"Da diversi giorni una tempesta sferza la Striscia di Gaza. Le tende in cui sono costrette a vivere le oltre 850mila persone più volte sfollate dall'esercito israeliano non reggono: si strappano, vengono travolte dal vento e invase dall'acqua che scorre senza potere essere canalizzata. E' l'ennesima catastrofe inflitta al popolo palestinese per decisione del governo Netanyahu che continua a fare entrare gli aiuti con il contagocce e a tenere alcuni valichi chiusi, come quello di Rafah. Migliaia di tende nuove e centinaia di container che potrebbero dare un po' di sollievo, sono tenuti fuori dalla Striscia. Mancano cibo e medicine e la tempesta peggiora tutto.
Il "Piano Trump" ha spento i riflettori e su Gaza è calato il silenzio, ma nella Striscia si continua a morire di stenti e anche sotto le bombe e i colpi dell'Idf". Lo scrive sui suoi canali social Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, pubblicando un video della tempesta a Gaza.
"Non si può sentire un ministro della Repubblica che liquida lo sciopero generale della Cgil come un atto irresponsabile. Hanno tradito ogni tipo di promessa elettorale, a partire da quella sull’abolizione della Legge Fornero, e, invece di chiedere scusa, se la prendono con i lavoratori che scenderanno in piazza rinunciando a un pezzo del proprio stipendio. Salvini non perde un euro per le promesse tradite, chi sceglie di scioperare fa un sacrificio enorme per difendere i propri diritti. Chiediamo rispetto".
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Cosa succede alle scuole che dovrebbero essere sostituite con edifici sicuri, moderni e sostenibili grazie alle risorse del PNRR se dopo la demolizione intervengono ritardi, inadempienze o fallimenti delle ditte appaltatrici che compromettono il completamento dei lavori?
È questo il focus della conferenza stampa “Scuole e PNRR - Scongiurare il fallimento”, organizzata dai deputati dem Anna Ascani, Simona Bonafè, Piero De Luca, Ilenia Malavasi, Irene Manzi, che si terrà oggi, giovedì 11 dicembre alle ore 13.00 nella Sala Conferenze Stampa della Camera dei deputati (via della Missione, 4).
Un appuntamento voluto per richiamare l’attenzione su un problema che accomuna diverse realtà scolastiche e, allo stesso tempo, chiedere un intervento risolutivo al governo.
"Ovunque ci sia uno spiraglio di pace, bisogna impegnarsi perché quello spiraglio diventi un percorso concreto. E lo spiraglio lo abbiamo visto lo scorso fine settimana a Istanbul, alla Conferenza internazionale sulla pace e una società democratica indetta dal Dem Party dopo l'appello del leader curdo Abdullah Ocalan e la decisione del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) di sciogliersi e porre fine alla lotta armata. Uno scenario che può porre fine a 40 anni di violenze che hanno provocato oltre 40mila morti. Ma su cui né l'Italia né la Commissione europea hanno ancora preso una posizione. Eppure, il raggiungimento della pace andrebbe a vantaggio di tutta la regione che è ancora molto instabile e vede diversi conflitti in corso. Per questo, insieme alla collega Francesca Ghirra (Avs) che ha partecipato con me alla conferenza, ho presentato una interrogazione per sapere se e come il governo intenda impegnarsi direttamente, nelle relazioni bilaterali e in sede europea e internazionale, a sostegno del cammino di pace avviato in Turchia. Chiediamo anche, che il governo agisca presso l'Unione Europea, anche nella prospettiva di una possibile, futura adesione della Turchia, per sostenere un percorso che assicuri non solo una pace duratura ma anche il pieno riconoscimento dei diritti e delle libertà democratiche di tutte le persone e le comunità che vivono nel Paese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Puntuale come un orologio svizzero, arriva il caro voli in concomitanza con le feste. Aumenti fino al 900 per cento e biglietti da Roma o Milano per la Sicilia che arrivano a costare 800 euro andata e ritorno”. Lo afferma il deputato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti, denunciando una “speculazione insopportabile” ai danni di famiglie, studenti e lavoratori fuori sede. “In un periodo dell’anno in cui ci si dovrebbe poter ricongiungere serenamente con la propria famiglia, molti non riescono a rientrare per costi inaccessibili, che colpiscono tutti, anche i redditi più bassi”.
Barbagallo ricorda che il Partito Democratico ha presentato emendamenti alla legge annuale sulla concorrenza “per abolire il caro voli e imporre parametri inderogabili alle compagnie aeree”, proposte tutte respinte. “L’atteggiamento del governo Meloni è chiaro: tutelare i poteri forti e condannare i cittadini e i lavoratori del Mezzogiorno, che subiscono ogni anno aumenti inaccettabili”.
Sulle iniziative della Regione Siciliana, Barbagallo è netto: “È insopportabile che il governo Schifani continui a ingrassare le compagnie aeree. Anziché intervenire sull’algoritmo e abbassare il costo dei biglietti, si stanziano ulteriori somme a favore dei vettori”. Per il deputato democratico, “un Paese normale dovrebbe garantire concorrenza e abbattimento delle tariffe per le famiglie, soprattutto ora che il principio di insularità e la continuità territoriale sono in Costituzione. Invece, con la gestione della destra, Schifani e Meloni permettono alle compagnie di fare i prezzi e gli aumenti che vogliono, anche quelli insopportabili che vediamo durante le feste natalizie”.
“Il Ddl Concorrenza è un provvedimento povero, privo di contenuti riformatori e incapace di incidere sugli ostacoli regolatori e amministrativi che frenano la concorrenza in Italia. Non solo ignora le raccomandazioni europee, le segnalazioni dell’Autorità garante della concorrenza e gli impegni del Pnrr, ma trascura anche le esigenze concrete di famiglie e imprese. La verità è che il governo Meloni ha paura di decidere, non vuole aprire, non vuole modernizzare. Preferisce la rendita alla competizione, l’attesa al cambiamento, la propaganda alle riforme. Il nostro giudizio è dunque severo. La concorrenza non è una parola astratta: è un diritto dei cittadini, è uno strumento di giustizia sociale ed economica, è un fattore di crescita e di innovazione”.
Così in una nota il deputato dem, Alberto Pandolfo, in cui spiega le ragioni del voto contrario del Gruppo Pd al Ddl Concorrenza.
“Le nostre proposte - aggiunge - avevano un tratto comune semplice ma essenziale: considerare la concorrenza come un impegno concreto di sviluppo, una promessa di libertà e progresso. Il nostro voto è contrario perché questa non è la legge che l’Italia merita, che le famiglie si aspettano, non è che le imprese chiedono e che servirebbe per attuare il Pnrr e per competere in Europa. Continueremo a proporre riforme vere, a difendere i consumatori, a batterci per mercati più aperti, trasparenti e giusti”.
“Secondo quanto riferiscono notizie di stampa, i gravi errori avvenuti tra il 5 e il 7 dicembre scorso all’ospedale San Raffaele di Milano negli interventi nei confronti di pazienti in gravi condizioni ricoverati in Medicina ad alta intensità, Medicina di cure intensive e Admission room, hanno messo a rischio la stessa vita dei cittadini. La gravità dei fatti ha causato le dimissioni dell’Amministratore unico dell’ospedale e l’apertura di un’inchiesta da parte della Regione Lombardia. Si tratta di atti dovuti, ma che non sono sufficienti. Per questo chiediamo al ministro della Salute di chiarire quanto effettivamente accaduto e di illustrare cosa intenda fare per evitare il ripetersi di ulteriori episodi in una qualsiasi struttura sanitaria del nostro Paese”.
Così le deputate e deputati democratici, Gian Antonio Girelli, Silvia Roggiani, Antonella Forattini, Lia Quartapelle, Vinicio Peluffo, Gianni Cuperlo, Matteo Mauri, nell’interrogazione rivolta al ministro della Salute, Orazio Schillaci.
“Nessuno si aspetta dei miracoli dalle risposte della ministra Roccella ma almeno si auspica che le sue risposte siano legate alla realtà, un piccolo bagno di umiltà e non la solita propaganda. Roccella ha una grande responsabilità: mettere in campo azioni per invertire la rotta demografica. I dati che la ministra espone certificano, invece, che i risultati non ci sono e le politiche del governo Meloni hanno fallito. L'Italia è il fanalino di coda in Europa per tasso di fertilità, in grande squilibrio con la crescita della popolazione anziana e le ripercussioni si hanno sul sistema pensionistico, sanitario e il mercato del lavoro. Il calo demografico è una minaccia vera e serve un'inversione rapida per evitare una significativa contrazione economica”. Lo dichiara in replica alla ministra Roccella la deputata e Capogruppo Pd in Commissione Affari sociali, Ilenia Malavasi durante il Question time alla Camera.
“Le politiche dei bonus - sottolinea la parlamentare dem - sono inefficaci, perché le misure spot non garantiscono stabilità, continuità e programmazione. I bonus sono politiche contro la povertà e non per la natalità dove servono politiche strutturali. L'unico strumento valido, che rivendichiamo con orgoglio, è l'assegno unico universale che va sostenuto e incrementato per renderlo una misura stabile per le famiglie”. “Servono altresì misure per il lavoro stabile, accessi agevolati per la prima casa, una fiscalità equa e progressiva, servizi e asili nido, congedi parentali e misure di conciliazione. Il Paese merita di più e soprattutto merita di non essere abbandonato come fa questo governo”, conclude Malavasi.
“L’ordine del giorno approvato dal governo sulle gravissime carenze sanitarie in Sicilia – e in particolare nella provincia di Enna – rappresenta un primo passo, ma non certo una soluzione. Dopo anni di promesse mancate e continui depotenziamenti dei nostri ospedali, non basta più registrare generiche disponibilità: servono atti immediati, risorse certe e un’inversione di rotta netta rispetto a una politica che sta condannando le aree interne alla marginalità. La sanità siciliana vive un’emergenza strutturale, resa ancora più drammatica dai tagli previsti nella nuova rete ospedaliera regionale. Per questo abbiamo chiesto un impegno chiaro del Governo contro la carenza di personale e per garantire servizi essenziali che oggi non sono più assicurati”: è quanto dichiara la deputata Dem Maria Stefania Marino sulla discussione del Decreto Economia svolta oggi, mercoledì 10 dicembre, nell’Aula di Montecitorio.
“Il tempo delle dichiarazioni è finito. Adesso vigileremo con la massima determinazione affinché gli impegni assunti non rimangano lettera morta. La provincia di Enna, dove la mobilità sanitaria passiva supera il 35 per cento e dove interi reparti sono stati chiusi o ridotti all’osso, non può più aspettare. Pretendiamo risposte concrete, perché il diritto alla salute non può essere un privilegio riservato ai territori più fortunati, ma deve valere per ogni cittadino, anche nelle comunità più fragili dell’entroterra siciliano”: conclude.
“Credo sia giusto capire di più su quanto è successo al San Raffaele di Milano. Prendiamo atto della tempestività con cui è stato sollevato il direttore generale, ma restano questioni importanti da chiarire. Non vorremmo infatti che ci trovassimo di fronte solo alla punta di un iceberg, in cui accanto all'eccellenza ci siano anche buchi nell'operatività quotidiana che mettono addirittura a rischio la vita dei pazienti. Crediamo che questa richiesta di informativa urgente al ministro della Salute, Orazio Schillaci, possa essere anche l'occasione per una riflessione più generale sul sistema degli accreditamenti e quindi sulle garanzie di qualità di assistenza, oltre che sulla parte relativa agli interventi di più alta specializzazione. Ci sono tutte le condizioni perché il Parlamento e l’Aula possano avere un'informativa nell'interesse di tutti, a cominciare dai pazienti e quindi dei cittadini italiani”.
Così il deputato dem, Federico Fornaro, della Presidenza del Gruppo Pd, intervenendo in Aula sull’ordine dei lavori.
“Trump e Putin non si stanno mettendo d’accordo sulla fine della guerra, che vogliamo tutti, e per primi gli ucraini, ma sulla fine dell’ordine internazionale basato sulle regole. È mancata un’iniziativa diplomatica? Noi la chiediamo da anni. Ma oggi è l’Europa che sta ponendo ai tavoli negoziali le ragioni dell’aggredito e del diritto internazionale. E l’Italia è lì che deve stare per una pace giusta e duratura. Meloni passa il tempo a dire a ucraini ed europei di non rompere con Trump. Dovrebbe dire a Trump di non abbandonare l’Ucraina e non rompere con l’Europa. Reagendo ai suoi attacchi con dignità a difesa dell’interesse nazionale”. Lo ha detto il responsabile nazionale desti del Pd, Peppe Provenzano intervenendo a Tagadà su La7.
“Ho inviato alla ministra Calderone una lettera formale per chiedere, ancora una volta, di intervenire su una delle ingiustizie più pesanti che gravano su centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori: la vicenda dei silenti Enasarco. Persone che per anni hanno versato contributi obbligatori e oggi si ritrovano senza pensione perché non hanno raggiunto i vent’anni di contribuzione richiesti dalla Fondazione”. Lo dichiara Marco Furfaro, deputato Pd in Commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale del Pd.
“Più di un anno fa la Camera ha approvato un ordine del giorno, a mia prima firma, che impegnava il Governo a risolvere questo problema. Da allora, silenzio assoluto: nessun confronto, nessun percorso normativo, nessuna risposta. È un fatto grave, che mina la fiducia nel sistema previdenziale e lascia senza prospettiva chi ha fatto la propria parte. Per questo ho sollecitato e chiesto alla ministra un incontro, nonché di aprire subito un tavolo con Enasarco e le rappresentanze dei silenti, definire una soluzione normativa e prevedere risorse per risolvere la questione. Non è più il tempo dei rinvii: qui è in gioco una questione di giustizia sociale e di rispetto verso le persone”
“Che fine fa oggi un pannello fotovoltaico arrivato a fine vita? E, soprattutto, chi paga per la sua gestione?”
“Il Partito Democratico denuncia una situazione ormai insostenibile che riguarda la gestione dei pannelli fotovoltaici non incentivati, destinata a trasformarsi in una vera e propria bolla con conseguenze ambientali, economiche e sociali per il Paese.
Per i pannelli incentivati, la gestione è garantita dal GSE, che assicura trasparenza ed efficacia richiedendo ai produttori un contributo di 10 euro a modulo. Un sistema che funziona e che tutela collettività e ambiente.
Diversa e preoccupante, è invece la situazione dei pannelli non incentivati.
I produttori, spesso aziende straniere, versano ai consorzi contributi irrisori, anche solo 1 euro a pannello, una cifra totalmente insufficiente a coprire i costi reali della futura gestione (logistica, trattamento, riciclo).
Se queste aziende un domani spariranno dal mercato, la collettività si troverà a dover affrontare da sola i costi del loro smaltimento. Intanto, questi contributi finiscono in trust opachi e scarsamente regolamentati, che accumulano risorse senza reali garanzie sul loro impiego.
Chiedere al governo, come fatto oggi dalla maggioranza in Commissione Ambiente, di stabilire una cifra minima per il contributo non è una soluzione: nessuno può prevedere quale sarà il costo reale per gestire un pannello fotovoltaico tra 20 anni. Oggi la stima è intorno ai 7 euro, ma il valore potrebbe cambiare sensibilmente.
Esiste però un modello collaudato, efficace e sostenibile: il modello generazionale, già applicato con successo a tutti i RAEE.
Questo sistema prevede che i costi di gestione dei rifiuti generati in un determinato anno siano coperti dai produttori che, in quello stesso anno, immettono sul mercato nuovi prodotti della stessa tipologia.
Un meccanismo solido, prevedibile e trasparente, che mette al riparo da speculazioni e assicura la sostenibilità economica e ambientale del settore.
Per questo, oggi il Partito Democratico ha presentato un parere alternativo allo schema di decreto legislativo di recepimento della Direttiva RAEE, chiedendo al governo di introdurre il modello generazionale per i pannelli non incentivati.
Evitiamo che la mancanza di regole chiare produca nel tempo un danno economico, ambientale, sociale e reputazionale per l’Italia.
Serve un sistema giusto, moderno e trasparente: il modello generazionale è la strada per garantire responsabilità e sostenibilità nel fotovoltaico del futuro”. Lo dichiara la deputata del Pd, Eleonora Evi, componente della commissione Ambiente della Camera, prima firmataria di un parere alternativo a quello della maggioranza insieme ai componenti Pd della commissione Ambiente.
“Il drammatico calo demografico rappresenta una delle principali minacce per la sostenibilità sociale ed economica del Paese. Ma il governo Meloni chiude gli occhi e affronta il problema con un mix di misure eterogenee o spot come i bonus per la natalità. Nessuna strategia per affrontare con programmazione e concretezza il calo demografico, quando servirebbero misure strutturali e servizi pubblici, anziché tagli ai comuni, che permettano ai possibili genitori e soprattutto alle donne di avere quella stabilità lavorativa, fondamentale per poter mettere al mondo i figli”. Lo dichiara la deputata e capogruppo Pd in commissione bicamerale sul femminicidio e la violenza, Sara Ferrari durante il Question time con la ministra Roccella.
“La natalità è oggi la sfida delle sfide per qualsiasi decisore politico. Eppure il quadro che emerge dai dati Istat è estremamente grave perché la diminuzione delle nascite è continua e la fecondità media è crollata ai minimi storici. Sono tre anni che il governo Meloni è in carica e ancora non si vedono i risultati delle politiche messe in campo: nessun rallentamento del calo demografico, nessun effetto positivo misurabile”, conclude Ferrari.