Lavoro: Fossi, L'Italia non può fare a meno del salario minimo
Il deputato Pd, membro della Commissione Lavoro: "Oggi parlo di questo tema alla Camera, occorre dare tutele ai lavoratori in un momento storico di profonde instabilità”
Il deputato Pd, membro della Commissione Lavoro: "Oggi parlo di questo tema alla Camera, occorre dare tutele ai lavoratori in un momento storico di profonde instabilità”
“Il salario minimo è e sarà una delle battaglie identitarie del Pd. In Italia esiste ormai una questione sociale non più rinviabile e questa crisi la sta aggravando. Ci sono diseguaglianze economiche che hanno raggiunto livelli non più accettabili dal punto di vista etico. La forbice tra chi ha e chi non ha continua ad allargarsi. Una politica che riaffermi una nuova giustizia sociale, che vada nella direzione di una redistribuzione delle ricchezze ma anche delle opportunità, è per noi prioritaria”.
“Invece che occuparsi dei rave la maggioranza e il governo di centrodestra pensino al lavoro e a chi lo sta perdendo”.
A chiederlo è il deputato Pd Emiliano Fossi, membro della commissione Lavoro della Camera, dopo aver visto i dati di Unioncamere-Anpal sul crollo delle assunzioni in Italia: -17,7% rispetto al novembre 2021, -20% rispetto allo scorso ottobre.
“Il salario minimo e una giusta retribuzione sono priorità da affrontare con rapidità ed efficacia perché riguardano un tema centrale di giustizia sociale e di sviluppo. Per questo oggi in commissione Lavoro alla Camera come Gruppo del Partito democratico abbiamo sostenuto la necessità di mettere subito in calendario le proposte di legge che hanno queste norme in oggetto. Sono certo che dall’esame in commissione risulterà chiaro che si tratta di un obiettivo sul quale tutte le forze parlamentare si impegneranno e il cui conseguimento sarà il frutto di un lavoro comune”.
“Dinanzi a una destra distinta e distante dai nostri valori, il ruolo del Partito Democratico deve essere quello di combattere realizzando l’opposizione in Parlamento e, soprattutto, nella società. L’Italia che ha in mente il Pd è un’Italia con meno diseguaglianze sociali, in cui il punto centrale è il lavoro, i suoi diritti e la lotta allo sfruttamento. Non è un caso che una delle nostre prime proposte presentate, che ho firmato anch’io, riguarda il salario minimo. Se hai uno stipendio di 850 euro al mese, c’è qualcosa che non va.
Viene ripresentato alla Camera il Ddl Genitori alla Pari, una rivoluzione sui tempi dedicati al lavoro, frutto del lavoro dell’associazione Volare e già presentato nella scorsa legislatura da Tommaso Nannicini, Valeria Fedeli, Chiara Gribaudo, Titti Di Salvo. “Come primo atto di questo nuovo Parlamento ripresentiamo alla Camera il Ddl Genitori alla Pari.
"Ridurre i divari tra Nord e Sud, investire sulla competenza, restituire dignità al lavoro riequilibrando il sistema e dando risposte alla precarietà contrattuale che penalizza soprattutto i giovani e le donne: ecco il nostro faro, l'obiettivo verso il quale sono tesi tutti i nostri sforzi.
“I salari in questi anni hanno perso sensibilmente potere di acquisto ed è aumentata la precarietà che sta caratterizzando l’approccio al lavoro soprattutto per i giovani. Le crisi causate dalla pandemia e dai costi dell’energia ci impongono di dare risposte forti e immediate. Per questo il lavoro è al centro del nostro programma: per crearne di nuovo, per rafforzare salari e stipendi, per sostenere i giovani ed evitare di consegnarli alla precarietà o a dover lasciare il nostro Paese, per non vedere molte donne costrette a rinunciare a una occupazione.
“Temo molto l’ascesa della destra. Non ne farei una questione di democrazia, in senso di diritto di alternanza, piuttosto farei un’analisi dei programmi della destra e della sinistra. Il Partito democratico vuole tutelare le fasce più deboli della nostra società ma al contempo garantisce progresso, istruzione, tutela dei diritti.
“La destra parla esclusivamente di pensioni e di ridiscutere con l’Ue il Pnrr, proprio quei fondi pensati per i giovani e che sono rivolti alla transizione digitale ed ecologica. Io credo che sarebbe un grande errore rinegoziare quelle risorse per coprire le spese correnti, sarebbe una nuova ipoteca sul futuro dei nostri ragazzi, un grande torto nei confronti delle nuove generazioni. Il rischio è che si inneschi un nuovo circolo vizioso: molto debito, poca formazione, poca crescita e poco lavoro.