"Il governo ha prorogato lo stato di emergenza per le alluvioni del 2023 in Toscana, ma ha di fatto bocciato ogni nostra iniziativa per rendere questa proroga realmente incisiva ed utile. È un atto grave e irresponsabile: a fronte di oltre 2,7 miliardi di euro di danni accertati, nei territori colpiti è arrivato poco più di un decimo delle risorse necessarie. Senza fondi adeguati, la proroga dello stato di emergenza rischia quindi di essere solo un annuncio sterile. Le comunità di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Massa-Carrara, Pisa e Livorno aspettano da oltre due anni risposte concrete su ricostruzione, sicurezza del territorio e ristori a famiglie e imprese. Respingerle significa voltare le spalle a una regione che ha pagato un prezzo altissimo". Lo quanto dichiara il deputato e segretario Pd della Toscana Emiliano Fossi in merito all'ordine del giorno, respinto, a sua prima firma al Decreto sicurezza sui luoghi di lavoro.
"La destra - conclude Fossi - non ha più alibi. C’erano almeno tre provvedimenti all’esame del Parlamento in queste ultime settimane, dal Decreto Ristori alla Legge di Bilancio oltre alla legge attuale, per stanziare subito almeno 500 milioni di euro. Eppure, nonostante le opportunità, la Toscana è stata completamente dimenticata. Le comunità locali hanno dimostrato una straordinaria solidarietà, ma sono state lasciate sole dallo Stato. Il continuo respingimento delle richieste di chi ha perso casa, lavoro e sicurezza ha alimentato crisi economica, spopolamento e sfiducia. Il governo deve assumersi le proprie responsabilità e garantire risorse all’altezza dei danni subiti: senza questo, lo stato di emergenza rimane una scatola vuota".
“La maggioranza è a pezzi: il maxi emendamento sta provocando sempre di più una spaccatura tra la Lega e il resto degli alleati. E persino dentro la Lega. Non stiamo parlando di una mozione parlamentare, ma della legge di bilancio. Chiediamo il ritiro del maxi emendamento. Non si cambia la disciplina pensionistica di milioni di persone con un espediente parlamentare. Hanno fatto un guaio grande e gli italiani se ne stanno accorgendo. Basta arroganza e chiedano scusa”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Quello tra Italia e Svizzera sui frontalieri è un accordo che rappresenta un’occasione persa”. Lo ha detto in Aula alla Camera Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, annunciando il voto favorevole dei dem sulla ratifica dell’accordo Italia-Svizzera sui frontalieri. “C’è stato un grande dibattito e una richiesta esplicita da parte della Svizzera di estendere lo smart working fino al 40 per cento, come già avviene con la Francia. Purtroppo il governo italiano ha mostrato una forte ritrosia”.
“L’unico elemento positivo è l’istituzionalizzazione del 25 per cento di lavoro agile su base settimanale. È un passo avanti che consente di alleggerire il traffico di frontiera, ridurre l’inquinamento e migliorare concretamente la qualità della vita di migliaia di lavoratori. Tuttavia, il governo Meloni avrebbe potuto essere più generoso e più coraggioso. La scelta di fermarsi al 25 per cento è un passo indietro, soprattutto considerando che da oltre tre anni questo esecutivo penalizza proprio una parte del suo bacino elettorale, i frontalieri”.
“Resta il rammarico per un’intesa che poteva fare di più – conclude Ricciardi – ma come Partito Democratico resteremo vigili e continueremo a spingere affinché le esigenze dei frontalieri vengano finalmente ascoltate”.
Davanti al plauso unanime della maggioranza per lo sgombero del centro sociale Askatasuna a Torino, chiediamo a Piantedosi: quando assisteremo allo sgombero di CasaPound a Roma? Il Partito Democratico denuncia con forza i doppi standard nella gestione della legalità: mentre le occupazioni dei centri sociali vengono sgomberate rapidamente, CasaPound mantiene da oltre vent'anni una sede illegale in un palazzo pubblico in una zona centrale di Roma. Chiediamo al Governo di intervenire senza ulteriori ritardi, rispettando la legge e i valori costituzionali della Repubblica”. Così il responsabile sicurezza del Pd, il deputato democratico Matteo Mauri.
“Ho voluto lasciare un segno di partecipazione e di rispetto firmando il libro delle condoglianze in memoria delle vittime del terribile attentato che ha colpito Sydney il 14 dicembre 2025.Insieme ai colleghi del Gruppo di Amicizia Italia–Australia–Nuova Zelanda–Isole del Pacifico abbiamo svolto un momento di approfondimento e confronto sugli ultimi aggiornamenti legati all’attacco, incontrando anche il nuovo Ambasciatore d’Italia in Australia, S.E. Nicola Lener, con il quale abbiamo condiviso riflessioni e preoccupazioni comuni.Un incontro particolarmente sentito è stato quello con S.E. Juliane Cowley, Ambasciatrice australiana a Roma: a lei abbiamo voluto trasmettere, senza formalismi, la vicinanza sincera delle istituzioni italiane e la solidarietà di fronte a un dolore che ci riguarda tutti.Di fronte alla violenza cieca del terrorismo, l’amicizia tra Italia e Australia si rafforza. La risposta non può che essere comune: difendere la vita, la dignità della persona e le libertà fondamentali che sono alla base delle nostre democrazie. Il pensiero va alle famiglie colpite e ai feriti, con l’augurio che possano trovare forza, cura e sostegno. Tragedie come questa ci richiamano alla responsabilità di lavorare insieme, a livello internazionale, per contrastare l’odio e proteggere i valori della convivenza civile." Così Nicola Carè deputato eletto all'estero e residente a Sydney.
“Secondo quanto scrive Politico l’amministrazione Trump avrebbe fatto pressione sui governi amici in Europa per bloccare l’uso degli asset russi per l’Ucraina. Meloni smentisca con le decisioni questa indiscrezione visto che ieri in Parlamento è stata reticente”. Così una nota della vicepresidente della commissione esteri della Camera, la deputata democratica Lia Quartapelle.
“La manovra di bilancio in discussione al Senato non guarda al futuro del Paese, ma scarica costi e rischi sulle nuove generazioni mentre ignora i fattori strutturali che frenano opportunità e sviluppo”, dichiara il deputato del Partito Democratico Silvio Lai. "I dati ISTAT indicano che l’inflazione acquisita per il 2025 si attesta intorno all’1,7%, con una dinamica doppia sui prezzi dei generi alimentari fondamentali nella spesa delle famiglie. Questo contesto economico richiederebbe scelte proactive di sostegno al reddito delle famiglie e sulle spese per la formazione, la scuola e la ricerca, invece la destra va in senso contrario".
Sulla questione del riscatto della laurea, la presidente Meloni ha sostenuto che le nuove regole varranno ‘solo da questo momento in poi’. È una giustificazione insufficiente: per i giovani di oggi e per chi si iscriverà all’università domani, l’effetto è lo stesso – rendere più costoso investire in competenze e rendere più incerta la prospettiva previdenziale. Così questa manovra non contrasta la fuga dei cervelli, la rafforza. Quando si rende più difficile e costoso percorrere studi superiori e si indeboliscono i servizi essenziali come scuola e sanità pubblica, si invia un messaggio negativo: chi ha talento e competenze è spinto a cercare opportunità altrove. Il quadro disegnato da questa legge di bilancio mette a rischio il futuro delle nuove generazioni e disegna un Paese che funziona per chi ha già risorse e opportunità, un Paese per élite e per ricchi, mentre ai giovani e ai ceti medi si chiede di fare sacrifici senza visione”, conclude Lai.
“C’è una distanza siderale tra ciò che serve e ciò che è stato discusso: a questo Governo interessa fare solo i titoli, ma poi il contenuto non c’è. Con questo decreto la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici è vista come adempimento burocratico e non come diritto inalienabile”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, sula Decreto Sicurezza sul Lavoro.“Hanno annunciato queste misure in pompa magna il primo maggio: badge elettronico, assunzioni degli ispettori, soldi e coperture in più. Tutto questo non c’è - prosegue la deputata dem - in compenso non manca il regalo, sulla pelle dei lavoratori, al settore turismo tanto caro alla ministra Santanchè. Si poteva e si doveva fare di più, perché la sicurezza non è retorica, non è propaganda: la sicurezza del lavoro deve essere la priorità di tutte e tutti. E invece ancora una volta si scelgono scorciatoie, anche bizzarre”.
“Per merito e per metodo questo decreto rappresenta un’occasione mancata. Un’offesa al confronto parlamentare, a chi ci ascolta da fuori e soprattutto a chi resta dopo una morte sul lavoro. Per queste ragioni il Partito Democratico vota contro, e aspettiamo in Parlamento le forze di maggioranza per discutere e votare insieme proposte che dimostrino, davvero, che su questo tema possiamo fare molto meglio di così” conclude Gribaudo.
"La risposta arrivata dal Governo in Commissione qualche giorno fa non chiarisce le reali conseguenze del taglio alle risorse PNRR destinate alle Comunità Energetiche Rinnovabili. La riduzione del 64% dei fondi – da 2,2 miliardi a 795 milioni – rischia di compromettere progetti già pronti e di colpire duramente i territori. Gli effetti saranno a dir poco devastanti in una regione come l’Emilia-Romagna, dove Comuni, enti locali e comunità energetiche hanno investito tempo e risorse in progettualità concrete oggi messe seriamente in discussione. Il superamento formale del target di potenza non garantisce che tutti i progetti possano essere finanziati, né chiarisce come il Governo intenda sostenere le CER oltre l’orizzonte del PNRR. La proroga dello sportello non basta a compensare un taglio così pesante: si tratta di una scelta politica”. Così il deputato democratico Andrea Gnassi, componente della Commissione Attività produttive della Camera. “Le Comunità Energetiche – prosegue Ganssi - sono uno strumento strategico per la transizione energetica e per ridurre i costi di famiglie e imprese. Per questo chiediamo al Governo un impegno chiaro: raccogliere l’appello che viene da consumatori e imprese del mondo produttivo, per rifinanziare la misura e intervenire per prorogare o eliminare il termine per l’erogazione degli incentivi a sostegno della costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili, attualmente fissata al 31 dicembre 2027. Le Comunità Energetiche, diffuse e concrete, attivano processi partecipativi tra cittadini e imprese e consentono benefici concreti in termini di produzione energetica e risparmi, con ricadute reali nei territori. È una via diversa da quella dei grandi fondi, i cui progetti, se non pianificati coinvolgendo regioni e territori e se non collocati in aree vocate e idonee, diventano un prodotto finanziario che con mega impianti può sfregia irreparabilmente i paesaggi e i territori stessi” sottolinea Gnassi: “Gli obiettivi di produzione da fonti rinnovabili entro il 2030 dati dal Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima) devono essere inderogabili”.
“La maggioranza è ancora nel caos. Litigano su ogni passaggio senza un testo definitivo a dieci giorni dall’esercizio provvisorio. Manca una linea politica chiara: la Lega è divisa, Fratelli d’Italia ha perso la bussola, Forza Italia del tutto marginale. Il risultato è una legge di bilancio confusa e contraddittoria. Sulle pensioni il Governo tradisce completamente le promesse fatte agli italiani. Salvini e Meloni avevano promesso di superare la legge Fornero, oggi fanno l’opposto: la peggiorano. Tra nuovi paletti e tagli l’età pensionabile viene spinta sempre più in alto. Altro che ‘quota 100’: si va verso ‘quota 110’. Nel frattempo arrivano norme sbagliate che penalizzano chi è in regola, premiano furbi e morosi e aprono valanghe di ricorsi, come nel caso dei condomìni e del riscatto della laurea, svuotato di valore dopo che migliaia di cittadini hanno pagato contributi veri allo Stato. La fiducia nello Stato è messa seriamente in discussione” così la capogruppo democratica alla Camera, Chiara Braga.
Alcuni dei principali Sindacati della Polizia hanno denunciato duramente l'assenza nella Legge di Bilancio di interventi necessari per il comparto Sicurezza. Nella lettera alla Presidente Meloni condannano l'incoerenza del Governo parlando di "un quadro desolante che dimostra una distanza ormai evidente tra le parole e i fatti di un Governo, che dice di stare dalla parte delle Forze dell'ordine con frasi di circostanza ma non lo dimostra con atti concreti". Una presa di posizione molto dura. Che è assolutamente giustificata dal fatto che nella manovra non c'è un euro per aumentare gli organici delle Forze dell'Ordine, per pagare tutti gli straordinari già effettuati, per migliorare le retribuzioni degli agenti o per mantenere le promesse sul contratto della dirigenza.
Un comportamento inaccettabile da parte del Governo. Che tra l'altro sta per fare l'impensabile, prevedendo l'aumento di 4 mesi dell'età pensionabile dei lavoratori e delle lavoratrici delle Forze di polizia. Cioè per chi - parole dei sindacalisti - "ha trascorso una vita professionale tra rischi, stress operativo e responsabilità enormi". Vogliamo sperare che la Presidente del Consiglio e il Ministro dell'Economia, il leghista Giorgetti, vorranno ascoltare questo grido di aiuto che proviene dal mondo della pubblica sicurezza. Un'invocazione che evidentemente non ha trovato nessun ascolto da parte del Ministro dell'Interno Piantedosi. Troppo impegnato a fare post di propaganda per poter rappresentare le istanze del comparto che dovrebbe guidare. Su tutti i punti sollevati dai Sindacati abbiamo fin da subito presentato come Gruppo PD al Senato gli emendamenti necessari per rispondere concretamente a queste istanze sacrosante. Compresi quelli per cancellare la vergogna dell'aumento dell'età per andare in pensione o per mettere le risorse adeguate per la previdenza dedicata. Il Governo prenda i nostri emendamenti, che abbiamo scrupolosamente coperto economicamente, e li inserisca nella Legge di Bilancio. È un dovere verso le donne e agli uomini delle Forze dell'Ordine ed è una necessità per garantire la sicurezza. Perché con la propaganda si può guadagnare un titolo sul telegiornale "amico", ma non si aiuta chi lo merita e chi ne ha bisogno.
Così Matteo Mauri, deputato e responsabile Sicurezza del Partito democratico.
“I criteri individuati dal governo e dal Ministro Calderoli per individuare i comuni montani hanno creato davvero un bel pasticcio. In provincia di Matera è paradossale ma Stigliano con 909 mt sul livello del mare non sono sufficienti per farlo rientrare nell'elenco dei comuni montani. E così anche Salandra. Sono due esempi di come questa riforma faccia acqua da tutte le parti e non è affatto aderente alla realtà dei territori. Con un question time in aula alla Camera abbiamo chiesto al governo di riconsiderare l'intero impianto della riforma e di avere più rispetto per le comunità montane che già vivono un ridimensionamento in termini di servizi pubblici. È inaccettabile che queste comunità siano escluse e chiediamo che anche la Regione Basilicata faccia sentire la sua voce in sede di conferenza Stato -Regioni” così i deputati democratici Marco Sarracino e Enzo Amendola.
“La Meloni ieri ha dimostrato di posizionarsi sull'asse Trump - Putin per indebolire l'Europa. Il vero obiettivo della Meloni è quello di dare il segno di un cerchiobottismo senza precedenti, avendo dentro il governo Salvini che ha ovviamente avuto il plauso sulle parole da lui pronunciate da parte di Putin e della Russia”. Lo ha detto Stefano Graziano, capogruppo PD in commissione di difesa di Montecitorio ospite di agorà Rai3.
“Il Pd - ha aggiunto Graziano - ha ribadito che la soluzione verso una pace sicura e duratura è quella di avviare un’azione diplomatica più forte, e pieno sostegno all’Ucraina, per un’Europa più forte e non più debole”.
“Il Governo Meloni sta rompendo un patto fondamentale con migliaia di lavoratori. Il riscatto della laurea è stato pagato con soldi veri, sulla base di regole precise. Oggi quelle regole vengono cambiate: questa è una truffa di fatto. Dire che la norma “vale per il futuro” è falso nei fatti se confrontata con l’allungamento dell’età pensionabile: il valore dei contributi viene svuotato, penalizzando chi ha programmato la propria pensione fidandosi dello Stato. Il risultato è scontato: valanghe di ricorsi. Il Governo sta creando un contenzioso enorme, che costerà anni di cause e milioni di euro ai contribuenti. Una scelta irresponsabile che distrugge la credibilità dello Stato” così una nota del vicepresidente del gruppo del Pd della Camera, Toni Ricciardi.
“Come sempre all’interno della maggioranza ci sono grossi problemi. Lo vediamo su questa riforma del diritto condominiale. Ancora una volta è la Lega al governo ad esprimere perplessità. Perplessità e criticità che non solo condividiamo ma riteniamo gravissime perché questa riforma andrà a penalizzare le persone normali, quelle persone che faticano ad arrivare a fine mese e che vivono unicamente del loro stipendio ma che comunque onorano sempre i loro obblighi con il condominio. Questa legge è grave perché saranno chiamati a pagare i condomini solventi per coloro che non lo faranno. Noi del PD esprimiamo tutte le nostre preoccupazioni e chiediamo che venga immediatamente rivista”. Lo dichiara Ubaldo Pagano deputato del PD e capogruppo PD in commissione bilancio Della Camera.