LA RIFORMA SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE RIDUCE L’AUTONOMIA DELLA MAGISTRATURA E MIRA A UN CONTROLLO POLITICO
Non risolve i veri problemi della giustizia e attacca l’equilibrio dei poteri
La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere sta avanzando in Parlamento con un metodo che esclude ogni confronto e si fonda solo sulla forza dei numeri della maggioranza. È un approccio sbagliato e pericoloso, perché invece di risolvere i veri problemi della giustizia, a partire da processi troppo lunghi e risorse insufficienti, lancia un attacco all’equilibrio tra i poteri dello Stato.
Quello che si sta costruendo non è un sistema giudiziario più efficiente, ma un impianto che riduce le garanzie dei cittadini e limita l’autonomia della magistratura. La Costituzione non può essere piegata a logiche di parte: il rispetto dell’indipendenza della giustizia è un presidio fondamentale della nostra democrazia. Per questo il Partito Democratico continuerà a opporsi con determinazione a una riforma che non modernizza il sistema, ma lo rende più fragile.
In questi giorni, inoltre, c’è stata l’ennesima gravissima forzatura della maggioranza e inspiegabilmente avallata dalla Presidenza della Camera, che ha piegato il calendario parlamentare all’agenda della propaganda dell’esecutivo.
Una riforma costituzionale trattata come un decreto legge, con arroganza e chiusura totale, proprio su un tema che riguarda le garanzie fondamentali della nostra democrazia.
Stanno calpestando la Costituzione, al referendum fermiamoli con un NO.