"La Corte Costituzionale sancisce l'ultimo fallimento del governo Meloni respingendo i ricorsi fatti contro la Regione Toscana sugli affitti brevi e contro la Puglia a proposito del salario minimo.
Cercano di usare la giustizia a fini politici, per contrastare le leggi delle regioni che non governano loro. Ma non funziona.
Toscana e Puglia hanno legiferato correttamente su temi su cui il governo scappa e non è capace di assumersi le proprie responsabilità.
Invece di fare ricorsi inutili, la presidente del consiglio farebbe bene a trarre ispirazione dalle buone leggi delle regioni". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Cosa pensano Giuli e Nordio della Pdl Varchi?
“Che cosa pensano i ministri Giuli e a Nordio della proposta di legge della deputata Varchi? Una norma che, nascondendosi dietro il nobile obiettivo di contrastare comportamenti criminali, rischia in realtà di imporre un vero e proprio bavaglio alla cultura, come la stessa presentatrice ammette esplicitamente nella relazione introduttiva del provvedimento, dove si parla di colpire direttamente la produzione di film, serie, libri e canzoni. Opere come Gomorra, La Piovra, Suburra, C’era una volta in America, Il Padrino, Romanzo Criminale, Mare Fuori e molte altre sarebbero state impossibili da girare se questa legge fosse stata in vigore. Siamo di fronte a una follia legislativa che rischia di soffocare la libertà d’espressione e la creatività nel nostro Paese” Così i democratici Matteo Orfini e Debora Serracchiani commentano la proposta di legge della deputata di Fdi Varchi che prevede “Introduzione dell’articolo 416-bis.2 del codice penale in materia di apologia e istigazione relative a fatti, metodi, princìpi o comportamenti propri delle associazioni criminali di tipo mafioso o di componenti delle medesime” anche attraverso serie, produzioni cinematografiche, libri e canzoni.
“È del del tutto sconcertante che il governo Meloni non abbia detto una parola sulla vicenda di spartizione di potere, gestione opaca di incarichi, progetti fantasma, consulenze e appalti pilotati dove secondo l’inchiesta di Fanpage sarebbero coinvolti esponenti di Fratelli d’Italia. Siamo davanti ad una gestione indegna di fronte alla quale il governo deve intervenire e chiarire da che parte sta”. Dichiara il deputato Andrea Casu commentando la risposta del Sottosegretario Gemmato all’interrogazione presentata in commissione Affari Sociali insieme ai parlamentari Pd Girelli, Malavasi, Di Biase, Madia, Mancini, Morassut, Orfini, Prestipino e Stumpo.
“Saranno altre le sedi dove dovranno essere accertate tutte le responsabilità penali, ma dal punto di vista politico è inaccettabile che di fronte a una nostra interrogazione che riguarda fatti così gravi il Governo abbia fatto finta che non sia successo nulla, come se l’inchiesta San Michele non gli riguardasse. Continuare a ignorare quanto sta accadendo significa sostenere un sistema intollerabile e senza regole, che danneggia i cittadini del Lazio e colpisce servizi essenziali”, conclude Casu.
Mentre il governo gioca con le tre carte, leva, mette, sposta e rimette risorse pubbliche, la Corte dei conti interviene nuovamente per dichiarare illegittimo il decreto con cui il ministero delle infrastrutture ha approvato le nuove norme per la realizzazione del Ponte sullo stretto. I giudici contabili esprimono preoccupazione proprio per l’incertezza sul costo dell’opera e le difficoltà a reperire le coperture. Ad oggi infatti il ponte è interamente pagato con soldi pubblici mentre in origine si parlava di investimenti privati: cambia così la natura del contratto e non vengono rispettati gli impegni di legge. Assisteremo ora al solito piagnisteo contro i giudici ma la verità è che Salvini non sa nemmeno difendere il suo giocattolo e l’opera si dimostra ogni giorno tanto costosa quanto inutile. A questo punto chiediamo che tutte le risorse vengano usate per una legge di bilancio carente su tutti i fronti dalla sanità alle pensioni, al lavoro.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Con l’emendamento depositato oggi il Governo certifica che il testo della manovra presentato due mesi fa non era nient’altro che un passatempo per intrattenere i parlamentari. Ma mentre si sradica e si rivolta la legge di bilancio, possiamo quantomeno tirare un sospiro di sollievo per la decisione presa sulla Zes agricola che, come denunciavamo ieri, rischiava di diventare uno scherzo di cattivo gusto per tutti gli imprenditori del settore. Bene, dunque, la scelta di aumentare le percentuali di credito e portarle a livelli in linea con le aspettative del comparto. L’auspicio, adesso, è che dal prossimo anno si stanzino risorse adeguate per rendere lo strumento affidabile e concretamente utile ad incrementare gli investimenti nel Mezzogiorno.”
Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati del Partito democratico, Claudio Stefanazzi, componente della commissione Finanze, Antonella Forattini, capogruppo in commissione Agricoltura, e Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e componente della commissione Agricoltura.
“Sul riscatto della laurea ai fini pensionistici il governo interviene a gamba tesa. Nei fatti cambiando con un emendamento in extremis alla legge di bilancio, senza alcuna possibilità di discussione e di approfondimento, un patto di fiducia con i cittadini e peggiorando i requisiti per andare in pensione prima. Stessa cosa fanno sull’adeguamento previdenziale all’aspettativa di vita. Si tratta di un atto molto grave, senza alcun confronto con le parti sociali. Va ritirato”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Ancora una bocciatura della Corte dei Conti per il Ponte sullo Stretto di Messina. Come scrive Il Foglio online, i giudici contabili evidenziano un inscindibile nesso tra il decreto interministeriale e la delibera del Cipess, già bocciata il 17 novembre per profili giuridici, tecnici e ambientali: vista l’inefficacia di quest’ultima, si deve concludere per la non conformità a legge anche del decreto medesimo. Un fallimento su tutta la linea per il governo. Questa opera continua a dimostrarsi un progetto dannoso, costoso e lontano dalle reali esigenze dei cittadini e del Mezzogiorno. Non ha senso continuare a inseguire un’opera che rischia di consumare miliardi di denaro pubblico senza benefici chiari per le comunità, alimentando solo spese faraoniche e propaganda politica. Visto che il governo sta di fatto riscrivendo proprio in queste ore la manovra, proponiamo una scelta diversa e concreta: mettiamo definitivamente una pietra sopra a questo progetto nefasto e ridiamo i 5 miliardi del Fsc alla Sicilia e alla Calabria per le reali urgenze infrastrutturali.” Così il capogruppo del Pd nella Commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo.
“Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Il ministro Urso, nonostante le critiche arrivate da tutto il mondo industriale – comprese quelle di Confindustria, che ha ribadito oggi stralcio dell’articolo 30 della legge sulle Pmi – ha appena chiuso il tavolo con parti sociali confermando che il Governo andrà avanti con il testo così com’è della legge sulle piccole e medie imprese. La sua ostinazione rischia di far sbattere il Made in Italy contro norme che non tutelano le aziende virtuose e i lavoratori. L’articolo 30 di cui ribadiamo la richiesta di stralcio resta un punto critico: riguarda i subappalti nel settore moda, dove è fondamentale garantire trasparenza, legalità e condizioni dignitose per i lavoratori. Continuiamo a chiedere interventi correttivi che impediscano pratiche di sfruttamento e valorizzino le imprese che rispettano le regole. Il Parlamento deve poter legiferare senza forzature: la legge sulle PMI è troppo importante per il settore moda e per il Made in Italy per essere portata avanti con ostinazione e superficialità”. Così i componenti delle Commissioni Attività produttive e Lavoro della Camera, Alberto Pandolfo, Arturo Scotto e Christian Di Sanzo.
“Colpiscono e preoccupano le parole pronunciate oggi dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana sul referendum costituzionale. La terza carica dello Stato annuncia come certa la data di marzo, ben sapendo che la questione del calcolo dei termini e della definizione della data è tutt’altro che pacifica ed è oggetto, in queste settimane, di un evidente interventismo del Governo che spinge per un’anticipazione forzata. Che il Presidente della Camera si spinga a indicare apertamente marzo come data del referendum non è un fatto neutro. È una presa di posizione che rischia di legittimare una lettura politica e governativa di un passaggio che dovrebbe essere rigorosamente istituzionale e regolato dalle prerogative costituzionali, non da dichiarazioni anticipate. Ancora più sorprendente è sentire il Presidente del Parlamento parlare di “esercizio di democrazia” senza alcun riferimento al ruolo del Parlamento stesso, che su questa riforma è stato di fatto esautorato” così la deputata democratica, responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani.
“La decisione della Corte costituzionale che salva il Testo unico sul turismo della Regione Toscana, compresa la disciplina sugli affitti brevi, conferma la bontà di una scelta lungimirante e coraggiosa. La Toscana ha legiferato bene, nel rispetto della Costituzione e nell’interesse dei cittadini, mentre il Governo Meloni e la sua maggioranza collezionano l’ennesima sconfitta ideologica su un tema che incide direttamente sulla vita delle persone, sull’accesso alla casa e sulla qualità dei territori”: è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Questa sentenza è la dimostrazione che, quando le istituzioni locali affrontano con serietà e competenza fenomeni complessi come quello degli affitti brevi, si possono dare risposte concrete senza violare le regole. Colgo l’occasione per ringraziare l’ex consigliere regionale Gianni Anselmi, che ha seguito con grande attenzione e determinazione il percorso del Testo unico, e l’assessore regionale Leonardo Marras per il lavoro svolto. Mentre il governo continua a non riuscire a portare in Parlamento leggi efficaci sui problemi reali dei cittadini, la Toscana indica una strada chiara: governare il turismo tutelando comunità, lavoro e diritto all’abitare”.
“Giorgia Meloni, si sa, è la principale nemica dei diritti dei lavoratori italiani, come dimostra la sua feroce battaglia contro la legge sul salario minimo legale. Una battaglia che ha portato lei e il suo Governo ad opporsi persino alla legge approvata dal Consiglio regionale pugliese che prevede la soglia retributiva minima di nove euro l'ora come criterio per poter affidare a un’azienda lavori o servizi nelle gare bandite a livello regionale. Oggi, con la sentenza n. 188, la Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile il ricorso del Governo e dato ragione alla Regione Puglia, certificando l’ennesima pessima figura di Meloni & Co”.
Così Claudio Stefanazzi, Ubaldo Pagano e Marco Lacarra, deputati pugliesi del Partito Democratico.
“Se la Meloni vuole continuare a far finta di nulla, restare sorda alle richieste di condizioni di vita migliori e cieca di fronte ai dati che condannano il nostro Paese agli ultimi posti dell’UE in termini di salari, è libera di farlo, saranno gli elettori, presto, a giudicarla. Ma condurre una guerra ideologica contro le Regioni e i Governatori che invece hanno a cuore la questione sociale più importante nel nostro Paese, non è solo un errore giuridico, come ha dimostrato oggi la Consulta, ma un vero e proprio accanimento ideologico contro milioni di lavoratrici e lavoratori italiani. Se per Meloni e il suo Governo il lavoro può essere soltanto sinonimo di sfruttamento e deprivazione, noi siamo felici di essere dalla parte diametralmente opposta”.
“Giorgia Meloni è la Presidente del Consiglio di uno dei Paesi con i salari più bassi d’Europa, fermi da decenni o addirittura in ribasso rispetto al costo della vita. Eppure la sua preoccupazione è stata impugnare una legge regionale, quella della Regione Puglia, che imponeva la paga minima oraria di 9 euro come criterio di selezione del CCNL per gli appalti pubblici. Voleva farla decadere, ma la Corte Costituzionale l’ha sbugiardata, respingendo l’impugnazione. Il Salario Minimo non è solo possibile, ma è necessario. Gli unici a fare finta di non accorgersene sono i presunti patrioti che, nella realtà, non si occupano minimamente dei lavoratori e delle lavoratrici in povertà” così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, commenta la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale promosse dalla Presidente del Consiglio.
“Il rapporto Made in Immigritaly di Fai Cisl e Centro Studi Confronti, presentato su mia iniziativa oggi alla Camera, mette nero su bianco una verità che la politica, soprattutto al governo, continua a eludere: l’agroalimentare italiano si regge strutturalmente sul lavoro delle persone immigrate. I numeri non lasciano spazio a interpretazioni. Nel settore agricolo lavorano circa 362mila persone straniere regolarmente occupate. Esse coprono il 31,7% delle giornate lavorative complessive: quasi un giorno di lavoro agricolo su tre è svolto da un lavoratore immigrato. Senza lavoro migrante intere filiere non funzionerebbero. Ma a questa verità economica non corrisponde una verità politica. È qui che entra in gioco la responsabilità del governo. Si moltiplicano gli annunci sulla ‘lotta al caporalato’, ma i risultati concreti restano drammaticamente insufficienti”.
Così Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e componente della commissione Agricoltura, intervenendo alla presentazione della ricerca “Made in Immigritaly” curata da Maurizio Ambrosini, Rando Devole e Paolo Naso, sotto la guida di Claudio Paravati, direttore del Centro Studi Confronti, dove hanno partecipato anche Antonella Forattini, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, Alessio Mammi, assessore alle Politiche Agricole della Regione Emilia-Romagna, Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl Nazionale e Sauro Rossi, segretario confederale della Cisl.
“Oltre il 60% delle aziende agricole controllate - ha aggiunto Vaccari - presenta irregolarità. Si stima che circa 230mila lavoratori agricoli siano a rischio grave di sfruttamento, e nove su dieci sono persone di origine straniera. Il caporalato non è un residuo del passato. In questo contesto c'è da registrare anche il fallimento del sistema dei flussi e del click day, figlio di una impostazione ideologica e sbagliata. Occorrerebbe una scelta di responsabilità, a cominciare dalla difesa della dignità del lavoro agricolo che significa qualità del cibo, tenuta dei territori rurali, l’idea stessa di Made in Italy come eccellenza fondata sul lavoro giusto. Allora sì - ha concluso - che potremo valorizzare ulteriormente la cucina italiana quale patrimonio dell'Unesco, anche da un punto di vista etico e dei diritti”.
"Esprimiamo massima soddisfazione per la decisione della Corte Costituzionale di salvare il testo unico della Regione Toscana in materia di turismo, respingendo l'impugnazione presentata dal governo". Lo dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd e segretario Dem della Toscana.
"Quello del governo è stato un atto retrogrado e conservatore da parte di chi guida il nostro Paese" prosegue Fossi. "Noi crediamo in città accoglienti, ma regolate, con un turismo - che rappresenta una delle entrate principali della nostra regione - caratterizzato da elementi di regolamentazione precisi e necessari".
"La legge della Regione Toscana ha fornito strumenti concreti agli amministratori locali per gestire efficacemente il fenomeno degli affitti brevi. Questa sentenza rappresenta una delle nostre grandi soddisfazioni e conferma la Toscana come regione all'avanguardia nella legislazione progressista a livello nazionale" conclude il segretario del Pd Toscana.
“La Consulta ha stabilito che il ricorso del governo Meloni contro la legge pugliese che istituiva il salario minimo negli appalti regionali è inammissibile. Una figuraccia in piena regola, figlia di un modo di governare il Paese e di gestire le relazioni con le autonomie locali arrogante e miope. Chiedano scusa e si riapra immediatamente il dibattito sul salario minimo in Parlamento. La destra da tre anni blocca la proposta delle opposizioni senza contrapporre nessun’altra ricetta credibile. Nel frattempo il lavoro povero continua ad essere una delle emergenze più forti del Paese. E l’unica cosa in cui si è specializzato il governo è quello di sabotare le leggi degli altri”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.