10/12/2025 - 19:32

“Il Ddl Concorrenza è un provvedimento povero, privo di contenuti riformatori e incapace di incidere sugli ostacoli regolatori e amministrativi che frenano la concorrenza in Italia. Non solo ignora le raccomandazioni europee, le segnalazioni dell’Autorità garante della concorrenza e gli impegni del Pnrr, ma trascura anche le esigenze concrete di famiglie e imprese. La verità è che il governo Meloni ha paura di decidere, non vuole aprire, non vuole modernizzare. Preferisce la rendita alla competizione, l’attesa al cambiamento, la propaganda alle riforme. Il nostro giudizio è dunque severo. La concorrenza non è una parola astratta: è un diritto dei cittadini, è uno strumento di giustizia sociale ed economica, è un fattore di crescita e di innovazione”.

Così in una nota il deputato dem, Alberto Pandolfo, in cui spiega le ragioni del voto contrario del Gruppo Pd al Ddl Concorrenza.

“Le nostre proposte - aggiunge - avevano un tratto comune semplice ma essenziale: considerare la concorrenza come un impegno concreto di sviluppo, una promessa di libertà e progresso. Il nostro voto è contrario perché questa non è la legge che l’Italia merita, che le famiglie si aspettano, non è che le imprese chiedono e che servirebbe per attuare il Pnrr e per competere in Europa. Continueremo a proporre riforme vere, a difendere i consumatori, a batterci per mercati più aperti, trasparenti e giusti”.

 

10/12/2025 - 18:44

“Secondo quanto riferiscono notizie di stampa, i gravi errori avvenuti tra il 5 e il 7 dicembre scorso all’ospedale San Raffaele di Milano negli interventi nei confronti di pazienti in gravi condizioni ricoverati in Medicina ad alta intensità, Medicina di cure intensive e Admission room, hanno messo a rischio la stessa vita dei cittadini. La gravità dei fatti ha causato le dimissioni dell’Amministratore unico dell’ospedale e l’apertura di un’inchiesta da parte della Regione Lombardia. Si tratta di atti dovuti, ma che non sono sufficienti. Per questo chiediamo al ministro della Salute di chiarire quanto effettivamente accaduto e di illustrare cosa intenda fare per evitare il ripetersi di ulteriori episodi in una qualsiasi struttura sanitaria del nostro Paese”.

Così le deputate e deputati democratici, Gian Antonio Girelli, Silvia Roggiani, Antonella Forattini, Lia Quartapelle, Vinicio Peluffo, Gianni Cuperlo, Matteo Mauri, nell’interrogazione rivolta al ministro della Salute, Orazio Schillaci.

 

10/12/2025 - 18:40

“Nessuno si aspetta dei miracoli dalle risposte della ministra Roccella ma almeno si auspica che le sue risposte siano legate alla realtà, un piccolo bagno di umiltà e non la solita propaganda. Roccella ha una grande responsabilità: mettere in campo azioni per invertire la rotta demografica. I dati che la ministra espone certificano, invece, che i risultati non ci sono e le politiche del governo Meloni hanno fallito. L'Italia è il fanalino di coda in Europa per tasso di fertilità, in grande squilibrio con la crescita della popolazione anziana e le ripercussioni si hanno sul sistema pensionistico, sanitario e il mercato del lavoro. Il calo demografico è una minaccia vera e serve un'inversione rapida per evitare una significativa contrazione economica”. Lo dichiara in replica alla ministra Roccella la deputata e Capogruppo Pd in Commissione Affari sociali, Ilenia Malavasi durante il Question time alla Camera.
“Le politiche dei bonus - sottolinea la parlamentare dem - sono inefficaci, perché le misure spot non garantiscono stabilità, continuità e programmazione. I bonus sono politiche contro la povertà e non per la natalità dove servono politiche strutturali. L'unico strumento valido, che rivendichiamo con orgoglio, è l'assegno unico universale che va sostenuto e incrementato per renderlo una misura stabile per le famiglie”. “Servono altresì misure per il lavoro stabile, accessi agevolati per la prima casa, una fiscalità equa e progressiva, servizi e asili nido, congedi parentali e misure di conciliazione. Il Paese merita di più e soprattutto merita di non essere abbandonato come fa questo governo”, conclude Malavasi.

10/12/2025 - 18:30

“L’ordine del giorno approvato dal governo sulle gravissime carenze sanitarie in Sicilia – e in particolare nella provincia di Enna – rappresenta un primo passo, ma non certo una soluzione. Dopo anni di promesse mancate e continui depotenziamenti dei nostri ospedali, non basta più registrare generiche disponibilità: servono atti immediati, risorse certe e un’inversione di rotta netta rispetto a una politica che sta condannando le aree interne alla marginalità. La sanità siciliana vive un’emergenza strutturale, resa ancora più drammatica dai tagli previsti nella nuova rete ospedaliera regionale. Per questo abbiamo chiesto un impegno chiaro del Governo contro la carenza di personale e per garantire servizi essenziali che oggi non sono più assicurati”: è quanto dichiara la deputata Dem Maria Stefania Marino sulla discussione del Decreto Economia svolta oggi, mercoledì 10 dicembre, nell’Aula di Montecitorio.
“Il tempo delle dichiarazioni è finito. Adesso vigileremo con la massima determinazione affinché gli impegni assunti non rimangano lettera morta. La provincia di Enna, dove la mobilità sanitaria passiva supera il 35 per cento e dove interi reparti sono stati chiusi o ridotti all’osso, non può più aspettare. Pretendiamo risposte concrete, perché il diritto alla salute non può essere un privilegio riservato ai territori più fortunati, ma deve valere per ogni cittadino, anche nelle comunità più fragili dell’entroterra siciliano”: conclude.

10/12/2025 - 18:25

“Credo sia giusto capire di più su quanto è successo al San Raffaele di Milano. Prendiamo atto della tempestività con cui è stato sollevato il direttore generale, ma restano questioni importanti da chiarire. Non vorremmo infatti che ci trovassimo di fronte solo alla punta di un iceberg, in cui accanto all'eccellenza ci siano anche buchi nell'operatività quotidiana che mettono addirittura a rischio la vita dei pazienti. Crediamo che questa richiesta di informativa urgente al ministro della Salute, Orazio Schillaci, possa essere anche l'occasione per una riflessione più generale sul sistema degli accreditamenti e quindi sulle garanzie di qualità di assistenza, oltre che sulla parte relativa agli interventi di più alta specializzazione. Ci sono tutte le condizioni perché il Parlamento e l’Aula possano avere un'informativa nell'interesse di tutti, a cominciare dai pazienti e quindi dei cittadini italiani”.

Così il deputato dem, Federico Fornaro, della Presidenza del Gruppo Pd, intervenendo in Aula sull’ordine dei lavori.

 

 

10/12/2025 - 18:15

“Trump e Putin non si stanno mettendo d’accordo sulla fine della guerra, che vogliamo tutti, e per primi gli ucraini, ma sulla fine dell’ordine internazionale basato sulle regole. È mancata un’iniziativa diplomatica? Noi la chiediamo da anni. Ma oggi è l’Europa che sta ponendo ai tavoli negoziali le ragioni dell’aggredito e del diritto internazionale. E l’Italia è lì che deve stare per una pace giusta e duratura. Meloni passa il tempo a dire a ucraini ed europei di non rompere con Trump. Dovrebbe dire a Trump di non abbandonare l’Ucraina e non rompere con l’Europa. Reagendo ai suoi attacchi con dignità a difesa dell’interesse nazionale”. Lo ha detto il responsabile nazionale desti del Pd, Peppe Provenzano intervenendo a Tagadà su La7.

10/12/2025 - 18:00

“Ho inviato alla ministra Calderone una lettera formale per chiedere, ancora una volta, di intervenire su una delle ingiustizie più pesanti che gravano su centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori: la vicenda dei silenti Enasarco. Persone che per anni hanno versato contributi obbligatori e oggi si ritrovano senza pensione perché non hanno raggiunto i vent’anni di contribuzione richiesti dalla Fondazione”. Lo dichiara Marco Furfaro, deputato Pd in Commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale del Pd.

“Più di un anno fa la Camera ha approvato un ordine del giorno, a mia prima firma, che impegnava il Governo a risolvere questo problema. Da allora, silenzio assoluto: nessun confronto, nessun percorso normativo, nessuna risposta. È un fatto grave, che mina la fiducia nel sistema previdenziale e lascia senza prospettiva chi ha fatto la propria parte. Per questo ho sollecitato e chiesto alla ministra un incontro, nonché di aprire subito un tavolo con Enasarco e le rappresentanze dei silenti, definire una soluzione normativa e prevedere risorse per risolvere la questione. Non è più il tempo dei rinvii: qui è in gioco una questione di giustizia sociale e di rispetto verso le persone”

 

10/12/2025 - 17:00

“Che fine fa oggi un pannello fotovoltaico arrivato a fine vita? E, soprattutto, chi paga per la sua gestione?”

“Il Partito Democratico denuncia una situazione ormai insostenibile che riguarda la gestione dei pannelli fotovoltaici non incentivati, destinata a trasformarsi in una vera e propria bolla con conseguenze ambientali, economiche e sociali per il Paese.
Per i pannelli incentivati, la gestione è garantita dal GSE, che assicura trasparenza ed efficacia richiedendo ai produttori un contributo di 10 euro a modulo. Un sistema che funziona e che tutela collettività e ambiente.
Diversa  e preoccupante, è invece la situazione dei pannelli non incentivati.
I produttori, spesso aziende straniere, versano ai consorzi contributi irrisori, anche solo 1 euro a pannello, una cifra totalmente insufficiente a coprire i costi reali della futura gestione (logistica, trattamento, riciclo).
Se queste aziende un domani spariranno dal mercato, la collettività si troverà a dover affrontare da sola i costi del loro smaltimento. Intanto, questi contributi finiscono in trust opachi e scarsamente regolamentati, che accumulano risorse senza reali garanzie sul loro impiego.
Chiedere al governo, come fatto oggi dalla maggioranza in Commissione Ambiente, di stabilire una cifra minima per il contributo non è una soluzione: nessuno può prevedere quale sarà il costo reale per gestire un pannello fotovoltaico tra 20 anni. Oggi la stima è intorno ai 7 euro, ma il valore potrebbe cambiare sensibilmente.
Esiste però un modello collaudato, efficace e sostenibile: il modello generazionale, già applicato con successo a tutti i RAEE.
Questo sistema prevede che i costi di gestione dei rifiuti generati in un determinato anno siano coperti dai produttori che, in quello stesso anno, immettono sul mercato nuovi prodotti della stessa tipologia.
Un meccanismo solido, prevedibile e trasparente, che mette al riparo da speculazioni e assicura la sostenibilità economica e ambientale del settore.
Per questo, oggi il Partito Democratico ha presentato un parere alternativo allo schema di decreto legislativo di recepimento della Direttiva RAEE, chiedendo al governo di introdurre il modello generazionale per i pannelli non incentivati.
Evitiamo che la mancanza di regole chiare produca nel tempo un danno economico, ambientale, sociale e reputazionale per l’Italia.
Serve un sistema giusto, moderno e trasparente: il modello generazionale è la strada per garantire responsabilità e sostenibilità nel fotovoltaico del futuro”. Lo dichiara la deputata del Pd, Eleonora Evi, componente della commissione Ambiente della Camera, prima firmataria di un parere alternativo a quello della maggioranza insieme ai componenti Pd della commissione Ambiente.

 

10/12/2025 - 16:54

“Il drammatico calo demografico rappresenta una delle principali minacce per la sostenibilità sociale ed economica del Paese. Ma il governo Meloni chiude gli occhi e affronta il problema con un mix di misure eterogenee o spot come i bonus per la natalità. Nessuna strategia per affrontare con programmazione e concretezza il calo demografico, quando servirebbero misure strutturali e servizi pubblici, anziché tagli ai comuni, che permettano ai possibili genitori e soprattutto alle donne di avere quella stabilità lavorativa, fondamentale per poter mettere al mondo i figli”. Lo dichiara la deputata e capogruppo Pd in commissione bicamerale sul femminicidio e la violenza, Sara Ferrari durante il Question time con la ministra Roccella.
“La natalità è oggi la sfida delle sfide per qualsiasi decisore politico. Eppure il quadro che emerge dai dati Istat è estremamente grave perché la diminuzione delle nascite è continua e la fecondità media è crollata ai minimi storici. Sono tre anni che il governo Meloni è in carica e ancora non si vedono i risultati delle politiche messe in campo: nessun rallentamento del calo demografico, nessun effetto positivo misurabile”, conclude Ferrari.

10/12/2025 - 16:50

«Il rinvio al 31 dicembre 2026 dell’obbligo di polizze catastrofali per esercizi di somministrazione e strutture ricettive conferma ciò che avevamo denunciato da tempo: è una misura sbagliata e priva di una reale analisi d’impatto», affermano gli onorevoli Augusto Curti e Marco Simiani. «L’obbligo assicurativo catastrofale, così concepito, non incide sul rischio sistemico e scarica soltanto ulteriori costi su piccole e microimprese, peraltro già decisamente oberate. E’ evidente come il Governo, anziché affrontare il problema, preferisca smarcarsi attraverso la politica dei rinvii. Non serve prorogare: occorre piuttosto  abrogare la norma e aprire finalmente un confronto serio con categorie e territori».

10/12/2025 - 16:20

“Questa è una manovra inutile e dannosa, perché non tocca assolutamente il problema dell’inflazione, che è gravissima. Parliamo di un’inflazione all’1,7 per cento e di un aumento del carrello della spesa del 3,4 per cento su base annua, addirittura al doppio dell’inflazione”. Lo afferma Silvio Lai, deputato del Partito Democratico e componente della commissione Bilancio, commentando i contenuti della Manovra del governo Meloni.

“La manovra – spiega l’esponente dem - non affronta nemmeno il tema dei consumi, mentre l’energia sta aumentando e il governo non fa nulla. E poi prova a scavare in fondo in luoghi dove non dovrebbe cercare: l’aumento del contante a 10 mila euro significa favorire l’evasione fiscale. L’ipotesi di liberalizzare la pubblicità delle scommesse sulle maglie delle squadre di calcio è un segnale grave, perché mostra che questo governo non si preoccupa delle conseguenze e dei rischi per gli italiani”.

“Questa manovra – conclude Lai - colpisce soprattutto le categorie più deboli e rischia di fare un danno enorme, che dobbiamo evitare in tutti i modi. Il Partito Democratico chiede una legge di bilancio che faccia davvero ripartire il Paese. Nella manovra non ci sono politiche industriali, non ci sono interventi per aiutare le persone più fragili. Ci sono invece i conflitti interni alla maggioranza, con ogni forza politica che parla a piccole parti della popolazione. Il governo nel suo insieme non riesce a parlare al Paese”.

 

10/12/2025 - 15:46

“Il governo Meloni continua a vendere fumo. La verità è che i centri in Albania, ad oggi, sono illegali e pertanto vanno chiusi subito. I toni trionfalistici della Presidente Meloni sono del tutto fuori luogo. L’intesa raggiunta in Consiglio UE riguarda la posizione dei governi sulla proposta della Commissione: il Parlamento europeo non si è ancora espresso e il testo può ancora essere modificato. Nessuna nuova norma è operativa, e nulla legittima il protocollo con Tirana”. Lo dichiara Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione affari europei

“Anzi: l'inserimento di una previsione specifica sui return hubs conferma che il protocollo Albania siglato dal governo è incompatibile con il diritto europeo attualmente in vigore. E continuerà a esserlo finché non sarà approvato il regolamento definitivo. Inoltre, anche in futuro, aggiunge il dem, ogni accordo con Paesi terzi dovrà essere notificato preventivamente alla Commissione e ottenere un via libera formale prima di entrare in vigore: cosa che non è avvenuta per l’intesa Meloni–Rama. C’è di più: il progetto del Governo pare non rientrare neppure nelle finalità della nuova proposta europea, ribadisce De Luca, perché i centri in Albania non sono né destinazioni finali né hub di rimpatrio verso Paesi di origine. I rimpatri continuerebbero comunque a partire dall’Italia, creando un’ulteriore evidente incompatibilità. Insomma, la proposta della Commissione rappresenta una pericolosa deriva: meno tutele per i diritti umani, nessuna redistribuzione o solidarietà tra Stati, nessuna missione di salvataggio europea e zero risorse aggiuntive. Tanto rumore per nulla insomma.
L’unica certezza è chiara: i centri in Albania esistenti sono illegali. Tenerli aperti significa sprecare denaro pubblico e produrre un enorme danno erariale, oltre a esporre l’Italia a pesanti criticità sul rispetto dei diritti umani tutelati dalla nostra Costituzione. Meloni smetta di raccontare favole e inizi a rispettare le regole chiudendo immediatamente i centri”
Così il capogruppo democratico nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.

 

10/12/2025 - 15:41

“Questo decreto non rafforza l’economia, non supporta gli enti locali, non tutela i giovani, non rilancia gli investimenti. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico esprimerà convintamente un voto contrario, perché l’Italia merita una politica economica che guardi avanti e non misure casuali per sopravvivere un giorno di più o di meno”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio durante le dichiarazioni di voto finale al Dl Economia.

“Questo provvedimento – ha proseguito l’esponente dem - è l’ennesima dimostrazione di ciò che questo esecutivo intende per politica economica: una sorta di collage di norme disorganiche e un mosaico confuso, che non affronta le debolezze del Paese e non offre prospettiva. Il governo Meloni resta assolutamente inerte, a partire dai dazi imposti dal vostro carissimo e decantato amico d'oltreoceano, al calo della competitività europea e alla stagnazione della crescita. Avevamo già contestato in commissione la mancanza di una visione e la bocciatura di emendamenti con motivazioni piuttosto fragili, spesso puramente politiche, poiché il decreto presenta misure scollegate che disperdono risorse e tempo”.

“Il decreto – ha concluso Pagano - penalizza il Mezzogiorno, cui mancano ancora 3,7 miliardi di euro del Fondo perequativo infrastrutturale, e i Comuni con l’irrigidimento delle scadenze del Piano complementare al PNRR, ignorando che molti ritardi dipendono dallo Stato. Gli emendamenti PD per proroghe ai progetti già avviati sono stati respinti senza motivo. La nostra proposta sul Fondo prima casa per impedire polizze assicurative aggiuntive ai giovani è stata respinta, definendo la scelta un favore alla rendita bancaria. La gestione delle risorse per Milano-Cortina, con straordinari negati alla città che ospita la cerimonia inaugurale e la norma sulla cooperazione di polizia finanziata con venti milioni di euro sottratti alla riforma della polizia locale e destinati a iniziative non note, è una sorta di delega in bianco, inaccettabile e irresponsabile”.

 

10/12/2025 - 14:48

Il Partito Democratico ha sempre considerato fondamentale il ruolo pubblico di Anas nella programmazione e nello sviluppo della rete stradale nazionale. Negli ultimi anni abbiamo sostenuto il significativo processo di trasferimento di nuove strade da parte delle Regioni, un percorso che richiede una visione chiara e risorse adeguate. Per questo chiediamo al governo di esplicitare cosa intende fare in relazione all’emendamento presentato da Fratelli d’Italia alla legge di bilancio, che apre la strada a un possibile scorporo di Anas da Ferrovie dello Stato, senza però indicare alcuna strategia complessiva né chiarire quali investimenti si intendano garantire.

Non è stato ancora spiegato, né dal ministro Salvini né dal governo, come si intendano assicurare non solo le opere previste nell’attuale contratto di programma, ma anche la tutela dell’occupazione e delle competenze che rappresentano un patrimonio essenziale per il Paese. Allo stesso modo permangono dubbi sulle procedure di rinnovo, che il Governo ha intrapreso, per la concessione ad Anas per i prossimi quarant’anni: nonostante i ripetuti atti parlamentari da noi presentati, la risposta del governo è sempre stata quella del presunto allineamento automatico con l’Europa, senza però che vi sia stato alcun effettivo riscontro.

Per queste ragioni chiediamo al Governo di chiarire quale sia la sua valutazione sul possibile trasferimento della partecipazione di Anas dal gruppo Ferrovie dello Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze e quali conseguenze giuridiche, economiche e occupazionali deriverebbero da tale scelta.

Se lo scorporo fosse realmente in corso di valutazione, è indispensabile una comunicazione formale alle commissioni competenti, nel pieno rispetto della normativa europea, dei principi di trasparenza e concorrenza e con la garanzia di tutti i livelli occupazionali”.

Lo dichiarano in una nota Marco Simiani, Anthony Barbagallo, Ubaldo Pagano e Andrea Casu, rispettivamente capigruppo del Partito Democratico nelle commissioni Ambiente, Trasporti e Bilancio della Camera, e vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, che hanno presentato un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sul possibile scorporo di Anas da Fs e Antonio Misiani, senatore Pd e responsabile Economia del Partito Democratico.

 

10/12/2025 - 14:06

«La Darsena Europa è l’opera strategica più importante per il futuro del porto di Livorno e dell’intera economia toscana. È un’infrastruttura decisiva per rafforzare la competitività del nostro sistema logistico, creare occupazione e garantire alla Toscana un ruolo centrale nei traffici del Mediterraneo. Per questo ogni incertezza sui finanziamenti è inaccettabile.»

Lo dichiarano il consigliere regionale Alessandro Franchi (PD) e gli onorevoli Emiliano Fossi e Marco Simiani (PD), che sollecitano un impegno concreto da parte del Governo: «Chiediamo con forza che l’Esecutivo ripristini il finanziamento dei 300 milioni necessari per i raccordi ferroviari e stanzi subito tutte le risorse necessarie per completare la Darsena Europa, in particolare per consolidare la seconda vasca di colmata e per assicurare il collegamento di tutta l’opera alle vie di terra, prolungando la FI PI LI e realizzando i binari ferroviari interni. Senza finanziamenti certi, rischiamo di bloccare una delle poche vere opportunità di sviluppo strategico per Livorno e per l’intera Toscana.»

«Finora il Governo, la Regione Toscana, l’Autorità di Sistema Portuale, le istituzioni locali e gli operatori hanno fatto la loro parte e intendono continuare a farla. Ma adesso serve un’ulteriore assunzione di responsabilità a livello nazionale, in linea con l’impegno assunto dal Ministro Salvini durante la sua recente visita in porto. Se altri porti italiani possono contare su nuovi investimenti, è indispensabile che anche Livorno ottenga quanto necessario per non rimanere indietro. Non chiediamo corsie preferenziali, ma equità e visione.»

«Il Governo – concludono Franchi, Fossi e Simiani – abbandoni ogni tentennamento e garantisca subito le risorse per la Darsena Europa. È un progetto che può cambiare il volto dell’economia regionale e rendere più competitivo l’intero sistema portuale italiano. Rimandare ancora sarebbe un errore imperdonabile e l’incertezza sui tempi e sulle risorse rischierebbe di veder allontanare i capitali privati, fondamentali per il completamento dell’opera e per la gestione futura delle banchine. E questo sarebbe un danno enorme per Livorno e per tutta la Toscana.»

 

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