"Nessun aiuto umanitario entrerà a Gaza" perché questo è "uno dei principali strumenti per fare pressione su Hamas". Con queste terribili parole il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ammette che il governo Netanyahu sta usando la fame come arma di guerra. Cioè sta deliberatamente commettendo gravissimi crimini di guerra.
A Gaza non sono più ammessi aiuti umanitari da ormai 45 giorni. Significa che non entra cibo, non entrano medicinali, non entrano beni di prima necessità. A Gaza le autorità israeliane hanno interrotto l'erogazione di corrente elettrica e di acqua. Questo significa assetare e affamare tutta la popolazione, non solo i miliziani di Hamas. Significa impedire le cure, rese già molto complesse dai bombardamenti sugli ospedali. Significa sterminare, scientemente, un popolo come sta succedendo anche nei territori occupati della Cisgiordania.
Basta! Basta bombe su Gaza, basta occupazione della Cisgiordania, basta vendere armi a Israele. Bisogna sospendere l'accordo di associazione tra Ue e Israele e mettere le sanzioni su Netanyahu e il suo governo. E bisogna riconoscere lo Stato di Palestina.
Tutto questo è scritto nella mozione unitaria di PD-M5S-AVS presentata ieri dai leader dei rispettivi partiti. Il governo Meloni non può continuare a tacere e a coprire questi orrendi crimini: l’Italia non può essere complice". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La Pace, soprattutto in un grave momento come questo, si può ottenere e preservare grazie ad una forte iniziativa politica e diplomatica dell’Europa rivolta in primo luogo verso quegli interlocutori che oggettivamente sono tra i protagonisti di un nuovo possibile ordine mondiale. E tra questi (ma non solo) vi sono sia la Russia che la Cina. Una maggiore influenza politica dell’Europa si basa anche su una sua maggiore compattezza e unità nel campo della difesa. Una difesa comune. Che è cosa ben diversa da un ‘riarmo’ generalizzato e Stato per Stato che è quello erratamente sostenuto da Von der Leyen. Un’Europa unita, forte soggetto politico mondiale e basata su una difesa comune è la linea dei veri ‘riformisti’ in questo momento. Ed è la linea che il Pd persegue in ogni sede”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Purtroppo - continua Morassut - non è linea di molti partiti socialisti europei e questo è un serio problema su cui ingaggiare una battaglia politica chiarificatrice nel PSE. Penso che Bettini, nella sua intervista di oggi, abbia sostenuto con chiarezza, equilibrio e efficacemente questa linea che io condivido. Mi dispiace che invece si vogliano esasperare posizioni che vengono definite riformiste ma che finiscono per essere estremiste e che vedono solo nella opzione militare la via per la sicurezza politica e militare dell’Europa, come emerge dalle dichiarazioni così animose di Calenda e Picierno”
“La risposta illustrata in Commissione dal Sottosegretario alle Infrastrutture alla mia interrogazione e a quelle del collega Amendola sulla crisi idrica lucana è assolutamente elusiva e inadeguata rispetto alla portata dei problemi. Un semplice riepilogo di cose che già sappiamo da tempo e su cui però chiediamo concretezza. Siamo sinceramente esterrefatti dalla superficialità con cui questo governo sta affrontando il tema della crisi idrica e delle infrastrutture in Basilicata. Per qualsiasi cittadino lucano sarà sufficiente leggere la risposta per comprendere la ragione di questa insoddisfazione. Per questo chiediamo che il Ministro in persona venga a riferire in Aula perchè la crisi idrica è purtroppo una realtà”. Così una nota del deputato democratico Mauro Laus che ha presentato insieme al collega Enzo Amendola diverse interrogazioni a riguardo.
“Mai come adesso la situazione dei trasporti in Italia è disastrosa. Seguendo il trend negativo iniziato nella scorsa estate, solo nelle ultime settimane si sono registrati ulteriori clamorosi ritardi nel trasporto ferroviario. E il tema non riguarda solo i treni ma anche le strade. Nella mia regione, la Sicilia, i ritardi e il numero dei cantieri hanno trasformato la Catania-Palermo e la Catania-Messina in veri e propri percorsi ad ostacoli più' che in autostrade. L'incompetente ministro Salvini resta prima in silenzio e poi viene in Aula a dire che va tutto bene, anzi che, mai come ora, i treni sono puntuali. Evidentemente non vive in Italia”. Così il deputato Anthony Barbagallo, Capogruppo PD in Commissione trasporti intervenendo a Montecitorio durante il Question time.
“In questi giorni vicini alla Pasqua – continua il deputato PD - per i passeggeri oltre al danno pure la beffa: il costo del biglietti dei treni è aumentato di oltre il 50% per emulare quanto già accade sul prezzo dei biglietti aerei, su cui il suo governo non ha posto in essere nessuna misura efficace”. “Nonostante non ci aspettiamo nulla di buono, è necessario che Salvini faccia un immediato cambio di passo, anche in vista della stagione estiva e la smetta di negare la realtà”, conclude Barbagallo.
“Non è accettabile che i disservizi siano la normalità. Ancora una volta il ministro Salvini viene in Aula a negare la realtà dei trasporti in Italia, una realtà che ogni giorno continua a lasciare pendolari, lavoratori e studenti senza la possibilità di poter programmare le proprie giornate. Salvini più volte ha annunciato interventi risolutivi e nonostante non ci siano mai stati, continua con la politica degli annunci o delle negazioni. La credibilità del ministro è fortemente compromessa ma il ruolo e le responsabilità che ne conseguono, gli impongono la necessità di dare risposte concrete per i cittadini”. Così la deputata dem Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo PD alla Camera, in replica al ministro Salvini durante il Question time.
“Dopo un'estate di passione – continua l'esponente dem - un inverno tra guasti e ritardi e il grande impegno dei lavoratori del sistema ferroviario, ancora oggi si registrano 23mila minuti di ritardo accumulati, giornalieri. Quali scuse può ancora accampare Salvini, oltre ai fantomatici sabotaggi? La relazione della Polfer, ci dice ad oggi che non c'è stato alcun sabotaggio e ci conferma che Salvini vuole solo scaricare su altri le proprie responsabilità. Ancora più grave è che su questo la presidente Meloni continua a rimanere in silenzio di fronte al protrarsi della negazione al diritto della mobilità”, conclude Ghio.
Dichiarazione on. Christian Di Sanzo, deputato Pd Nord e Centro America
Con i colleghi Porta, Ricciardi e Care', ho presentato una interrogazione in Commissione Esteri al governo sul mancato impegno sulle celebrazione sulla Festa della Liberazione da parte della rete Consolare" - ha dichiarato l'On. Christian Di Sanzo, Deputato del PD eletto all'estero in Nord e Centro America. "Il governo ha citato 2-3 esempi di iniziative da parte di Istituti di Cultura in Europa, ma nella realta' ravvisiamo una mancanza pressoché totale di iniziative da parte della rete consolare, soprattutto al di fuori dell'Europa - i pochi esempi citati sembrano piu' una eccezione piuttosto che il frutto di un lavoro coordinato". "Si tratta di una occasione mancata perche' quest'anno ricorreva l'80esimo della Festa della Liberazione ed era doveroso commemorare la Resistenza anche all'estero." ha replicato al governo in Commissione l'On. Di Sanzo. "Non si tratta solo di commemorare la memoria della Resistenza, ma la celebrazione rappresentava una grande occasione per iniziative conoscitive per far conoscere alle nuove generazioni di italiani all'estero e italo-discendenti il valore della Resistenza. Purtroppo non vi e' stata una adeguata attenzione a questo anniversario da parte del governo e come Partito Democratico continueremo a impegnarci affinché la Festa della Liberazione sia la Festa di tutti gli italiani, anche degli italiani all'estero.
“Sul Telemarketing telefonico è andata in scena a Montecitorio una squallida manfrina da parte della destra con una maggioranza platealmente incapace di prendere qualsiasi posizione autonoma anche quando si va palesemente contro i diritti dei cittadini. L’ordine del giorno del Pd, poi sottoscritto anche da molti altri esponenti delle opposizioni, era chiaro: evitare che milioni di cittadini venissero ogni giorno ed a tutte le ore bersagliati da migliaia di telefonate mai richieste. Quale è stata la risposta del governo e della destra? Prima hanno sostenuto che c’è un progetto di legge simile in Commissione, fermo peraltro da mesi, poi hanno addirittura affermato (esponenti di Fdi) che oggi non ci sarebbe la tecnologia per rendere trasparenti le chiamate moleste. Nel 2025 le auto si guidano da sole, ci sono i viaggi turistici spaziali, l’intelligenza artificiale sta entrando in ogni settore ma lo smartphone, che ti dice in autonomia anche quello che non vuoi sapere, non può avvertirti se ti sta chiamando un call center? Pensano davvero quello che dicono? Di fronte a queste dichiarazioni siamo costretti ad alzare le mani: orami è chiaro che Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, vuole che che i cittadini vengano disturbati sempre e comunque da telefonate non richieste”: è quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani sulla discussione a Montecitorio del Decreto Bollette.
"Il governo Meloni continua a ripetere che sul tema dei salari è stato fatto molto. Peccato che i dati ci dicano tutt’altro: tra i Paesi del G20, l’Italia è tra quelli con la più bassa crescita salariale nel lungo periodo. E intanto, sette milioni di lavoratori e lavoratrici aspettano ancora il rinnovo del contratto. Il Partito Democratico chiede al governo di assumersi finalmente le proprie responsabilità. E’ ora di rinnovare subito quei contratti”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, sui social dei deputati dem.
"Un caso emblematico – prosegue l’esponente Pd - è quello del contratto dei metalmeccanici. Il governo non ha mosso un dito per riportare Federmeccanica al tavolo della trattativa, ignorando le richieste di adeguamento salariale che servirebbero a proteggere i lavoratori dall'inflazione.
Parliamo di un governo che ha negato il salario minimo a 3,5 milioni di lavoratori poveri, lo stesso governo che programma una riduzione del potere d’acquisto per 3 milioni di dipendenti pubblici, negando il recupero del 15% di inflazione nei rinnovi contrattuali. Così si manda un messaggio chiaro e gravissimo a migliaia di giovani: il lavoro pubblico non è per loro. Non stupisce che mezzo milione di laureati, in dieci anni, abbia lasciato l’Italia".
"E il problema – conclude Scotto - è ancora più drammatico per le donne e i giovani, le cui condizioni occupazionali restano indietro. Aumentano i contratti precari, intermittenti, a termine. Aumenta il lavoro povero, e diminuiscono le ore lavorate. Tutto questo è il frutto di leggi sbagliate che incentivano la precarietà. Per questo serve una svolta vera. Il Partito Democratico sostiene l’abrogazione, anche tramite referendum, di quelle norme che alimentano la precarizzazione del lavoro e comprimono i salari. Serve un mercato del lavoro più giusto, stabile, che restituisca dignità e prospettive alle nuove generazioni e a chi oggi fatica ogni giorno senza vedere riconosciuto il proprio valore".
“I condoni presentano sempre il conto, soprattutto a chi li fa, e a chi si è presentato come l'alfiere dell'abolizione della riforma Fornero mentre non riesce neanche a bloccare l'aumento dell'età pensionabile. Mi rivolgo alla ministra Calderone, laureata in fuga dalla realtà, di riferire all'Aula se è vero che c'è un buco di quasi 7 miliardi, certificato dal Consiglio d'indirizzo e vigilanza, nel bilancio dell'Inps al netto dei condoni che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni.
Non sono numeri strumentalizzabili come dichiara il Sottosegretario Durigon, ma sono dati che fanno il paio con l'approssimazione da parte del governo sul tema previdenziale, che aveva fatto tante promesse disattendendole tutte, sabotando Opzione Donna, aumentando l'età pensionabile ed eliminando tutti gli istituti di flessibilità in uscita”. Così il deputato dem Arturo Scotto, Capogruppo Pd in Commissione Lavoro intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Chiediamo un’informativa urgente del ministro Zangrillo. Vogliamo un momento di confronto sull’azione di rinnovamento della pubblica amministrazione. Anche nella notte di ieri, durante i lavori delle commissioni I e XI che stanno affrontando l’ennesimo decreto Pa, sono emersi numeri importantissimi: 350mila assunzioni nell’ultimo biennio, un milione di lavoratrici e lavoratori che andranno in quiescenza entro il 2033. Ci sarebbe l’opportunità di procedere affiancando alla nuova stagione di concorsi anche gli interventi di scorrimento delle graduatorie e le proroghe necessarie per dispiegare tutte le risorse disponibili per servizi migliori ai cittadini. Invece la priorità del ministro è insistere su assurde norme blocca idonei. E’ grave questa scelta e ancor di più la motivazione e cioè che per il ministro gli idonei vanno ritenuti bocciati ai concorsi. Un’assurdità dal punto di vista giuridico, politico e della conoscenza della realtà. Aggiungendo anche che i concorsi non sono tutto e che si può fare carriera anche senza studiare. Si tratta di un pugno in faccia a una generazione che ha fatto sacrifici per studiare e superare i concorsi e di uno schiaffo a chi già lavora nella pubblica amministrazione attraverso lo scorrimento delle graduatorie. E preannunciamo anche un’interpellanza urgente per sapere quanti sono. Questi lavoratori devono sapere che il ministro li considera bocciati e senza titolo per un ruolo nella Pa. Invece li dovremmo ringraziare e non insultare per il lavoro che fanno quotidianamente con passione. Ci troviamo dinnanzi a un aspetto eversivo, la rottura del patto non scritto che attraverso lo studio si faccia carriera. L’unico vero non idoneo è il ministro Zangrillo”.
Così il deputato democratico Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo, intervenendo nell’Aula della Camera.
“Ad un anno dall’approvazione del DL liste d’attesa due sono le evidenze:
il provvedimento non ha minimamente migliorato la situazione. Come avevamo previsto i presunti rimedi si sono rivelati del tutto inutili se non dannosi.
La necessità è di trovare il coraggio di una riforma strutturale, partendo dal rimettere al centro la sanità pubblica, la valorizzazione del suo personale, la riorganizzazione territoriale, la rivalutazione del ruolo dei medici di medicina generale. Ma soprattutto capendo che bisogna investire di più.
La sanità non ha bisogno di annunci pre elettorali come un anno fa, ma di scelte! Per rispetto della Costituzione e delle tante persone sempre più in difficoltà”. Lo dichiara Gian Antonio Girelli, vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta Covid e componente della commissione Affari sociali della Camera.
"Come sempre, anche oggi il PD ha votato con convinzione la partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace. Lo facciamo perché la pace è un bene indivisibile: non esistono più conflitti "locali", ma conflitti che ovunque accadano minano la sicurezza del mondo intero." Lo ha detto Piero Fassino nella dichiarazione di voto alla Camera sulle missioni internazionali di pace. "Discende da ciò - ha sottolineato Fassino - che ogni Paese è chiamato a concorrere a conseguire pace e stabilità e l'Italia lo fa in piena coerenza con l'art.11 della Costituzione che, rifiutando la guerra come strumento di soluzione dei conflitti, impegna il nostro Paese a partecipare alle azioni messe in essere per fermare chi i conflitti li suscita e ricorre alla guerra. Ciò è tanto più vero oggi di fronte a uno scenario internazionale caratterizzato da conflitti particolarmente acuti, quali la guerra in Ucraina e i molti conflitti che scuotono il Medio Oriente, a partire dal conflitto israelo-palestinese che richiede un impegno molto più determinato per fermare la guerra, ottenere la liberazione degli ostaggi e rimettere in moto un processo di pace e sicurezza per entrambi i popoli. E sono coerenti con questo impegno la partecipazione italiana alle altre missioni in Libano, in Irak, nel Mar Rosso, come nel Corno d'Africa." "In questo contesto non abbiamo votato a favore gli accordi con la Guardia Costiera Libica e con la Tunisia situazioni caratterizzate da gravi e continuate violazioni dei diritti umani. E ci siamo astenuti sulle misure per il Niger per l'opacità di quella decisione" "Con convinzione abbiamo votato a favore - ha ulteriormente ribadito Fassino - del sostegno all'Ucraina per impedire che quella guerra si concluda con una pace ingiusta e umiliante per chi ha subito un'aggressione che il nostro Paese e l'Europa hanno sempre condannato e respinto. "Infine - ha concluso Fassino - ribadiamo il nostro sostegno alle missioni nei Balcani, sottolineando ancora una volta che per dare stabilità alla regione è indispensabile che l'Unione europea acceleri l'integrazione europea dei Balcani occidentali."
"Nei giorni scorsi mi sono recato in missione in Albania per visitare i centri per migranti realizzati dal governo Meloni. Quella che ho trovato è una situazione a dir poco sconcertante: a fronte di una previsione di tremila migranti al mese, in sei mesi sono arrivati appena 100 individui. Oggi quei centri ospitano soltanto migranti già detenuti nei nostri CPR, trasferiti all’estero per puro scopo propagandistico”. Così il deputato dem Fabio Porta, che ha definito l’intera operazione “una gigantesca messinscena, messa in atto per mostrare agli italiani immagini ad effetto, persone in fascette e coprire un progetto fallimentare e costosissimo”.
"Parliamo di un’operazione – ha aggiunto l’esponente Pd - che costa agli italiani 800 milioni di euro, senza alcun beneficio concreto. Non solo: stiamo violando diritti umani fondamentali, allontanando anche persone che vivevano nel nostro Paese da trent’anni e che, per una semplice scadenza del permesso di soggiorno, sono state deportate in Albania. Ad oggi non ci sono stati forniti nemmeno gli elenchi dei trasferiti. Ci chiediamo se siano davvero soggetti pericolosi o, al contrario, persone innocue usate come pedine in una campagna elettorale".
"È inaccettabile – conclude Porta – che si mascheri questo flop come una misura efficace contro il crimine. Non si può fare un titolo sul giornale dicendo che si stanno espatriando stupratori, delinquenti, terroristi, perchè quello che abbiamo visto noi è esattamente il contrario. Come Partito Democratico chiediamo al ministro Piantedosi e al il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, se hanno questi elenchi, riferiscano immediatamente e pubblicamente in Parlamento. Non possiamo restare in silenzio di fronte a un’operazione inutile, dispendiosa e lesiva dei diritti delle persone".
“Questo decreto arriva blindato, ma soprattutto giunge troppo tardi e dà troppo poco. Troppo tardi, perché siamo a fine inverno: le famiglie da mesi pagano bollette pazze e le imprese hanno avuto costi calcolati in circa 10 miliardi in più. Già a gennaio l’informativa del ministro Pichetto Fratin aveva quantificato questi maggiori costi. Troppo poco, perché solo ad alcune famiglie arriva un sostegno minimo per la durata di un trimestre e perché migliaia sono le imprese che restano escluse dagli aiuti. Nulla anche per alleviare le sofferenze degli enti locali. Si poteva fare di più, ma è mancato il coraggio: la destra poteva accogliere le nostre proposte per un serio investimento sulle energie rinnovabili, sulle semplificazioni, sui contratti a lungo termine e per lo sviluppo delle comunità energetiche e delle reti di consorzi. Sono rimaste inascoltate anche le proposte sul ruolo dell'acquirente unico centralizzato di energia come strumento per giungere al disaccoppiamento reale dei prezzi. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico voterà contro”.
Così il capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto al Decreto Bollette.
Nulla sul contratto e insulti per i vincitori di concorso
“Le dichiarazioni del ministro Zangrillo ieri sera, rilasciate durante la seduta notturna nelle commissioni riunite per il terzo decreto Pa, sono state sconcertanti. Nessuna risposta credibile sul contratto del pubblico impiego dove i lavoratori perdono due terzi del loro potere d’acquisto. Allo stesso tempo abbiamo ascoltato dichiarazioni insultanti verso le migliaia di idonei vincitori di concorso liquidati in maniera sprezzante come ‘bocciati’. Infine non emerge alcuna autocritica su un decreto che è diventato un omnibus nel quale sono state infilate tantissime misure micro corporative, operazioni discutibili sulla cybersecurity e su organismi di nuovo conio presso il Mef e mancate stabilizzazioni ad esempio per i precari della giustizia. La prova indiscutibile della sua palese non idoneità a svolgere la funzione che è stato chiamato a ricoprire”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, e la vicepresidente del Gruppo Pd, Simona Bonafè.