n. 134 - 31 ottobre 2025

 

LA DESTRA VUOLE INDEBOLIRE L’INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA

La riforma non migliora la giustizia per i cittadini

Quella approvata dal centrodestra non è una riforma della giustizia, non tocca nessuno dei nodi cruciali del settore, non incide sui meccanismi di funzionamento che la rendono lenta. Non interviene sulla lunghezza dei processi, non interviene sullo scarso ricorso alle misure alternative, né sul sovraffollamento carcerario. Non interviene per risolvere la carenza di magistrati, di personale amministrativo, né per stabilizzare i tanti precari che tengono in piedi gli uffici giudiziari. Non è una riforma della giustizia.

Non è nemmeno la separazione delle carriere che inizia già dopo la riforma Cartabia: stiamo parlando di venti passaggi su novemila magistrati all’anno. Venti persone che passano da Pm a giudici in un anno. Una riforma costituzionale per 20 passaggi all’anno?

L’obiettivo vero in realtà è un altro: indebolire l’indipendenza della magistratura perché sia più assoggettata al potere di chi governa.

Non è una riforma delle carriere ma una separazione delle magistrature che non serve ai cittadini. Si vuole indebolire il Consiglio Superiore della Magistratura, l'organo di autogoverno che garantisce indipendenza e autonomia a ogni singolo magistrato. La separazione delle carriere non trova riscontro nella Costituzione. Se davvero si fosse voluto distinguere i percorsi di giudici e Pm, bastava una legge ordinaria con due concorsi separati. La riforma costituzionale serve solo a dare più potere alla politica nella scelta dei magistrati, minando l'equilibrio democratico tra poteri dello Stato.

Se un cittadino pensa che il giudice debba obbedire a chi governa, allora al referendum può votare a favore di questa riforma. Se invece pensa che anche chi governa debba come tutti rispettare le leggi e la Costituzione, allora voterà NO.

  • Conferenza stampa di Elly Schlein  - Video
  • Comunicati
  • Il punto della settimana con Debora Serracchiani- Video

TEMI DELLA SETTIMANA

DL MATURITÀ: NORME IDEOLOGICHE, INTENTI PUNITIVI E TAGLI

Sulla scuola era difficile fare peggio.

La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il decreto contenente misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026.

Il Partito Democratico ha votato contro. Le critiche a questo provvedimento sono numerose. Innanzitutto, un nuovo decreto-legge calato dall’alto. Sulla scuola assistiamo, ogni anno, a un nuovo testo, un nuovo regolamento, una nuova presunta riforma d’urgenza, come se la scuola fosse un cantiere permanente. La scuola ha bisogno anche di stabilità, ha bisogno di tempo e ha bisogno di ascolto, quello che, anche in questo caso, non c'è stato.

Il contenuto del decreto-legge è un insieme pasticciato di norme ideologiche con un sapore acre di ritorno al passato, e tagli delle risorse.

Le misure mancano di una visione d’insieme, sembrano avere più che altro un intento punitivo verso le ragazze e i ragazzi che frequentano le scuole, piantano qualche bandierina ideologica, non affrontano i nodi principali, e ancora una volta non aggiungono risorse ma le riducono. I tagli alla scuola per i prossimi tre anni saranno di circa 600 milioni, in base alla nuova Legge di Bilancio, mentre continuano a mancare misure a sostegno del diritto allo studio, quelle per garantire il servizio di refezione scolastica, per contrastare il caro libri e per sostenere le famiglie in difficoltà.

 

UN DDL “SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA” CHE DEREGOLAMENTA E ACCENTRA IN MODO OPACO LE DECISIONI

Sì alle semplificazioni ma rispettando i principi costituzionali

Se l’obiettivo dichiarato del disegno di legge n. 1192 sulla semplificazione normativa era quello di semplificare, riordinare e procedere al riassetto di specifiche materie, la realtà, invece, è che questo provvedimento produce deregolamentazione, accentramento decisionale e indebolimento delle garanzie democratiche.

Il Partito Democratico è pienamente convinto che semplificare sia necessario, per migliorare la qualità della normazione e ridurre gli oneri per cittadini, imprese e amministrazioni. Ma questo richiede visione, partecipazione e attenzione ai principi costituzionali. Cose che mancano in questo provvedimento, che invece tradisce una concezione verticistica e procedurale della semplificazione, tanto da trasformarla da strumento di chiarezza e accessibilità in uno strumento di accentramento e opacità normativa.

Convinti come siamo che la semplificazione debba essere un processo serio, partecipato, democratico e orientato alla qualità normativa – rispettando il principio di legalità sostanziale e rafforzando, anziché ridurre, la funzione del Parlamento – come Partito Democratico abbiamo presentato una serie di emendamenti volti a correggere le principali criticità di questo provvedimento.

 

SÌ ALLA RATIFICA DELL’ACCORDO SUI FONDI MULTILATERALI

Ma ancora una volta il Governo arriva tardi

Il Partito Democratico ha votato a favore del ddl su banche e fondi multilaterali perché serve a rafforzare la partecipazione dell’Italia a questi fondi e quindi alla cooperazione internazionale.

Tuttavia è difficile non notare il tono trionfalistico della maggioranza, a fronte di un ritardo evidente con cui il Governo ha portato in Aula una ratifica essenziale, a pochi giorni dalla fine dell’anno.

Viviamo in un tempo in cui la cooperazione e la solidarietà globale non sono più di moda, ma questo provvedimento dimostra che l’Italia crede ancora nel multilateralismo. Anche se la maggioranza di destra va a braccetto con Donald Trump, il primo a voler disfare gli organismi multilaterali che noi, giustamente, con questo provvedimento andiamo invece a rafforzare. Purtroppo però, come troppo spesso accade con il governo Meloni, anche in questo caso si arrivi tardi e con argomentazioni superficiali.

 

UNITÀ DEL PARLAMENTO NELLA LOTTA AI TUMORI

Approvata mozione su nutrizione oncologica

Il Partito Democratico ha votato a favore di questa mozione e lo ha fatto con orgoglio, perché ogni volta che il Parlamento riesce a trovare unità su temi come la lotta ai tumori, manda un messaggio di speranza e di fiducia alle donne e ai cittadini che affrontano patologie oncologiche.

Oggi, con questa mozione, riaffermiamo l’importanza della nutrizione come parte integrante dei percorsi di cura. L’alimentazione non è un elemento secondario ma un pilastro terapeutico: la malnutrizione, spesso legata alla malattia o alle terapie, influisce sulla prognosi, sulla sopravvivenza e anche sui costi sanitari, che aumentano fino al 50 per cento. Le linee guida del 2017 sui percorsi nutrizionali vanno applicate in modo uniforme, superando le disuguaglianze regionali, per garantire equità e diritto alla cura in tutto il Paese.

 

PONTE SULLO STRETTO: GRAVE L’ATTACCO DEL GOVERNO ALLA CORTE DEI CONTI

La sicurezza riguarda tutti gli italiani

Abbiamo chiesto un’informativa urgente del Governo sulla reazione di inaudita gravità del governo Meloni rispetto ai legittimi pronunciamenti della Corte dei Conti sul ponte sullo Stretto di Messina.

Un comportamento che svela la volontà della premier Meloni e del ministro Salvini di porsi al di sopra della legge e della Costituzione, minando i fondamenti dell’equilibrio tra i poteri dello Stato

La Corte dei Conti ha chiesto il ritiro in autotutela di un progetto che non rispetta la legge. Sono state poste, inoltre, questioni che non riguardano solo il ministro Salvini e la presidente Meloni, ma la sicurezza di tutti gli italiani. Quando parliamo degli aspetti sismici relativi al ponte, quando parliamo degli aspetti di sicurezza, dovremmo essere tutti preoccupati dal fatto che le cose vengano fatte nel migliore dei modi e questo a prescindere dall'essere a favore o contrari al ponte.

 

PASOLINI: IL SUO UN TORMENTO PROFETICO, IL PARLAMENTO LO TRATTÒ DA IMPUTATO

A 50 anni dalla morte il suo omicidio resta un mistero italiano

“Oggi nel tempo obbligato di uno sviluppo che sembra essersi separato dal progresso, il tormento di Pier Paolo Pasolini appare profetico e nel ricordarlo qui in quest'Aula, a cinquant'anni dalla morte, non possiamo dimenticare che il Parlamento si occupò di lui numerose volte, ma come un tribunale davanti a un imputato: con interrogazioni, ordini del giorno e quant'altro; in pochi lo difesero. Pasolini non è classificabile con la sua irripetibile contraddittorietà e con la sua ricerca di scandalosità etica. Forse per questo è una figura che viene tirata per la camicia un po' da tutti. Favorevole al divorzio, ma contrario all'aborto, con i celerini della polizia e contro gli studenti del 68, eppure dichiaratamente marxista, comunista, antifascista. Fino all'ultimo un antifascismo che nasceva dal corpo, come chiarì con durezza nell'ultimo film Salò. La sua morte resta un mistero italiano, ma con dentro una certezza: fu ucciso da un gruppo di persone e non da Pelosi”.

Queste le parole scelte da Roberto Morassut per ricordare alla Camera la figura di Pier Paolo Pasolini, nel 50° anniversario della sua uccisione, avvenuta il 2 novembre del 1975.

 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico

 

QUESTION TIME

PONTE SULLO STRETTO: UN’OPERA INUTILE E COSTOSA

Il Governo dimostra, ancora una volta, arroganza e superficialità di fronte alle osservazioni formulate dalla Corte dei conti sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

La magistratura contabile ha evidenziato gravi criticità nella documentazione trasmessa, l’assenza di atti fondamentali, lacune nella procedura Iropi e dubbi di compatibilità con le norme europee in materia ambientale.

Il Ponte sullo Stretto risulta privo di una solida copertura tecnica e giuridica e rischia di immobilizzare miliardi di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Risorse che dovrebbero invece essere destinate a colmare i divari infrastrutturali di Sicilia e Calabria.

Le vere priorità per il Sud sono altre: potenziare ferrovie, porti, strade e mobilità interna, ma anche investire in scuole e ospedali. Il Ponte non può diventare il pretesto per sottrarre al Mezzogiorno le risorse che gli spettano di diritto.

 

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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Continuità funzioni ARERA
Da lunedì esame e votazioni sul provvedimento recante misure urgenti per la continuità delle funzioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA).

Interporti
Da lunedì esame e votazioni sulla legge quadro in materia di interporti.

Statuto speciale Friuli-Venezia Giulia
Da mercoledì, esame e votazioni sul Ddl di modifica alla legge costituzionale sullo statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia.

Mozione
All'esame dell'Aula anche la mozione in materia di riequilibrio tariffario nel mercato delle assicurazioni.

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