisce alcuna risposta che possa risolvere il problema ma cita burocraticamente diversi protocolli e iniziative, partite dal 2023, la cui efficacia si è dimostrata molto debole. Va apprezzato il lavoro delle forze dell'ordine nel controllo e per la sicurezza negli stadi, ma evidentemente resta qualcosa che non va”. Così il deputato dem Roberto Morassut, intervenendo in Aula per un'interpellanza urgente al sottosegretario Emanuele Prisco. “Se durante la partita – continua l'esponente del Pd - viene aperto uno striscione di quasi 40 metri, inneggiante al fascismo o al neo-nazismo, si deve presupporre che tale striscione era già presente all'interno dello stadio, prima dei controlli di entrata ai tornelli. Questo è il punto fondamentale su cui è necessario investigare: è impensabile che esistano gruppi di tifosi organizzati che riescano ad evadere i controlli con borse contenenti gli striscioni violenti e fascisti”. “Va perseguito ogni atto che voglia riportare orribili ideologie e simbologie all'attenzione di un pubblico giovane e su questo il Pd è intransigente”, conclude Morassut.
"L' impegno del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres per la tutela del diritto internazionale e per la solidarietà, la sua fermezza nel difendere le popolazioni vittime di violenza e la sua continua richiesta di giustizia di cui il popolo palestinese ha bisogno nel momento più buio, sono un faro per tantissime persone. Durante il nostro incontro nella sede delle Nazioni Unite a New York ho ringraziato Guterres per le sue parole chiare e nette e per il modo in cui ricopre il suo ruolo, apprezzato da molte e molti di noi, da associazioni, ong, giovani che spesso non hanno la stessa eco mediatica di chi, invece, attacca lui, l'Onu e la legalità internazionale.
Non viviamo tempi facili per la pace e la solidarietà e ora più che mai figure come Guterres che non si fanno intimidire, sono determinanti per difendere il multilateralismo e i diritti dei popoli". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, in missione a New York.
“Sull’Enci il ministro Lollobrigida continua a dare risposte imbarazzanti. Lo ha fatto anche di fronte ad una interrogazione del gruppo PD del Senato eludendo le questioni sulle quali erano state poste precise domande. Il ritornello ripetuto è lo stesso di sempre. Sull'Enci, secondo il Ministro, la vigilanza del Masaf si limita alla tenuta dei libri genealogici supportata dal fatto che la presenza del Ministero è legata ad un solo componente nel consiglio direttivo e che l'attività contabile e finanziaria dell'Enci non può essere controllata trattandosi di associazione privata anche se con finalità pubblica. Si è mai domandato il ministro perché il Masaf nomina due componenti su tre, di cui il presidente, nel collegio dei sindaci revisori? Glielo diciamo noi. Perché la tenuta dei libri genealogici ha quale conseguenza il pagamento da parte di qualsiasi cittadino italiano di diritti per iscrivere un cane o una cucciolata o denunciare un accoppiamento, senza contare i soldi per il rilascio di un pedigree o per partecipare alle expo e alle prove di lavoro che possono essere svolte solo se i cani sono iscritti ai suddetti libri. Tutto questo equivale a diversi milioni di introiti all'anno per l’Enci, che non ci sarebbero stati senza l'affidamento dei libri genealogici. Il ministro Lollobrigida dimentica pure di dire che rappresentanti del Ministero sono anche nel comitato degli esperti e nella Commissione Tecnica Centrale”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Insomma - aggiunge - l'Enci è molto di più che una associazione privata e che la vigilanza del Ministero, che Lollobrigida non sta facendo, provando addirittura fastidio per le interrogazioni che glielo ricordano, non è un aspetto secondario ma fondamentale. E di fronte alle numerose evidenze, segnalate anche dalle inchieste di Report, il ministro Lollobrigida, non commissaria ad acta l'Enci come avrebbe gia dovuto fare. Per continuare a lavarsene le mani ieri ha avuto l’ardire di affermare che le nomine dei rappresentanti del Masaf non le ha fatte l’attuale governo ma il precedente. Dai pedigree falsi ai mancati controlli di cucciolate e di doping, oltre che ai rimborsi spese, alla verifica delle incompatibilità e alle questioni afferenti il benessere animale, alle prove di lavoro dei cani da caccia che che si svolgono in periodo di divieto nelle fasi delicate di riproduzione della fauna selvatica, sono tutte questioni che rimangono ancora dopo mesi senza una risposta e non rispondere vuol dire assumersi una grande responsabilità. Non vorremmo - conclude - che alla fine debbano essere i Tribunali a dirci la verità sull'Enci. Allora la sorpresa e la responsabilità sarà anche maggiore”.
“ENI chiude gli stabilimenti di Brindisi e Priolo, cancella la chimica di base del Paese nel silenzio totale del Governo Meloni: delle due l’una o il Governo ha paura di contrastare ENI oppure è complice della cancellazione di una esperienza, di una competenza di decine di anni e di una reputazione internazionale dell’Italia nel settore chimico.” Così il parlamentare PD Silvio Lai della commissione bilancio alla Camera.
“Non solo, niente si sa sul futuro della chimica verde dopo gli impegni assunti da ENI e dal Governo nel 2011 per Porto Torres e altri siti, anche dopo che Versalis ha acquistato il 100% del capitale di Novamont, azienda di eccellenza nel campo delle bioplastiche", continua Lai.
"Il Governo non convoca la cabina di regia definita da una legge del 2022 e non risponde alle interrogazioni nelle quali si chiede quali siano i motivi per non convocarla se non evitare di disturbare il manovratore. Insomma è il solito Governo forte con i deboli e debole con i forti, con ENI intoccabile che si muove senza dover rispondere. Finirà che la chiusura della chimica nazionale non solo non sarà contrastata ma sarà vantata dal Governo come un suo successo”, conclude Lai.
Fitto batta un colpo
Rafforzare l'autonomia strategica europea in tutti i settori strategici, costruendo finalmente una vera e propria difesa comune dell'UE è una sfida non più rinviabile. È l'unica strada possibile se vogliamo proteggere davvero gli interessi dei nostri cittadini e delle nostre comunità nei prossimi anni. Sarebbe un errore però dirottare i Fondi coesione, generalmente impegnati per le politiche di sviluppo territoriale del Mezzogiorno in Italia, negli investimenti volti a rafforzare la capacità di difesa. È stato positivo il lavoro svolto dal Partito Democratico, con la segretaria Schlein, a Bruxelles per opporsi a questa ipotesi. Per realizzare la difesa europea servono nuovi fondi e investimenti europei specifici, realizzati in particolare attraverso l'emissione di nuovi eurobond, come fatto per reagire alla crisi del Covid, volti a sostenere azioni congiunte dell'Unione e a mettere insieme gli impegni nazionali in programmi comuni in ricerca, industria, infrastrutture strategiche, sistemi, interoperabilità. Ci vuole lo stesso coraggio e la stessa rapidità di decisione avuta durante la pandemia. Il Commissario Fitto cosa ne pensa? Batta un colpo.” Così il capogruppo democratico in commissione affari europei della camera, Piero De Luca.
“Il governo Meloni sta accettando senza reagire la politica industriale di ENI, che sta dismettendo la chimica di base nel nostro Paese. Questo mette in seria difficoltà non solo gli stabilimenti di Brindisi e Priolo, che chiuderanno a breve, ma anche quelli ancora attivi, per i quali non esiste alcuna garanzia sul futuro”. Così la deputata dem Antonella Forattini, intervenuta sui canali social dei deputati Pd.
“La mancanza di un vero piano industriale da parte del governo è evidente: dall’automotive al tessile, fino alla chimica di base, l’esecutivo continua a ignorare le crisi e a tagliare investimenti. Lo dimostra la Legge di Bilancio 2024, che ha ridotto drasticamente i fondi per il prossimo triennio, passando da 5,2 miliardi a soli 1,2 miliardi. Così non si sostiene la crescita del Paese, ma si rischia di affossarne la produttività e di compromettere interi settori strategici”, ha aggiunto l’esponente Pd.
“La chimica di base – ha concluso Forattini - è fondamentale per molte filiere industriali e il governo deve fornire risposte concrete. Non possiamo accettare che ENI venga trattata come una semplice finanziaria del governo, mentre intere comunità rischiano il collasso economico. Il Partito Democratico continuerà a battersi per ottenere garanzie occupazionali e un serio piano industriale per il futuro del Paese”.
“Di fronte all’emergenza del granchio blu, il governo Meloni ha offerto solo passerelle, proclami e promesse senza alcuna risposta concreta per i pescatori, che stanno affrontando una crisi senza precedenti. La produzione di vongole è di fatto azzerata e il comparto è in ginocchio. Eppure, alla richiesta di sospendere l'obbligo del versamento dei contributi previdenziali, il governo ha risposto con un secco no.” Lo dichiara la deputata dem Nadia Romeo, componente della commissione Agricoltura, intervistata sui canali social dei deputati Pd.
“Dal mio insediamento, nel luglio 2024 – aggiunge l’esponente dem - chiedo a questo governo di adottare un provvedimento a costo zero, che preveda la sospensione dei contributi previdenziali e assicurativi per i pescatori e le partite IVA del settore. Si tratta di una cifra irrisoria, pari a circa 1,5 milioni di euro, che verrebbe comunque recuperata attraverso una rateizzazione nel momento in cui le attività riprenderanno fiato. Una misura semplice e concreta, che era stata promessa dallo stesso ministro Lollobrigida, ma che non è mai stata attuata”.
“La situazione – conclude Romeo - è drammatica: solo nell’area del Polesine, delle 1.500 partite IVA attive nel settore, al 31 dicembre scorso, ben 500 hanno chiuso. Parliamo di un provvedimento essenziale per la sopravvivenza delle imprese e delle famiglie coinvolte, ma anche per la tutela di un’eccellenza del Made in Italy. L’Italia era il primo esportatore europeo di vongole, un settore che vale 200 milioni di euro. Eppure, nonostante l’emergenza, siamo nel 2025 e le promesse del governo restano senza riscontro. Chiediamo con forza un intervento immediato: basta rinvii, servono risposte concrete per il settore ittico e per i lavoratori”.
“Condivido parola per parola le dichiarazioni di Elly Schlein
dopo vertice del Pse. No al riarmo su base nazionale proposto dalla Von der Leyen, Si a un piano comune sulla difesa europea. Un’Europa che difende il proprio modello sociale per non spianare la strada ai nazionalismi”.
Così sui social il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"I patrioti di Giorgia Meloni svendono la cyber-sicurezza dell'Italia a Elon Musk. Avrebbero potuto approvare il nostro emendamento che metteva al centro le aziende italiane ed europee in scelte strategiche per la sicurezza nazionale, ma le destre hanno preferito fare un favore al multimilionario Musk, esponente di spicco del governo di un altro paese e proprietario dell’azienda Starlink.
È bastato un post risentito su X di Stroppa, emissario italiano di Musk, per rimettere in riga quelli che vogliono farci credere di non essere ricattabili". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.