"Un italiano su tre ha un cane o un gatto in casa. Le spese veterinarie sono esosissime e chi ha un animale da compagnia lo sa bene. Quindi perché le aziende di farmaci veterinari continuano a speculare su questo tema? Perché un farmaco veterinario costa quasi 5 volte di più di quello per umana? La mia proposta di legge prova a dare una risposta a tutte queste domande. Gli stessi veterinari che sono costretti a somministrare i farmaci si trovano in grande difficoltà a causa dell'elevato prezzo dei farmaci. Noi con questa proposta di legge vogliamo dare il via libera alla somministrazione di farmaci umani per animali con lo stesso principio attivo ad un costo fino a 5 volte inferiore e a farmaci veterinari generici ed equivalenti a prezzi più accessibili, con una riduzione di almeno il 20%. Ci auguriamo che questo governo di centrodestra capisca che è necessaria una normativa in questo senso. Rendere i farmaci veterinari più accessibili è una scelta morale, etica e politica fondamentale". Lo ha detto Patrizia Prestipino, deputata Pd e Garante per gli animali di Roma Capitale, in conferenza stampa alla Camera di presentazione della pdl del Pd sui farmaci veterinari.
“Secondo l'approccio 'One Health' - ha spiegato Prestipino - la salute degli animali è interamente connessa con quella degli umani e degli ecosistemi. Vogliamo garantire la sicurezza sanitaria degli animali che vivono a stretto contatto nelle nostre famiglie perché la loro salute è strettamente interconnessa a quella delle famiglie e di tutti i cittadini. Non dimentichiamoci che molte pandemie si sono diffuse a causa dell’interazione fra essere umani e animali. Per realizzare un contesto abitativo e sociale sano e sicuro per tutti sono indispensabili le cure sanitarie che non possono prescindere dall’uso di farmaci.
I farmaci veterinari oggi costano troppo, sono un vero e proprio salasso e c'è a monte una vera e propria speculazione commerciale. L'applicazione della legge permetterebbe non solo la sicurezza pubblica, ma anche il risparmio delle tasche degli italiani”.
“Il decreto liste d’attesa annunciato pochi giorni prima delle europee, in modo del tutto pretestuoso e strumentale dal governo Meloni è un vero e proprio flop sotto tutti i punti di vista sociale economico e organizzativo. Questo decreto avrebbe dovuto salvare l’intera umanità oltre che la sanità pubblica. Abbiamo visto però che si è rivelato un vero e proprio fallimento con liste d’attesa interminabili regioni e territori totalmente nel caos. A fronte di questo caos, il governo Meloni continua a non investire nella sanità continua a tagliare fondi strutturali e chi ci rimette sono i cittadini le persone che vivono nei territori meno agiati”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio.
"Il decreto liste d’attesa si è rivelato una grande presa in giro dei cittadini. L’ennesimo bluff di un governo che sulla sanità ha saputo solo tagliare le risorse, mettendo a rischio la sostenibilità stessa del sistema sanitario nazionale. Abbiamo denunciato subito l’inutilità di un provvedimento che non affronta in alcun modo il problema delle liste d’attesa, per cui occorrerebbero maggiori risorse, che ovviamente il governo non ha stanziato, un nuovo modello tecnologico e organizzativo e investimenti sul personale a partire dal superamento del tetto di spesa. Occorrerebbero investimenti significativi sul personale e riforme organizzative, che l’esecutivo non ha fatto e non ha intenzione di fare. Esecutivo che peraltro ha già tagliato anche 500 case ed ospedali di comunità dal Pnrr. La drammatica verità è che hanno usato un tema sensibile per i cittadini per consenso in vista delle elezioni europee e adesso che sta venendo giù il castello di carte delle loro bugie, se la prendono con le regioni provando a fare un braccio di ferro alla disperata ricerca di una capro espiatorio”. Così Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee.
“E’ intollerabile che il governo prenda in giro l’intero comparto della canapa industriale e basi le sue scelte propagandistiche su presupposti infondati in termini di sicurezza e di salute dei cittadini. La risposta che il sottosegretario D’Eramo ha dato questa mattina, a nome del Masaf, all’interrogazione presentata dal gruppo Pd è irricevibile, perché dopo le decisioni prese con il decreto Sicurezza il governo non ha dato le risposte alle nostre domande”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Il ministro Lollobrigida e il governo - aggiunge - prevedranno una proroga all’entrata in vigore delle nuove disposizioni visto che non è stato concesso agli operatori il tempo necessario per adeguarsi, per smaltire o regolarizzare le produzioni? Il ministro Lollobrigida e il governo assumeranno iniziative urgenti per gestire la crisi del settore della canapa industriale definendo in maniera chiara e trasparente la distinzione tra usi leciti e illeciti della canapa? Il ministro Lollobrigida e il governo promuoveranno una regolarizzazione equilibrata e favorevole alla crescita del settore della canapa? Nel frattempo il governo ha modificato lo status di onesti ed innovativi imprenditori in criminali che ora, di fronte al cambio di status della loro attività, da legale a illegale, saranno costretti ad abbassare le serrande delle loro aziende e a licenziare migliaia e migliaia di lavoratori. E’ questo che il ministro Lollobrigida e il governo vogliono? Basta frasi di circostanza su dialogo e confronto. L’atto unilaterale del governo - conclude - dimostra cecità ed arroganza che mal si concilia con la necessità di fermare la norma e trovare le possibili soluzioni”.
Ora c’è il braccio di ferro con le Regioni, di cui la maggior parte governate dal centrodestra, ma le liste d’attesa restano tutte lì. Il famoso decreto voluto dalla Meloni in fretta e furia a una settimana dalle elezioni europee non è servito a niente. Non c’era un euro in più e non c’era una strategia. Il decreto non affronta i nodi: la cronica carenza di personale, le risorse insufficienti destinate al sistema sanitario pubblico e la mancata valorizzazione delle strutture territoriali. Il risultato è che, anziché ridurre le attese, si sposta il problema, alimentando ulteriormente il ricorso alla sanità privata e accentuando le disuguaglianze nell’accesso alle cure. Non è dando la colpa alle Regioni che si eliminano le liste. Un nuovo provvedimento che mette tutto in mano al governo centrale non servirà a niente se non si ha il coraggio di rimettere al centro il Servizio Sanitario Nazionale come diritto universale e non come costo da tagliare. Un fallimento totale sulla pelle dei cittadini.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“La bocciatura da parte del governo e della maggioranza dell’ordine del giorno volto a contrastare il telemarketing selvaggio rappresenta un grave errore e un’occasione mancata per offrire una risposta concreta a milioni di cittadini quotidianamente bersagliati da chiamate moleste, spesso ingannevoli e talvolta truffaldine”. Così in aula alla camera i democratici Vinicio Peluffo, Marco Simiani e Piero De
Luca. “Il nostro ordine del giorno - aggiungono - riprendeva proposte già presentate in precedenti emendamenti, mirate a introdurre misure efficaci contro il cosiddetto spoofing telefonico, come l’obbligo per le aziende di evidenziare sul display del destinatario la natura commerciale della chiamata e l’assegnazione di prefissi specifici per identificare chiaramente le chiamate a scopo pubblicitario. La motivazione addotta dal Governo, secondo cui esistono già progetti di legge in discussione sul tema, non giustifica il rifiuto di misure immediate e concrete. Rimandare l’intervento significa lasciare i cittadini esposti a un fenomeno che lede la loro privacy e serenità. Il Partito Democratico continuerà a battersi per l’introduzione di strumenti normativi che tutelino efficacemente i consumatori, come il sistema 'opt-in', che prevede il consenso preventivo dell’utente prima di ricevere chiamate commerciali. È fondamentale che il Parlamento assuma un ruolo attivo e responsabile nel proteggere i diritti dei cittadini.”
“Una legge molto importante, approvata con velocità e all’unanimità dal Parlamento, che prevede risarcimenti ai familiari delle vittime di crolli di infrastrutture. Ma è giusto e doveroso raccogliere il richiamo del Presidente Mattarella: non possono esserci discriminazioni basate sullo stato civile. È necessario che il Parlamento ci rimetta mano, perché il concetto di famiglia è cambiato e nessuna discriminazione può essere accettata” così Simona Bonafè, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Affari Costituzionali della Camera, ai microfoni di Radio Radicale.
“Le osservazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla cosiddetta “legge Morandi” pongono una questione reale e importante, che condividiamo e che va affrontata con responsabilità. È necessario intervenire con un provvedimento correttivo per superare un’anomalia normativa che rischia di creare disparità di trattamento tra le vittime di tragedie analoghe. La legge, approvata all’unanimità in sede legislativa, ha rappresentato un passaggio fondamentale per riconoscere dignità e giustizia alle vittime e ai familiari del crollo del Ponte Morandi e di tragedie legate all'incuria. Riteniamo ora giusto e doveroso ampliare questo principio, evitando ogni forma di discriminazione Siamo pronti a collaborare con tutte le forze politiche che hanno condiviso questo percorso, per arrivare in tempi brevi a una norma più equa, chiara e rispettosa dei principi costituzionali.
Accogliamo con profondo rispetto la sollecitudine del Presidente Mattarella nel richiamare l’attenzione sui diritti dei minori e delle famiglie coinvolte. È nostro compito, ora, dare rapidamente seguito concreto a queste indicazioni, nel segno della giustizia e della memoria” così i democratici Valentina Ghio, Alberto Pandolfo e Luca Pastorino.
“Nel nostro Ordine del giorno non chiediamo al governo di affrontare soltanto il tema importante riguardo i bandi per le colonnine di ricarica elettrica nelle nostre città, sapendo che l’ultima relazione sullo stato di avanzamento Pnrr ci dice che grazie ai bandi 2024 ne saranno realizzate solamente 3.800 rispetto alle 18mila previste e saranno impegnati solo 96 milioni di euro rispetto ai 640 milioni disponibili. Il nostro Odg chiede al governo e al Parlamento di aprire gli occhi dinnanzi a un fenomeno allarmante: solo nella città di Roma oltre duecento colonnine sono state vandalizzate nel solo mese di marzo e sono state oggetto di furti di rame da parte della criminalità organizzata. Un fenomeno che sta accadendo ovunque nel nostro Paese. Dunque, non solo siamo in ritardo nel mettere le colonnine, e chiediamo a gran voce di non perdere queste risorse, ma non abbiamo neanche più la possibilità di utilizzare le colonnine che già ci sono. La vostra scelta di bocciare la nostra richiesta significa voltarsi dall’altra parte di fronte alla necessità di contrastare la criminalità organizzata e fermare l’aumento dei costi a carico degli utenti che questi continui attacchi stanno generando, soprattutto nelle periferie e nelle aree interne dove sono di meno”.
Così il deputato democratico Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo, intervenendo in Aula sul Dl Bollette.
In merito al comunicato stampa diffuso ieri dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, relativo al conferimento del “Premio Odoardo Focherini per la libertà di stampa” alla giornalista Rai Stefania Battistini, si esprime sconcerto e ferma condanna per un’ingerenza che travalica ogni limite accettabile nei rapporti tra Stati.
È inaccettabile che una rappresentanza diplomatica straniera si permetta di sindacare sulle scelte legate alla libertà di stampa nel nostro Paese e, ancor più gravemente, si arroghi il diritto di indicare chi possa o non possa essere premiato, insinuando giudizi inaccettabili sul lavoro di una professionista dell’informazione.
Il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, così come ogni spazio di informazione libera e indipendente, non è terreno disponibile a pressioni o intromissioni esterne. La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e non sarà messa in discussione da dichiarazioni intimidatorie o propagandistiche. Ci si attende una chiara presa di distanza anche da parte delle istituzioni italiane, a tutela della sovranità nazionale e del diritto di cronaca”. Così una nota dei componimenti democratici della Commissione di vigilanza Rai.
“Nell’intervista di oggi del Manifesto al membro del collegio del Garante dei detenuti, Mario Serio, emerge che nemmeno il Garante ha a disposizione le informazioni su nazionalità e status giuridico dei trattenuti nei centri albanesi. Proprio quelle informazioni che diversi esponenti della destra stanno strumentalizzando da giorni a mezzo stampa per giustificare l’intera operazione di spreco dei Cpr Albania e l’utilizzo in modo generalizzato e indistinto di fascette ai polsi per tutti i trattenuti durante tutta la durata del viaggio di trasferimento. Io stessa, insieme all’europarlamentare Cecilia Strada, ho presentato formale richiesta di accesso agli atti per quanto concerne quelle informazioni senza ottenere alcuna risposta.
Fin dove possono spingersi la mancanza di trasparenza e la propaganda becera di questo governo? Si sta cercando di far passare l’idea che il Cpr possa essere una sorta di colonia penale, una misura punitiva ulteriore riservata ai soli stranieri anche dopo che hanno già scontato una eventuale pena in carcere. Non è così che funziona lo Stato di diritto. Più scaviamo più si aprono dubbi di rilevanza costituzionale”.
Lo dichiara la deputata democratica, Rachele Scarpa.
“La proposta di legge del Pd si pone come obiettivo l’abbassamento del costo dei farmaci veterinari per gli animali da compagnia. Oggi i farmaci veterinari sono un vero e proprio salasso per i padroni di un animale da compagnia. Un italiano su tre, anche per esigenze specifiche e non solo per piacere, possiede un animale da affezione”. Lo dichiara Patrizia Prestipino, deputata Pd e Garante per gli animali di Roma Capitale, prima firmataria della proposta di legge che verrà presentata mercoledì 16 aprile 2025 alle ore 11:30 presso la Sala Berlinguer della Camera dei Deputati.
Interverranno:
Patrizia Prestipino, deputata Pd e Garante per gli animali di Roma Capitale
Gianluca Felicetti, presidente Lav
Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali di Montecitorio e responsabile nazionale Welfare Pd
Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia Pd
Per info e accrediti scrivere a pd.ufficiostampa@camera.it
"Il poliziotto che, alla manifestazione per la Palestina di Milano di sabato scorso, indossava un giubbotto dell'organizzazione neonazista polacca Narodowa Duma è stato identificato. Ma il problema sta a monte. Com'è possibile che un agente di polizia della Repubblica italiana, nata dalla liberazione dal nazifascismo, abbia potuto prendere servizio portando un simile capo d'abbigliamento senza che nessuno se ne accorgesse o glielo impedisse? Né un collega né un superiore: nessuno si è accorto di questo non trascurabile dettaglio?
E com'è possibile che gli agenti intervenuti al rave di Torino, domenica scorsa, abbiano manganellato le ragazze e i ragazzi che stavano lasciando l'area proprio eseguendo l'ordine di sgombero? Abbiamo visto video in cui alcuni poliziotti colpiscono con i manganelli i furgoni e le auto che si allontanano. Perché accanirsi contro chi, pacificamente, sta abbandonando l'area?
Le forze dell’ordine dovrebbero garantire l'ordine pubblico secondo i criteri di uno Stato democratico, rispettoso della libertà di riunione e di manifestazione, contrario all’uso sproporzionato e indiscriminato della forza pubblica.
Per questo ho presentato un'interrogazione al ministro Piantedosi perché faccia chiarezza su questi episodi che destano molta preoccupazione". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Il viaggio della presidente Meloni negli Stati Uniti rischia di essere non solo inutile, ma anche controproducente. È un viaggio inutile – spiega l’esponente dem – perché non è chiaro di cosa intenda parlare con il presidente Trump. Non esiste un mandato politico chiaro da parte della sua maggioranza, che si presenta divisa e spaccata su tutti i principali temi oggetto del confronto. Inoltre, Meloni non ha alcuna competenza specifica in materia: la politica commerciale e gli accordi internazionali sono una prerogativa esclusiva dell’Unione Europea e della Commissione”. Lo dichiara il deputato Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche dell’Unione Europea intervistato per i canali social dei deputati dem.
“Ma, soprattutto – aggiunge l’esponente Pd - questo viaggio rischia di essere controproducente perché alimenta l’illusione di trattative bilaterali tra singoli Stati membri e Stati Uniti, che sono non solo inefficaci, ma anche inattuabili. Al contrario, oggi più che mai serve un’Europa compatta e unita, capace di negoziare, schiena dritta, con l’amministrazione americana, per difendere l’economia, il lavoro e il sistema produttivo italiano ed europeo.”
“La verità – conclude De Luca – è che Meloni cerca solo una ‘photo opportunity’, una passerella da cheerleader da offrire all’opinione pubblica per distogliere l’attenzione dall’incapacità del suo governo di adottare misure serie, concrete ed efficaci a tutela delle nostre imprese e dei lavoratori, in risposta agli attacchi e alle provocazioni dell’amministrazione statunitense.”
“La valutazione politica su questo decreto è di assoluta insufficienza non solo rispetto alle ambizioni dichiarate dal governo ma, soprattutto, rispetto alle esigenze per le famiglie e delle imprese italiane. Un'occasione persa, perché il governo sottovaluta i rischi di instabilità del sistema. Un decreto fatto in ritardo che oggi sconta anche una inadeguata individuazione della platea dei beneficiari. Un decreto che voleva essere strutturale per evitare i danni dei cicli di fluttuazione del mercato energetico ma che, di fatto, risulta solo un palliativo. Il governo ci conferma di avere al suo interno strategie confliggenti per risolvere i problemi dell'energia, e quindi nessuna”. Così la deputata dem Paola De Micheli, intervenendo in Aula per esprimere il no del PD alla fiducia posta dal governo sul Dl Bollette.
“Il governo – continua l'esponente dem - aveva criticato la politica dei bonus e invece sono ovviamente necessari. Ma per alcune categorie saranno senza automatismi e rischiano di diventare inaccessibili. L'esecutivo poteva fare di più ma è mancato il coraggio: doveva accogliere le proposte del PD per un serio investimento sulle energie rinnovabili, quelle sulle semplificazioni e per lo sviluppo delle comunità energetiche e delle reti di consorzi. Sono rimaste inascoltate le proposte sul ruolo dell'acquirente unico centralizzato di energia come pivot di disaccoppiamento reale dei prezzi. Se è vero che nel medio periodo si lavora al cambiamento del mix energetico, il disaccoppiamento ora può ridurre l’impatto degli aumenti invernali”. “Nel decreto non si cancella la norma che consente di caricare gli oneri concessori sulle bollette. In questo modo si rischia una tassa occulta e bollette più care”, conclude De Micheli.