Il deputato e membro della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino, ha presentato alla Camera dei Deputati una interrogazione rivolta al Ministro del Lavoro, Marina Calderone, per sapere "quali iniziative il Ministro intenda adottare in merito ai lavoratori del settore del food delivery al fine di contrastare il proliferare di contratti pirata che non garantiscono, ai lavoratori, adeguate tutele, se non ritenga necessario rivedere la normativa vigente, anche attraverso il lavoro dell’Osservatorio permanente istituito dal D.lgs n. 81/2015, per introdurre meccanismi di tutela e se non intenda, altresì, istituire un tavolo di confronto, con operatori e organizzazioni sindacali, per giungere alla stipula di un contratto collettivo nazionale per il settore".
Nell'atto di sindacato ispettivo rivolto dal deputato Sarracino, sottoscritto dai colleghi Pd della commissione Lavoro Gribaudo, Scotto, Fossi e Laus, si ricorda come "nel nostro Paese vi è un numero consistente di lavoratori che per lo svolgimento della propria mansione percepisce retribuzioni non dignitose e con un livello di tutele insufficiente. La causa di questo fenomeno è in gran parte dovuta dal proliferare dei cosiddetti «contratti collettivi pirata» - osserva l'esponente dem - ossia contratti collettivi, diffusi soprattutto in alcuni settori, stipulati da soggetti dalla scarsa forza rappresentativa, finalizzati a fissare condizioni normative ed economiche peggiorative per i lavoratori rispetto a quanto previsto dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi. Il fenomeno è particolarmente rilevante nell’ambito del food delivery, dove migliaia di rider subiscono il cosiddetto “caporalato” digitale per pochi euro l’ora - afferma Sarracino - e senza tutele in caso di malattia o di cessazione del rapporto lavorativo, essendo inquadrati, seppure formalmente sotto un contratto collettivo, quali lavoratori autonomi".
"La Marelli conferma l'intenzione di chiudere lo stabilimento di Crevalcore. Nessun segnale di disponibilità nell'incontro in Regione con i sindacati. Un atteggiamento grave che produrrà il licenziamento di lavoratori e lavoratrici. Incalzeremo il Governo martedì al tavolo di crisi".
Lo scrive sui social il deputato PD Stefano Vaccari dell'Ufficio di Presidenza della Camera
Presentata interrogazione Pd al ministro della Salute
La legge non è uguale per tutte, almeno per quanto riguarda l’accesso all’aborto sicuro e accessibile in Italia. Sono purtroppo moltissimi gli esempi che rendono evidente che nel nostro Paese non venga garantito un accesso equo e sicuro all'aborto farmacologico in tutte le regioni. Troppe sono le disparità territoriali che costringono molte donne a spostarsi non solo tra regioni, ma anche all’interno delle stesse. Troppi sono gli ostacoli per fare uso della pillola abortiva RU486 e del misoprostolo, considerate pratiche sicure ed efficaci dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Oggi nella giornata internazionale per l’aborto sicuro insieme ad AIDOS, Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo, Period Think Tank, SNOQ Torino abbiamo denunciato questa situazione e abbiamo chiesto al governo di approvare al più presto le linee guida dell’OMS sull’aborto sicuro. Presenteremo una interrogazione per capire come mai a un anno dall’adozione delle linee guida dell’OMS il ministero della Salute non le abbia ancora adottate. Abbiamo anche sottolineato la necessità di avere dati aggiornati da parte del Ministero; di riscrivere le linee di indirizzo che sono ormai datate (a giugno del 2023 l’OMS ha pubblicato nuove linee guida che spiegano che l’aborto farmacologico è sicuro anche entro le 12 settimane); e di affrontare queste sfide per garantire un accesso equo e sicuro all'aborto farmacologico in tutta Italia.
Coì la deputata del Pd Lia Quartapelle.
Siamo molto preoccupati per il disimpegno e l’assenza di una strategia chiara da parte del governo sul futuro degli ex stabilimenti dell’Ilva. Per questo motivo come Gruppo PD abbiamo fatto richiesta urgente di svolgere le audizioni del presidente Franco Bernabè, che in questi giorni avrebbe maturato l’intenzione di rimettere il suo mandato, e dei ministri del governo competenti. Non si può più temporeggiare. Il Paese e i lavoratori dell’acciaieria meritano risposte subito per scongiurare il rischio di una chiusura.
Così Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera.
“Inaccettabile, la maggioranza presente al voto con solo con 9 commissari”
I gruppi di opposizione hanno abbandonato l’aula della commissione Esteri nel corso dell’esame della legge sulla delegazione europea. Una scelta dovuta al comportamento inaccettabile e irrispettoso da parte della maggioranza che si è presentata al momento del voto con soli 9 commissari. Un’altra pagina del mancato rispetto del parlamento e del confronto democratico della destra che non poteva rimanere senza una nostra ferma risposta.
Così i capigruppo dell’opposizione in commissione Esteri Enzo Amendola (Pd), Benedetto Della Vedova (+Europa), Nicola Fratoianni (Avs) e Federica Onori (M5s).
Abbiamo chiesto in seduta della Commissione Lavoro che la Ministra Calderone venga immediatamente a riferire in Commissione sui fatti gravi che hanno coinvolto in un’inchiesta della magistratura il Presidente dell’Anpal Temussi, da lei fortemente voluto appena due mesi fa. È un atto dovuto che il Gruppo del Pd chiede con la massima urgenza.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
“C'è un ricorso ossessivo al voto di fiducia e alla decretazione d'urgenza. E’ una mortificazione per il Parlamento, per il lavoro parlamentare, anche per i contributi che i gruppi parlamentari possono dare alla qualità della norma finale. E’ veramente un paradosso che a farsi protagonista di questo uso così eccessivo della decretazione d'urgenza e della fiducia sia questo governo, visto che Giorgia Meloni, fin quando è stata all'opposizione, ha sempre censurato l'uso da parte dei governi che erano in carica. Evidentemente, dismessi i panni dell’opposizione e indossati gli abiti del capo del governo, si è dimenticata delle vecchie battaglie e usa questo strumento anche in modo improprio perché non vengono mai rispettati i limiti che Corte Costituzionale chiede al governo di rispettare. I decreti non possono essere decreti che mettono insieme tante materie diverse, oggi abbiamo parlato di intercettazioni, di tribunale minorile, di Covid, di otto per mille e del ministero della cultura. Un decreto raffazzonato che mette insieme di tutto e di più e così non va bene”. Così il deputato dem Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia, sulle pagine del sito web dei deputati Pd con un video intervistato a margine della sua dichiarazione di voto sulla fiducia al decreto Giustizia.
“Sulle intercettazioni – ha concluso l’esponente Pd - le differenze nella maggioranza sono state palesate in commissione perché Forza Italia ha presentato molti emendamenti per cambiare radicalmente il testo. Alla fine hanno fatto un pastrocchio. Con questa norma, scavalcano un'opinione diffusa della Cassazione, che già consentiva di usare le intercettazioni per questi reati e, avendo fatto una norma nuova, creano un problema per tutti i processi in corso, perché chiaramente non è possibile applicarla retroattivamente. Succederà che nei processi in corso le intercettazioni già disposte non saranno utilizzabili, quindi non si potenzia l'azione di contrasto, ma si indebolisce quell'azione, un vero disastro”.
“Il lavoro domestico è un tema che riguarda tutte le famiglie e deve trovare la giusta attenzione della Camera e del Senato, affinché possano giungere le risposte che le cittadine e i cittadini italiani si attendono. Ecco perché è importante il ruolo che può svolgere l’Intergruppo parlamentare. Ci attendono alcune scadenze cruciali, come la legge di bilancio e la riforma fiscale, in cui potremmo lavorare insieme per mettere a punto quegli strumenti che possano servire alle famiglie per affrontare le difficoltà quotidiane. Penso ad esempio alla deducibilità delle spese, ad aiuti economici immediati e ad incentivi ad hoc per favorire l’emersione del lavoro nero. Interventi sui quali è possibile trovare un’ampia convergenza in Parlamento tra tutte le forze politiche”.
Lo ha dichiarato la deputata e responsabile Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani, che oggi ha partecipato alla conferenza stampa di istituzione dell’Intergruppo parlamentare sul lavoro domestico insieme al deputato Andrea Giaccone e alla senatrice Elena Murelli, oltre ai presidenti di Assindatcolf e Federanziani.
“Dopo i ritardi dei primi mesi dell’anno, poi di agosto e ancora di settembre, che hanno lasciato migliaia di famiglie e studenti in attesa, senza alcun sostegno per viaggiare con il trasporto pubblico, dopo sollecitazioni e interrogazioni parlamentari, il Consiglio dei ministri ha dichiarato il rifinanziamento del bonus Trasporti. Si tratta però, ancora una volta, di risorse che arrivano tardi e che non sono sufficienti per rispondere alle necessità e alle aspettative. Registriamo infatti che il reddito complessivo per richiederlo rimane a 20mila euro rispetto ai 35mila precedenti, con la platea degli aventi diritto ridotta anche a causa del corposo taglio intervenuto rispetto allo stanziamento del 2022. Per chiederne le ragioni a governo e maggioranza di destra abbiamo presentato una nostra interrogazione. Ancora una volta, mentre gli stipendi vengono erosi dall’inflazione, queste mancate risposte alle persone mettono in difficoltà le famiglie e gli studenti che hanno il diritto di poter contare su questa misura che incentiva anche il trasporto pubblico locale, oltre a rappresentare uno dei concreti supporti al diritto allo studio”.
Lo dichiara la vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio, prima firmataria dell’interrogazione sottoscritta anche dagli altri colleghi democratici della commissione Trasporti, il capogruppo Anthony Barbagallo, Roberto Morassut, Andrea Casu e Ouidad Bakkali.
"Ringrazio le associazioni di donne che oggi, alla Camera, ci hanno rivolto un appello per chiedere che l'Italia recepisca le linee guida dell' OMS in materia di aborto libero e informato.
Per questo nascono la campagna #IVGsenzaMA e il manuale "La tua scelta zero ostacoli - guida pratica al tuo aborto libero e informato".
Le ringrazio per il necessario richiamo ad un tema essenziale per l'autodeterminazione delle donne che troppo spesso non è all'attenzione dell'agenda politica.
La destra oscurantista fa del corpo delle donne un campo di battaglia e ovunque governa si sta consumando un vero e proprio attacco alla libertà di scelta delle donne. Penso alla Polonia, ad esempio, dove le donne vengono lasciate morire perché, finché si sente il battito del feto, i medici non intervengono per salvare loro la vita quando questa è in pericolo.
Ma penso anche a molte regioni del nostro Paese: dove la destra è maggioranza, il tasso di accesso all'aborto è bassissimo quando non pressoché pari allo zero. Del resto, abbiamo una ministra alle Pari opportunità secondo cui "purtroppo l'aborto è un diritto" e una premier che ha dichiarato di voler difendere "il diritto a non abortire", come se qualcuno costringesse le donne a farlo.
Invece i dati dell'OMS parlano chiaro: dove l'aborto è legale e sicuro, non cresce il numero di interruzioni di gravidanza, mentre dove ci sono divieti e leggi restrittive cresce la mortalità delle donne.
Lavoreremo in Parlamento perché le raccomandazioni dell'OMS per l'aborto libero e sicuro vengano adottate dal nostro Paese, perché le regioni introducano le linee guida del ministero sull'accesso alla pillola abortiva, perché i dati sulla reale possibilità di accesso sull'IVG siano pubblici e accessibili, così come la mappatura delle strutture a cui le donne possono rivolgersi.
Dobbiamo fermare questa "deriva alla polacca": giù le mani dalla libera scelta delle donne". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata del PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
"Apprendiamo con grande rammarico e preoccupazione della decisione della proprietà di proseguire con la procedura di chiusura dello stabilimento Marelli a Crevalcore. Sono a rischio posti di lavoro e un presidio produttivo di grandissimo valore. Confermiamo la nostra solidarietà ai lavoratori in lotta e il nostro sostegno alle Organizzazioni Sindacali, alla Regione Emilia-Romagna e agli Enti Locali. Martedì prossimo saremo a Roma al tavolo di crisi al Ministero competente per testimoniare il nostro impegno.
Così Andrea De Maria, Virgilio Merola e Stefano Vaccari, deputati PD
“In sede parlamentare durante la trattazione del dl immigrazione il Partito Democratico, con un emendamento a mia firma, ha posto in modo deciso il tema delle risorse per il comune di Lampedusa e il tema del risarcimento dei danni per le imprese locali. Il continuo stato di emergenza impedisce la programmazione di investimenti e l'esercizio ordinario di alcune attività imprenditoriali. Serve anche un tavolo condiviso con i rappresentanti del territorio per la programmazione e distribuzione delle risorse. Lampedusa e i lampedusani non possono essere lasciati soli”. Lo dice il deputato e segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, che ieri proprio da Lampedusa ha dato il via alla Festa regionale dell’Unità con un convegno dal titolo “SOS Europa”. Presenti, tra gli altri, il capogruppo Pd in Senato, Francesco Boccia, la deputata dem Giovanna Iacono, il capogruppo Pd all’Ars, Michele Catanzaro e il capogruppo Pd al comune di Lampedusa, Totò Martello.
“L'emergenza migranti ha avuto in questi mesi picchi di presenze mai viste prima. E' stato possibile fronteggiare l'emergenza - ha concluso Barbagallo - grazie alla disponibilità dei lampedusani e allo sforzo delle forze dell'ordine e dei volontari. Certamente è sotto gli occhi di tutti il fallimento del governo Meloni nelle politiche di accoglienza”.
“In Iran è in corso una vera e propria apartheid nei confronti delle donne che iniziata 44 anni fa con la cosiddetta rivoluzione islamica”, ma che nell'ultimo anno ha visto un'escalation di violenza e repressione anche verso le persone LGBTQIA+, gli attivisti ambientalisti, le minoranze, i dissidenti che sono scesi in piazza subito dopo la morte di Mahsa Amini e nei mesi successivi. Studenti, studentesse, oppositori politici, intellettuali vengono definiti "nemici" dal regime, ma le donne rimangono il nemico pubblico numero uno. Contro di loro vengono rivolte accuse di "incitamento alla prostituzione e corruzione morale" se si rifiutano di coprirsi il capo.
E’ il racconto emerso oggi, durante la prima seduta del Comitato permanente della Camera sui diritti umani, delle attiviste del movimento “Donna, vita, libertà”. Ad essere audite Parisa M. Nazari, Pegah Moshir Pour, Shady Alizadeh, la Dottoressa Zahra Toufigh Asri e Elham Talaee Mahani.
“Abbiamo appreso che l’Iran è stato chiamato a presiedere il Social Forum 2023 del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, nella persona di Ali Bahreini, ambasciatore della Repubblica islamica e rappresentante permanente presso le Nazioni Unite. Il tema del Social Forum, che si terrà, il 2 e il 3 novembre prossimi, è il contributo della scienza, della tecnologia e dell'innovazione alla promozione dei diritti umani. Una scelta inspiegabile alla luce delle gravissime violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Repubblica Islamica e della gestione politicizzata della pandemia durante la quale sono stati rifiutati i vaccini causando la morte di centinaia di persone.
Le attiviste hanno riferito anche di difficoltà ad ottenere il visto di ingresso in Italia, anche per motivi di salute, per coloro che sono stati accecati dai proiettili di gomma durante le proteste e per chi le attiviste e le attiviste che scappano dalla repressione. Inoltre, l'Iran non rinnova i passaporti a chi ha ottenuto un visto per l'Italia anche per motivi di studio e, soprattutto, per chi partecipa alle manifestazioni che si svolgono in Italia a sostegno della protesta in Iran.
Chiederemo al governo che venga rivista la nomina al Social Forum e chiederemo chiarimenti alla Farnesina sulla difficoltà ad ottenere i visti per chi scappa dal regime”, dichiara Laura Boldrini, presidente del Comitato.
"La sentenza d'appello che conferma la condanna di Cavallini per la strage di Bologna rappresenta un nuovo importante risultato, sul piano giudiziario, della battaglia per raggiungere la piena verità sul 2 agosto. Leggeremo le motivazioni della sentenza, ma dalle notizie di oggi ancora una volta si conferma che si è trattato di una strage fascista, nell' ambito di un articolato disegno eversivo. Ancora una volta le sentenze della Magistratura ci dicono che la storia non si riscrive. Piuttosto tutte le istituzioni devono sostenere l'impegno per la verità dei familiari delle vittime e l'azione della Magistratura, che sta via via facendo piena luce sulla strategia della tensione e i legami fra terrorismo nero, loggia massonica P2, settori deviati dello stato".
Così Sandro Ruotolo, della Segreteria Nazionale del PD ed Andrea De Maria, della Presidenza del Gruppo PD della Camera.
“Chiediamo alla ministra del Lavoro e delle politiche sociali quali urgenti iniziative intenda assumere per restituire certezza e credibilità alla gestione della società Anpal Servizi”. Così il deputato del Pd in commissione Lavoro Emiliano Fossi in un’interrogazione alla ministra Calderone.
“È notizia di queste ore la Maxi operazione del Ros in Sardegna, con 32 arresti per associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione segreta, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione aggravata dal metodo mafioso, peculato e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito dell’operazione definita ‘Monte Nuovo’. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati ingenti somme di denaro in contanti, munizioni, oltre 130 kg di marijuana; l’organizzazione criminale avrebbe interferito nell’attività delle amministrazioni pubbliche e procurato voti in occasione delle elezioni e tra le persone coinvolte in questa inchiesta risulta anche il presidente e amministratore delegato di Anpal Servizi, Massimo Temussi. Consulente della ministra Calderone dal 19 gennaio 2023 al 10 marzo 2023, lo scorso 9 marzo, l’assemblea dei soci di Anpal servizi, lo ha nominato del presidente della società. Tuttavia già nell’aprile scorso si era avuto notizia di un’indagine che vedeva indagato il Presidente della Regione Solinas, in relazione alle nomine di competenza regionale, e altre 19 persone, tra cui proprio Temussi. Pertanto, pur nel pieno rispetto del principio di innocenza, non si può non rilevare come la credibilità di funzioni di tale rilevanza sociale non può essere compromessa da addebiti tanto gravi”.