n. 67 - 29 aprile 2024

 

SU AUTONOMIA DIFFERENZIATA È DITTATURA  DELLA MAGGIORANZA

 

Piegate le istituzioni, forzature inaccettabili

 

Mercoledì in commissione Affari costituzionali la maggioranza ha vissuto una giornata drammatica. Parliamo del ddl Calderoli, di autonomia differenziata. Che cosa è successo? È successo che al momento del voto su un emendamento, la Lega non era presente in commissione e la maggioranza è andata sotto con un voto molto chiaro e molto netto: 10 voti a favore e 7 voti contrari.

Stiamo parlando del disegno di legge sull’Autonomia differenziata, un provvedimento molto delicato. Per noi è un provvedimento che spacca il Paese, che mina la coesione nazionale, che mette a rischio l'erogazione di servizi essenziali come la scuola e la sanità e quindi un provvedimento sul quale continueremo a fare un'opposizione molto dura.

Abbiamo chiesto e ottenuto di sospendere la seduta della commissione, nella speranza che il presidente Pagano mantenesse un ruolo di terzietà per garantire una continuazione dei lavori ordinata.

Nella giornata di venerdì 26, però, le cose sono decisamente peggiorate.

La ricostruzione fatta dal presidente Pagano al presidente della Camera Fontana non corrisponde a verità e anche la bozza di resoconto dell'ultima seduta della commissione presenta gravi inesattezze. C’è stata una gestione inqualificabile, la maggioranza vuole piegare le istituzioni alle proprie esigenze politiche.

Il voto di mercoledì è stato molto chiaro e il tentativo di ribaltarne il risultato non è accettabile. La maggioranza è stata battuta, rivotare l'emendamento che è passato con 10 voti favorevoli e 7 contrari è un ulteriore strappo e una grave forzatura. Il Presidente Pagano avrebbe il dovere di prendere atto e riconoscere semplicemente il risultato del voto sull'emendamento 1.19, non di stravolgere la realtà per alterarne l'esito, solo perché sfavorevole alla maggioranza. Trovare stratagemmi sgrammaticati per non riconoscere il voto è inaudito.

Secondo noi non c’erano assolutamente gli estremi per ripetere il voto. Per queste ragioni avevamo chiesto almeno di accantonare l’emendamento in attesa della conferenza dei capigruppo prevista per venerdì sera alle 21. Ma la maggioranza non ha voluto sentire ragioni, ha respinto la nostra proposta e procede calpestando le istituzioni. Insieme a tutte le opposizioni non abbiamo partecipato al voto. Siamo usciti dalla commissione e non abbiamo votato l'emendamento.

Si tratta di una gravissima forzatura, inaccettabile: siamo di fronte alla dittatura della maggioranza perché su questo emendamento c'era già stato un voto e il voto aveva espresso un risultato che non si è voluto riconoscere. Se tutte le volte che l'esito del voto non piace, si ripete la votazione, vengono meno le regole basilari della democrazia.

 

TEMI DELLA SETTIMANA

25 APRILE CELEBRIAMO L’ITALIA DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA

 

Si ricorda chi ha dato la vita per la libertà

 

Il 25 aprile è la festa della Liberazione, la festa di tutta la Repubblica. È una giornata in cui celebrare quell'Italia che è stata dalla parte giusta della
storia.
È la festa in cui si ricorda chi ha dato la vita e con tanto sacrificio ha costruito le basi per la libertà di questo Paese e per la difesa dei valori della nostra Costituzione.
È una giornata in cui va rinnovato l'impegno e la lotta per la difesa della nostra Costituzione e per la sua piena attuazione. In questo modo dobbiamo ricordare la Resistenza che ci ha liberato dai nazifascisti.

 

 

IL GOVERNO PRESENTA UN DEF IN BIANCO, VUOTO, SENZA NUMERI

Il Pd vota contro

Il governo ha presentato un documento di economia e finanza che è un compito in bianco, senza numeri, con soluzioni impraticabili. La maggioranza di destra vuole solo comprare tempo e superare la scadenza elettorale delle elezioni europee. Meloni cerca di nascondere i sacrifici che toccheranno agli italiani.

Nel Def manca un quadro programmatico, il governo non indica la cornice della prossima legge di bilancio e non fornisce alcuna cifra. È solo una manovra elettorale su come ingannare gli italiani fino al 9 giugno.

Purtroppo la verità è che non c'è un euro per il taglio delle tasse, per l'accorpamento degli scaglioni Irpef, per il welfare aziendale. La maggioranza non ha il coraggio di dire che non ci sarà nessun margine per interventi a sostegno delle famiglie. Avremo nuovo debito e tagli. Basta con l'alibi del superbonus, il ministro Giorgetti c'era nei governi in cui è stato votato. Il governo sa solo dare la colpa agli altri, rimandare e rinviare.

 
 

SÌ ALLA PARTECIPAZIONE POPOLARE NELLE SOCIETÀ SPORTIVE

Proposta originaria depotenziata ma aperta la strada

Con 214 voti favorevoli, 8 astenuti e nessun contrario, la Camera ha approvato la proposta di legge contenente disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive. Anche il Pd ha espresso voto favorevole.

L’obiettivo è quello di introdurre il tema, fino ad oggi sconosciuto nel nostro Paese, della partecipazione popolare nelle società sportive, ossia vuole agevolare la partecipazione popolare, diretta o indiretta, alla proprietà del capitale sociale e alla gestione delle società sportive, da parte dei sostenitori delle stesse, quale forma di coesione e aggregazione sociale. La speranza, ovviamente, è che quest’idea della partecipazione popolare possa andare oltre il calcio, ed estendersi a tutte le altre discipline.

Restano, però, alcuni dubbi e alcune critiche alla maggioranza di centrodestra per aver depotenziato il testo originario, nel quale erano previste condizioni più favorevoli per incentivare l’azionariato popolare.

Il governo ha stralciato passaggi che erano fondamentali per dare forza a questa proposta: dagli incentivi fiscali, all'incentivo forse più grande, ossia la possibilità di ristrutturare e gestire impianti sportivi. Resta fortunatamente nel testo l'indicazione al reinvestimento di una percentuale di utili nei settori giovanili.

 
 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico

QUESTION TIME

 

SULLA TRAGEDIA DI CUTRO CONTINUIAMO A CHIEDERE LA VERITÀ

 

 

Il governo ha sulla coscienza la tragedia di Cutro, dove morirono 105 persone. C’era una nave in difficoltà, stracarica di uomini, donne e bambini, con il mare forza quattro. C’è stata una segnalazione alle autorità italiane sulla necessità di intervenire e nessuno intervenne. 

 

Non intervenne la Guardia costiera, bensì la Guardia di finanza che, però, non ha motovedette in grado di reggere il mare forza quattro e che interviene esattamente in ossequio alle nuove disposizioni politiche, così come raccontato dalla trasmissione Rai «Il Cavallo e la Torre» del 12 aprile 2024.

 

105 persone sono morte perché per tre volte si sarebbe potuto uscire per andarle a prendere, ma nessuno è andato a prenderle.

 

Da un anno noi chiediamo verità su che cosa è successo quella notte. L'abbiamo fatto con tutti gli strumenti a nostra disposizione, in Commissione, in Aula, con interrogazioni e, addirittura, con un accesso agli atti firmato da tutte le forze d'opposizione che il governo ci ha negato, perché su questa cosa non si vuole dire la verità e non si vuole la trasparenza.

 

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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Autonomia differenziata
Da lunedì, inizio della discussione  sul disegno di legge in merito  alle disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

 

 

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