n. 129 - 26 settembre 2025

MELONI ATTACCA LA FLOTILLA INVECE DI CONDANNARE
I CRIMINI DI NETANYAHU

Riconoscere la Palestina

A seguito dell’informativa del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, la segretaria del PD Elly Schlein è intervenuta in Aula per sottolineare che, mentre il Ministro dice che gli aiuti possono arrivare in qualche ora, sono settimane che chiediamo al governo di aprire un canale via terra per gli aiuti attraverso la Giordania per sostenere Music for Peace che ha raccolto 500 tonnellate di aiuti grazie alla solidarietà degli italiani. Italiani che abbiamo visto nelle tante piazze di questi giorni, centinaia di migliaia di persone. Li abbiamo visti alzare la voce per dire che l'Italia non vuole essere complice dei crimini di Netanyahu a Gaza come in Cisgiordania. Una voce che non può essere ignorata, una voce che chiarisce che quello che stiamo vedendo è non solo inaccettabile ma segna un baratro, un baratro nella storia dell'umanità. Di fronte a tutto questo la Premier Meloni invece attacca la flottiglia con parole durissime che non le abbiamo mai sentito pronunciare contro i crimini di Netanyahu.

Meloni non vede che la maggioranza degli italiani vuole il riconoscimento della Palestina? Ha detto che la flottiglia vuole solo creare problemi al governo italiano, esca dalla megalomania. Sulla Global Sumud Flotilla ci sono 44 delegazioni di diversi paesi con 44 diversi governi.

TEMI DELLA SETTIMANA

DECRETO GIUSTIZIA: CERTIFICA I RITARDI E GLI ERRORI DEL GOVERNO

Contiene solo proroghe e misure temporanee

Il decreto giustizia è il tentativo del Governo di recuperare i ritardi sul Pnrr. Un decreto salva-obiettivi, dunque, o come soprannominato in Aula dal PD “un decreto toppa”.

Al di là dei nomi, non c’è dubbio che il provvedimento testimoni le mancanze e gli errori commessi dal Governo in questi tre anni, tanto da dover correre ancora una volta ai ripari. Purtroppo, però, la strada perseguita è nuovamente quella delle soluzioni emergenziali, temporanee, prive di una visione complessiva.

Siamo di fronte ad una sequenza di proroghe e interventi eterogenei, messi insieme più per tamponare falle che per sciogliere i veri nodi. Resta l’assenza di misure strutturali, mentre i numeri continuano a fotografare impietosamente una realtà allarmante per la giustizia italiana.

 

NO AL COMMISSARIAMENTO DI AGENAS

Per la Sanità serve programmazione

Con il decreto numero 110 del 2025 siamo di fronte all’ennesimo commissariamento deciso dal governo Meloni: il 65esimo dall’inizio della legislatura. Una scelta che non nasce dall’urgenza, ma da una logica di accentramento e di controllo che svuota di fatto il ruolo delle istituzioni territoriali e mortifica il confronto democratico.

Il governo non ha voluto né programmare né ricercare un’intesa con le Regioni, come invece prevede la prassi consolidata. È grave che un’agenzia strategica come Agenas, che opera a stretto contatto con le Regioni, venga commissariata senza un percorso di condivisione. Questo conferma un metodo miope, che tradisce incapacità di governare la sanità pubblica e rischia di avere ricadute pesanti sui cittadini, già oggi costretti a liste d’attesa insostenibili e a disuguaglianze territoriali sempre più marcate.

Il Partito Democratico ha presentato in commissione emendamenti di buon senso, per limitare la durata del commissariamento, prevenire conflitti di interesse e garantire trasparenza, ma il governo ha scelto la via del muro contro muro, respingendo ogni proposta.

 

SUI CONTI PUBBLICI FOTOGRAFATA PARALISI DEL GOVERNO

L’Assestamento 2025 non corregge nulla

L’Assestamento 2025 viene presentato come una manovra tecnica, ma in realtà fotografa la paralisi del governo: rafforza stanziamenti per difesa e non destina risorse straordinarie alla sanità; e congela Poste in attesa della Legge di bilancio 2026. Ci troviamo di fronte a un atto difensivo, che rinvia ogni scelta, scaricando i problemi sulle prossime sessioni di bilancio.

Il PD, nel denunciare queste criticità, chiede una chiara e netta inversione di rotta: sulla sanità, occorre portare la quota statale almeno a 100 miliardi per coprire davvero i Lea; su istruzione e ricerca, è necessario invertire i tagli e finanziare stabilmente scuola, università e giovani ricercatori; sul debito, servono politiche di gestione attiva, per ridurre la spesa per interessi.

Il Rendiconto 2024 certifica una verità: i conti tornano solo sulla carta, non nella realtà. L’Assestamento 2025 non corregge nulla: ma rinvia e difende l’indifendibile. Noi diciamo con chiarezza: non serve un bilancio che vive di inflazione e scarica i costi sui cittadini. Serve un bilancio che investa su sanità, scuola, ricerca, lavoro e che riporti trasparenza nel sistema bancario.

 

ISTITUZIONE DELLA FESTA NAZIONALE DI SAN FRANCESCO

Il PD vota a favore

Povertà, umiltà e dialogo sono i punti di riferimento di San Francesco. Se il Parlamento vuole 'ridare dignità' al santo restituendogli la titolarità di patrono d'Italia è necessario però essere conseguenti e declinare concretamente l'azione politica.

Non andrebbe dimenticato l'insegnamento che San Francesco ha dato sul tema ambientale, mentre la maggioranza di centrodestra continua a negare l'importanza vitale della preservazione dell'ambiente e la crisi climatica.

Come si possono, poi, nascondere i temi del lavoro povero, dello sfruttamento e degli immigrati e al contempo commemorare San Francesco come festa nazionale? Come si può parlare di fraternità, dialogo e pace in tempi dove queste parole sembrano aver perso valore?

 

L’UCCISIONE DI CHARLIE KIRK È UN CRIMINE, COME L’UCCISIONE DI MELISSA HORTMAN

Strumentalizzazioni della destra sono state vergognose

L'uccisione di Charlie Kirk è un crimine, e chi gli ha sparato è un assassino. Per noi la condanna di quel crimine e la pietà verso quella vittima non sono in discussione.

Kirk, come tutti in democrazia, aveva il diritto di pronunciare le sue idee, anche di dire delle bestialità come le parole sulle donne nere o sulla pena di morte da trasmettere in televisione, aveva il diritto di pronunciarle, ma chi parlava in quel modo non era un simbolo della libertà.

E riguardo le strumentalizzazioni della destra, come evidenziato da Gianni Cuperlo in Aula, solo un'ignoranza colpevole può indicare in questa parte del Paese, il terreno di coltura della violenza politica. Solo il cinismo può calpestare la storia evocando il clima brigatista che abbiamo combattuto. La violenza politica ha ucciso Kirk e, a giugno, ha massacrato Melissa Hortman, deputata democratica del Minnesota, e il marito senza che la destra, in Aula, abbia pronunciato una sola parola di condanna.

 

ALMASRI: SCELTA POLITICA SBAGLIATA DEL GOVERNO
Si lasci procedere la giustizia

“Ho concluso la mia relazione in Giunta per le autorizzazioni chiedendo di concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, indagati per la vicenda del generale libico Almasri. Dagli atti trasmessi dal Tribunale dei Ministri – spiega Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia – emerge chiaramente che non vi è stata la tutela di un interesse costituzionalmente preminente, ma una decisione dettata da un mero opportunismo politico”. Secondo l'esponente dem, intervistato per i canali social dei deputati Pd, “il governo Meloni ha scelto di riconsegnare in Libia un soggetto accusato di crimini gravissimi, assumendosi rischi non concreti né attuali e fornendo al Parlamento versioni contraddittorie e incomplete. Quella scelta è stata dettata dalla volontà di sottrarre Almasri a un processo davanti alla Corte penale internazionale. Una decisione politica, dunque, e come tale sbagliata”. "Il voto in Giunta è previsto per il 30 settembre. La maggioranza si è mostrata ostile sin dall’inizio alla mia relazione – conclude Gianassi – ma mi auguro che vi sia ancora spazio per un’analisi oggettiva e libera da condizionamenti. La giustizia deve poter fare il suo corso: saranno i ministri, se lo riterranno, a difendersi in sede processuale. Impedire ciò significherebbe aprire un pericoloso precedente per la nostra democrazia e per il rispetto del diritto internazionale”.

 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico

 

QUESTION TIME

PNRR IN FORTE RITARDO, GOVERNO SENZA TRASPARENZA NÉ STRATEGIA

I dati ufficiali sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono molto preoccupanti. Ad oggi, la spesa effettiva si ferma a 75 miliardi di euro, ben al di sotto del totale previsto, con oltre 110 miliardi da impiegare entro il 2026.

Abbiamo chiesto al Governo di chiarire le proprie intenzioni sulla nuova revisione del PNRR, alla luce di tali drammatici ritardi nella spesa e nell’attuazione degli interventi.

La risposta del Ministro Foti è stata generica, insufficiente e priva di qualsiasi visione strategica. Si continua a parlare di modifiche e spostamenti di risorse, ma nel frattempo interi territori restano fermi, e intere comunità rischiano di perdere occasioni storiche di sviluppo e coesione.

Il PNRR doveva essere il motore di una nuova stagione di crescita, diritti e giustizia sociale. Il Governo Meloni ne ha fatto un esercizio opaco e inefficace, mettendo a rischio asili, scuole, ospedali, alloggi e infrastrutture soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree interne.

Vai allo speciale
 

IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Comunicazioni del governo sul Pnrr
Mercoledì 1 ottobre  alle ore 9,30 il Ministro per gli Affari europei renderà le sue comunicazioni circa la revisione degli investimenti e delle riforme inclusi nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Comunicazioni del governo su Gaza
Giovedì 2 ottobre  alle ore 9,30 il Ministro per gli Affari esteri renderà le sue comunicazioni sulla situazione nella striscia di Gaza.

Bonifica Terra dei fuochi
Da martedì esame e votazioni sulle disposizioni urgenti riguardanti la bonifica dell'area della Terra dei fuochi.

Mozioni
All'esame dell'Aula anche le seguenti mozioni: finanziamento settore cinema e audiovisivo; trasferimento risorse statali agli enti locali.

Vai al Calendario