"Secondo notizie di stampa nel recente Consiglio di Amministrazione della Rai sarebbe stata discussa l’ipotesi di trasferire “temporaneamente” il Centro di Produzione Tv di Milano, attualmente situato nella storica sede di Corso Sempione, negli studi di via Mecenate, alla periferia est della città. Tale trasferimento riguarderebbe 800 lavoratori fra tecnici, giornalisti e personale di produzione. Questo trasferimento però avrebbe conseguenze gravi per l’informazione regionale e nazionale, per le produzioni culturali e per il radicamento territoriale del servizio pubblico nell’area metropolitana più dinamica del Paese; inoltre operazioni di natura immobiliare di questo genere andrebbero valutate sulla base di un confronto trasparente con i lavoratori e le loro rappresentanze. Chiediamo quindi al Cda e all'ad della Rai di spiegare se le notizie sono attendibili, se sono state fatte tutte le valutazioni del caso come costi stimati e benefici e soprattutto se è stato avviato un confronto chiaro e trasparente con le varie parti". Lo dichiara il deputato del Pd, Vinicio Peluffo, componente della commissione di Vigilanza sulla Rai, che ha presentato una interrogazione all'amministratore delegato della Rai.
Cosa succede alle scuole che dovrebbero essere sostituite con edifici sicuri, moderni e sostenibili grazie alle risorse del PNRR se dopo la demolizione intervengono ritardi, inadempienze o fallimenti delle ditte appaltatrici che compromettono il completamento dei lavori?
È questo il focus della conferenza stampa “Scuole e PNRR - Scongiurare il fallimento”, organizzata dai deputati dem Anna Ascani, Simona Bonafè, Piero De Luca, Ilenia Malavasi, Irene Manzi, che si terrà giovedì 11 dicembre alle ore 13.00 nella Sala Conferenze Stampa della Camera dei deputati (via della Missione, 4).
Un appuntamento voluto per richiamare l’attenzione su un problema che accomuna diverse realtà scolastiche e, allo stesso tempo, chiedere un intervento risolutivo al governo. Saranno presenti all’appuntamento anche alcuni sindaci che testimonieranno casi di criticità.
Sarà possibile seguire la conferenza stampa al seguente link: https://webtv.camera.it/evento/29871. Per accrediti: segreteria.ascani@camera.it
Ora più diritti, più qualità, più futuro
“La Cucina Italiana è ufficialmente Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO. Accogliamo con grande soddisfazione un riconoscimento storico, che premia non soltanto un insieme di ricette, ma il valore culturale, sociale ed economico di un modello alimentare unico al mondo. Questo risultato conferma ciò che ogni giorno vediamo nei territori: la forza delle nostre filiere agricole, la centralità delle produzioni di qualità, il legame profondo tra cibo, comunità, tradizioni e paesaggi rurali, l’impegno di migliaia di agricoltori, artigiani, ristoratori, cooperative e distretti produttivi. Come componenti della Commissione Agricoltura della Camera, consideriamo questo riconoscimento un punto di partenza. Ora abbiamo la responsabilità di consolidarlo attraverso politiche che garantiscano la tutela delle denominazioni e delle filiere corte, il sostegno alle imprese agricole e alle aree interne, la difesa del lavoro dignitoso unitamente al contrasto al caporalato, la promozione dell’educazione alimentare e della sostenibilità ambientale.
La cucina italiana entra oggi nel patrimonio dell’umanità. Il compito delle istituzioni è fare in modo che dietro a questo titolo ci siano anche più diritti, più qualità, più futuro per chi produce e per chi consuma”.
Lo dichiarano la capogruppo Antonella Forattini e Stefania Marino, Nadia Romeo, Andrea Rossi e Stefano Vaccari, deputati Pd della Commissione Agricoltura della Camera
“Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, annuncia, per competenza, il parere negativo del suo dicastero all'emendamento del senatore di Forza Italia e presidente della Lazio, Claudio Lotito, finalizzato a reintrodurre la pubblicità, almeno ‘indiretta’, delle società di scommesse. È una buona notizia che verificheremo al momento dell'esame del provvedimento.
Di fronte a questa decisione ci permettiamo di chiedere al ministro due cose. La prima è legata allo stesso argomento. Il divieto di pubblicità esiste già ma alcune società sportive, tra queste l'Inter, utilizzano un cosiddetto main sport, con il nome evidente della società di betting, per aggirare l'ostacolo e veicolare il messaggio legato al gioco d'azzardo. Dal ministro ci aspettiamo che arrivi un definitivo chiarimento sulla norma per eliminare qualche furbizia di troppo. In secondo luogo chiediamo al ministro Schillaci di ripristinare l'Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. La sua cancellazione è stato un gravissimo errore ed ancora di più il suo accorpamento, con la metà delle risorse, a quello sulle dipendenze in generale. Perché gioco d'azzardo, ludopatia, attività criminale collegata si contrastano con fatti e non solo con gli annunci ma cambiando l'approccio e riducendo l’offerta di gioco anche per tutelare quelle imprese del settore che operano nella legalità e con responsabilità”.
Così il deputato dem e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare sul gioco d’azzardo.
“Un’occasione persa, che lascia i cittadini esposti a pratiche commerciali aggressive nel mercato dell’energia”. Lo dichiara il deputato Alberto Pandolfo, capogruppo del Pd in commissione Attività produttive, commentando la decisione della maggioranza di respingere l’emendamento sottoscritto del Partito Democratico che avrebbe introdotto tutele più forti nella fase di cambio fornitore. “La nostra era una misura di buon senso, che metteva al centro trasparenza, libertà di scelta e correttezza del mercato”, afferma.
"Il primo intervento previsto dall’emendamento mirava a rendere lo switching un passaggio esclusivamente tecnico, impedendo a qualsiasi operatore di interrompere, manipolare o sovrascrivere la procedura di cambio fornitore. Chi decide di cambiare – osserva l’esponente Pd – deve poterlo fare senza ostacoli artificiali e senza pressioni indebite. Il secondo punto vietava al fornitore uscente di utilizzare l’informazione, oggi trasmessa dal Sistema informativo integrato, sulla volontà del cliente di passare a un nuovo operatore. Quella informazione viene spesso sfruttata per ricontattare il cliente durante lo switching, con pretesti di chiarimenti o anomalie: nei fatti è retention commerciale, spesso accompagnata da telemarketing aggressivo. Una norma analoga esiste già nel settore delle telecomunicazioni e funziona senza penalizzare nessuno".
“La maggioranza – conclude Pandolfo – ha scelto di mantenere un sistema opaco, segnato da asimmetrie informative che impediscono una concorrenza autentica proprio mentre il mercato dell’energia cambia profondamente. In un contesto in cui i cittadini chiedono chiarezza, semplicità e protezione di fronte a offerte sempre più complesse e a un telemarketing diventato insopportabile, il Pd rivendica una proposta che avrebbe ridotto pressioni indebite e reso il mercato più contendibile. Resta l’amarezza per una bocciatura inspiegabile: era una misura di trasparenza e responsabilità verso i consumatori, ma la maggioranza ha preferito voltarsi dall’altra parte
“Un incontro deludente, che conferma tutta la distanza tra le promesse del governo e la realtà vissuta ogni giorno da chi indossa una divisa”. Così Matteo Mauri, responsabile nazionale Sicurezza del Partito Democratico, commenta il confronto tra l’esecutivo e i sindacati del comparto Difesa e Sicurezza, segnato – sottolinea – da “prese di posizione durissime da parte delle organizzazioni sindacali, che non possono più accettare rinvii, sottovalutazioni e scelte sbagliate”.
“Nella legge di bilancio – sottolinea l’esponente dem - non c’è nulla per il comparto sicurezza, nonostante gli impegni assunti dal governo negli ultimi mesi e le criticità denunciate da tempo dagli operatori. È gravissimo che a fronte di organici insufficienti, previdenze dedicate mai partite e turni massacranti, il governo non trovi una sola misura strutturale. I sindacati lo hanno detto con grande chiarezza: le risposte non ci sono. A questo si aggiunge la beffa, del tutto inaccettabile, dell’aumento dell’età pensionabile, definita dalle rappresentanze dei lavoratori impossibile da tollerare per un settore che richiede efficienza fisica e turni usuranti. Un segnale gravissimo che dimostra quanto poco il governo conosca la realtà quotidiana di chi lavora in strada”.
“Inoltre – conclude Mauri – c’è la denuncia, avanzata da più organizzazioni, dell’assenza di risorse per la previdenza dedicata e dell’assenza di finanziamenti per la dirigenza. Il governo è molto bravo con le dichiarazioni, con le pacche sulle spalle e con i riconoscimenti a parole ma quando si tratta di passare ai fatti non c’è nulla. Le donne e gli uomini della sicurezza meritano risposte vere, non proclami. E il Pd continuerà a battersi con forza, al fianco di chi ogni giorno garantisce sicurezza nel Paese”.
Bocciato ordine del giorno sottoscritto da tutti i deputati del Pd, del M5S e di Avs
“Ogni giorno milioni di cittadini continuano a subire il telemarketing selvaggio, ma la destra preferisce ignorare il problema. In Aula abbiamo chiesto una riforma seria, concreta, capace di colpire davvero un sistema fatto di abusi, truffe e violazioni della privacy. La maggioranza ha invece bocciato il nostro ordine del giorno, lasciando il ddl Concorrenza una scatola vuota e rinunciando a tutelare le persone, soprattutto fragili ed anziani”. Lo dichiara il deputato dem Marco Simiani.
“Dal 19 novembre - conclude Simiani - è stata attivata una stretta dell’Agcom che blocca alcune chiamate. Si tratta di un primo strumento ma ad oggi non sufficiente per scoraggiare i call center che stanno aggirando i divieti. Servono norme strutturali: deve essere obbligatorio, nei display del telefono dei cittadini, l'immediato riconoscimento di una chiamata di natura commerciale non richiesta. Soltanto così potremo risolvere definitivamente il problema. Il governo Meloni ha perso l’ennesima occasione per proteggere i consumatori e ripulire un settore infestato da pratiche scorrette. Continueremo a batterci perché chi telefona per vendere o truffare sia finalmente regolato da regole chiare, controlli veri e sanzioni efficaci”.
"Alla vigilia della Giornata mondiale dei diritti umani, il Consiglio europeo ha fatto un enorme passo indietro sul diritto all'asilo, fiore all'occhiello dell'Ue terra dei diritti. Ma consiglierei prudenza al ministro Piantedosi e al centrodestra che esultano, perché l'iter non è ancora terminato: il testo deve ancora passare dal Parlamento di Strasburgo.
Ma c'è un'altra ragione per cui l'Italia ha poco da gioire, perché il nostro paese avrà più oneri di prima. Essendo paese di primo approdo di chi arriva via mare, dovrà aspettare che altri paesi dell'Ue diano la disponibilità ad accogliere le persone o a dare un sostegno economico, ma nessuno dei paesi amici della destra ha dato disponibilità di condividere la responsabilità. Inoltre chi arriva in Italia, ma poi si sposta in un altro paese dell’Ue sarà rimandato in Italia perché il regolamento di Dublino non è stato modificato. Insomma, l'Italia ha tutto da perdere da questo patto.
Non ultimo va ricordato che la lista dei paesi sicuri non cambia nulla rispetto alle decisioni che le commissioni territoriali e i giudici possono prendere perché il diritto d'asilo non dipende dal paese da cui si proviene, ma dalla condizione personale del richiedente asilo. Un paese può essere sicuro per alcune persone, ma per altre no. E sono, appunto, le commissioni e i giudici a decidere caso per caso.
Tutta questa esultanza, dopo avere buttato centinaia di milioni di euro nei centri in Albania, inutilizzati per due anni, è davvero poco giustificata". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Presentata interrogazione in vigilanza su assunzione militanti del partito di Meloni
Oggi i componenti del Partito Democratico nella Commissione di Vigilanza Rai hanno depositato un’interrogazione parlamentare a risposta in commissione all’Amministratore Delegato della Rai, per “fare chiarezza sull’arrivo di due nuovi collaboratori presso Rainews.it, come riportato recentemente da un articolo de Il Fatto Quotidiano. Secondo quanto emerso, il sito Rainews.it, diretto da Francesca Oliva, avrebbe accolto due nuove firme: Filippo Mosticone, curatore dei contenuti digitali e della parte social, e Mattia Rocco Del Balzo, studente universitario che collabora alla comunicazione. Entrambi i collaboratori risultano essere militanti del partito Fratelli d’Italia, rispettivamente a Sora e presso il circolo della Garbatella a Roma. L’arrivo dei due collaboratori avrebbe suscitato malumori all’interno della redazione, perché i contrattualizzati Rai, per garantire il pluralismo e l’imparzialità del servizio pubblico, non dovrebbero svolgere attività politica o, se lo fanno, dovrebbero richiedere apposita aspettativa. L’interrogazione dei Democratici chiede quindi quali iniziative l’azienda intenda assumere per verificare quanto riportato e accertare eventuali violazioni dei principi contrattuali Rai, nonché le responsabilità dei vertici del canale. L’obiettivo è tutelare la correttezza, la trasparenza e l’imparzialità del servizio pubblico radiotelevisivo, valori fondamentali su cui il Partito Democratico continuerà a vigilare”.
“Non siamo semplicemente di fronte a emendamenti che non arrivano. Siamo ormai a metà dicembre ed è inaccettabile che il Parlamento non sappia ancora su cosa stia realmente discutendo: mancano intere parti della manovra, elementi essenziali che non consentono di valutarla nel merito né di comprenderne gli effetti. Le Commissioni sono di fatto paralizzate e il Senato procede senza avere sul tavolo il testo completo del provvedimento”, afferma il vicepresidente del Gruppo Pd della Camera, Toni Ricciardi.
“Altro che bicameralismo: qui si procede per imposizione, con il Parlamento relegato a mera sede di ratifica – prosegue Ricciardi – quando il Paese avrebbe bisogno di misure concrete per rispondere alle tante emergenze delle persone, a partire dal caro prezzi. Con tempi così compressi e pezzi fondamentali ancora mancanti, né deputati né senatori avranno la possibilità di intervenire su questioni decisive per giovani, famiglie, imprese e territori. Il ministro Ciriani richiami i suoi colleghi al rispetto delle Aule parlamentari, perché questo modo di procedere è inaccettabile”, conclude.
“Pasolini è di tutti. Come lo sono il Futurismo, Il Signore degli Anelli e tanti altri autori e movimenti culturali che nessuno vorrebbe vedere rinchiusi in un pantheon politico. Fratelli d’Italia dovrebbe evolvere e smetterla di apporre etichette ideologiche a ciò che appartiene alla storia culturale collettiva, e iniziare a investire davvero nella cultura. A differenza di quello che fa questa manovra, dove ci sono solo tagli”. Così la capogruppo in Commissione Cultura della Camera per il Pd, Irene Manzi. “La cultura è libera, nel pensiero e nella critica, e continua ad attendere di capire cosa questa maggioranza intenda realmente fare. Oggi, però, ci troviamo di fronte alla terza manovra di bilancio consecutiva che taglia in modo significativo un ministero che per anni ha visto crescere gli stanziamenti: dalla tutela del patrimonio ai cantieri, dalle attività culturali al cinema, dall’editoria allo spettacolo dal vivo. È una lunga sequenza di sforbiciate che mette a rischio l’intero settore culturale. Di questo dovrebbe occuparsi il Governo: garantire risorse, visione e stabilità. Invece, assistiamo a un’attenzione smodata all’occupazione degli incarichi, ai convegni e alle campagne elettorali a vantaggio del partito della Presidente del Consiglio. La cultura non è una bandiera di parte: è un patrimonio comune che merita rispetto e investimenti adeguati. Prendiamo atto che – conclude Manzi - mentre il ministro Giuli cerca di filosofeggiare, il Governo continua a tagliare senza pietà tutti i settori della cultura”.
“Tutelare il comparto agroalimentare e quello della pesca significa intervenire con misure strutturali ed al contempo affrontare con sollecitudine le criticità. Su questa linea di orizzonte si muove l'Emilia Romagna che oggi ha annunciato, con l'assessore Alessio Mammi, azioni e strategie per 56 milioni di euro nel 2026. Uno sforzo straordinario che consentirà alle imprese emiliane di rafforzare la competitività nei mercati anche in una logica di innovazione e tenendo a riferimento la lotta ai mutamenti climatici. Così tra l'altro si mantiene un presidio sociale ed economico nelle aree interne, si sostengono le giovani generazioni che manifestano le loro volontà rurali, si favorisce la crescita nel segno della qualità e della giustizia sociale”.
Così Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e componente della commissione Agricoltura.
“Queste buone pratiche - aggiunge - dovrebbero appartenere a tutti coloro che hanno funzioni di governo ma purtroppo dobbiamo registrare che sul fronte nazionale ci si limita ad affrontare le emergenze, e non sempre con l'immediatezza richiesta, e poco e male si fa sul fronte della risposte strutturali di cui il settore avrebbe bisogno. Per questo ci permettiamo di dare un consiglio al ministro Lollobrigida: studi le carte e proposte dell’Emilia Romagna ed incontri i suoi amministratori. Se avrà l'accortezza di ascoltare senza pregiudizi politici - conclude - potrà ricavarne indicazioni utili per tutto il Paese e potrà trarne la forza necessaria per sostenere in Europa la modifica indispensabile della Pac su cui tutti concordiamo”.
"Quando la Dichiarazione universale dei diritti umani fu approvata, rientrava in quelle azioni che il mondo intero, rappresentato dall'Onu, decise di intraprendere perché quel "mai più" pronunciato dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale non fosse solo un'intenzione.
Oggi, però, 77 anni dopo quell'approvazione, i diritti umani sono sotto attacco e le guerre aumentano invece di diminuire. E aumentato proprio dove si voltano le spalle ai diritti umani e si scelgono regimi autoritari e illiberali.
Per questo, alla vigilia della Giornata mondiale sui diritti umani, abbiamo scelto di parlarne con oltre 250 ragazze e ragazzi delle scuole. Perché come disse Eleanor Roosevelt, i diritti umani universali iniziano "in piccoli luoghi, vicino a casa, così vicini e così piccoli che essi non possono essere visti su nessuna mappa del mondo. Ma essi sono il mondo di ogni singola persona; il quartiere dove si vive, la scuola frequentata, la fabbrica, la fattoria o l’ufficio dove si lavora".
Insieme a loro abbiamo parlato di come oggi i diritti umani siano sotto attacco e di come sia fondamentale reagire, ogni giorno, ognuno nel suo ambito e senza mai soccombere all’indifferenza.
Ed è proprio con i ragazzi che bisogna tornare a parlare dell'importanza della pace e dei diritti umani.
Stamattina, con gli interventi di Parisa Nazari, attivista iraniana e difensora dei diritti umani e delle donne, e Yara Abushab, studentessa palestinese di Medicina, uscita da Gaza poco prima del 7 ottobre, che ha perso gran parte della sua famiglia durante il genocidio, abbiamo ascoltato testimonianze dirette di due luoghi dove i diritti umani vengono calpestati: l’Iran e la Palestina. Il racconto di Yara Abushab, la cui vita è stata sconvolta dal genocidio, ha commosso tutta la platea che si è alzata in un applauso solidale che è stato un abbraccio collettivo.
Con Micaela Frulli, docente all'università di Firenze, abbiamo fatto un viaggio nel diritto internazionale, oggi pesantemente messo in discussione, e con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, abbiamo parlato dell'enorme lavoro delle associazioni e delle ONG per sostenere e proteggere chi è attaccato da regimi autoritari.
Ma soprattutto, abbiamo ascoltato le voci delle ragazze e dei ragazzi la cui consapevolezza sul valore dei diritti umani e sull'impegno necessario per difenderli ovunque vengano calpestati è una boccata di ossigeno. Non è vero che ai giovani non interessano questi temi: ce l'hanno dimostrato con le mobilitazioni per Gaza e ce l'hanno dimostrato questa mattina. Chiedono di essere ascoltati e di avere spazi in cui potersi esprimere. Ed è proprio quello che oggi il Comitato diritti umani della Camera ha voluto fare". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, a margine dell'evento "Diritti umani sotto attacco - il dovere di reagire" che si è svolto oggi alla Camera dei Deputati.
“Anche oggi ci troviamo di fronte all’ennesima dimostrazione del disordine che regna nella maggioranza. La manovra sarebbe dovuta entrare finalmente nella fase emendativa, ma a poche ore dalla scadenza non è stato ancora depositato alcun emendamento del governo.
È una situazione che mette a rischio i tempi parlamentari e, soprattutto, la qualità del confronto sulle misure che incideranno sulla vita di milioni di cittadine e cittadini. Il Paese merita serietà e un percorso chiaro; invece la maggioranza continua a navigare a vista, scaricando sul Parlamento le proprie contraddizioni interne”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio della Camera.
“Le recenti piogge alluvionali che hanno colpito la Basilicata, dopo mesi di siccità, stanno causando danni ingenti al comparto agricolo lucano, in particolare nel Metapontino e nella collina materana. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione al Ministro Lollobrigida per chiedere interventi urgenti e adeguati a sostegno degli agricoltori colpiti” Lo dichiarano i deputati democratici Enzo Amendola e Marco Sarracino. “L’esondazione di fiumi e corsi d’acqua – si legge nell’interrogazione - ha allagato campi e compromesso coltivazioni di altissimo pregio, a partire dalle fragole, oltre a danneggiare profondamente i terreni destinati ai cereali. Le abbondanti piogge hanno trascinato via le sementi appena collocate, costringendo gli agricoltori a dover ripreparare i terreni e a sostenere nuovamente costi elevatissimi, in un contesto in cui il prezzo delle sementi supera ormai la resa economica. A questo si aggiunge un quadro aggravato dal cambiamento climatico, che rende sempre più difficile portare avanti le attività agricole. Le organizzazioni del settore hanno già sollecitato un intervento immediato delle istituzioni regionali e nazionali. Ora il Governo deve dare risposte". Nell’interrogazione i deputati del Partito Democratico chiedono al Governo “quali iniziative urgenti intenda assumere per sostenere il comparto agricolo lucano e consentire, i