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n. 141 - 18 dicembre 2025
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SCHLEIN A MELONI: DOPO TRE ANNI ALIBI FINITI
Usa alleato ma no vassalli, Premier lavori per Italia non per Trump
In Aula alla Camera, a seguito delle comunicazioni della Premier Meloni sul Consiglio UE, Elly Schlein ha detto: "sento l'esigenza di partire prima dalle persone che questo Governo pare aver dimenticato perché vede, Presidente, mentre lei continua a fare cabaret gli italiani stanno attraversando un momento difficile e fanno i conti con una realtà che è sempre più dura. Le liste d'attese sono di 1 anno per una tac al torace, per una mammografia da fare entro 60 giorni ne aspetti 147, per una colonscopia aspetti 2 anni, ma pure per quella urgente che dovresti fare in 3 giorni un italiano su 4 ne aspetta 105. (…) Va tutto bene? E allora perché durante il suo Governo, nell'ultimo anno, gli italiani che rinunciano a curarsi sono aumentati da 4 milioni e mezzo a 6 milioni? E a Natale niente luci sull'albero perché abbiamo le bollette più care d'Europa e le imprese perdono competitività. (…) Ma in tre anni non avete fatto nulla per non intaccare gli extra profitti delle grandi società energetiche. La pressione fiscale è la più alta degli ultimi dieci anni. (…) Gli Stati Uniti sono un alleato fondamentale, ma quella relazione si deve basare sul rispetto reciproco e non è abbassando la testa che si sta in quell'alleanza e non è facendo i vassalli che si salvaguarda l'interesse nazionale. Mi faccia capire una cosa, Presidente, perché lei è contraria a superare l'unanimità e i veti nazionali, è contraria alla difesa comune e non si batte per gli investimenti europei, ma lei vuole lavorare per l'Italia o vuole favorire gli interessi di Trump? Questo è il punto e noi le chiediamo di usare il peso dell'Italia in Europa per guidarla, non per frenarla".
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IL DECRETO SICUREZZA SUL LAVORO È UN PROVVEDIMENTO VUOTO
Non affronta le radici di una tragedia nazionale
Il dramma delle morti sul lavoro è una vera tragedia nazionale. Nonostante norme che si stratificano e dichiarazioni solenni, non si riesce a proteggere in maniera adeguata la vita di chi lavora. I dati INAIL sui primi dieci mesi del 2025 restituiscono un quadro devastante: quasi 900 morti, 889 lavoratrici e lavoratori che sono usciti di casa per andare a lavorare e a casa non sono più tornati. E sempre i dati INAIL ci dicono che sui luoghi di lavoro si muore il doppio se sei precario, se sei intermittente se lavori con salari bassi.
Di fronte a questa realtà, purtroppo, il decreto-legge contenente misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, al di là del titolo accattivante, non contiene molto altro e rappresenta l’ennesima occasione mancata. Il Partito Democratico ha votato contro.
La sicurezza sul lavoro non dipende solo da qualche correttivo alle norme ma soprattutto da come si organizza la produzione, da quali imprese possono entrare in un cantiere, da cosa si chiede ai committenti, dal tipo di filiera, dal ruolo della formazione, dalla capacità dello Stato di presidiare realmente i luoghi in cui si lavora. Di tutto ciò nel decreto non c’è nulla.

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MAGGIORANZA NEL CAOS, LA MANOVRA È UN DISASTRO
Su pensioni siamo a quoto 110
La maggioranza è ancora nel caos. Litigano su ogni passaggio senza un testo definitivo a dieci giorni dall’esercizio provvisorio. Manca una linea politica chiara: la Lega è divisa, Fratelli d’Italia ha perso la bussola, Forza Italia del tutto marginale. Il risultato è una legge di bilancio confusa e contraddittoria.
Sulle pensioni il Governo tradisce completamente le promesse fatte agli italiani. Salvini e Meloni avevano promesso di superare la legge Fornero, oggi fanno l’opposto: la peggiorano. Tra nuovi paletti e tagli l’età pensionabile viene spinta sempre più in alto. Altro che ‘quota 100’: si va verso ‘quota 110’.
Nel frattempo arrivano norme sbagliate che penalizzano chi è in regola, premiano furbi e morosi e aprono valanghe di ricorsi, come nel caso dei condomìni e del riscatto della laurea, svuotato di valore dopo che migliaia di cittadini hanno pagato contributi veri allo Stato. La fiducia nello Stato è messa seriamente in discussione.
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OK ALL’ACCORDO ITALIA-SVIZZERA SUI FRONTALIERI MA GOVERNO POTEVA FARE DI PIÙ
Un’occasione persa
Nonostante anche il Pd abbia votato a favore della ratifica, il giudizio sull’accordo tra Italia e Svizzera sui frontalieri è quello di essere un’occasione persa.
C’era una richiesta esplicita da parte della Svizzera di estendere lo smart working fino al 40 per cento, come già avviene con la Francia. Purtroppo il Governo italiano ha mostrato una forte ritrosia. L’unico elemento positivo è l’istituzionalizzazione del 25 per cento di lavoro agile su base settimanale. È un passo avanti che consente di alleggerire il traffico di frontiera, ridurre l’inquinamento e migliorare concretamente la qualità della vita di migliaia di lavoratori. Tuttavia, il Governo Meloni avrebbe potuto essere più generoso e più coraggioso.
Resta dunque il rammarico per un’intesa che poteva fare di più. Come Partito Democratico resteremo vigili e continueremo a spingere affinché le esigenze dei frontalieri vengano finalmente ascoltate.
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SU MEDICINA CAOS TOTALE, RIFORMA FALLIMENTARE
La Ministra Bernini chieda scusa agli studenti e alle loro famiglie
A seguito dell’informativa urgente della Ministra Bernini sull'accesso ai corsi di laurea in medicina, abbiamo evidenziato in Aula come nel fantastico mondo della ministra non trovano spazio le tante segnalazioni degli studenti, delle famiglie e dei docenti che vivono in una tempesta perfetta creata dalla riforma di questo governo.
Bernini parla di merito e si nasconde dietro presunti sabotaggi ma sono i dati Gimbe che sconfessano le sue parole: sono state concentrate 450 ore di lezione in 60 giorni. In poche parole il semestre promesso è diventato un bimestre con didattica a distanza e scarsa interazione con i docenti. Questo si chiama merito? No è la Caporetto annunciata di una riforma superflua il cui fallimento la Ministra dovrebbe riconoscere chiedendo scusa. Le stesse scuse che la Ministra dovrebbe agli studenti irrisi ed oggetto di un bullismo istituzionale davanti a platee politicamente amiche. Non servono delle toppe, serve rivedere nel profondo il contenuto della riforma all’interno delle aule parlamentari, riaprendo il confronto e il dibattito su una legge profondamente sbagliata e inadeguata per gli studenti, le università ed i loro docenti.
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SU MPS GIORGETTI NASCONDE INTERESSI DI PARTE
E non risponde sulle vere questioni
Intervenendo in Aula sull’informativa urgente del Ministro Giorgetti, abbiamo ribadito che non è assolutamente accettabile la spiegazione data dal Ministro sulla vicenda Mps-Mediobanca perché non risponde al vero motivo delle domande poste. La parola 'Mediobanca' è del tutto assente dalle parole del Ministro mentre apprendiamo, a torto, che tutta la vicenda Mps sarebbe corretta.
La verità è che l'azione del Governo è stata finalizzata a interessi di parte e a cordate che vuole sostenere. Il Ministro ha evitato di rispondere sulle vere ragioni circa la cessione della partecipazione pubblica in Mps e sul ricollocamento delle quote, in tempi ristrettissimi, su pochi soggetti già presenti nell'azionariato che hanno agito senza la comunicazione preventiva prevista dalla legge vigente.
Il golden power andrebbe utilizzato per contrastare interferenze estere contro il mercato europeo e la libera concorrenza non per favorire cordate compiacenti. Il Mef non ha fatto l'arbitro. Ha giocato la partita a danno dell'interesse nazionale.
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PIAZZA FONTANA PER L’ITALIA FU TANTE COSE
In ricordo delle vittime della strage
Piazza Fontana, per la storia d'Italia e la storia di Milano, fu tante cose. Fu soprattutto una voragine che inghiottì persone, famiglie e, con loro, l'innocenza dell'Italia repubblicana. Fu 17 vittime quel giorno, 88 feriti, e poi altre 2 vittime: Giuseppe Pinelli, 3 giorni dopo, entrato vivo in questura e uscito cadavere, e il commissario Luigi Calabresi, ucciso nel 1972.
Il 12 dicembre 1969 fu i silenzi, il potere che non racconta le cose, i servizi segreti deviati, la strage di Stato, la pista neofascista per destabilizzare la democrazia. Fu il primo di tanti attentati di un terrorismo oscuro e fu anche la memoria che non è mai riuscita a essere condivisa. Piazza Fontana divise, contrappose, lacerò, ma Piazza Fontana fu anche altro. Fu il silenzio di 300.000 persone, 3 giorni dopo, in piazza Duomo, durante i funerali. Lo spiegò bene Pietro Nenni al sindaco socialista di Milano di allora, Aldo Aniasi: è questa gente qui oggi, in piazza Duomo, che sta salvando la democrazia. E, infine, Piazza Fontana fu un abbraccio, 40 anni dopo, il 9 maggio del 2009 al Quirinale, tra Gemma Calabresi e Licia Pinelli. “Perché non l'abbiamo fatto prima?” si dissero le due donne sotto gli occhi di Giorgio Napolitano, a testimonianza di un Paese lacerato dal terrorismo, che però seppe ritrovare l'unità, seppe fare riconciliazione.
Siamo anche quell'abbraccio. Lo siamo stati; possiamo tornare a esserlo, anche oggi, o forse soprattutto oggi.
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ACCADE ALLA CAMERA
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico
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COMUNI MONTANI, CRITERI INADEGUATI E RISORSE A RISCHIO
La nuova classificazione dei comuni montani suscita forti preoccupazioni. I criteri annunciati dal Governo, fondati principalmente su parametri altimetrici e di pendenza, rischiano di escludere oltre 1.200 comuni, con la conseguente perdita di risorse e di misure di sostegno fondamentali. Come evidenziato da Anci e Uncem, a risultare maggiormente penalizzati sarebbero in particolare i comuni della dorsale appenninica.
In Aula abbiamo chiesto al Ministro Calderoli di rivedere i criteri adottati. La montagna rappresenta una risorsa strategica per il Paese e non può essere ridotta a una definizione che genera un’iniqua redistribuzione delle risorse e mette in contrapposizione territori accomunati dalle stesse difficoltà.
La risposta del Ministro Calderoli è stata nuovamente insoddisfacente e poco rispettosa di una realtà complessa come quella montana.
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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA
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Legge di bilancio Da domenica 28 esame e votazioni sul Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2026 e Bilancio pluriennale per il triennio 2026-2029.

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